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CONCLUSIONI
Al termine di questa trattazione, si può affermare che, nonostante le difficoltà degli
studenti durante la transizione dal primo al secondo grado della scuola secondaria siano
attualmente uno dei temi più discussi a livello politico, accademico e scolastico,
permangono delle incomprensioni in merito alla complessità degli elementi che entrano
in gioco in questo processo. Tra questi, sono stati analizzati in modo particolare i
principali fattori di condizionamento dovuti alle riproduzioni sociali, alle relazioni tra pari
e ai diversi aspetti che caratterizzano l’interazione degli insegnanti con i propri allievi.
L’indagine riportata nasce con l’intenzione di esplorare i processi attraverso i quali gli
studenti, al termine della scuola media, effettuano la scelta del percorso formativo da
intraprendere, considerando le variabili che caratterizzano le condizioni di vita e le risorse
economiche e culturali a cui i ragazzi possono accedere e focalizzando l’attenzione sulla
rete di relazioni in cui questi sono inseriti nel corso dei processi decisionali. Inoltre, si è
cercato di comprendere come le attività orientative, svolte durante l’ultimo anno della
scuola media, abbiano supportato gli studenti nel fare chiarezza sui loro destini scolastici.
Dall’indagine è emersa la necessità di ridefinire le buone pratiche di orientamento: ogni
persona che si occupa di formazione necessita di nuovi paradigmi di riferimento e deve
abbandonare la ricerca del giusto abbinamento tra persona e percorso formativo,
prediligendo approcci che valorizzino i significati personali, la connessione tra i contesti
di vita, il concetto che la persona sviluppa di sé e i valori attribuiti al mondo in cui vive.
A tal proposito, merita una menzione la Teoria dello sviluppo vocazionale di Donald
Super, in base alla quale l’orientamento viene considerato un processo in continua
evoluzione che prevede un susseguirsi di fasi e concepisce l’individuo come protagonista
attivo del proprio processo decisionale. La teoria di Super pone l’accento sull’importanza
dell’immagine di sé per strutturare il futuro formativo e professionale e considera lo
sviluppo vocazionale come un processo che accompagna tutta la vita dell’individuo
(D’Angiò et al., 2008).
In un’ottica improntata alla consapevolezza, risulta necessario porre una maggiore
attenzione ai processi reali che attraversano l’orientamento scolastico e a quei processi di
costruzione della conoscenza che gli operatori scolastici sono impegnati a fornire, la quale
non può limitarsi alla semplice informazione.
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Qualora le pratiche di orientamento non risulteranno utili ad una facilitazione delle
transizioni scolastiche e alla costruzione di una partecipazione democratica, risulterà
necessario rivedere l’architettura istituzionale del secondo ciclo della scuola secondaria,
ridefinire i curricula scolastici e ripensare alla formazione di tutti coloro che a vario titolo
si occupano di scuola, i quali dovrebbero immaginarla come un luogo in cui, prima di
ogni altro, si lotta contro le disuguaglianze.
In merito alle transizioni scolastiche, uno studio norvegese del 2011 condotto dalla
Direzione per l’Istruzione e dalla Divisione per le Politiche per l’Istruzione e la
Formazione, considerando le difficoltà degli studenti, chiamati nel periodo
dell’adolescenza a dover affrontare frequenti cambiamenti di livello d’istruzione, ha
individuato come una soluzione al disagio, la possibilità di ammortizzare gli effetti
negativi attraverso la riduzione dei passaggi, al fine di ottenere migliori risultati formativi.
Ad oggi, nel nostro paese, contrariamente a ciò che accade in alcune realtà europee, la
scuola e la vita appaiono come due realtà differenti, quando la scuola dovrebbe essere
parte integrante della vita, offrendo opportunità di incontro con coetanei e adulti che
stimolano la creatività, invitano all’imprenditorialità e predispongono agli apprendimenti
personali.
Permangono diversi dubbi, che la ricerca potrebbe provare a chiarire, legati alle tematiche
qui trattate: come, ad esempio, in che modo la gestione scolastica delle scelte educative
contribuisce a definire gli orizzonti di possibilità degli studenti? Quali sono i motivi per
cui le potenzialità, i talenti e le aspirazioni dei discenti non vengono considerate dagli
insegnanti, durante la formulazione dei consigli orientativi? Come sarebbe possibile
superare la chiusura sociale della scuola nei confronti degli studenti ‘privilegiati
negativamente’?
L’augurio è quello che divenga possibile la realizzazione di un cambiamento delle
condizioni normative e strutturali dell’architettura scolastica e della società civile nel suo
complesso, che permetta una costruzione dell’uguaglianza e della partecipazione
democratica volta ad evitare una deriva culturale, economica e sociale. 57
APPENDICE 1
Domande di indagine aperte utilizzate per il gruppo 1
Scrivi una breve introduzione nella quale definisci quali erano le tue idee iniziali sul
percorso scolastico da intraprendere alle scuole superiori e descrivi l’esperienza di
orientamento della scuola media.
Nel caso in cui la scelta della scuola superiore sia cambiata rispetto alle tue idee iniziali,
spiega i motivi che ti hanno spinto a modificare le tue scelte.
Introduzione:
1. Quale scuola avresti voluto frequentare dopo la scuola media?
2. Che lavoro avresti voluto fare alla fine del percorso di studi?
3. Durante i primi anni di scuola media come ti vedevi da grande?
Esperienza di orientamento alle medie:
1. Quali attività sono state svolte durante l’orientamento? (Es. visite a istituti
superiori, conferenze con esperti che espongono le varie possibilità di scelta della
scuola superiore, test attitudinali, questionari di orientamento alla scuola
superiore);
2. Quale scuola ti è stata consigliata dai tuoi insegnanti della scuola media?
3. La scuola consigliata era la stessa che avresti voluto frequentare?
4. In caso di risposta negativa, come ti sei sentito dopo aver ricevuto il risultato del
consiglio di orientamento?
Scelta della scuola superiore:
1. Quale scuola superiore hai scelto di frequentare? (Rispondere solo nel caso in cui
questa sia diversa da quella attuale).
2. Nel caso in cui la scelta della scuola superiore sia cambiata rispetto alla tua idea
iniziale, spiega i motivi che ti hanno fatto modificare la scelta. (Sei stato
influenzato da amici, parenti, insegnanti? La scuola consigliata dai tuoi insegnanti
ti ha fatto ripensare all’idea che avevi inizialmente?).
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Narrazioni degli studenti del gruppo 1
Classi quinte
Studente 1 – FS 1
Prima del consiglio orientativo ero intenzionata a intraprendere un percorso di studi in
ambito artistico, poiché durante gli anni di scuola media, mi ero appassionata alla storia
dell’arte e all’architettura.
Inizialmente ero indirizzata verso un liceo artistico o un istituto ad indirizzo geometra;
Per chiarirmi le idee sono andata più volte agli open day organizzati dalle varie scuole,
tra cui l'istituto tecnico di grafica, di geometra e artistico.
Nel consiglio orientativo, mi è stato consigliato il “Liceo Artistico Olivieri” per
soddisfare le mie passioni, ma, allo stesso tempo mi è stato fatto notare che l’istituto fosse
un liceo, e quindi questo comportava un maggiore impegno intellettuale.
A seguito del consiglio orientativo, datomi dagli insegnanti, mi sono sentita un po’
spaesata e confusa.
Quindi ho rivalutato la mia iniziale scelta, e mi sono fatta consigliare anche dai miei
genitori, i quali mi hanno proposto un istituto professionale agrario, data anche la mia
passione per gli animali e la natura.
Per chiarire nuovamente le idee, sono andata a visitare l'istituto tecnico agrario “Pastori”
a Brescia e l'istituto professionale agrario “Giardino” a Orzivecchi, in quest'ultima scuola
poi sono stata influenzata da mio papà, che lavorava lì.
Tra le due scuole di agraria, mi ha colpito di più l’open day dell'istituto “Giardino”, poiché
sono stata accolta proprio dagli studenti frequentanti la scuola che, oltre a presentarmi
l’ambiente, mi hanno raccontato le loro esperienze personali e i loro pareri a riguardo.
Questo per me è stato fondamentale, perché oltre a parlare con i professori, ho avuto la
possibilità di parlare direttamente con gli studenti, a me quasi coetanei, e questo mi ha
permesso di avere diversi punti di vista e capire l’armonia dell’istituto.
Alla fine, quest'ultima scuola mi ha conquistata, perché oltre alle positive “recensioni”
degli studenti, mi ha colpita anche l’ambiente piccolo e familiare, infatti mi iscrissi al
momento.
Non avrei mai pensato di appassionarmi così tanto, a un mondo così distante dalle mie
iniziali idee e prospettive lavorative future. 59
Ho ripensato poche volte alle mie idee iniziali ma, non mi sono pentita di aver intrapreso
il percorso ad indirizzo agricolo, e, ultimamente ho pensato di unire entrambe le mie
passioni, ovvero diventare un architetto paesaggista.
Voto licenza media: 8
Studente 2 – MS 2
Sinceramente quando ero in terza media non avevo le idee ben chiare su che scuola
scegliere, in quanto fin dalle scuole medie ho sempre avuto l’idea di fare da grande
l’infermiere. I miei professori delle medie mi avevano consigliato il liceo delle scienze
umane economico sociale, ma io sinceramente avrei preferito una scuola che alla fine dei
cinque anni mi attribuisse un diploma e non come un liceo, che attesta soltanto una licenza
da liceo. Mi ricordo che nella mia scuola l’attività di orientamento era caratterizzata
principalmente da incontri con le scuole della zona, in poche parole venivano dei
professori insieme a degli alunni nella nostra scuola e presentavano il loro istituto. Altra
attività di orientamento era, che in giorno stabilito tutte le classi terze andavano al cinema
di Crema dove all’interno delle sale cinematografiche venivano proiettati dei video che
presentavano le varie scuole della città, inoltre in seguito alla visione c’era sempre un
professore che spiegava più nel dettaglio il proprio istituto.
La mia scuola inoltre offriva la possibilità di svolgere due stage in due scuole superiori
che generalmente si svolgevano tra novembre fino a metà febbraio, personalmente io feci
solo uno stage che era proprio al “Giardino”.
Sinceramente mi chiedo ancora come mai io abbia scelto questa scuola, in quanto il
mondo dell’agricoltura non mi piace per niente, però in fin dei conti era l’unica scuola
che si trovava