Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 68
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 1 Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 68.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Le comunità macrofitiche dei tratti sorgentizi del bacino del Liri - Garigliano: analisi dei dati di due nuove stazioni Pag. 41
1 su 68
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

°C

agosto, mentre quella piu bassa e di 5 °C per il mese di gennaio.

La temperatura media annua e 12,8 °C, la media annua delle massime e di 19,46 °C

e quella media delle minime e di 6,17 °C.

Questa stazione, con precipitazioni medie piu abbondanti e freddo meno intenso

da novembre ad aprile, presenta un termotipo inferiore/superiore, un ombrotipo

umido superiore/iperumido inferiore e ricade nella regione temperata

mesaxerica (sottoregione ipomesaxerica).

Figura 3: Diagramma ombrotermico della stazione termopluviometrica di Balsorano

(400 m s.l.m.) per il periodo 1951-2000.

4.5 Inquadramento vegetazionale

Studi floristici e vegetazionali sono di vitale importanza poiche permettono,

tramite considerazioni ecologiche e fitogeografiche, di trarre informazioni utili ai

fini della protezione e conservazione (Ceschin et al., 2009) dei pochi ecosistemi

naturali non ancora toccati dalla mano dell’uomo.

Allo stesso tempo devono essere tenuti in conto se si vuole studiare l’equilibrio

idrogeologico di un bacino e indicare la pericolosita delle aree sulla base del

rapporto struttura della vegetazione – grado di erosione riscontrato (Accordi et

al., 1969). 37

Proprio queste motivazioni ci portano a intendere il concetto di vegetazione non

solo come caratterizzazione delle formazioni vegetali, ma anche come grado di

copertura totale, dinamismo degli aggruppamenti e definizione di strati erbacei,

arbustivi e arborei che compongono ciascuna formazione.

Il grado di copertura vegetale di una determinata area e un importante indice del

livello di antropizzazione ed erosione del suolo.

Infatti da questo tipo di analisi si puo osservare che le categorie fisionomiche di

copertura del suolo piu diffuse sono i seminativi e le aree boschive; i boschi di

latifoglie prevalgono rispetto alle conifere e ai boschi di tipo misto.

La vegetazione dell’alta Valle del Liri si estende lungo i versanti incassati della

valle e lungo un transetto ideale, che parte dal fondovalle e arriva fino in quota, e

possibile ritrovare:

- seminativi e coltivi

- bosco di leccio

- bosco di roverella con presenza di carpino nero e leccio

- faggeta, con un grado di copertura molto alto, circa il 90%, con un sottobosco

ben sviluppato e anch’esso con una copertura alta

- praterie di altitudini, festuceti e seslerieti sia naturali che artificiali.

Il bosco di Faggio (Fagus sylvatica) e l’elemento piu rappresentativo del paesaggio

vegetale montano dell’Abbruzzo.

Questo tipo di bosco succede, superiormente, ai boschi di querce e chiude la

zonazione altitudinale della vegetazione forestale.

La faggeta e generalmente sovrastata dalla fascia degli arbusti contorti che

costituisce un’ampia zona ecotonale, i cui rappresentanti piu frequenti sono il

ginepro nano (Juniperus communis subsp. nana) e l’uva orsina (Arctostaphylos

uva-ursi) (Console et al., 2012). Spesso pero

, come conseguenza delle attivita

antropiche (specialmente il pascolo) il passaggio dal bosco alle praterie di

altitudine e quasi netto, con sporadici esemplari di specie arbustive.

Esso e la formazione forestale piu vasta e importante, occupando il 25,1% dell’alto

bacino del Liri e risulta meglio conservato e meno antropizzato nel versante

destro, con esposizione N, NE (Accordi et al., 1969). 38

Altitudinalmente e compreso fra 800 e 1.900 m, anche se in qualche settore il

limite inferiore si abbassa fino a circa 600 m.

Nella Val Roveto, si individuano varie tipologie di faggeto (associazioni), a seconda

delle condizioni ecologiche. Nei settori a maggiore altitudine, piu freddi e con

rocciosita elevata, prevale il Polysticho-Fagetum (faggeta microtermica), nelle

zone intermedie, fresche, il Digitali-Fagetum; negli orizzonti a minor altitudine e

con esposizione a sud, l’Aquifolio-Fagetum (faggeta con agrifoglio) (Tammaro,

1998).

Il limite superiore della faggeta (circa 1800 m) e in collegamento dinamico con i

pascoli di altitudine e formazioni erbacee, quali sopportano luzulo-festuceti,

brachipodieti e seslerieti (Tammaro, 1998), che occupano il 3,9% della superficie

dell’alto bacino del Liri (Accordi et al., 1969). Qui si assiste ad una interruzione

della vegetazione arborea dal momento che le condizioni ambientali molto ostili,

quali le forti escursioni termiche giornaliere, i lunghi periodi di innevamento, le

intense radiazioni solari, ne impediscono lo sviluppo.

L’Antoxanto-Brachipodieto e un pascolo mesofilo compatto, formazione tipica

delle radure piu o meno vaste, con i suoi rappresentati principali Brachypodium

rupestre e Anthoxantum odoratum.

Altri pascoli, ma ad impronta maggiormente xerica, sono il Seslerieto nitido-

Brometo ed il Kelerio-Brometo (Tammaro, 1998).

Con gli strati inferiori (circa 800 m) la faggeta e in collegamento con la serie dei

querceti xerofili a roverella (Quercus pubescens).

Questi tipi di boschi sono raramente ben sviluppati poiche

, data la vicinanza nel

piano collinare con i maggiori insediamenti umani, sono stati quasi del tutto

eliminati ed i pochi rimasti sono dei cedui molto aperti e degradati.

Il Bosco di Roverella dell’area studiata si distribuisce lungo il versante sinistro sul

fondovalle argilloso-arenaceo, con esposizione S, SW, occupando circa il 13,4%

dell’intera area (Accordi et al., 1969).

Tra le specie arboree dei querceti figurano, oltre a Quercus pubescens, Carpinus

orientalis, Acer campestre, Fraxinus ornus, fra le arbustive Cornus mas, C.

sanguinea, Clematis vitalba, Crataegus oxyacantha, ecc.

Nel sottobosco dei querceti lo strato erbaceo e caratterizzato dalla nettissima

dominanza di Brachipodium rupestre e di Sesleria autumnalis. 39

Nei settori piu caldi e aridi, specialmente nelle zone con elevata rocciosita

, si

accentua l’impronta mediterranea con l’ingresso di specie tipiche della macchia

quali il leccio (Quercus ilex), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), l’asparago

pungente (Asparagus acutifolius), la robbia selvatica (Rubia peregrina), ecc

(Console et al., 2012).

Nonostante sia ampiamente diffuso, il leccio e distribuito in modo discontinuo ed

e notevolmente disturbato dall’azione antropica. Esso occupa solo l’1,6% dell’area

totale del bacino (Accordi et al., 1969). La sua presenza in questo settore

dell’Appennino abruzzese-laziale e dovuta sia a correnti tirreniche, che risalgono

lungo la valle del Liri, sia alla presenza di rocce calcaree, ben esposte, da cui il

leccio trae condizioni termiche favorevoli alla sua persistenza anche in luoghi

interni, distanti dal mare (Tammaro, 1998).

Le cause antropiche sono il motivo principale per cui il 50,2% di tutta l’area

esaminata e costituita da coltivi. Cio indica una forte alterazione del dinamismo

naturale della valle a causa di eventi di disboscamento estensivo, soprattutto

presso quelle zone, argillose o di accumulo delle conoidi, il cui substrato si

prestava meglio ad essere utilizzato per scopi industriali (Accordi et al., 1969).

5. Materiali e metodi

Le linee guida che hanno portato alla scelta di queste stazioni di campionamento,

oltre alle motivazioni precedentemente spiegate nel capitolo introduttivo, sono

state quelle di ricercare corsi d’acqua con un grado di naturalita abbastanza

elevato e che allo stesso tempo non presentassero un regime idrico irregolare.

Influente e stata anche la raggiungibilita effettiva della sorgente; risulta infatti piu

appropriato che essa sia non lontano da strade sterrate o asfaltate, soprattutto a

causa del trasporto della strumentazione necessaria alla raccolta dei dati.

Per facilitare tutte queste operazioni iniziali vengono effettuate varie

consultazioni tramite l’ausilio di carte topografiche I.G.M., immagini satellitari,

ricerche bibliografiche e, se necessario, anche di carte di uso del suolo e di

manufatti.

Successivamente si fanno dei sopralluoghi e delle visite di ricognizione in modo

da individuare le stazioni le cui condizioni ambientali e di naturalita siano le piu

adatte allo scopo dello studio che si vuole avviare. 40

E’ preferibile effettuare almeno due raccolte di dati durante il periodo di tempo

compreso tra aprile e ottobre in modo da poter permettere alla maggior parte

delle specie vegetali, in particolar modo le alghe, di arrivare alla fase riproduttiva,

avendo quindi maggiori probabilita di raccogliere individui completi di tutti quei

caratteri sistematici necessari per l’identificazione e di formare un elenco

floristico il piu completo possibile; e inoltre importante per osservare possibili

variazioni stagionali nella comunita macrofitica e del livello trofico.

Le metodiche di prelevamento di campioni adoperate ai fini di una raccolta dati

funzionale al computo dell’indice macrofitico IBMR hanno seguito le direttive

descritte dal protocollo del Manuale APAT: “Metodi biologici per le acque. Parte I”,

in cui sono raccolte le procedure standard di campionamento inerenti ai diversi

bioindicatori da utilizzare (APAT, 2007).

I campionamenti sono stati condotti durante i mesi di giugno e luglio dell’anno

2017 in due serie successive.

Escursioni preventive hanno permesso di scegliere le stazioni in base alla loro

posizione lungo il fiume, presenza di vegetazione, basso grado di disturbo ecc.

Secondo il protocollo sopra menzionato le stazioni da analizzare devono

estendersi in lunghezza, a seconda dell’ampiezza dell’alveo, non meno di 50 m e

non piu di 100 m, l’ombreggiamento deve essere omogeneo e devono essere prese

in esame eventuali porzioni lentiche laterali.

In seguito all’approvazione dell’idoneita sul campo delle stazioni, sono state

calcolate ed annotate le coordinate geografiche UTM e la quota altimetrica tramite

un GPS (Tabella 5); questa procedura e importante nel caso in cui in un futuro

prossimo sia necessario tornare per valutare potenziali cambiamenti nella

comunita macrofitica. Coordinata UTM Coordianta UTM

Stazione Zona Quota altimetrica

Easting Northing

Lacerno 33T 391679.71 4624005.81 673 m

Sponga 33T 366963.03 4642539.63 840 m

Tabella 5: Stazioni di campionamento. 41

Sul campo e necessario essere preparati e attrezzati per una raccolta dati

completa ai fini di indagine sia della componente biologica macrofitica che

chimico-fisica delle acque della stazione di campionamento.

Gli strumenti necessari alla raccolta dei dati sono:

- quaderno di campo

- stivali ascellari

- buste trasparenti

- barattolini da laboratorio a doppia tenuta, con il controtappo

- cancelleria varia, pennarelli indelebili

- vaschette

- pinzette e un coltellino

- macchina fotografica

- contenitori in polipropilene, Falcon, da 50 ml e da 15 ml

- bottiglia in polipropilene da 1 l

- una siringa munita di filtro di cellulosa da 0,45 µm

- rilevatore multiparametrico da campo con diverse sonde misuratrici:

pHmetro, ossimetro, conduttimetro, termometro.

Si iniziano i rilevamenti descrivendo la stazione trami

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
68 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TheShinigami di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Iberite Mauro.