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IL LASER
Laser vuol dire: Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation,
cioè amplificazione della luce attraverso un’emissione stimolata di radiazioni
(fig. 12).
4.1 Caratteristiche della luce laser
La luce naturale è:
1) non coerente: le radiazioni sono emesse disordinatamente nello spazio;
2) multifrequenza: la luce è un insieme di lunghezze d’onda;
3) divergente: le onde emesse dalla sorgente luminosa si diffondono a 360°;
4) estesa: focalizza con grossa dispersione di energia;
La luce Laser è:
1) coerente: il modo di trasmissione è perfettamente ordinato;
2) monocromatica: è formata da una sola lunghezza d’onda, quindi è di un
solo colore; 63
3) collimata: i fasci di luce emessi dalla sorgente Laser sono paralleli
all’infinito;
4) brillante: focalizza in un punto infinitesimale, con elevata energia;
I parametri da considerare del raggio Laser sono:
1) Lunghezza d’onda (nm): dipende dal mezzo attivo del Laser;
2
2) Fluenza (J/cm ): dipende dall’energia erogata e dal diametro dello spot;
3) Potenza (W=JxT): dipende dall’energia erogata dalla macchina e dalla durata
dell’impulso; 2 ): dipende dall’energia erogata dalla macchina, dalla durata
4) Irradianza (W/cm
dell’impulso e dal diametro dello spot;
5) Tipo di impulso: continuo, pulsato o pseudo continuo; 64
Gli effetti del raggio Laser sul tessuto bersaglio sono:
1) Velocità di assorbimento dell’energia: si misura in nanosecondi e dipende
dalle caratteristiche fisico chimiche del bersaglio e dalla lunghezza
d’onda. L’energia assorbita viene trasformata per la maggior parte in
energia termica (calore), ma anche meccanica (vaporizzazione del
bersaglio) e chimica (l’energia assorbita dal DNA determina la
formazione di dimeri di timidina). Il 95% del fascio di fotoni viene
assorbito dalle varie strutture dei tessuti organici in funzione della
lunghezza d’onda. Nel momento in cui il fotone viene assorbito si arresta
e libera istantaneamente la sua energia sotto forma di calore. La
liberazione di questa enorme quantità di energia termica in uno spazio
così piccolo esercita gli effetti biologici ben caratterizzati e prevedibili
che rendono il laser adatto ad un impiego medico di precisione.
2) Effetti termici: dipende dalla temperatura raggiunta dal
bersaglio(coagulazione, carbonizzazione, evaporazione); 65
3) Picchi di assorbimento dei componenti tessutali: dipendono dalle
caratteristiche fisico chimiche del bersaglio, (acqua>infrarossi,
ossiemoglobina>intorno a 490 e 590 nm, melanina>l’energia assorbita
decresce con l’aumentare della lunghezza d’onda, rapporto ottimale
intorno a 800nm.
4) Fenomeni di dispersione dell’energia: non tutta l’energia irradiata viene
assorbita dal bersaglio; una parte viene dispersa per trasmissione,
riflessione o rifrazione del raggio incidente, oppure per conduzione del
calore derivante dall’energia assorbita, o per assorbimento dell’energia da
parte degli strati sovrastanti al bersaglio; per esempio il fototipo cutaneo
(da 0 a 5: albini, rossi, biondi, castani, mori, negri). La melanina presente
nello strato corneo assorbe una parte dell’energia indirizzata al bersaglio
costituito ad esempio dai capillari di un angioma piano. Nella dispersione
il fascio laser penetra nei tessuti e alcuni fotoni vengono deviati e si
disperdono tra le varie strutture senza produrre effetti biologici. Nella
trasmissione la luce incidente attraversa il tessuto come un vetro, senza
produrre effetti biologici. Nella riflessione la luce viene riflessa dalla
superfice del tessuto su cui incide senza produrre effetti biologici. 66
5) Tempo di rilassamento termico: il tempo che il bersaglio (emoglobina,
melanina, acqua), raffreddandosi, impiega per dimezzare il calore
sviluppato. Dipende soprattutto dal volume del bersaglio, aumentando in
modo direttamente proporzionale al quadrato del diametro, per cui
bersagli molto piccoli hanno un TRT piccolissimo (melanosomi 50-100
nsec; capillari di 20-60 µ 0,15-3 msec). Un impulso molto breve ha lo
scopo di evitare che il calore si accumuli piu’ del necessario e si diffonda
ai tessuti sani circostanti danneggiandoli.
I principali cromofori della pelle sono: la melanina, l’ossiemoglobina e
l’acqua. Le lunghezze d’onda al di sotto dei 300 nm hanno un forte
assorbimento per le proteine, melanina e DNA. Le lunghezze d’onda
maggiori dei 1200 nm hanno una penetrazione superficiale dovuto al forte
assorbimento dell’acqua, che è il principale cromoforo su tutto lo spettro
finale. La finestra ottica della pelle è tra 600 – 1200 nm. Le lunghezze d’onda
comprese entro queste due bande attraversano con facilità la pelle e potranno
colpire il cromoforo desiderato. 67
Il fine è la fototermolisi del tessuto bersaglio e il rispetto dei tessuti sani
circostanti. Bisogna sempre considerare gli effetti infiammatori reattivi e
riparativi dei tessuti circostanti (pigmentazioni post infiammatorie, in parte
prevedibili con l’uso di creme cortisoniche per una decina di giorni dopo
l’intervento), che seguono alla lisi del tessuto bersaglio.
Fig. 11
Apparecchio Doppler ed esempio di esame 68
4.2 Componenti fondamentali del laser
Il capostipite è il laser a cristalli di rubino. Un laser è composto da:
1) il mezzo attivo otticamente, cioè il tipo di sorgente di fotoni che viene
utilizzato (cristalli, gas, liquidi, semiconduttori ecc.). Questo determina le
caratteristiche proprie della radiazione come la lunghezza d’onda e ne
indica i campi di utilizzo che vanno dalla meccanica alla medicina, dai
sistemi di controllo alla produzione di energia.
2) il sistema di pompaggio o di eccitazione è costituito da una lampada flash
allo xeno e da un riflettore ellittico. La lampada e il mezzo ottico
occupano i fuochi dell’ellisse.
3) la cavità, delimitata da due specchi piani paralleli, serve sia a disperdere i
fotoni che non viaggiavano su piani assolutamente paralleli sia ad
amplificare ed indirizzare l’emissione stimolata. 69
Per quanto riguarda il funzionamento del laser la luce flash viene fatta irradiare
sul mezzo attivo provocando il passaggio degli atomi di cromo dallo stato
fondamentale a quello eccitato. Nella cavità ottica chiusa si sviluppa
un’emissione stimolata di fotoni in fase sincrona a quella della radiazione
incidente. I fotoni che non viaggiano esattamente paralleli vengono dispersi
dagli specchi piani contrapposti mentre gli altri vengono amplificati e
convogliati in un raggio luminoso monocromatico, coerente e polarizzato con
carattere impulsivo. L’emissione avviene solo durante il flash della lampada con
una durata di 1 millisecondo e con un’energia radiante di 1 joule.
Importante caratteristica della luce laser è la radianza o fluenza, cioè il flusso
luminoso totale irradiato da ogni cm quadrato di superfice di sorgente luminosa.
A causa della coerenza spaziale e della polarizzazione una sorgente laser puo’
produrre un’elevata radianza anche se la potenza è modesta. Per esempio: un
laser ad elio con un mmwatt di potenza radiante produce una radianza di
2
1.000.000 W/cm . Le principali caratteristiche della luce laser sono le seguenti e
dipendono:
- dal mezzo attivo
- 1) coerenza temporale: cioè nella stessa fase della radiazione incidente 70
quindi prevedibile e determinabile;
- 2) monocromaticità: cioè sono di una stessa lunghezza d’onda ben definita
- dalla cavità ottica:
- 3) coerenza spaziale: cioè hanno la stessa direzione;
- 4) collimazione o polarizzazione: cioè i fotoni viaggiano su piani paralleli.
A differenza di quelli emessi da sorgenti convenzionali che sono divergenti, i
raggi laser hanno una divergenza angolare prossima allo zero essendo soggetti
solo alle leggi della diffrazione. Per esempio un laser ad elio emette un fascio di
2 con una divergenza angolare di 0,3 mmradianti.
fotoni su un’area di 0,1 cm
Queste caratteristiche consentono di ottenere un fascio di energia luminosa e,
quindi, termica di grande potenza concentrato su una superfice molto piccola
con una precisione submillimetrica. 71
4.4 Laser impiegati in chirurgia estetica:
Laser a CO 10,6 µm: per la riduzione o cancellazione di cicatrici; è stato
2
utilizzato per l’eliminazione delle venule e dei vasi teleangectasici. Tale laser
produce una vaporizzazione anche dei tessuti circostanti al beam laser oltre alla
cute e al derma sovrastanti i vasi sanguigni. Il dolore durante il trattamento varia
da moderato a grave. I risultati riportati da tutti gli autori sono insoddisfacenti
sul piano estetico per la presenza di cicatrici ipopigmentate con risoluzione
minima dei vasi trattati o con neovascolarizzazione circostante al punto di
trattamento.
Laser KTP (532 nm): con questi laser modulati sono stati riportati alcuni
successi nel trattamento delle teleangectasie degli arti inferiori con impulsi di
durata compresa tra 1 e 50 msec. I risultati migliori si sono ottenuti seguendo il
tracciato dei vasi con uno spot di 1 mm. In genere il laser viene fatto muovere
tra punti adiacenti di 1 mm con velocità di percorrenza del tracciato dei vasi di
5 mm/sec. 72
Laser FlashLamp-Pumped Dye (585 nm): questo laser è molto efficace nel
trattamento delle lesioni vascolari cutanee (angiomi piani) ed è sembrato
altrettanto promettente a livello degli arti inferiori in quanto puo’ penetrare fino
a raggiungere la profondità tipica delle teleangectasie. I risultati ottenuti, pero’,
non si sono dimostrati particolarmente efficaci sia per gli scarsi schiarimenti che
per le maggiori iperpigmentazioni notati dopo il trattamento rispetto ad altri
laser. Questo potrebbe essere imputato al diametro maggiore delle teleangectasie
rispetto ai vasi dermici degli angiomi piani, nonché all’impossibilità di
riconoscere l’importanza del flusso vascolare ad alta pressione proveniente dalle
vene varicose e reticolari di alimentazione.
Laser ad Erbium: per le macchie cutanee;
Laser a diodi semiconduttori (LED): per le teleangectasie, capillari, cellulite;
Laser ad Alexandrite: per l’epilazione;
Laser a diodo superpulsato ad infrarosso: per dolori reumatici, determina un
aumento dei fibroblasti (colore bersaglio il verde);
Laser a diodi 808 nm: lesioni benigne vascolari e pigmentarie del volto;
Laser ND JAG 1,06 µm: lesioni vascolari arti inferiori, ringiovanimento del
volto, varici reticolari degli arti inferiori; 73
E’ necessario distinguere tra:
1) laser a caldo (ablativo e non ablativo): vaporizza e disgrega il tessuto
bersaglio, penetrando in profondità e scaldando la parte;
2) laser a freddo (no