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Capitolo 4. Stimatori
4.1 Stimatore agli stati iniziali
4.2 Stimatore agli stati correnti
Capitolo 5. Esempi sull’analisi dell’opacità e dell’osservabilità critica
5.1 Costruzione degli stimatori
5.2 Analisi degli stimatori e condizioni da verificare
2 Indice
________________________________________________________________________________________________
5.2.1 Condizioni sull’opacità (esatta e approssimata)
sull’osservabilità critica (esatta e approssimata)
5.2.2 Condizioni
5.3 Applicazioni pratiche: Opacità e Osservabilità critica esatte
5.4 Applicazioni pratiche: Opacità e Osservabilità critica δ-approssimate
Conclusioni
Bibliografia
Appendice A: Calcoli sulle nozioni esatte
Appendice B: Calcoli sulle nozioni approssimate
Appendice C: Dimostrazioni delle nozioni forti dell’ Osservabilità critica
3 Introduzione
________________________________________________________________________________________________
Introduzione
I sistemi cyber-fisici (Cyber-Phisical-Systems, CPS) sono sistemi derivanti da strette interazioni di
sistemi dinamici e dispositivi computazionali. Tali sistemi sono generalmente molto complessi e
presentano comportamenti sia continui che discreti, il che rende la verifica e la progettazione di tali
sistemi significativamente impegnative. In particolare, le componenti di CPS sono generalmente
collegate tramite reti di comunicazione per acquisire e scambiare informazioni in modo da poter
ottenere alcune funzionalità globali del sistema. Tuttavia, questo porta anche nuove sfide per la
verifica e la progettazione di CPS, poiché la comunicazione tra il sistema e le componenti, può
rilasciare informazioni che potrebbero compromettere la sicurezza dell’intero sistema. Pertanto, è
importante poter determinare quali informazioni possano essere rilasciate e quali no.
Vengono dunque esaminate due importanti proprietà di sicurezza del flusso di informazioni,
chiamate opacità e osservabilità critica. In parole povere, l'opacità è una proprietà di riservatezza
di quest’ultimo
legata al sistema stesso, che rileva se il "segreto" possa essere rivelato o meno ad un
intruso (il quale deduce il comportamento reale del sistema in base al flusso di informazioni che
L’osservabilità
aquisisce). critica è invece una proprietà di sicurezza, legata a delle dinamiche
“critiche”,
denominate ovvero a dei malfunzionamenti del sistema (le quali devono essere
individuabili e distinguibili).
In questa tesi, le due proprietà verranno studiate più approfonditamente nel contesto di sistemi ad
eventi discreti (Discrete-Event Systems (DES)), un'importante classe di sistemi dinamici guidati da
Poiché l'opacità e l’osservabilità critica sono delle proprietà del
eventi con spazi di stato discreti.
flusso di informazioni, la loro definizione dipende strettamente dal modello informativo del sistema.
In generale, un sistema si dice opaco se qualsiasi suo comportamento segreto risulta celato e
difficilmente individuabile; differentemente, un sistema si dice criticamente osservabile se le
Per l’analisi
criticità possono essere sempre indubbiamente individuabili. delle due proprietà, viene
adottato un modello basato sull'osservazione degli eventi, ovvero alcuni eventi del sistema (etichette
di stato) sono osservabili o distinguibili mentre alcune non lo sono.
E’ possibile, ad esempio, analizzare tali proprietà su un sistema ad output simbolico, ovvero un
sistema le cui uscite sono associate a dei livelli logici, in cui è possibile distinguere con precisione
due uscite con etichette diverse. Le proprietà di opacità e di osservabilità critica associate a questa
“esatte”. L’analisi delle proprietà esatte,
classificazione di sistemi, vengono denominate risulta
essere molto significativa per i sistemi i cui set di output non sono metrici, ad es. sistemi discreti le
cui uscite sono, appunto, eventi logici. Tuttavia, per molte applicazioni del mondo reale le cui uscite
sono segnali fisici, invece di dire semplicemente che due eventi sono distinguibili o indistinguibili,
è possibile effettuare una misurazione per valutare quantitativamente la vicinanza di due risultati.
Tali sistemi sono indicati come sistemi metrici, in cui gli insiemi delle uscite sono dotati di metriche
appropriate. Per i sistemi metrici, se due segnali sono molto vicini tra loro, sarà molto difficile
distinguerli in modo univoco a causa della precisione di misurazione o di potenziali rumori e
disturbi di misurazione. Pertanto, le definizioni esatte di opacità e osservabilità critica risultano
essere troppo forti per i sistemi metrici poiché implicitamente si assume che si possa sempre
distinguere due segnali di uscita anche quando sono arbitrariamente vicini l'uno all'altro.
4 Introduzione
________________________________________________________________________________________________
In [01] viene proposto un nuovo concetto chiamato opacità approssimata che è applicabile ai sistemi
metrici. In particolare, vengono trattate due uscite come uscite "indistinguibili" se loro la distanza
(misurata) è inferiore a un dato parametro di soglia δ ≥ 0, in cui δ rappresenta la precisione con cui
l’intruso è obbligato a misurare le uscite per poterle distinguere. Vengono considerate tre tipologie
di opacità: Opacità δ-approssimata l’intruso non possa
I. agli stati iniziali: Richiede che mai
distinguere se l’evoluzione del sistema abbia origine da uno stato segreto.
Opacità δ-approssimata l’intruso non possa
II. agli stati correnti: Richiede che mai
distinguere se il sistema raggiunga uno stato segreto.
Opacità δ-approssimata
III. a step infiniti : Richiede che l'intruso non possa mai determinare
se il sistema sia in uno stato segreto per una qualsiasi evoluzione del sistema, se la sua
precisione di misura non è superiore a δ.
invece di richiedere l’opacità esatta a tutto il sistema, le opacità δ
Intuitivamente, -approssimate
forniscono delle versioni rilassate (più deboli) di opacità.
L’osservabilità critica “esatta” introdotta in [04], viene trattata ed implementata allo stesso modo;
considerando infatti una tolleranza δ ≥ 0 legata a errori o a potenziali disturbi durante la
misurazione delle uscite, è possibile definire delle forme di osservabilità critica meno restrittive, e
meglio applicabili a sistemi metrici.
Vengono implementate due nozioni di osservabilità critica basate sulle etichette di stato:
δ-approssimata Richiede che l’osservatore sia
I. Osservabilità critica agli stati iniziali:
sempre in grado di determinare se l’evoluzione del sistema sia stata originata da uno
stato critico. δ-approssimata Richiede che l’osservatore sia
II. Osservabilità critica agli stati correnti :
sempre in grado di determinare se il sistema raggiunga uno stato critico.
Dalle nozioni esatte introdotte in [04], vengono implementate anche due nuove forme di
“forti”. L’asserzione a tali proprietà permette non solo di
osservabilità critica, denominate
determinare quando il sistema si trovi in uno stato critico, ma anche di distinguere le diverse
Le nozioni forti dell’osservabilità critica
criticità che possono coesistere in uno stesso sistema.
vengono anch’esse analizzate servendosi della tolleranza δ ≥ 0. Chiaramente, le nozioni
quando δ = 0.
approssimate di opacità e osservabilità critica, si riducono fino a quelle esatte
e dell’osservabilità critica
Lo studio dell’opacità di un sistema viene successivamente affrontato
attraverso le tecniche proposte in [01], le quali prevedono la costruzione di un nuovo sistema
“stimatore di stato”,
denominato che tiene traccia di tutti i possibili stati coerenti con
l’osservazione.
L’utilizzo di questi nuovi sistemi permette di determinare a quali nozioni di opacità e osservabilità
critica il sistema riesce ad asserire; lo scopo principale è quello di riuscire a determinare se, e in che
δ
modalità, le diverse nozioni risultino affermate. La variazione del parametro permette di
5 Introduzione
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comprendere come mutino le nozioni di opacità e quelle di osservabilità critica nel caso di sistemi
“reali”. Durante lo studio delle nozioni approssimate, si avranno dunque diversi stimatori, ottenuti
δ.
tramite variazione della tolleranza
L’analisi “vicinanza tra due segnali di uscita”,
dei sistemi avviene considerando la in cui le uscite
sono, come già introdotto, basate sugli stati; la metrica utilizzata per determinare la distanza tra due
uscite, è la medesima introdotta in [01]. Oltretutto, dal momento che le uscite sono basate sugli
stati, le transizioni che permettono al sistema di evolvere vengono considerate generiche; come
verrà successivamente introdotto, la costruzione degli stimatori non dipende dal tipo di transizione,
ma dalla generica possibilità di avere una transizione a partire da uno stato.
Si supponde dunque che l’osservatore possa distinguere l’evoluzione del sistema, unicamente dalle
etichette di uscita associate agli stati. 6 Capitolo 1
________________________________________________________________________________________________
Capitolo 1. Concetti fondamentali
1.1 Modelli di Sistemi: La nozione di "sistema" introdotta in [02] permette di descrivere sia
sistemi di controllo a spazio continuo che sistemi di controllo a spazio finito; tale nozione verrà
impiegata per la rappresentazione di un Cyber-Phisical-System.
Definizione 1.1: Un sistema S è una tupla
= (, , , → , , ) (1.1)
0
in cui:
• è l’insieme degli stati
• è l’insieme
⊆ degli stati iniziali
0
• è l’insieme degli
ingressi
• → ⊆ × × è la funzione di transizione
• è l’insieme delle uscite
• ∶ → è la funzione di uscita +
se l’insieme delle uscite : × → ℝ
Un sistema S viene detto metrico Y è dotato di una metrica .
0
Un sistema S viene detto finito se gli insiemi X e U hanno cardinalità finita.
′ L’