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INDICE
PREFAZIONE ......................................................................................................... 1
–
1. INTRODUZIONE Il motore endotermico .................................................. 2
1.1 Struttura e funzionamento ............................................................................ 3
1.2 Cicli termodinamici ...................................................................................... 7
1.3 Prestazioni ................................................................................................... 13
2. MOTORE ALTERNATIVO.......................................................................... 18
2.1 Struttura ...................................................................................................... 19
2.2 Parametri geometrici e cinematici .............................................................. 24
2.3 Funzionamento ........................................................................................... 26
Peculiarità e campi d’applicazione
2.4 ............................................................. 28
3. MOTORE ROTATIVO .................................................................................. 29
3.1 Struttura ...................................................................................................... 31
3.2 Parametri geometrici e cinematici .............................................................. 36
3.3 Funzionamento ........................................................................................... 41
Peculiarità e campi d’applicazione
3.4 ............................................................. 44
4. CONFRONTO ................................................................................................. 46
4.1 Struttura ed affidabilità ............................................................................... 47
4.2 Manutenzione ............................................................................................. 49
4.3 Carattere ...................................................................................................... 50
4.4 Consumi ed emissioni ................................................................................. 52
CONCLUSIONI .................................................................................................... 53
RINGRAZIAMENTI ............................................................................................ 54
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................... 55
PREFAZIONE
dall’idea di confrontare due tipologie di motori: quello
Questo elaborato nasce
alternativo e quello rotativo, quindi una tipologia che oggigiorno è estremamente
diffusa laddove è presente un propulsore endotermico ed una più di nicchia. La mia
volontà di sostenere questo confronto nasce proprio da questa distinzione di
popolarità tra i due; da una parte un motore con ormai due secoli di sviluppo alle
spalle e un’applicazione estesa ad innumerevoli ambiti e dall’altra un motore che
nasce non più di 60 anni fa e che sulla strada della sua crescita ha trovato non pochi
ostacoli per poi rimanere, di fatto, un prodotto di nicchia. La comparazione è volta
ad analizzare le differenze tra i due in termini di idea di base, quindi generazione del
del contorno di quest’idea, quindi di
moto, ma anche in termini di realizzazione
geometria, struttura e funzionamento del motore; oltre a ciò si vedranno le differenze
di risultati e prestazioni finali, analizzando aspetti come potenza, affidabilità ed
emissioni.
Per poter aprire un confronto tra due motori endotermici è necessario innanzitutto
sapere cosa si intende per motore endotermico e conoscere il suo funzionamento dal
punto di vista meccanico e termodinamico; questo concetto fulcro è racchiuso in una
serie di fattori e caratteristiche del propulsore che vanno dalla geometria dei
componenti, al movimento e funzionamento generale permessi dalla struttura che
costituisce il motore in sé. Con questo scopo ho ritenuto necessario introdurre
l’elaborato con un capitolo che cercasse di racchiudere in maniera esplicativa e
sintetica queste informazioni per poi passare alla parte più corposa ed effettivo
argomento della tesi.
I due capitoli successivi vanno nello specifico ad analizzare rispettivamente il
motore a movimento alternativo e quello a movimento rotativo; ne verranno descritti
la geometria, la struttura, il funzionamento nonché pregi e difetti. Laddove non verrà
sottolineare che il riferimento principale dell’utilizzo di questi
specificato ci tengo a
motori è il settore automobilistico, sia esso in ambito sportivo competitivo oppure
di trasporto.
Lo sviluppo dell’idea di base di generazione del moto porta i due motori ad avere
ed un “carattere” percepito differente.
caratteristiche Nel quarto capitolo il confronto
riguarderà proprio i risultati della loro realizzazione, quindi le prestazioni,
l’affidabilità, il comfort e le emissioni. Questo permetterà inoltre di capire i motivi
per cui il motore rotativo è destinato ad oggi, ma probabilmente anche nel futuro, ad
essere un motore di nicchia riservato agli appassionati o ad utilizzi che si discostano
dall’industria automobilistica. 1
–
1. INTRODUZIONE Il motore endotermico
In questa prima parte si vedranno le principali caratteristiche costruttive e strutturali
di un propulsore endotermico, delle parti che lo compongono e dei sistemi ausiliari,
senza andare nel dettaglio in quanto questo richiederebbe di riferirsi ad un particolare
motore o ad una particolare classe. Nel secondo e terzo capitolo si analizzeranno i
medesimi componenti più dettagliatamente, senza ritornare sul principio o sul
motivo della loro presenza, che verranno esplicitati proprio in questo capitolo.
I motori endotermici, o a combustione interna, si dividono in motori volumetrici e
motori continui: nei primi il fluido motore viene elaborato con cadenza periodica
all'interno di un volume ben definito e generato ciclicamente dal moto di alcuni
organi meccanici; nei secondi il fluido motore viene elaborato in maniera continua
in una zona a volume non variabile. In questo elaborato la trattazione riguarda
esclusivamente motori endotermici volumetrici.
Il motore endotermico è sostanzialmente un convertitore di energia, ovvero il cui
scopo è quello di trasformare l’energia chimica del carburante in lavoro meccanico,
mettendo in rotazione l’albero motore. L’ecosistema che sta in mezzo tra input e
output è un’incredibile e sofisticata sinergia di processi che riguardano la geometria
del motore, la sua struttura, il suo funzionamento e che influenzano le sue prestazioni
ed emissioni.
Andando con ordine, la base del motore endotermico è proprio la conversione di
di carburante e comburente (ossigeno dell’aria) viene introdotta
energia: una miscela
in camera di combustione dove avviene la reazione di combustione che libera una
grandissima quantità di energia sotto forma di calore, il quale genera pressione
attraverso i prodotti della combustione che cercano di espandersi andando a
movimentare un pistone. Il pistone è parte di un sistema cinematico che mette in
rotazione l’albero motore a cui vengono poi collegati trasmissione, che utilizza il
lavoro meccanico per il movimento, e servizi, per convertire il lavoro in ingresso in
energia elettrica tramite un generatore.
Questo processo di conversione dell’energia si ripete ciclicamente, ogni ciclo ha
inizio con l'introduzione della miscela in camera di combustione e termina con
l’eiezione dei gas combusti. 2
1.1 Struttura e funzionamento
La parte fondamentale del motore endotermico è la camera di combustione che
permette la conversione di energia chimica in lavoro meccanico. Questa, nel caso di
motore endotermico volumetrico, è una regione a volume variabile che si viene a
creare tra le parti statiche del motore (basamento, testata) e lo stantuffo, organo in
movimento.
La camera statorica porta due aperture che possono o meno essere fornite di valvole
per l’immissione della miscela combustibile e per l’eiezione dei gas combusti.
È inoltre possibile trovare la presenza di una o più candele, componenti il cui
compito è quello di scoccare, tramite un’elevata differenza di potenziale tra i suoi
del combustibile.
elettrodi, una scintilla elettrica che permette l’accensione
I propulsori endotermici possono essere divisi in grandi classi, mettendo in evidenza
la differenza del sistema di introduzione del combustibile oppure del modo di
accenderlo. Nel primo caso si avrà o meno la presenza delle valvole nei condotti di
“motori ad iniezione”
aspirazione e scarico, distinguendo, rispettivamente, i dai
“motori a carburazione”. Nel secondo caso, invece, si può avere la presenza di
candele per l’accensione del carburante, parlando di “motore ad accensione
comandata”; se queste non sono presenti, si parla allora di “motore ad accensione
spontanea”.
Elemento chiave della combustione è la pressione generata che è responsabile della
forza che agisce sullo stantuffo. La forma della camera di combustione ha una grande
importanza nella distribuzione della forza sullo stantuffo oltre che nella velocità e
nella qualità della combustione che avviene.
Lo stantuffo segue un percorso guidato dalla parte statorica del motore mantenendo
un contatto con essa durante tutto il moto. Il contatto non viene assicurato dallo
stantuffo in sé, che altrimenti si usurerebbe o creerebbe danni alla parte statorica, ma
dai “segmenti”, sostanzialmente delle guarnizioni studiate appositamente per questo
compito, fissate sullo stantuffo e striscianti sullo statore. Il loro obiettivo è quello di
mantenere la totalità della pressione generata dallo scoppio nella camera di
combustione. Questo semplice compito porta con sé una serie di problematiche: per
evitare che il gas trafili attraverso il contatto statore-stantuffo è necessario che i
segmenti esercitino una grande forza su entrambi; essendo, però, lo stantuffo in
movimento, una grande forza di contatto tra segmento e statore prevede una grande
forza di attrito dinamico (vedi figura 1.1). Nel caso in cui il segmento abbia una
durezza maggiore dello statore il rischio è quello di segnare lo statore; nel caso
opposto si prevede una forte usura dei segmenti. Entrambi i casi portano allo stesso
risultato: la pressione non riuscirà più ad essere contenuta in camera di combustione,
facendo trafilare i gas combusti e così perdere rendimento ad ogni ciclo. Risulta,
3
quindi, fondamentale in questa parte un adeguato studio degli sforzi