STITUTO AZIONALE DI TATISTICA
(a cura di) G. P , L. N , 2022, p. 2.
ERANI ASCIA
72 I , pp. 3 – 10.
BIDEM 41
Dal punto di vista della cultura organizzativa aziendale, il cambiamento
richiede tempi lunghi e gradualità e dipende in gran parte da chi guida
l’organizzazione o da chi ricopre posizioni di responsabilità.
I manager sono chiamati a farsi sponsor della trasformazione, sostenendo
le innovazioni ed esercitando una leadership coerente. Hanno quindi il compito
di riconoscere per primi il valore strategico dei dati e guidare la transizione
digitale.
È logico che, dal momento che la digitalizzazione di un’organizzazione
richiede l’integrazione di tecnologie e strumenti digitali, bisogna educare il
personale al suo uso e attraverso un’adeguata informazione, mitizzare il timore di
73
rischi e di vulnerabilità annesse . Solo in questo modo si può attuare un vero
cambiamento culturale.
73 C. A , Il mondo dato. Cinque brevi lezioni di filosofia della programmazione, Edizioni EGEA,
CCOTO
Milano, 2017, pp.121 – 122. 42
2.2 Obiettivi e sfide del Digital Maturity
Nel contesto descritto, il Digital Maturity Manager:
individua, valorizza e governa il patrimonio informativo;
discrimina correttamente tra rischio e vulnerabilità;
valuta e mitiga le esposizioni per tutelare l’impresa.
La trasformazione digitale attraversa ormai molti comparti incluso il
,
74
manifatturiero che converte materie prime in beni finiti .
In questo settore si osserva una evoluzione per cicli cumulativi, dove ogni
fase successiva ingloba la tecnologia precedente. Tutto ciò lo possiamo
constatare dal seguente diagramma cartesiano in cui l’ascissa riporta una
scansione annuale e due filoni collegati: le soluzioni tecnologiche del
manifatturiero (Industria 4.0 intorno al 2010) e le soluzioni tecnologiche dell’ICT
(IoT del 2000), mentre l’ordinata mostra la crescita di volume, varietà e
75
complessità dei dati .
74 A. K , F. T , Q. Q , A. L , Data – Driven Smart Manufacturing, op. cit., p. 159
USIAK AO INGLIN IU
75 I , p. 160.
BIDEM 43
Figura 8: Settore manifatturiero: evoluzione del dato – Driven – K et al., (2018), p. 86.
USIAK
Il grafico presenta quattro insiemi concentrici che segnano la progressione
delle epoche. Si può notare che l’evoluzione comprende anche la digitalizzazione
e mostra una netta accelerazione, soprattutto negli ultimi decenni.
Anche se l’Information Age si è evoluta da anni, tale evoluzione non si è
verificata ovunque, infatti, ad esempio, in Italia è ancora in corso l’integrazione
delle tecnologie tipiche dell’età dell’informazione.
Dal rapporto Istat 2020 emerge che l’adozione di software gestionali
risponde più a esigenze infrastrutturali che applicative, infatti:
il 67,7% delle imprese li utilizza per la gestione documentale;
il 50,7% per magazzini e flussi di materiali;
il 47,9% per la contabilità;
soltanto il 33,7% per il governo della produzione, frenato da vincoli
tecnici e da barriere culturali. 44
Tale traiettoria alimenta lo Smart Manufacturing, che integra risorse
produttive con sensori, piattaforme informatiche, comunicazioni, modellazione,
76
controllo, simulazioni data intensive e ingegneria predittiva .
Questa manifattura intelligente si fonda su sei pilastri:
1. i materiali;
2. l’ingegneria predittiva;
3. la tecnologia della manifattura e dei processi;
4. la condivisione delle risorse e il networking;
5. la sostenibilità;
6. i dati.
Tra questi, la novità principale è costituita dai dati. Nonostante tali
cambiamenti la manifattura non ha perso la sua importanza, ma deve essere vista
non più come una successione di fasi isolate, ma come un flusso integrato
77
immaterialmente grazie alla tecnologia digitale e alla datizzazione .
Precisiamo che, come dato si considera qualunque informazione che viene
raccolta attraverso un sensore che presenta la caratteristica di essere
standardizzata. Ne segue che i dati sono confrontabili in base a scale di misura
comuni, in quanto quantificabili oggettivamente. Tali dati si dividono in tre
categorie:
dati strutturati, altamente archiviabili e computabili, in quanto organizzati
in tabelle;
dati semi strutturati, che sono un misto dei dati strutturati e dei dati non
strutturati, come ad esempio l’e – mail che non ha un contenuto
strutturato, ma presenta molti dati precisi (indirizzi, data, ora);
dati non strutturati, che sono privi di un modello formale e resi accessibili
78
solo dalle più recenti tecnologie recenti, come l’Intelligenza Artificiale .
Il ciclo di vita dei dati nel settore manifatturiero segue differenti sei step:
76 A. K , F. T , Q. Q , A. L , Data – Driven Smart Manufacturing, op. cit., p. 162.
USIAK AO INGLIN IU
77 S. Q , Capitalismo immateriale. Le tecnologie digitali e il nuovo conflitto sociale, Edizioni
UINTARELLI
Bollati Boringhieri, Torino, 2019, p. 60.
78 https://www.forbes.com. 45
1. il primo step è il Data Sources: i dati si creano in grande quantità lungo il
processo produttivo ed è quindi cruciale selezionare sorgenti affidabili in
base alle esigenze organizzative e alla natura delle informazioni;
2. il secondo step è quello della Data Collection, dove prevale l’approccio
ETL, ossia Extract, Transform, Load, che è solo una delle possibili
pipeline, ma è ampiamente usato nonostante la sua onerosità in termini di
sviluppo e lavoro;
3. il terzo step è il Data Storage: durante questa fase i dati confluiscono in
Data Warehouse, restando disponibili e aggiornabili per gli stadi
successivi;
4. il quarto step è il Data Processing che corrisponde a varie attività in cui i
dati sono presi dai depositi ed elaborati in base allo scopo da raggiungere.
I set informativi vengono ripuliti e ridotti per rimuovere rumori/irrilevanze
e quindi resi pronti all’analisi effettiva;
5. il quinto step è il Data Mining, ossia si ricercano automaticamente schemi
e tendenze in grandi archivi, per scoprire tendenze che vanno oltre la
79
semplice analisi .
Con tali step, si ottengono risultati rappresentabili in diversi formati, tra
cui spiccano i tabulati, ossia tabelle che contengono elenchi di
informazioni oppure di numeri derivanti da calcoli molto complessi;
6. il sesto step è la Data Application che è usata soprattutto nel Decision
Making produttivo, spesso in tempo reale. I responsabili decisionali usano
questo strumento per:
mantenere la qualità del prodotto finito;
migliorare l’attività di manutenzione;
altre attività di supervisione generale.
Il suo uso si estende anche a progettazione, pianificazione risorse,
80
marketing e ricerche di mercato tramite Big Data .
79 https://www.docs.orcle.com.
80 A. K , F. T , Q. Q , A. L , Data – Driven Smart Manufacturing, op. cit., pp. 167 – 175.
USIAK AO INGLIN IU 46
Figura 9: Schema del ciclo di vita del dato manifatturiero – Driven – K et al., (2018), p.
USIAK
15.
Le imprese manifatturiere possono allora migliorare il proprio lavoro sia
in efficienza che in efficacia, infatti se non considerando l’esistenza dei dati ci si
ritroverebbe nella manifattura di qualche secolo fa, dove le inefficienze e la
struttura Labor Intensive scaturiscono da una organizzazione fondata solo
sull’esperienza diretta.
Dalla manifattura tradizionale si è passati all’introduzione dell’uso dei dati
anche se in modo parziale ed è già stato possibile conoscerne i benefici. Se si
intensificasse ancora di più l’uso di tali dati, giungendo ad una completa
digitalizzazione, essi diventerebbero di fondamentale importanza per tutta
47
l’organizzazione manifatturiera, cosa che può essere definita Smart
Manufacturing:
Figura 10: Smart Manufacturing: Framework Data – Driven – K et al., (2018), p. 17.
USIAK
48
2.3 Lo Smart Manufacturing
Il Manufacturing Model descrive un insieme di sistemi informativi e
risorse produttive sintetizzabile nelle quattro dimensioni uomo – macchina –
81
materiale – ambiente .
Il flusso operativo parte dalle materie prime (input), attraversa il processo
trasformativo e restituisce il prodotto finito (output). Nel corso del tempo sono
state integrate una serie di tecnologie per sostenere questo processo, le quali
possono essere riassunte in:
CRM, Customer Relationship Management: strategia che ottimizza ricavi
e redditività dell’azienda attraverso la fidelizzazione del cliente. Tale
soluzione mette a disposizione delle imprese funzionalità in quattro aree
82
chiave: vendite, marketing, assistenza clienti ed e – commerce ;
MES, Manufactoring Execution System, che coordinano l’esecuzione
operativa della fabbrica. Essi controllano e sincronizzano i processi fisici
in tempo reale, instradano gli ordini di lavoro tenendoli coerenti con la
programmazione della produzione e con i sistemi aziendali. Inoltre
forniscono indicatori e feedback di performance, garantiscono tracciabilità
83
e genealogia dei flussi produttivi ;
PLM, Product Lifecycle Management, che è un approccio socio – tecnico
che combina principi, processi e piattaforme software per governare dati e
decisioni di prodotto lungo l’intero ciclo di vita, dall’ideazione al phase –
out. Come disciplina, ha oltrepassato il perimetro originario della
progettazione meccanica e dell’ingegneria, estendendosi alle diverse sfide
84
di sviluppo prodotto dei vari settori industriali ;
ERP, Enterprise Resource Planning, che è una piattaforma unica composta
da applicazioni tra loro interoperabili, fondate su dati condivisi e su un
81 A. K , F. T , Q. Q , A. L , Data – Driven Smart Manufacturing, op. cit., p. 162.
USIAK AO INGLIN IU
82 Information Technology Glossary, 2020, https://www.gartner.com.
83 I .
DEM
84 Information Technology Glossary, 2020, https://www.gartner.com.
49
workflow comune, che copre i principali ambiti operativi aziendali
(contabilità e controllo, gestione della distribuzione, manufacturing,
85
service e gestione fornitori) lungo l’intero ciclo operativo .
La caratteristica principale di questi strumenti è l’operatività stand –
alone, ossia possono funzionare in autonomia, senza obbligo di interfacciarsi con
altri sistemi o di essere inglobate in architetture superiori. Tutto ciò porta spesso a
investimenti mirati su singoli problemi, con esiti di frammentazione e
conse
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