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L'olfatto dei cani e la memoria olfattiva

L'olfatto è ciò su cui i cani si basano per percepire il mondo che li circonda. Proprio come il cervello umano è in grado di riconoscere nella nostra mente l'immagine di tutto ciò che conosciamo e riportiamo alla memoria, si può ipotizzare che i cani facciano la stessa cosa quando percepiscono un odore avvalendosi di quella che viene definita memoria olfattiva. Quest'ultima è come un immenso database nel quale il cane incamera milioni, forse miliardi, di odori, associandoli a precise esperienze sensoriali ed emotive, così da poterlo utilizzare in futuro come base conoscitiva per decidere come comportarsi in determinate situazioni.

Per il cane gli odori sono i dati fondamentali attraverso cui costruisce buona parte della propria conoscenza, e invia e riceve numerose e differenti informazioni. Quando noi umani entriamo in una stanza, la prima cosa che facciamo è guardarci attorno per capire dove ci troviamo: in base a

ciò che osserviamo e alle nostre esperienze passate siamo in797. La comunicazione del cane è in grado di ricavare informazioni importanti sul luogo, e probabilmente anche sulle persone che lo frequentano. Mentre noi possiamo fare tutto ciò restando fermi in un punto, permettere in atto lo stesso processo conoscitivo il cane ha bisogno di muoversi liberamente, perché oltre ad annusare deve poter seguire le tracce di ogni odore che attira la sua attenzione per ricondurlo alla sua fonte e legarlo indissolubilmente a un'immagine emotiva e sensoriale che, da quel momento, conserverà nella sua memoria olfattiva. Le marcature sono quei comportamenti con cui il cane deposita il proprio odore, e con esso numerose informazioni, attraverso urina, feci, feromoni e strofinamenti di precise parti del corpo. Le marcature rappresentano senza dubbio uno degli aspetti più affascinanti dell'etologia canina e costituiscono buona parte di quella che viene

definita "comunicazione olfattiva". La marcatura di urina avviene quando un cane si avvicina ad una zona probabilmente di per sé già caratterizzata da un odore che suscita il suo interesse, si mette ad annusarla in lungo e in largo, poi improvvisamente si ferma e vi urina sopra. Se il cane è una femmina, la maggior parte delle volte la marcatura si conclude così, eccezion fatta per alcune femmine adulte (e sterilizzate) che possono alzare una delle zampe superiori. Se invece il cane è un maschio adulto, la marcatura sarà completata solo se, oltre ad aver individuato la zona giusta, sarà riuscito a colpire con la sua pipì qualcosa che si erge dal suolo, come un albero o un palo. Per fare ciò il cane maschio alza una delle zampe posteriori, così da poter spruzzare lateralmente e non direttamente sul terreno come fanno le femmine. Probabilmente questo comportamento è legato al fatto di apparire più alto.

di quanto non sia in realtà al naso dei cani che passeranno successivamente vicino allamarcatura ("più in alto la faccio più gli altri crederanno che io sia grosso"). La scelta dimarcare qualcosa che si trova più in alto rispetto al suolo rende la marcatura più evidente,perché in questo modo l'odore si diffonderà meglio, sia dal punto di vista quantitativoche qualitativo, nello spazio circostante e ciò garantirà una comunicazione più incisiva edefficace nei confronti di chi capterà il messaggio. A supporto di questa tesi vi è anche unaltro comportamento tipico per lo più dei maschi, ovvero il raspare a terra. Così facendo,il cane crea delle zone di interesse sia visivo sia olfattivo, poiché, data la presenza dighiandole sudorifere sotto i polpastrelli, il cane mescola il proprio odore col terreno chesparge attorno alla marcatura.

Differenti stati d'animo

Determinano differenti espressioni dello stesso comportamento: alcuni cani non marcano in zone dove sono presenti marcature di altri. La comunicazione del cane può variare, alcuni si limitano a spruzzarvi sopra poche gocce di urina e altri ancora sembrano ritenere le marcature così importanti da non pensare ad altro durante la passeggiata. Territorialità e possessività non sono gli unici messaggi che possono celarsi dietro un gesto così semplice, che a volte risponde anche solo a normali esigenze fisiologiche.

Oggi si può affermare che le marcature sono delle vere e proprie forme di comunicazione sociale con le quali i cani si scambiano silenziosamente numerose informazioni su e tra di loro. Annusando una marcatura, infatti, un cane è in grado di stabilire se il cane a cui essa appartiene è un maschio o una femmina e, nel caso sia femmina, se è in calore o meno. Molto probabilmente dalla stessa marcatura è possibile risalire anche all'età.

allo stato di salute e allo stato emotivo del cane che l'ha lasciata. Se un cane è in grado di individuare tutte queste informazioni, possiamo pensare che la funzione delle marcature sia proprio quella di trasmetterle. Tuttavia, anche per le marcature rimane valida la teoria secondo cui per interpretarle correttamente è necessario prendere in considerazione ogni aspetto del comportamento del cane, il tuo stato emotivo e il contesto in cui questa è esibita. Se ad esempio un maschio marca con urina e gratta con le zampe dopo aver incontrato lo sguardo di un altro maschio, questa marcatura potrebbe essere interpretata come una forma di affermazione, un'esibizione di sicurezza, se non addirittura di disponibilità al confronto. In questo caso non è escluso che il cane marchi guardando negli occhi il suo sfidante, aggiungendo alla comunicazione olfattiva importanti elementi di comunicazione corporea. Se invece lo stesso maschio si limita a marcare con

L'urina dopo che l'altro maschio è andato via, ciò potrebbe significare che a causa della sua insicurezza ha preferito attendere che non ci fosse più nessuno prima di presentarsi o anche semplicemente scaricare lo stress accumulato dalla tensione suscitata dall'incontro.

Nella comunicazione olfattiva un ruolo da protagonisti lo ricoprono i ferormoni, ovvero le sostanze secrete da varie zone del corpo in grado di modificare il comportamento e la fisiologia di chi le percepisce. I ferormoni sono fondamentali nella comunicazione utilizzata dagli insetti e dai rettili, ma ricoprono un ruolo altrettanto importante anche tra i mammiferi e, quindi, anche nella comunicazione canina. È interessante notare che la produzione e la percezione dei ferormoni avviene in maniera incontrollata: è una reazione fisiologica a emozioni, sensazioni e stati fisici che, in quanto tale, non può essere filtrata né mascherata dal soggetto che la vive.

Proprio come avviene per numerose reazioni emotive tipiche degli esseri umani, come ad esempio l'arrossamento delle guance, la pelle d'oca e la sudorazione delle mani. In questo senso, la comunicazione del cane attraverso la comunicazione olfattiva è totalmente veritiera e spontanea. Peccato, quindi, che tutti quei proprietari ancora convinti che il loro cane distrugga e sporchi in casa per far loro un dispetto non possano riuscire ad annusare l'aria e a percepire il malessere del loro amico a quattro zampe: si convincerebbero una volta per tutte che, invece di sgridarlo e peggiorare la situazione, converrebbe aiutarlo affrontando il problema da una prospettiva completamente diversa e con l'aiuto di un professionista.

Una delle funzioni primarie dell'abbaio è, semplicemente, quella di richiamare l'attenzione di un probabile interlocutore a cui poi verranno inviati altri messaggi attraverso il corpo, gli odori, oppure altre.

forme di vocalizzazioni. In altre occasioni, invece, l'abbaio può contenere messaggi ben precisi: può essere ad esempio uno strumento per avvisare il branco che si sta avvicinando un individuo, o addirittura un modo per allontanare l'intruso. I cani sono perfettamente in grado di trasmettere tantissimi significati con un singolo abbaio e pochi altri suoni. Ciò che cambia di volta in volta sono: la tonalità, l'intensità o durata, e la frequenza. Rispetto alla tonalità va detto che i toni alti indicano eccitazione o insicurezza, mentre i toni bassi palesano assertività e sicurezza. La durata del suono è espressione di quanto il cane ritiene impellente ciò che vuole comunicare. La frequenza, infine, è direttamente proporzionale al grado di eccitazione vissuto dal cane in quel momento. Agendo su questi tre parametri il cane effettua una propria modulazione dei suoni con cui è solito comunicare, in

maniera simile a quanto facciano gli esseri umani quando, pur utilizzando le stesse parole, sono in grado di attribuire loro diversi significati grazie all'intonazione con cui le pronunciano.

Il cane è in grado di comunicare in maniera altrettanto sfaccettata attraverso l'abbaio e altri suoni la cui modalità di emissione (e quindi il significato che ne deriva) può variare in virtù del suo stato emotivo e delle sue motivazioni, e la sua interpretazione è imprescindibile dalla lettura dei messaggi che il soggetto invia attraverso il suo corpo, nel contesto in cui il suono è emesso, dell'interlocutore cui è rivolto e della relazione che lega il cane a quest'ultimo.

Luca della Valle nel suo libro Come parla il tuo cane. E come tu puoi parlare con lui (2014) individua vari tipi di abbaio, in base alle intenzioni e alle motivazioni.

La comunicazione del cane

Abbaio di richiesta

Si tratta di un suono caratterizzato da una

media tonalità, emesso singolarmente oripetuto un paio di volte. Questo è l'abbaio che un cane emette nel momento in cui vuole attirare l'attenzione di qualcuno. Il numero delle ripetizioni può variare a seconda del motivo per cui un cane sta richiamando l'attenzione e, soprattutto, delle sue esperienze pregresse. Se il cane è abituato a richiedere l'attenzione attraverso l'abbaio, nel momento in cui ciò che ha sempre funzionato dovesse improvvisamente non andare più bene, il cane potrebbe intensificare la sua richiesta mettendosi ad abbaiare più intensamente e con maggior frequenza, fino a ottenere ciò che vuole. A volte i cani che vivono una vita priva di stimoli interessanti ed esperienze coinvolgenti, e non hanno la fortuna di stringere una relazione gratificante con gli umani con cui convivono, ritengono che anche una frase pronunciata con insofferenza, se non addirittura una sgridata, siano una

Dimostrazione di attenzione nei loro confronti. Prende il nome di "attenzione negativa", poiché in fondo per sgridare il cane si d

Dettagli
A.A. 2018-2019
102 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariabrandolini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottologia e linguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Panunzi Alessandro.