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Le famiglie del passato erano caratterizzate da un elevato grado di casualità. L’intero ciclo di
vita familiare e individuale era messo a dura prova da eventi imprevisti, il più delle volte
catastrofici.
Durante l’ottocento, nonostante un netto miglioramento, rispetto i secoli precedenti, il tasso di
mortalità era molto elevato.
Fenomeni comuni nel passato erano la dispersione della famiglia nella parentela, con gli orfani
adottati da altri parenti, o viceversa, la nascita di una famiglia ricomposta tramite un nuovo
matrimonio del genitore rimasto vedovo.
Il destino individuale e della famiglia era stabilito secondo le variabili di sesso ed età.
Le donne, rispetto ad oggi, avevano maggiori possibilità di morire giovani a causa della
gravidanza e del parto e quindi di lasciare i propri figli orfani e il proprio coniuge vedovo.
Vedove e vedovi non avevano la stessa possibilità di risposarsi: una donna ormai avanti con
l’età, aveva possibilità di avere un nuovo matrimonio solo se il marito precedente le aveva
lasciato un terreno di valore.
Un ulteriore ostacolo per la donna rimasta vedova erano i figli che potevano risultare solo come
una spesa. È proprio questa diversità che faceva sì che i figli di vedove avessero maggiore
possibilità di essere dispersi nella parentela.
Un altro motivo per cui la famiglia del passato viene descritta come instabile, è il fenomeno
migratorio, che coinvolgeva soprattutto i contadini.
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I contadini cercavano di mantenere un equilibrio
economico facendo migrare in altri paesi i propri
figli. Normalmente, i figli migranti erano quelli non
destinati a ereditare.
La figura dominante delle famiglie del passato era
quella maschile, da qui il nome di famiglia
patriarcale. Figura 3- La famiglia del passato
Il patriarca era il capostipite dell’intero nucleo
familiare formato anche dai figli sposati con a seguito la prole. La famiglia patriarcale o
caratterizzava l’economia rurale, dove era fondamentale rimanere uniti per riuscire a
allargata
mandare avanti la famiglia con i frutti della terra e l’allevamento.
Alcuni studiosi (esempio Laslett 1973; Segalen 1981) hanno contestato l’immagine di un
passato immobile data la forte instabilità della convivenza familiare.
l’aumento
La diminuzione della mortalità e delle risorse disponibili, hanno aumentato la
stabilità dell’intero ciclo di vita della famiglia.
Il fenomeno che maggiormente si attribuisce al cambiamento della famiglia è
l’industrializzazione.
Con la rivoluzione industriale, la famiglia patriarcale va a scomparire sempre di più, ma non i
vincoli parentali.
Nell’antichità la fortuna della donna era la dote. La donna prima era di proprietà del padre e
poi del marito. Più la dote era ricca, più era ricco il premio in palio.
Se l’unione veniva meno tornava dal padre con i suoi beni e se era colta in flagrante di
adulterio tornava dal padre senza nulla. 8
Durante l’Antico regno degli Egizi, le donne erano molto più indipendenti: durante il
matrimonio e anche in caso di divorzio continuavano a disporre dei propri beni perché davanti
alla legge avevano stessi diritti e doveri degli uomini.
Nell’Antica Roma, alla donna che tradiva veniva confiscata metà della sua dote e veniva
mandata in esilio su un’isola.
Le regole divennero più severe con l’avvento del cristianesimo: se la donna veniva ripudiata
poteva tornare dal padre oppure andare in convento.
L’unica eccezione si è vista con Lucrezia Borgia. A lei fu concesso divorziare e di sposarsi
nuovamente.
La situazione iniziò a cambiare con la Rivoluzione francese: si poteva divorziare
semplicemente per una incompatibilità di carattere e venne sancito il principio che nessuno era
obbligato a rimanere legato a una persona per tutta la vita, un modo per seguire il principio della
libertà individuale.
Con la Restaurazione tutto tornò come prima perché la famiglia non era ancora così
era considerato un’istituzione fondamentale della
emancipata. In quel periodo il matrimonio
società.
Nuovi valori individualistici vennero introdotti nella società con la Rivoluzione industriale.
La legge sul divorzio n°898 venne introdotta in Italia il 1°dicembre 1970. Con questa legge
non si resta insieme per dovere ma per amore.
Il percorso per arrivare a questo traguardo voluto dai deputati Loris Fortuna e Antonio
Baslini, non fu semplice.
D’altronde l’Italia è il paese che ospita il papa, e per la chiesa il matrimonio è un vincolo
indissolubile. 9
Infatti dopo quattro anni le forze cattoliche promuovono un Referendum abrogativo.
33.023.179 elettori si recarono alle urne, 19.138.300 elettori (59,26%) votarono contro
l'abrogazione della legge. I voti favorevoli furono 13.157.558 (40,74%).
Nel 1974, quando venne promosso definitivamente il nuovo istituto giuridico, si dovevano
aspettare sette anni di separazione prima di essere effettivamente divorziati.
Cinquant’anni dopo ci vogliono soltanto sei mesi.
Un valido motivo per avanzare la richiesta di divorzio è il tradimento. Oggi il tradimento
non è considerato un reato anche se è una causa lecita per l’addebito della separazione.
Eppure non è sempre stato così.
La chiesa si è sempre interessata della condotta sessuale dei fedeli cercando di regolarla
secondo i propri obiettivi.
In Italia si diffusero anche le summae confessorum, in lingua latina e in italiano. La summa
è una forma letteraria che si è sviluppata per istruire in ambito giuridico i confessori.
Ad esempio, secondo la Summa de Penitentia, è vietato accusare la propria donna di
adulterio se il marito, a sua volta è coinvolto in storie extra-coniugali, se ha prostituito la moglie
oppure se si verificano episodi violenti.
Due sentenze della Cassazione abolirono il reato di adulterio e il reato di concubinato,
emanate rispettivamente nel 1968 e nel 1968.
In quell’epoca, il reato di adulterio puniva le donne infedeli a prescindere della durata della
loro relazione; mentre il reato di concubinato, prevedeva una punizione per l’uomo solo se il
marito avesse ospitato la sua amante nella casa coniugale.
Si è arrivati infine all’uguaglianza tra i due tradimenti.
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La Legge n°898 consente il divorzio: per decisione reciproca o meno e in alcuni casi
consente la condanna penale di uno dei due coniugi, per reati gravi come gli abusi.
Nell’antichità la donna era subordinata all’uomo, solo con l’articolo 29 della Costituzione
italiana, la famiglia viene riconosciuta come società naturale basata sul matrimonio, ordinato
sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
Con il cambiamento della società nel corso del tempo, sono cambiati i ruoli dell’uomo e della
donna e, di conseguenza, si è indebolita la struttura coniugale.
Alcuni fattori che hanno indebolito la struttura coniugale sono:
L’emancipazione e la responsabilizzazione dei singoli, che portano soprattutto ad una
- realizzazione personale rispetto agli ideali di appartenenza;
cambiamento dei ruoli maschili e femminili all’interno della famiglia, in seguito alla
- Il
crescita delle opportunità lavorative per le donne.
Con il cambiamento dei ruoli sociali, risulta maggiormente coinvolta la figura paterna
nell’accudimento dei figli.
non è più indicato utilizzare al singolare il concetto di “famiglia” in quanto è possibile
Oggi
evidenziarne diverse tipologie, come ad esempio le famiglie monoparentali, ricomposte, omo
genitoriali, affidatarie e senza figli.
Nelle famiglie monoparentali un solo genitore ha la responsabilità di crescere i figli, senza un
partner. Questa tipologia di famiglia può essere il risultato di una separazione, di un divorzio o
della morte di un coniuge.
Le famiglie omo genitoriali sono formate da genitori dello stesso sesso che hanno deciso di
avere figli attraverso l’adozione, la fecondazione in vitro o con altre tecniche. Queste famiglie
vengono ancora criticate dalla società nonostante la letteratura scientifica abbia dimostrato che
sono in grado di esercitare una adeguata funzione genitoriale.
Le famiglie affidatarie accolgono bambini che non possono vivere con i loro genitori biologici
a causa di abusi, negligenza e altre problematiche che vanno ad inficiare sul ruolo genitoriale.
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Nella società moderna diventano sempre più numerose le famiglie ricomposte e le famiglie
senza figli.
Le famiglie senza figli costruiscono relazioni alternative a quelle con i figli, per motivi di
lavoro, di salute oppure per problemi di fertilità.
Mentre le famiglie ricomposte sono il risultato di un divorzio in cui i genitori decidono di
formare una nuova famiglia con un nuovo partner. In questo caso i figli possono provenire da
relazioni precedenti. Questo modello familiare richiede un’aperta comunicazione tra tutti i
membri del nucleo per evitare confusione tra i ruoli e offre ai bambini la possibilità di creare
nuove relazioni con genitori e fratelli acquisiti.
Essere all’interno di una famiglia ricomposta non significa dimenticare l’altra figura genitoriale
ma è un valore aggiunto per avere nuovi punti di riferimento per crescere.
Nelle civiltà arcaiche, la donna era il pilastro della famiglia e della comunità perché è grazie a
lei che si genera la vita. l’antica Grecia, tanto che i grandi filosi come
Il ruolo della donna cominciò a cambiare durante
Platone e Pitagora la immaginavano come figura inferiore destinata solo alla procreazione e
alla cura della casa.
Le donne continuarono a non avere pari diritto anche nel Medioevo e nel mondo cristiano: con
il matrimonio, la donna perdeva tutte le sue ricchezze perché era l’uomo che le amministrava,
non poteva uscire di casa senza avere affianco una figura maschile appartenente al nucleo
familiare.
Con la Rivoluzione Francese, le donne possono cominciare ad aprire gli occhi: venne concesso
loro di avere il proprio cognome anche dopo il matrimonio, possono aprire una loro attività
compito dell’uomo.
commerciale e la gestione delle ricchezze è condivisa, non è più solo
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il vero valore delle donne con l’avvento
Gli uomini cominciarono a riconoscere delle due guerre
mondiali, durante le quali, le donne dovettero sostituirli perché chiamati alle armi.
Le donne di tutto il mondo, per far sentire la loro voce, fecero sorgere un movimento politico
femminista: le suffragette.
In Inghilterra, in America, in tutti i paesi
dell’Europa, le donne manifestano e
urlano a gran voce quali son