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NELL'ADULTO, LO SVILUPPO LONG LIFE LEARNING

Considerando le variabili che sono messe in campo, possiamo dire che l'attenzione non è rivolta solo al minore ma anche ai giovani maggiorenni, agli adulti e agli anziani. La povertà educativa può trasformarsi in una povertà culturale capace di incidere sulle personali capacità di cittadinanza sociale. Quasi l'infanzia, oppure sempre, è il risultato di una difficoltà formativa vissuta durante esperienze difficili affrontate durante l'età adulta (come la malattia, la perdita del lavoro, dei legami affettivi, i fenomeni di dipendenza, ...). Molto spesso le vulnerabilità che affliggono il mondo adulto si ripercuotono sui bambini e sugli adolescenti, contribuendo a rendere il loro futuro più incerto e minaccioso.

L'approccio formativo e pedagogico ideale sarebbe quello del Long Life Learning, una formazione che non riguarda solo i minori, ma che si

estendersi per tutta la vita dell'individuo. Durante l'infanzia, che è considerata il periodo più complesso per lo sviluppo delle capacità fondamentali, il bambino è in continua e rapida trasformazione e possiede una particolare sensibilità nei confronti di tutte le stimolazioni ambientali. Questo periodo è considerato una realtà bio-psico-sociale che si evolve attraverso diverse fasi. Il compito di assicurare una crescita adeguata al bambino è affidato alle persone che lo circondano, in particolare agli adulti. Gli adulti sono i mediatori di significati ed esperienze e il loro comportamento influisce direttamente e indirettamente sull'esperienza del bambino. Tuttavia, il bambino eredita anche degli svantaggi, principalmente influenzati dalla situazione socioeconomica familiare e da altri fattori materiali penalizzanti. Questi svantaggi iniziali possono avere effetti a lungo termine e finire per estendersi per tutta la vita dell'individuo.trasmettersi di generazione in generazione, innescando un vero e proprio circolo vizioso delle povertà, perché i bambini che nascono in condizioni di svantaggio e ai quali vengono negate le opportunità di apprendere e condurre una vita autonoma ed attiva, rischiano di diventare gli esclusi di domani. Dietro un minore che ha problemi gravi a scuola, c'è spesso una famiglia in difficoltà nello svolgere il proprio compito educativo. Vi sono situazioni di gravi debolezze economiche e sociali, dove prevale l'affanno per il quotidiano, l'ansia dei bisogni insoddisfatti, dei problemi che si accumulano, davanti a questo tipo di situazioni la scuola passa in secondo piano. Per un bambino, povertà educativa significa essere escluso dall'acquisizione delle competenze necessarie per vivere in un mondo caratterizzato dall'economia della conoscenza, dalla rapidità, dall'innovazione. Questa situazione di svantaggio èsignificativamente correlata alla povertà e all'esclusione sociale dei genitori. Precedentemente abbiamo detto che la povertà educativa è certamente presente anche tra i minori che vivono in famiglie non particolarmente svantaggiate dal punto di vista socioeconomico. In questi casi si associa a gravi carenze relazionali, così come ad una trascuratezza educativa da parte dei genitori e degli altri adulti di riferimento. Come sappiamo gli adulti svolgono una funzione primaria per la crescita dei minori, garantendo l'acquisizione di una buona socializzazione, abilità di giudizio e co-costruzione di intersoggettività. "La cura e l'affetto dei genitori, [...] insegnanti incoraggianti, l'aiuto amici [...] sono nei compiti, la presenza di tutte esperienze in grado di minimizzare o annullare gli effetti negativi dell'esposizione a fattori di rischio, aumentando la resilienza, la capacità di far fronte.positivamente a problemi ed eventi traumatici, e la capacità di coping, cioè di affrontare e di superare con rapidità e successo le situazioni stressanti utilizzando le proprie energie mentali e le abilità gestendo le proprie emozioni" (Fonte: [inserire fonte]) Certamente è chiamata in causa la responsabilità educativa non solo dei legami familiari, ma anche quelli comunitari e istituzionali. Tuttavia, non possiamo negare che il legame tra povertà educativa minorile e condizioni di svantaggio socioeconomico rimane, nel nostro Paese, un fenomeno principalmente ereditario, che riguarda in gran parte famiglie colpite dalla tradizionale povertà socio-economica. In Italia la povertà educativa non permette a milioni di bambini di crescere e seguire i loro sogni. Certamente questo è legato alle difficili condizioni economiche in cui si trovano molte famiglie e che di conseguenza producono disuguaglianze sia a livello sociale che a livello educativo.

livello economico. Esistono diverse forme di disuguaglianza:

  • Disuguaglianza di trattamento, si manifesta nella mancanza di egualitari condizioni di accesso alla giustizia, nella mancanza di diritti agli immigrati, nelle relazioni tra generi e generazioni, insufficiente controllo dell'evasione fiscale, nelle differenziazioni salariali tra uomini e donne.
  • Disuguaglianza di condizione, la vediamo nei diversi trattamenti che lo Stato riserva ai cittadini che dovrebbero essere considerati tutti uguali. Danotare le differenze nei sistemi di welfare presenti nel nostro Paese che offrono servizi diversi tra le regioni.
  • Disuguaglianza di opportunità, è evidente, ad esempio, nella difficoltà di accedere al mercato del lavoro, nella chiusura degli ordini professionali.
difficoltà ad ottenere prestiti per le nuove imprese, nella possibilità di apprendere. Le disparità prodotte da reddito, posizione geografica, genere, età, etnia, disabilità, e classe sociale all'interno del nostro Paese condizionano parità di accesso, opportunità e risultati. Nel frattempo, stanno nascendo disuguaglianze in nuovi ambiti, come l'accesso al web e alle tecnologie. L'emergenza Covid-19, che ha imposto di ricorrere alla didattica online sta accrescendo il digital divide tra gli alunni. Un'altra differenza importante che sta emergendo riguarda il soggetto fondamentale di ogni processo formativo: la persona che apprende. Marc Prensky ha introdotto l'espressione "nativi digitali" (2001), per indicare la generazione nata dopo il 1985. Identifica con tale termine "coloro che fin dalla nascita hanno vissuto a contatto con i mezzi di comunicazione digitali e le tecnologie".svariatetecnologie che abbiamo visto emergere negli ultimi anni, ad esempio i social networks, blog, ma anche tablet, smartphone e computer.”Anche questa è una variabile che bisogna prendere in considerazione, l’evoluzioneche sta subendo la società attuale, la modifica delle abitudini, la mutabilità dimodalità e qualità dell’apprendimento, la disponibilità di risorse che non è ugualeper tutti. È sorprendente, però, vedere come non tutti i minori rimangano vittime“Nuotare –del contesto in cui crescono, nel report contro corrente Povertàeducativa e resilienza in Italia”, pubblicato da Save the Children, nel maggio 2018,si parla “della resilienza educativa dei bambini. Si tratta della capacità dei minoridi uscire dallo svantaggio educativo, nonostante vivano in condizioni difficili eL’OCSE “nonostanteavverse. li definisce come adolescenti di 15 anni che,12

Marco Durante, Nativi digitali

http://www.labcd.unipi.it/wp-content/uploads/2015/05/Marco-Durante_Nativi-digitali.pdf

16provengano da famiglie che si trovano nel quartile socioeconomico e culturale piùbasso, superano i livelli minimi di competenze in matematica e letturae acquisiscono un bagaglio di saperi fondamentali per avere un ruolo attivo eincisivo nella comunità, essendo in grado di applicarli anche in contesti[…]. Maggiore l’offertaextrascolastici sarà extrascolastica, maggiore sarà laresilienza.” 13“Senza l’arte,dubbio la musica, lo sport, la lettura hanno effetti molto positivi sullaresilienza. Lo dimostra il fatto che i minori che provengono da famiglie in difficoltà,ma frequentano scuole con un’ampia offerta di attività extrascolastiche, sono piùdi altri” 14resilienti“In Italia oltre 1 milione e 200 mila minori vivono in povertà assoluta e altri 2milioni sono in

povertà relativa. La crisi economica ha inciso fortemente sullecondizioni di vita di bambini e ragazzi. Fino al 2005 erano gli anziani le personedell’età.” 15più indigenti, oggi invece la povertà assoluta aumenta al diminuireUn paese che non garantisce diritti, doveri ed opportunità eguali per tutti,spegnendo sul nascere le aspirazioni dei bambini e il fiorire dei loro talenti oltre adessere ingiusto, ostacola il suo stesso sviluppo economico.Ecco perché è importante intervenire per contrastare la Povertà Educativa eaccompagnare il minore nella crescita, determinando quella rete di attori che è statadefinita Comunità Educante (CE).La società deve impegnarsi per eliminare tutte quelle condizioni che nonpermettono la piena realizzazione umana e lo stesso sviluppo, deve intervenirealtresì per garantire tutta una serie di opportunità che alimentano le capabilitiesdegli individui.

www.percorsiconibambini.it consultato in data 08/03/2021

www.percorsiconibambini.it consultato in data 08/03/2021

https://www.conibambini.org/contrasto-della-poverta-educativa-minorile/ consultato in data 06/03/2021

È in un tale quadro di problematicità che si inseriscono i 17 obiettivi di sviluppo dell’Agenda sostenibile (OSS) 2030, adottata dalle Nazioni Unite. Entrati ufficialmente in vigore nel gennaio 2016, questi obiettivi puntano ad eliminare la povertà in tutte le sue forme, considerando le tre dimensioni fondamentali dello sviluppo sostenibile:

  • L’attenzione alla crescita economica
  • l’inclusione sociale
  • l’ambiente

La protezione

Un nuovo problema che stiamo affrontando negli ultimi anni (2020/2021) sta alimentando la crescita esponenziale della povertà educativa. Il mondo intero è l’Italia sta vivendo la più grave crisi messa alla prova.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
100 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinaabb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Colazzo Salvatore.