Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 38
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 1 Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 38.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Nido: la famiglia come luogo di formazione della nostra personalità  Pag. 36
1 su 38
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Le famiglie del passato erano caratterizzate da un elevato grado di casualità. L’intero ciclo di

vita familiare e individuale era messo a dura prova da eventi imprevisti, il più delle volte

catastrofici.

Durante l’ottocento, nonostante un netto miglioramento, rispetto i secoli precedenti, il tasso di

mortalità era molto elevato.

Fenomeni comuni nel passato erano la dispersione della famiglia nella parentela, con gli orfani

adottati da altri parenti, o viceversa, la nascita di una famiglia ricomposta tramite un nuovo

matrimonio del genitore rimasto vedovo.

Il destino individuale e della famiglia era stabilito secondo le variabili di sesso ed età.

Le donne, rispetto ad oggi, avevano maggiori possibilità di morire giovani a causa della

gravidanza e del parto e quindi di lasciare i propri figli orfani e il proprio coniuge vedovo.

Vedove e vedovi non avevano la stessa possibilità di risposarsi: una donna ormai avanti con

l’età, aveva possibilità di avere un nuovo matrimonio solo se il marito precedente le aveva

lasciato un terreno di valore.

Un ulteriore ostacolo per la donna rimasta vedova erano i figli che potevano risultare solo come

una spesa. È proprio questa diversità che faceva sì che i figli di vedove avessero maggiore

possibilità di essere dispersi nella parentela.

Un altro motivo per cui la famiglia del passato viene descritta come instabile, è il fenomeno

migratorio, che coinvolgeva soprattutto i contadini.

7

I contadini cercavano di mantenere un equilibrio

economico facendo migrare in altri paesi i propri

figli. Normalmente, i figli migranti erano quelli non

destinati a ereditare.

La figura dominante delle famiglie del passato era

quella maschile, da qui il nome di famiglia

patriarcale. Figura 3- La famiglia del passato

Il patriarca era il capostipite dell’intero nucleo

familiare formato anche dai figli sposati con a seguito la prole. La famiglia patriarcale o

caratterizzava l’economia rurale, dove era fondamentale rimanere uniti per riuscire a

allargata

mandare avanti la famiglia con i frutti della terra e l’allevamento.

Alcuni studiosi (esempio Laslett 1973; Segalen 1981) hanno contestato l’immagine di un

passato immobile data la forte instabilità della convivenza familiare.

l’aumento

La diminuzione della mortalità e delle risorse disponibili, hanno aumentato la

stabilità dell’intero ciclo di vita della famiglia.

Il fenomeno che maggiormente si attribuisce al cambiamento della famiglia è

l’industrializzazione.

Con la rivoluzione industriale, la famiglia patriarcale va a scomparire sempre di più, ma non i

vincoli parentali.

Nell’antichità la fortuna della donna era la dote. La donna prima era di proprietà del padre e

poi del marito. Più la dote era ricca, più era ricco il premio in palio.

Se l’unione veniva meno tornava dal padre con i suoi beni e se era colta in flagrante di

adulterio tornava dal padre senza nulla. 8

Durante l’Antico regno degli Egizi, le donne erano molto più indipendenti: durante il

matrimonio e anche in caso di divorzio continuavano a disporre dei propri beni perché davanti

alla legge avevano stessi diritti e doveri degli uomini.

Nell’Antica Roma, alla donna che tradiva veniva confiscata metà della sua dote e veniva

mandata in esilio su un’isola.

Le regole divennero più severe con l’avvento del cristianesimo: se la donna veniva ripudiata

poteva tornare dal padre oppure andare in convento.

L’unica eccezione si è vista con Lucrezia Borgia. A lei fu concesso divorziare e di sposarsi

nuovamente.

La situazione iniziò a cambiare con la Rivoluzione francese: si poteva divorziare

semplicemente per una incompatibilità di carattere e venne sancito il principio che nessuno era

obbligato a rimanere legato a una persona per tutta la vita, un modo per seguire il principio della

libertà individuale.

Con la Restaurazione tutto tornò come prima perché la famiglia non era ancora così

era considerato un’istituzione fondamentale della

emancipata. In quel periodo il matrimonio

società.

Nuovi valori individualistici vennero introdotti nella società con la Rivoluzione industriale.

La legge sul divorzio n°898 venne introdotta in Italia il 1°dicembre 1970. Con questa legge

non si resta insieme per dovere ma per amore.

Il percorso per arrivare a questo traguardo voluto dai deputati Loris Fortuna e Antonio

Baslini, non fu semplice.

D’altronde l’Italia è il paese che ospita il papa, e per la chiesa il matrimonio è un vincolo

indissolubile. 9

Infatti dopo quattro anni le forze cattoliche promuovono un Referendum abrogativo.

33.023.179 elettori si recarono alle urne, 19.138.300 elettori (59,26%) votarono contro

l'abrogazione della legge. I voti favorevoli furono 13.157.558 (40,74%).

Nel 1974, quando venne promosso definitivamente il nuovo istituto giuridico, si dovevano

aspettare sette anni di separazione prima di essere effettivamente divorziati.

Cinquant’anni dopo ci vogliono soltanto sei mesi.

Un valido motivo per avanzare la richiesta di divorzio è il tradimento. Oggi il tradimento

non è considerato un reato anche se è una causa lecita per l’addebito della separazione.

Eppure non è sempre stato così.

La chiesa si è sempre interessata della condotta sessuale dei fedeli cercando di regolarla

secondo i propri obiettivi.

In Italia si diffusero anche le summae confessorum, in lingua latina e in italiano. La summa

è una forma letteraria che si è sviluppata per istruire in ambito giuridico i confessori.

Ad esempio, secondo la Summa de Penitentia, è vietato accusare la propria donna di

adulterio se il marito, a sua volta è coinvolto in storie extra-coniugali, se ha prostituito la moglie

oppure se si verificano episodi violenti.

Due sentenze della Cassazione abolirono il reato di adulterio e il reato di concubinato,

emanate rispettivamente nel 1968 e nel 1968.

In quell’epoca, il reato di adulterio puniva le donne infedeli a prescindere della durata della

loro relazione; mentre il reato di concubinato, prevedeva una punizione per l’uomo solo se il

marito avesse ospitato la sua amante nella casa coniugale.

Si è arrivati infine all’uguaglianza tra i due tradimenti.

10

La Legge n°898 consente il divorzio: per decisione reciproca o meno e in alcuni casi

consente la condanna penale di uno dei due coniugi, per reati gravi come gli abusi.

Nell’antichità la donna era subordinata all’uomo, solo con l’articolo 29 della Costituzione

italiana, la famiglia viene riconosciuta come società naturale basata sul matrimonio, ordinato

sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi.

Con il cambiamento della società nel corso del tempo, sono cambiati i ruoli dell’uomo e della

donna e, di conseguenza, si è indebolita la struttura coniugale.

Alcuni fattori che hanno indebolito la struttura coniugale sono:

L’emancipazione e la responsabilizzazione dei singoli, che portano soprattutto ad una

- realizzazione personale rispetto agli ideali di appartenenza;

cambiamento dei ruoli maschili e femminili all’interno della famiglia, in seguito alla

- Il

crescita delle opportunità lavorative per le donne.

Con il cambiamento dei ruoli sociali, risulta maggiormente coinvolta la figura paterna

nell’accudimento dei figli.

non è più indicato utilizzare al singolare il concetto di “famiglia” in quanto è possibile

Oggi

evidenziarne diverse tipologie, come ad esempio le famiglie monoparentali, ricomposte, omo

genitoriali, affidatarie e senza figli.

Nelle famiglie monoparentali un solo genitore ha la responsabilità di crescere i figli, senza un

partner. Questa tipologia di famiglia può essere il risultato di una separazione, di un divorzio o

della morte di un coniuge.

Le famiglie omo genitoriali sono formate da genitori dello stesso sesso che hanno deciso di

avere figli attraverso l’adozione, la fecondazione in vitro o con altre tecniche. Queste famiglie

vengono ancora criticate dalla società nonostante la letteratura scientifica abbia dimostrato che

sono in grado di esercitare una adeguata funzione genitoriale.

Le famiglie affidatarie accolgono bambini che non possono vivere con i loro genitori biologici

a causa di abusi, negligenza e altre problematiche che vanno ad inficiare sul ruolo genitoriale.

11

Nella società moderna diventano sempre più numerose le famiglie ricomposte e le famiglie

senza figli.

Le famiglie senza figli costruiscono relazioni alternative a quelle con i figli, per motivi di

lavoro, di salute oppure per problemi di fertilità.

Mentre le famiglie ricomposte sono il risultato di un divorzio in cui i genitori decidono di

formare una nuova famiglia con un nuovo partner. In questo caso i figli possono provenire da

relazioni precedenti. Questo modello familiare richiede un’aperta comunicazione tra tutti i

membri del nucleo per evitare confusione tra i ruoli e offre ai bambini la possibilità di creare

nuove relazioni con genitori e fratelli acquisiti.

Essere all’interno di una famiglia ricomposta non significa dimenticare l’altra figura genitoriale

ma è un valore aggiunto per avere nuovi punti di riferimento per crescere.

Nelle civiltà arcaiche, la donna era il pilastro della famiglia e della comunità perché è grazie a

lei che si genera la vita. l’antica Grecia, tanto che i grandi filosi come

Il ruolo della donna cominciò a cambiare durante

Platone e Pitagora la immaginavano come figura inferiore destinata solo alla procreazione e

alla cura della casa.

Le donne continuarono a non avere pari diritto anche nel Medioevo e nel mondo cristiano: con

il matrimonio, la donna perdeva tutte le sue ricchezze perché era l’uomo che le amministrava,

non poteva uscire di casa senza avere affianco una figura maschile appartenente al nucleo

familiare.

Con la Rivoluzione Francese, le donne possono cominciare ad aprire gli occhi: venne concesso

loro di avere il proprio cognome anche dopo il matrimonio, possono aprire una loro attività

compito dell’uomo.

commerciale e la gestione delle ricchezze è condivisa, non è più solo

12

il vero valore delle donne con l’avvento

Gli uomini cominciarono a riconoscere delle due guerre

mondiali, durante le quali, le donne dovettero sostituirli perché chiamati alle armi.

Le donne di tutto il mondo, per far sentire la loro voce, fecero sorgere un movimento politico

femminista: le suffragette.

In Inghilterra, in America, in tutti i paesi

dell’Europa, le donne manifestano e

urlano a gran voce quali son

Dettagli
A.A. 2024-2025
38 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Susanna.candi-8646 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Pisa Paolo.