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Estratto del documento

Fonte: Happy Planet Index report 2014

L’immagine mostra la mappa relativa alla speranza di vita nel mondo. Il risultato ci

mostra che i paesi maggiormente sviluppati sono quelli in cui si registra più

longevità. Viceversa i paesi più arretrati, quelli del centro e sud Africa, sono quelli in

cui si registrano i valori peggiori di speranza di vita.

La cartina successiva che si presenta è quella relativa al secondo parametro

utilizzato dal HPI, cioè il benessere percepito dalle persone.

Fonte: Happy Planet Index report 2014

Non sussistono grosse differenze rispetto alla situazione precedente. Si può quindi

dedurre che tra benessere e speranza di vita possa esistere una certa relazione.

72

Nella successiva cartina viene mostrata la mappa dell’impronta ecologica a livello

mondiale.

Fonte: Happy Planet Index report 2014

Se si considera l’impatto dell’impronta ecologica, la situazione è assai diversa da

quella precedente. Secondo questo parametro sono proprio i paesi sviluppati quelli

che registrano i valori più negativi. D’altra parte, si può notare che i paesi con valori

positivi sono quelli caratterizzati da uno sviluppo arretrato (esistono eccezioni

importanti come l’India ). Nella successiva immagine si vuole mostrare la

ponderazione di questi 3 parametri, cioè il HPI.

Fonte: Happy Planet Index 2014 73

Ponderando le variabili che lo compongono, il risultato finale è che i paesi sviluppati

non figurano tra i primi posti di questo indice, a dimostrazione del fatto che si dà

molta più importanza all’impronta ecologica piuttosto che altri parametri. Nei primi

posti di questa classifica si trovano, infatti, Costa Rica, Vietnam e Colombia. L’Italia è

al 51° posto. La critica che viene mossa nei confronti di questo indice parte proprio

da questi risultati. Considerando il benessere in tutte le sue variabili, la situazione

espressa dall’HPI non è quella reale. Il vantaggio di questo indice sta nel fatto di

considerare la sostenibilità di un certo stile di vita e, come dimostrano i risultati, lo

stile di vita occidentale non lo è. Ad ogni modo per avere misure più precise della

felicità individuale, parlerò nel prossimo paragrafo del Better Life Index.

5.6 Better Life Index

Il Better Life Index è un indice innovativo per quanto riguarda la misurazione del

benessere delle persone. Fondato dall’OCSE nel 2011, il suo scopo è quello di

conoscere le preferenze delle persone in tema di benessere. L’indice opera secondo

un approccio multi variabile, essendo composto da 11 parametri.

 Casa: condizioni abitative e spese relative all’alloggio.

 Reddito: ricchezza finanziaria e reddito famigliare.

 Lavoro: retribuzione, sicurezza sul lavoro e disoccupazione.

 Comunità: qualità del sostegno sociale.

 Istruzione: formazione ed educazione.

 Ambiente: qualità dello stesso ( salute ambientale).

 Governance: coinvolgimento del cittadino nella politica.

 Salute: speranza di vita e qualità della vita.

 Soddisfazione: livello di felicità.

 Sicurezza: ordine pubblico.

 Equilibrio tra lavoro e vita.

Queste variabili sono quelle che formano l’indagine del Better Life Index. Essi

riflettono, come si vede i principali aspetti di una vita soddisfacente. Bisogna notare

un’assenza importante, cioè la parità di genere. Questa mancanza rappresenta una

critica molto importante a questo indice. Tuttavia, i suoi creatori stanno lavorando

74

per rimediare all’errore. Si esamina ora più nel dettaglio il funzionamento di questo

indice. Genericamente quando si cerca di misurare il benessere di una certa

comunità ( una città, una regione, uno stato, ecc.), il problema più importante a cui

si va incontro è quello di stabilire un ordine tra le variabili. Questo problema è stato

definito in questa trattazione nella sezione “Questioni metodologiche relative alla

misurazione del benessere” (pagg. 71-73). La conclusione era stata l’utilizzo

dell’insieme parzialmente ordinato, nella forma del diagramma di Hasse. Si è giunti a

questa soluzione poiché si ritiene impossibile definire un ordine ben preciso fra le

variabili del benessere. Prima di questa considerazione il metodo consisteva nel

porre dei pesi, individuati da degli esperti. Tuttavia, questa valutazione risulta essere

molto rischiosa. Il Better Life Index ha l’ambizione di superare questo problema.

Infatti, si tratta di un indice che si potrebbe definire “democratico”. Infatti, esso

consiste in un voto, che ogni utente fornisce ad ognuno degli 11 parametri. La

procedura si articola nel seguente modo: l’utente indica il suo paese di provenienza,

il suo sesso e la sua età. Successivamente esprime una votazione da 1 a 10 in merito

ad ognuno dei parametri di cui si compone il Better Life Index. In questo modo, è

possibile conoscere in maniera statistica le preferenze delle persone circa le

determinanti della felicità. Dunque, una volta che sia stata raggiunta una mole

accettabile di dati, si può procedere con ragionevole sicurezza alla ponderazione

degli stessi. Così facendo, diventa possibile stabilire l’ordine di preferenze di certe

variabili tipiche della felicità. Questi dati poi possono essere confrontati con la

situazione reale di una certa comunità, e agire di conseguenza. L’ambizione

principale di questo indice, infatti, è di scrivere le priorità dell’agenda politica delle

istituzioni, considerando un contesto mondiale. Tuttavia questo progetto incontra

forti limiti di attuazione. Poco sopra, si enunciava che il progetto del Better Life

Index potrà attuarsi solo quando sarà raggiunta una mole di dati accettabile.

Attualmente però, le persone che hanno espresso le proprie preferenze sono poco

più di 60000, a livello mondiale. Ovviamente, così poche persone generano un

quantitativo di dati che non può essere considerato accettabile. Inoltre, la critica

sottolinea il fatto della mancanza di alcune variabili, sostenendo che le 11

presentate non siano adeguate per valutare il benessere di una nazione.

Arrivati a questo punto occorre introdurre l’altra faccia del Better Life Index. Fino ad

ora si è parlato solo della parte relativa al voto delle persone. Tuttavia, i dati reali in

possesso dell’Ocse consentono anche di fare delle stime circa il benessere delle

persone. Il Better Life Index, infatti, combinando i dati Ocse, riesce a calcolare il

livello di benessere di ogni singolo paese. Il primato di questo tipo di stima consiste

nel ragionare secondo un approccio che considera l’aspetto multidimensionale della

materia. Se si osserva la rappresentazione grafica di questo indice, si vedrà che ogni

paese è indicato con un fiore a 11 petali, ciascuno della quale rappresenta uno dei

parametri descritto precedentemente. Con questo metodo innovativo, si riesce a

75

dare una stima circa il livello di benessere provato dalla popolazione che vive in un

certo paese. Per rendere le idee più chiare, si presenta ora uno schema contenente

il Better Life Index relativo ai paesi Ocse.

Fonte: www.oecdbetterlifeindex.org

L’immagine mostra la situazione dei paesi Ocse. Ponderando tra loro i dati si riesce a

calcolare la stima sul livello di benessere percepito da una nazione. Risulta molto

importante sottolineare che ogni indice è formato da molte variabili. In questo

modo si riesce a fornire una fotografia molto più precisa circa la valutazione del

benessere. A conclusione di questa sezione, si mostrano i dati relativi all’Italia.

Fonte: www.oecdbetterlifeindex.org 76

5.7 Il Benessere equo e sostenibile

Il Benessere Equo e Sostenibile ( BES) è un indice di benessere elaborato in Italia

dall’ISTAT e dal CNEL. In questo senso, il nostro paese è all’avanguardia, avendo

affrontato prima degli altri paesi questo problema. Il BES ha lo scopo di misurare il

benessere dei cittadini italiani mediante una valutazione multidimensionale. Questo

indice, infatti, tiene conto di 12 parametri, che rappresentano le determinanti di una

vita soddisfacente.

 Salute.

 Istruzione e formazione.

 Lavoro e conciliazione dei tempi di vita.

 Benessere economico.

 Relazioni sociali.

 Politica e istituzioni.

 Sicurezza.

 Benessere soggettivo.

 Paesaggio e patrimonio culturale.

 Ambiente

 Ricerca e innovazione

 Qualità dei servizi.

Occorre precisare che il BES non è un vero e proprio indice, quanto piuttosto uno

strumento che ha lo scopo di fotografare la situazione di benessere che sussiste nel

nostro paese. Da notare il carattere innovativo di questo rapporto: infatti, il primo è

stato redatto nel 2013. Come ultima considerazione occorre riflettere sulla solidità

di questo rapporto. Essendo redatto dall’ISTAT, quest’ultima ha a disposizione una

mole di dati di alta qualità e quantità. Dunque le stime contenute in questo rapporto

sono molto robuste. La situazione che il BES dipinge sul nostro paese fornisce una

stima affidabile circa il benessere che provano gli italiani. 77

CAP.6 Casi concreti e conclusioni

6.1 Introduzione

Questo capitolo è l’ultimo relativo a questa trattazione inerente all’economia della

felicità. In questa parte conclusiva si vuole porre l’accento su alcuni casi concreti che

hanno visto l’applicazione dei criteri dell’economia della felicità. Si parlerà della

commissione Stiglitz e del caso del Bhutan. In questi 2 esempi si mostrerà l’impatto

dell’economia della felicità sulle reali questioni politiche. I casi presentati serviranno

allo scopo di capire l’importanza di questa nuova materia. Successivamente si porrà

l’accento sugli eventuali sviluppi dell’economia della felicità: i fattori da esaminare

non sono ancora terminati, e si proverà a immaginare le direzioni future su cui si

orienterà la ricerca. In particolare, si vorrà esaminare il ruolo di Internet, che

certamente svolge un ruolo centrale nelle nostre vite. Un fattore che non è stato

ancora studiato a fondo dalla ricerca sulla felicità. Infine si esporranno alcune

considerazioni relative a tutto il lavoro di analisi svolto in questa trattazione.

Importante sarà riflettere sullo scopo dell’economia della felicità. Bisogna cioè

comprendere come tutto ciò possa migliorare la vita delle persone. Inoltre bisognerà

riflettere in che modo interpretare queste ricerche per poter effettivamente

incrementare il benessere della popolazione mondiale. Si rinvi

Dettagli
A.A. 2013-2014
86 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giovanni.Paoloni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Tramontana Fabio.