ALIMENTARICORSO DI LAUREA IN VITICOLTURA ED ENOLOGIA
Relazione finale "Lotta biologica ai principali funghi della vite"
Relatore: Matteo Monchiero
Candidato: Alessandro Rei
Anno Accademico 2012/2013
INDICE
INTRODUZIONE >> Pag. 3
- Agricoltura biologica e convenzionale a confronto >> Pag. 5
- L'agricoltura biologica
- Norme e regolamenti dell'agricoltura biologica
- I fungicidi tradizionali: il rame e lo zolfo
- La lotta biologica >> Pag. 11
- Definizione e principi fondamentali
- I microrganismi antagonisti
- Meccanismi di lotta
- Lotta biologica ai principali funghi della vite >> Pag. 16
- Peronospora
- Oidio
- Muffa grigia
- Marciume radicale
- Malattie del legno
- Vantaggi, svantaggi e limiti applicativi della lotta biologica >> Pag. 32
BIBLIOGRAFIA >> Pag. 35
RINGRAZIAMENTI >> Pag. 36
INTRODUZIONE
La vite è una pianta coltivata fin dall'antichità nei paesi del bacino del Mar Mediterraneo. In Italia essa
è coltivata in tutte le regioni dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, inquanto si adatta con le numerose varietà ed i relativi portainnesti, alle diverse situazioni di clima e terreno. La vite, tuttavia, è una delle piante coltivate più attaccate da parassiti fungini e animali (insetti e acari); non è inoltre esente da attacchi di virus, micoplasmi e batteri. I principali parassiti del vigneto si possono distinguere in: - parassiti fungini; - parassiti animali; - virus, micoplasmi e batteri. Tra tutti questi, quelli più presenti da sempre in vigneto e che recano maggior danno alla coltura della vite sono certamente i FUNGHI (vedi fig. 1). La lotta alle malattie fungine della vite è tuttora prevalentemente affidata all’impiego di mezzi chimici, nonostante le ricerche condotte negli ultimi decenni su metodi alternativi di difesa, in grado di affiancare i prodotti di sintesi. L’epoca industriale, nel suo evolversi turbinoso e veloce, ha infattitravoltol’equilibrio degli ambienti naturali, sconvolgendo gli ecosistemi, tanto da determinare nella società una cultura del riflusso. 3 Questa evoluzione culturale ha permeato anche il mondo agricolo, cambiando notevolmente la coscienza degli agricoltori, sempre meno disposti ad usare prodotti chimici in modo indiscriminato e sempre più coscienti che l’abuso di tali prodotti avrebbe portato ad un impoverimento dell’ambiente agrario e quindi delle produzioni.
Sull’onda di una cultura sempre più attenta all’ambiente, si sta affermando anche nel settore del controllo delle avversità parassitarie, un bisogno di tecniche “naturali” che salvaguardino gli ecosistemi.
Nella logica di questa tendenza è comprensibile come negli ultimi anni si sia verificato un notevole aumento di richieste di mezzi biologici per combattere le avversità parassitarie delle colture agrarie.
Di rilevante importanza sono le ricerche
Sull'impiego di microrganismi antagonisti per limitare le popolazioni di quelli dannosi, la cosiddetta "lotta biologica". Un certo numero di microrganismi è ormai registrato e disponibile in alcuni paesi, tra cui l'Italia; altri mezzi biologici sembrano trovarsi sulla dirittura di arrivo e altri ancora potrebbero, in un futuro non troppo lontano, essere registrati.
Per quanto riguarda la vite, oggi, in Italia, sono registrati sei prodotti attivi contro oidio, marciumi radicali e mal dell'esca.
Il futuro della lotta biologica basata sui microrganismi antagonisti presenta tuttavia vari ostacoli a causa delle scarse conoscenze che ancora si hanno sulla loro patogenicità e sulla loro capacità di conservarsi in condizioni naturali.
Dopo alcune necessarie premesse sull'agricoltura e la lotta biologica, passerò quindi in rassegna le malattie fungine più importanti, quali la peronospora, l'oidio, la muffa grigia,
Le malattie del legno e il marciume Armillaria mellea, radicale causato da dal punto di vista delle possibilità che la ricerca offre per combatterle attraverso microrganismi antagonisti e delineando i possibili punti di forza e di debolezza di questo metodo di lotta ancora tutto da scoprire. Fig. 1 Le principali malattie fungine della vite Malattia fungina Organismo responsabile Plasmophara viticola Peronospora della vite E. necator Oidio della vite Botrytis cinerea Muffa grigia della vite Armillaria mellea Marciume radicale della vite Phaeomoniella Mal dell'esca clamydospora Phaeoacremonium aleophilum Fomitiporia mediterranea Eutypa lata Eutipiosi Phomopsis viticola Escoriosi Botryosphaeria obtusa Black dead arm AGRICOLTURA BIOLOGICA E CONVENZIONALE A CONFRONTO L'agricoltura biologica La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell'azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull'interazione tra le migliori pratiche ambientali, un altolivello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l'applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall'altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell'ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale." (Regolamento CEE n. 834/2009, Art. 1) L'agricoltura biologica costituisce un metodo particolare di produzione che si basa sul concetto che in natura tutti gli elementi di un ecosistema, e quindi anche quello dell'azienda agraria, sono in equilibrio e fintanto che esso è preservato non è necessario utilizzare interventi diretti. L'agricoltura devePerciò operare cercando di rispettare gli equilibri biologici ed intervenire con mezzi naturali solo nelle situazioni in cui essi sono alterati da cause non direttamente controllabili. Il metodo di difesa biologico si basa quindi prevalentemente sull'impiego corretto di pratiche colturali per prevenire le avversità, privilegiando tecniche agronomiche e scelta varietale all'impiego diretto di mezzi tecnici. Ovviamente esclude l'utilizzo di tutti i prodotti chimici di sintesi.
Il Regolamento CEE n. 834/2009 costituisce il quadro normativo comunitario in materia di produzione, etichettatura e controllo per la tutela della coltura biologica. Nell'allegato II, parte B sono elencati tutti i mezzi tecnici ad azione antiparassitaria impiegabili in agricoltura biologica. Tra questi troviamo sostanze di origine vegetale o animale (come cera d'api, gelatina, lecitina, oli vegetali ecc..), microrganismi (batteri, virus e funghi), sostanze prodotte dai microrganismi.
E altro ancora. L'incremento della domanda da parte del consumatore di prodotti biologici, o semplicemente sani e sicuri, sta spingendo la ricerca verso l'individuazione di nuovi approcci o prodotti naturali a bassissima tossicità e velocemente degradabili.
Poiché i modelli di previsione delle infezioni non sono sufficientemente affidabili o non sono sufficientemente diffusi, anche la difesa biologica si basa sui concetti precedentemente esposti, con la differenza che i principi attivi ivi applicabili sono molto limitati e di conseguenza gli aspetti climatici, agronomici e varietali sono da tenere in primaria considerazione.
L'agricoltura biologica vede i suoi inizi ideologici nel primo Novecento, ma è dagli anni novanta che i consumatori hanno cominciato a richiedere in misura sempre maggiore prodotti agricoli e derrate alimentari ottenuti con metodi biologici. Questo fenomeno ha creato sia un nuovo mercato per i prodotti agricoli, sia la messa a punto di
Metodi di produzione che richiedono un impiego meno intensivo della terra e che può quindi permettere la realizzazione di un migliore equilibrio tra l'offerta e la domanda di prodotti agricoli, la tutela dell'ambiente, della salute del consumatore e della qualità dei prodotti agroalimentari e la conservazione dello spazio rurale. Il sistema di produzione biologico costituisce un metodo particolare di produzione al livello delle aziende agricole che si basa sul rispetto dell'equilibrio biologico e non ammette l'utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. La fertilità e l'attività biologica del suolo devono essere mantenute o aumentate in primo luogo mediante:
- la coltivazione di leguminose, di concimi verdi o di vegetali aventi un apparato radicale profondo nell'ambito di un adeguato programma di rotazione pluriennale;
- l'incorporazione di letame proveniente da allevamenti biologici;
- l'incorporazione di altro materiale
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