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Estratto del documento

URTOTTI ARAVO

12 E. L , Traité de criminalistique, Lione, 1931, p. 231.

OCARD dell’indagine medico-

13 D. T , Il sopralluogo giudiziario. Fondamenti metodologici e profili operativi

ANCREDI

legale sulla scena del crimine in Trattato di medicina legale e scienze affini a cura di G. Giusti, vol. II, Padova,

2009, p. 394. 9

conoscenze e metodologie proprie delle diverse discipline al fine di acquisire elementi

14

materiali propri del fatto di reato e interpretare correttamente i dati da essi derivanti .

L’approccio scientifico alla scena del crimine ha comportato una trasformazione nel

sopralluogo, non più visto unicamente come attività di mera descrizione e raccolta di prove,

15

bensì come un complesso e multidisciplinare laboratorio campale . Rigore applicativo,

metodo e logica abduttiva, rappresentano i cardini di questa nuova investigazione sul campo

16

e questo, ovviamente, influisce sul modo in cui il sopralluogo deve essere condotto .

Il percorso operativo si articola in una serie di tappe le quali, sebbene possano sembrare

distinte e separate a livello teorico, nella pratica finiscono spesso per intersecarsi o venir

17

svolte contemporaneamente . La prima operazione che viene compiuta dagli operatori non

appena arrivano sul luogo dell’evento è la protezione dello stato dei luoghi e delle cose, il

cosiddetto congelamento o cristallizzazione della scena del crimine, per impedire alterazioni

18

o contaminazioni, ossia impedire che cose o tracce vengano aggiunte o cancellate . Questa

prima fase ha un’importanza fondamentale per la successiva affidabilità delle prove. Il

19

concetto che guida il primo intervento è che la scena del delitto sia preservata ed evacuata .

avviene l’osservazione e contemporaneamente la descrizione della scena,

Successivamente 20

due momenti logicamente connessi . È stato elaborato un preciso metodo di osservazione e

descrizione: che va dal generale al particolare, da destra verso sinistra, dal basso verso l’alto.

Si annota la posizione di chi descrive, in quanto è rispetto ad essa che andranno riferite le

per

indicazioni e poi si inizia osservando prima le caratteristiche generali dell’ambiente,

passare poi all’esame di tutte le sue componenti. Per ogni oggetto presente è importante

registrare la posizione, direzione, forma, dimensioni, materiale, colore e tutte le altre

21

caratteristiche rilevanti per una descrizione accurata . La descrizione deve riportare in modo

oggettivo e acritico quanto osservato e questo corrisponde al cosiddetto «ritratto parlato del

– L’approccio multidisciplinare nella gestione della scena del crimine,

14 D. C L. S , in Dir. pen.

URTOTTI ARAVO

proc., 2011 p. 626.

15 Ibidem. –

16 D. C L. S , Il volo di Icaro delle investigazioni sulla scena del crimine: il ruolo della polizia

URTOTTI ARAVO

giudiziaria, in Scienza e processo penale. Nuove frontiere e vecchi pregiudizi a cura di C. Conti, Milano, 2011,

p. 208.

17 D. T , Il sopralluogo giudiziario, cit., p. 386.

ANCREDI –

18 D. C L. S , Il volo di Icaro delle investigazioni sulla scena del crimine, cit., p. 207.

URTOTTI ARAVO

19 S. B A. G , Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto in Scienze Forensi-Teoria e prassi

OZZI RASSI

dell’investigazione scientifica a cura di A. Intini e M. Picozzi, Torino, 2010, p. 32.

20 Ivi,, p. 34.

21 F. D , Indagini sulla scena del crimine e acquisizione dei dati probatori. Protocolli operativi e

ONATO L’assassinio di Meredith Kercher: anatomia del processo di

utilizzabilità della prova: profili criminalistici, in

Perugia, a cura di M. Montagna, Roma, 2012, p. 105. 10

22

sopralluogo» . Per la ricerca di tracce esistono vari metodi, a seconda che ci si trovi in

ambiente chiuso o aperto. In un ambiente chiuso e ristretto si procederà con il metodo a zone

il quale prevede che la scena venga suddivisa in quadranti; solitamente è il protocollo

operativo indicato per la ricerca in palazzi o capannoni. Nel caso di ambienti ampi e aperti

si potrà decidere se procedere secondo linee rette - il metodo prevede che più agenti si

dispongano in fila e camminino in linea retta nella stessa direzione attraverso la scena del

crimine oppure si utilizza il metodo a raggi (cosiddetto wheel method) il gruppo di ricerca

si riunisce al centro e si procede a una ricerca dall’interno verso l’esterno; o ancora procedere

in senso circolare, partendo dal centro di un’area, per poi proseguire secondo cerchi

concentrici fino a coprire l’intera area 23 .

Anche la fase della documentazione riveste un ruolo importante, in primo luogo poiché

permette di riprodurre in modo statico e duraturo nel tempo le caratteristiche dello stato dei

luoghi e delle cose, secondariamente poiché si procede a registrare le varie fasi dinamiche

delle operazioni svolte a dimostrazione concreta delle procedure applicate e delle relative

24

modalità di svolgimento . La documentazione può essere realizzata con attrezzatura 3D

(laser scanner), con fotografie e video o con rilievi planimetrici. I rilievi fotografici sono

imprescindibili essi riproducono quanto già osservato e descritto, sono un grande ausilio

nella ricognizione dei luoghi e addirittura superano la prova testimoniale, il cui ricordo non

sempre offre le medesime garanzie. In casi particolari, come calamità naturali o attentati, in

cui i normali rilievi fotografici risultano difficili, si usa la tecnica della rilevazione

fotogrammetrica, per mezzo della quale è possibile ricavare da una fotografia di prospettiva,

le esatte dimensioni di un oggetto reale, consente di creare grafici, planimetrie e disegni

l’opera dei tecnici addetti al sopralluogo 25

tridimensionali, agevolando in questo modo .

La documentazione fotografica della scena del crimine è di norma preceduta dal disegno

planimetrico in scala del luogo dell’evento, con la misurazione di distanze e di angoli.

L’operatore addetto effettua tutte le misurazioni del caso e realizza sul posto un semplice

schizzo, che verrà successivamente elaborato in laboratorio per creare una planimetria

dettagliata, grazie alla quale si otterrà il “quadro” d'insieme della scena del crimine 26 .

Recentemente le riprese video stanno diventando sempre più protagoniste di questa fase, in

quanto considerate come un mezzo pratico, veloce e capace di offrire vedute e prospettive

22 D. C , L. S , Il volo di Icaro delle investigazioni sulla scena del crimine, cit., p. 207.

URTOTTI ARAVO

23 D. T , Il sopralluogo giudiziario, cit., pp. 387-388.

ANCREDI

24 Ibidem.

25 F. D , Indagini sulla scena del crimine e acquisizione dei dati probatori, cit., p. 106.

ONATO

26 Ivi, p. 106. 11

diverse. Inoltre, una precisa videoregistrazione permette di documentare con rigore lo stato

dei luoghi, eliminando ogni causa di omissione o di confusione e documenta anche lo stesso

operato degli addetti ai lavori e le tecniche da essi utilizzate. L'operatore che esegue la video-

ripresa procede seguendo gli stessi protocolli operativi usati nell'osservazione e nella fase di

descrizione: ossia procedendo dal generale al particolare, da destra verso sinistra e dal basso

verso l'alto, con movimenti fluidi e continui, evitando interruzioni improvvise. Purtroppo

occorre rilevare che le riprese video non rientrano tra le attività rituali di sopralluogo e

27

pertanto non vengono sempre eseguite . 28

I risultati di queste operazioni confluiranno nella compilazione del verbale di sopralluogo

il quale permette di conservare un resoconto accurato della scena del crimine che consente

una revisione anche a distanza di tempo e anche da parte di coloro che non erano presenti

sul luogo dell’evento.

L’ultima fase consiste nella repertazione delle tracce che diverranno fonti di prova. Le

attività di prelievo e relativo repertamento sono fasi delicate per la facilità di inquinamento

e contaminazione dei reperti. È dunque essenziale porre in essere tutti gli accorgimenti

affinché i reperti non si danneggino, seguendo rigidi protocolli, che variano a seconda delle

tracce da repertare. È opportuno documentare fedelmente ogni passaggio del reperto, dal

momento del suo ritrovamento sulla scena del crimine, fino alla sua consegna in laboratorio

per le relative analisi. Anche in questa fase si segue uno schema preciso che prevede

l’annotazione: del numero del caso giudiziario con una breve descrizione di esso,

l’indicazione del soggetto che ha proceduto all’acquisizione del reperto, la data e il luogo di

acquisizione, la descrizione del reperto e delle attività compiute su di esso, l’indicazione

dell’operatore a cui è stato consegnato dopo il suo rinvenimento e dell’operatore

il reperto

al quale è stato restituito dopo le analisi e infine la sottoscrizione del documento da parte di

29

ogni operatore che ha interagito con il reperto . Questo metodo permette di fissare con

precisione l’iter che i reperti provenienti dalla scena del crimine hanno seguito, fotografando

tutti i passaggi della catena di custodia e assicurandone e attestandone la regolarità e la

veridicità, presupposti per ogni successiva utilizzazione 30 . Può risultare utile a tal fine

documentare mediante videoriprese questa operazione, in quanto si tratta di attività

31

modificativa dello stato di luoghi e cose .

27 Ivi, p. 108.

28 S. B A. G , Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto, cit., p. 35.

OZZI RASSI

29 Ivi, p. 108. L’esame della scena del crimine nella contesa processuale,

30 S. L , cit., p. 271.

ORUSSO

31 D. T , Il sopralluogo giudiziario, cit., p. 389.

ANCREDI 12

3. La best practice

L’inarrestabile progresso scientifico sta determinando lo spostamento del baricentro

32

processuale verso la fase delle indagini e questo genera la necessità di una

standardizzazione delle procedure.

Sulla scena del crimine spesso si rende necessario il ricorso a strumenti tecnico-scientifici e

per garantire la validità e l’affidabilità delle prove raccolte si devono rispettare delle linee

guida, c.d. Best Practices, redatte da organismi scientifici nazionali ed internazionali.

Le best practices possono essere definite come un complesso di tecniche e comportamenti,

non necessariamente codificati, a cui attenersi al fine di assicurare uno standard minimo di

impongono l’adozione di cautele e procedure collaudate, il cui

qualità e accuratezza. Esse

rispetto garantisce la correttezza del metodo ed evita che vengano commessi errori durante

la fase investigativa, come ad esempio la contaminazione dei reperti o la produzione di un

33

risultato falsato .

Dettagli
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116 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/16 Diritto processuale penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofiagiacalone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Procedura penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Gialuz Mitja.