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INTRODUZIONE
Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente
a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlare con i medici d’altro.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
[…]
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccare ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco prendere in considerazione perfino
la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione. 1
Possibilità è la poesia che meglio racchiude il senso di questa dissertazione. Durante i
miei studi accademici ho sviluppato un profondo interesse per la poetessa Wisława
Szymborska, e ancora più in particolare, per il suo modo di vivere la vita. L’aspetto che
ho voluto analizzare è quello del senso dell’umorismo e della poesia nonsense,
componimenti nati per gioco, alcune volte mai riportati per iscritto. Ho rovistato nei
“cassetti” che tanto amava e trovato oggetti da collezione, cartoline, collages, “vecchie
illustrazioni a tratteggio”, foto e biglietti di musei visitati a metà. Ho capito il motivo per
Wisława Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), a cura di Pietro Marchesani,
1
Adelphi Edizioni, Milano, pag. 497. 4
il quale preferiva Dickens a Dostoevskij, e quali ragioni ha preferito dare all’essere. Nel
primo capitolo ho parlato di tutto questo evidenziando il filo che unisce collezionismo e
collages, al senso dell’umorismo, e ai limerick, che sono stati divisi per genere e analizzati
singolarmente.
Nel secondo capitolo mi sono mossa lungo le linee del tempo e dello spazio, percorrendo
l’evoluzione dei limerick in Polonia a partire dalla prima apparizione nel XIX secolo. Per
alcuni dei componimenti ho fornito una personale traduzione italiana. Successivamente
ho portato l’attenzione sul suolo che ha accolto le prime apparizioni in assoluto dei
limerick, l’Inghilterra, citando due dei più importanti scrittori nonsense: Edward Lear e
Lewis Carroll.
In seguito ho preso in analisi due limerick di Edward Lear confrontando le traduzioni
italiane di Carlo Izzo e Ottavio Fatica.
L’ultima parte dell’elaborato è costituita dalle mie proposte di traduzione di dieci
limerick di Szymborska, tratti dal volume Rymowanki dla dużych dzieci il quale ad oggi
non dispone di una traduzione integrale italiana, salvo che per alcune eccezioni. 5
1. Il senso dell’umorismo e i limerick di Szymborska
1.1 Il collezionismo e i collage
Wysława Szymborska amava i vecchi oggetti, anche antecedenti alla Grande Guerra,
2
quelli dal gusto kitsch, ripescati in mercatini dell’usato, o curiosi souvenir provenienti da
viaggi all’estero e faceva molta fatica a gettare via quelli più datati e vissuti.
Andava spesso al mercatino dell’usato di Cieszyn con Kornel Filipowicz (suo secondo
compagno) e si erano anche iscritti al Cieszyński Klub Hobbistów. Vi trovava spesso
degli album di velluto per cartoline, di cui la poetessa era collezionista. Scelse proprio le
cartoline come oggetto del suo collezionismo perché era più semplice coltivarlo in un
appartamento piccolo come quello di via Krupnicza, denominato anche dagli amici “il
3
cassetto” . «Erano tutte kitsch, però con qualche ghiribizzo della fantasia. Doveva esserci
4
una collisione tra cose opposte, che so: ingenuità e pretenziosità, malinconia e
ottusità.» Inviava spesso agli amici queste cartoline, che a loro volta rispondevano allo
5
stesso modo, perché solo così si comunicava con Wisława. La poetessa paragona il Kitsch
a una tigre, scrivendo: «finché è viva la si caccia brutalmente. Quando è ormai morta, la
sua pelle conciata diventa ornamento del salone, tutti la ammirano estasiati- “che
magnifica tigre!”- e le accarezzano la testa.[…] il Kitsch è così: quanto più è pessimo,
tanto più è migliore, vale a dire divertente.» L’appartamento della Szymborska esibiva
6
gli oggetti più strani, spesso oggetti ricevuti in dono da amici, perché solo chi non la
conosceva poteva farle un regalo elegante. Dei regali di cui ad un certo punto si stancava
ne faceva premi per le sue lotterie che si tenevano solitamente dopo cena.
Wysława Szymborska fu una poetessa e saggista. Nacque a Kórnik nel 1923 e morì a Cracovia nel 2012.
2
Dal 1953 al 1966 fu redattrice del settimanale letterario “Życie Literackie”; dal 1981 al 1983 del mensile
“Pismo”. Negli anni ottanta collaborò con l’opposizione pubblicando in samizdat, e contribuì all’attività
del sindacato Solidarność. Pubblicò inoltre sul quotidiano “Gazeta Wyborcza”. Ricevette il Nobel per la
letteratura nel 1996. Tra le sue opere figurano: Dlatego żyjemy, Pytania zadowanie sobie, Sól, Wielka
liczba, Ludzie na moście, Poczta literacka, Chwile.
Bikont A.,Szczęsna J., Cianfrusaglie del passato, La vita di Wisława Szymborska, a cura di Andrea
3
Ceccherelli, Adelphi Editore, 2015, pp. 219-220-221.
ivi, p. 127.
4 ivi, p.221.
5 ivi, p. 224.
6 6
L’attenzione al particolare caratterizza l’intera vita, e di conseguenza l’opera, della
poetessa si rifletteva in tutto, anche nel modo di visitare i musei: si lasciava affascinare
da qualche oggetto e poi decideva di andare via; oppure nella mancanza di sistematicità
in giro per una città nuova: Teresa Walas la paragonò a una farfalla, che si posa un po’
qua e un po’ là.
«A incuriosirla erano le cose stravaganti, le perle isolate-erano le sue personali
illuminazioni artistiche»
7 Regalo di Natale da parte di M.Rusinek.
Alcuni oggetti appartenenti a Szymborska
Dopo la morte della poetessa è stato rinvenuto un quaderno risalente al periodo della
guerra, in cui vi sono dei collages (ritagli di illustrazioni accompagnati da brevi commenti)
realizzati insieme ai compagni di scuola. Questa passione si è conservata fino all’età
adulta. Era difficile in quella Polonia comunista procurarsi dei biglietti di auguri e
cartoline divertenti, così decise di crearli lei stessa. Tutti i collages erano ovviamente
ideati ad hoc per un premeditato destinatario. Ne inviò uno anche a Woody Allen, per cui
nutriva una grandissima stima: consisteva in scritte di auguri firmate da vari personaggi
importanti, storici e viventi. Allen ne fu molto felice: «Ha un grande significato per me,
molto più grande di tutte quelle statuette d’oro che danno nel cinema».
Bikont A.,Szczęsna J., op. cit., p. 159.
7 7
Utilizzava dei cartoncini colorati su cui incollava frammenti di giornali, rotocalchi
etichette, illustrazioni di moda, i manuali, e una scritta realizzata a mano o ritagliata. Li
definiva karteczki o wyklejanki. 8
A Gavoi, in Sardegna nel 2014 è stata allestita una mostra al museo comunale con una
cinquantina di collage provenienti dai cassetti della Szymborska. A questo evento è
dedicato un articolo sul sito web “La Nuova Sardegna”. Durante la rassegna Rusinek
racconta il volto ironico della poetessa, la sua abilità nel far nascere da una frase
enigmatica un mondo surreale. Si parla di un divertissement ideato negli anni Sessanta.
Era un periodo di crisi e Wysława riceveva da amici il cartoncino dalla Svezia e la colla
dalla Germania. Oltre a quella appena menzionata, altre mostre dei collages sono state
9
allestite in Italia, come quella a Roma nel giugno del 2013, ospitata dal Goethe-Institut;
10
e ancora a Bologna, durante il Festival a lei dedicato dal 12 al 14 maggio 2016, a cura di
Sebastian Cudas. 11
Il periodo della creazione del collage coincide con l’ apparire di traduzioni in Polonia del
Manifesto del Surrealismo di André Breton pubblicato nel 1924. In altri suoi scritti Breton,
parlando dell’espressione dell’oggetto surrealista spiega di intendere l’oggetto nel suo
senso filosofico più esteso. Tali realizzazioni non possono essere incluse nell’ambito
dell’artigianato o in quello della creazione plastica; appartengono, bensì, a uno spazio
singolare, ai luoghi eccentrici del surrealismo. Si tratta di oggetti trovati o fabbricati che
si differenziano per il tipo di rapporto che esiste con l’artista. Tale oggetto può essere
usato sia singolarmente, sia insieme ad altri in una composizione, collage o assemblage. 12
Inoltre Breton, prendendo ispirazione dal Dadaismo e dai collages di Picasso e Barque,
definiva poema un testo formato da frammenti ritagliati da giornali. Questo stimolo
surrealista venne percepito dai poeti polacchi. I colleges della poetessa non si discostano
molto da quelli surrealisti; ma questa è solo un’ipotesi sulla possibile influenza culturale
I collage di Wisława Szymborska, Giovanna Tommasucci, Aprile 2018, “Nuova Techne”,
8
http://www.nuovatechne.it/WSTomassucci.html.
I collages della Szymborska La vita come in un teatrino, 6 luglio 2014, “La Nuova Sardegna”,
9
http://www.lanuovasardegna.it/regione/2014/07/06/news/i-collages-della-szymborska-la-vita-come-in-un-
teatrino-1.9551487?ref=search.
I collages di Wisława Szymborska in mostra al Goethe fino al 27 giugno, Sandra Fratticci, 9 giugno
10
2013, “Romafree”, https://romafree.wordpress.com/2013/06/09/i-collages-di-wislawa-szymborska-in-
mostra-al-goethe-fino-al-27-giugno/.
Festival internazionale Wisława Szymborska, Anastasia, 4 maggio 2016,
11
“BolognaToday”,http://www.bolognatoday.it/eventi/festival-internazionale-wislawa-szymborska.html.
Oggetto Surrealista, Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Oggetto_surrealista.
12 8
che spinse Szymborska alla creazione delle karteczki. Altri possibili ispiratori potrebbero
essere stati René Magritte, Jacques Prevért. 13
Ryszard Kryniczki in un’intervista spiega che in un certo senso i collages corrispondono
alle poesie. Uno dei collages.
Fonte: Wisława Szymborska, a Gizela
Szancerowa, 1984, Archiwum MOCAK-u
https://www.mocak.pl/kolaze.
Si trattava di un gioco che voleva rimanesse intimo, non aveva alcuna intenzione di
rendere pubbliche queste