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LA DIGITALIZZAZIONE DEI BENI ARTISTICI E CULTURALI

3.1 La democrazia dell’arte digitale

digitalizzazione dell’arte e della cultura si afferma sempre più come una nuova

La

frontiera, capace di trascendere lo spazio, il tempo e persino la mobilità di ciascuno di noi.

Anche da un punto di vista storico e filosofico, molti intellettuali in passato hanno

37

»

considerato la possibilità di rendere la cosiddetta «cultura alta meno elitaria .

Se in passato le opere d’arte erano conosciute e apprezzate solo da un ristretto numero

facente parte di un’élite, con il nuovo concetto di riproducibilità tecnica si favorisce

l’espansione pubblica e lo sviluppo culturale umano. Prima, infatti, prevaleva il valore

culturale insieme con il significato cerimoniale dell’opera il quale non richiedeva

necessariamente che venisse ammirata; oggi, invece, il processo si è invertito. La

riproducibilità ha aumentato la visibilità del prodotto, riducendo sì il valore rituale dell’aura,

ma simultaneamente accresce il valore informativo e educativo dell’esposizione.

L’opera d’arte

Questo concetto è stato discusso da Walter Benjamin nel suo saggio

nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, il quale si concentra sull’idea della «decadenza

dell’aura» nelle opere d’arte: l'aura è ciò che rende un’opera d’arte unica e speciale, legata

è collegata all’antica tradizione culturale

al suo contesto fisico e autentico. Questa autenticità

»

e alla sua «autorità . Tuttavia, la nuova tecnologia di riproduzione, come la fotografia e il

cinema, non può catturare questa aura. I mezzi di riproduzione tecnica creano molte copie,

presenza autentica, creando una sorta di distanza tra l’opera e chi

ma queste mancano della

la fruisce. In passato, l’arte aveva un significato sacrale e rituale, ma oggi prevale il valore

espositivo dell’opera: l’arte contemporanea si concentra sempre di più sulla possibilità di

essere vista e apprezzata dal pubblico in luoghi come musei e mostre d’arte 38 .

37 Iusve Team, op. cit.

38 L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica,

Benjamin W., Torino, Einaudi, 2014, p. 5. 37

In precedenza, si temeva che la crescente base di utenti, tutta una questione di numeri,

avrebbe portato a un’eccessiva mercificazione delle arti. Ora, più che mai, le persone sono

affascinate dalle possibilità aperte dal processo di democratizzazione dell’accesso all’arte.

In mezzo, c’è un rapporto di fruizione che sta prendendo forma. Se le gallerie hanno smesso

da tempo di essere luoghi simbolici per le classi sociali medio-alte, ora stanno diventando

luoghi di incontro e di relax per giovani, famiglie e amanti dell’arte. Grazie alla

trasformazione digitale e alle tecnologie avanzate, la disciplina artistica e il suo luogo

vengono riscoperti.

Il processo di digitalizzazione permette di preservare gli originali, i quali così non sono

più soggetti a usura. Devono essere conservati ottimamente, ricorrendo a un sistema di

conservazione digitale, così che sia garantita la loro fruibilità, reperibilità e integrità nel

tempo. L’azienda italiana Bucap, specializzata in digitalizzazione di beni culturali afferma:

«Quello storico, culturale e artistico è un patrimonio di tutti. Ma anche un patrimonio che va

protetto nel modo migliore. Custodito in archivi, biblioteche, fondi. Tali beni vanno

preservati, anche perché, proprio in quanto antichi, sono estremamente delicati. La loro

tutela non deve, in alcun modo, privare i cittadini della possibilità di poterne usufruire. Ed è

39

»

qui che la digitalizzazione entra in gioco .

significativo della digitalizzazione è rappresentato dall’aspetto

Un altro vantaggio

educativo e di ricerca. Gli studenti, gli studiosi e gli appassionati possono ora analizzare in

dettaglio opere d’arte e beni culturali digitalizzati, arricchendo la comprensione storica e

culturale. Grazie alla creazione di archivi e database digitali, la gestione e la conservazione

del patrimonio culturale sono semplificate, agevolando il lavoro dei curatori e dei

responsabili dei musei.

Alla luce di quanto appena affermato, la digitalizzazione dei beni artistici e culturali

rappresenta un passo importante verso la conservazione globale e l’accessibilità universale

del patrimonio culturale. Nonostante le sfide, il processo continua a crescere e a fornire

39 Bucap, «Digitalizzazione dei beni culturali: gli strumenti e le tecnologie da adottare», bucap.it,

(15/07/2023). 38

della cultura e la salvaguardia delle opere d’arte per le

notevoli vantaggi per la promozione

generazioni future.

In Italia, il progetto Haltadefinizione, fondato nel 1999, si occupa della digitalizzazione

ad alta definizione di opere d’arte, manufatti culturali e documenti storici. Diventata un

leader nel suo campo grazie ai servizi di imaging ad alta risoluzione per musei, archivi,

biblioteche e istituzioni culturali in tutto il mondo, Haltadefinizione contribuisce alla

conservazione e alla diffusione del patrimonio culturale in tutto il mondo, rendendo queste

preziose opere accessibili e ricercabili a un pubblico più ampio, senza la necessità di recarsi

nei luoghi in cui sono conservate. Secondo l’azienda, «Digitalizzare l’arte significa dotarsi

di immagini straordinarie; immagini che non perdono in risoluzione, funzionali a mostre,

libri, riviste, siti web, merchandising, giornali, televisione e cinema. Un potenziale infinito

frutto della rivoluzione digitale che ha dato vita a un approccio all’arte e alla

40

sua valorizzazione totalmente nuovi» .

In un mondo in costante mutamento, l’atto di digitalizzare i patrimoni culturali emerge

come una tappa essenziale per proteggere, condividere e arricchire il bagaglio dell’umanità.

Questo processo non soltanto assicura la conservazione delle opere d’arte e degli oggetti

storici per le prossime generazioni, ma apre anche nuove porte verso modalità inedite di

fruizione, apprendimento e interazione. La digitalizzazione dei patrimoni culturali non si

limita a preservare solamente il passato, ma getta luce su di esso e ne arricchisce il futuro,

creando un collegamento tra le varie generazioni e contribuendo alla comprensione e

all'approfondimento delle diversità culturali.

3.1.1 google Ads & Culture

Ad oggi, un altro esempio significativo dell’uso del digitale per la preservazione del

Lanciata nel 2011, l’applicazione è diventata

patrimonio culturale è Google Arts & Culture.

molto popolare grazie alla sua vasta gamma di contenuti artistici, diventando un punto di

accesso globalmente democratico all’interazione con luoghi e arte digitalizzata in tutto il

40 Haltadefinizione, «Digitalizziamo opere d’arte», haltadefinizione.com, (18/08/2023). 39

mondo. Dopo un decennio dal suo lancio iniziale, Google Arts & Culture ha sviluppato un

progetto ambizioso, trasformandosi in una piattaforma tecnologica di vasta portata che

coinvolge attivamente oltre duemila istituzioni culturali distribuite in ottanta nazioni in tutto

il mondo. Nonostante l’idea fondante fosse incentrata principalmente sulla digitalizzazione,

il percorso intrapreso finora ha portato alla digitalizzazione di un vasto archivio di oltre 6

milioni di reperti, abbracciando un’ampia varietà di materiali come fotografie, video e

manoscritti, insieme a una raccolta di 400.000 opere d’arte.

Un esempio lampante di questa dinamica è rappresentata dal recente progetto Klimt vs.

Klimt. Qui emerge una sinergia collaborativa che coinvolge oltre 30 partner provenienti da

12 Paesi diversi. Tra questi, spiccano istituzioni di prestigio quali la Galerie Belvedere di

Vienna, la Klimt Foundation, il Neue Galerie di New York, insieme alla Galleria Nazionale

di Roma e alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Insieme hanno contribuito a dare vita

ad una mostra virtuale che celebra oltre 120 tra le opere più emblematiche del padre della

41

secessione viennese .

Google Arts & Culture dimostra così di collaborare con grandi reti di istituzioni culturali,

musei e archivi per rendere disponibili online le loro collezioni e i loro contenuti. Ciò

consente al pubblico globale di accedere a opere d'arte e contenuti culturali a cui sarebbe

42

altrimenti difficile avvicinarsi .

Interessante la sezione all’interno della piattaforma chiamata Art Filter, funzione speciale

all’interno dell’app che utilizza l’intelligenza artificiale per

Google Arts & Culture,

foto in opere d’arte. La modalità è stata introdotta nel 2016 ed è

trasformare le proprie

diventata molto popolare in quanto metodo divertente e creativo di combinare arte e

e l’intelligenza artificiale

tecnologia. Questo strumento utilizza gli algoritmi di deep learning

per analizzare le foto degli utenti e applicare lo stile di famose opere d’arte. In

di Google

questo modo si crea una versione filtrata dell'immagine originale come se fosse stata

realizzata da artisti famosi come Vincent van Gogh, Leonardo da Vinci e Frida Kahlo.

Grazie all’uso dell'intelligenza artificiale, l’applicazione dello stile artistico è

estremamente accurata e riesce a catturare i tratti distintivi di ogni artista, rendendo

41 Alagna S., «Google Arts & Culture compie 10 anni», repubblica.it, (11/08/2023).

42 Bonacini E., op.cit., p.18. 40

l'immagine filtrata attraente e seducente. Art Filter è stato ben accolto dalla comunità online

ed è diventato virale sui social media. Molte persone hanno condiviso le loro foto filtrate su

piattaforme come Instagram e Facebook, dimostrando l’enorme impatto dell’arte digitale

sulla cultura popolare.

La recente introduzione di questa innovazione ha suscitato un notevole entusiasmo,

tuttavia, non sono mancate opinioni contrastanti e riflessioni in merito alla reinterpretazione

dell’arte. L’iniziativa promossa da ha senz’altro dato origine a un

Google Arts & Culture

dibattito stimolante: da un lato, vi è la convinzione che la tecnologia possa svolgere un ruolo

cruciale nell’amplificare e diffondere la cultura in modi mai sperimentati in precedenza,

permettendo a individui provenienti da diverse parti del mondo di esplorare e godere di varie

espressioni culturali senza confini geografici.

D’altra parte, vi è la preoccupazione che una digitalizzazione e virtualizzazione eccessiva

possano portare a una sorta di «sostituzione» de

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
63 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matizrava1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione per i new media & social network e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Novaga Arianna.