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LA DISTRIBUZIONE QUANTITATIVA DEL REDDITO E L’ANALISI DELLA

POVERTÀ

A. Distribuzione del reddito

B. Analisi statistica della distribuzione della ricchezza

C. Diseguaglianza distributiva

D. Pareto e disuguaglianza

E. Scale di equivalenza

F. Povertà e misure statistiche di povertà

A. Distribuzione del reddito

La distribuzione del reddito va vista sotto due diversi aspetti:

− L’aspetto quantitativo

− L’aspetto funzionale

La distribuzione funzionale è il procedimento per cui il reddito nazionale si

ripartisce in salari, profitti, rendite ed interessi; questi sono le remunerazioni

dei fattori produttivi, lavoro, organizzazione dell'impresa, natura, capitali.

La distribuzione quantitativa è intesa come:

− distribuzione dei redditi percepiti dalle famiglie o dagli individui, per

classi di ammontare

− misura della sua disuguaglianza.

Quando parliamo di distribuzione dei redditi dovremmo cercare di capire da

quali elementi è influenzata, se le cause sono diverse da paese a paese e se ci

sono paesi in cui le differenze nella distribuzione sono maggiori rispetto agli

altri.

In linea generale, la ripartizione della ricchezza può dipendere da diversi

fattori:

− la natura degli uomini di cui è composta la società: in questo caso,

la distribuzione della ricchezza, e dunque la disuguaglianza, dovrebbe risultare

relativamente stabile tra Paesi, epoche, organizzazioni economiche diverse;

− l'organizzazione della società: in questo caso, le variazioni

dovrebbero seguire i cambiamenti economici, politici e sociali della società

stessa;

− il caso, cioè il complesso di cause ignote che agiscono ora in un senso

ora in un altro: in questo caso la ripartizione della ricchezza varia in modo

considerevole ed irregolare.

Quando, invece, parliamo di diseguaglianza intendiamo la differenza di

benessere che deriva da un livello di reddito diverso; se esiste una differenza

nei redditi il consumo è diverso ma sono diversi anche l’accesso all’assistenza

sanitaria, l’accesso all’istruzione e diverse sono anche le aspettative di vita.

Un altro aspetto della distribuzione quantitativa del reddito è quello che

riguarda le condizioni di vita degli individui appartenenti agli strati meno agiati

della popolazione.

Da un punto di vista statistico per effettuare un’analisi della povertà

dobbiamo:

− Formulare una definizione di povertà

− Definire gli strumenti per misurare la povertà

Dalle teorie sulla povertà che si sono sviluppate, ricaviamo numerose

definizioni che si possono ricondurre a due filoni principali:

− Povertà assoluta intesa come Privazione Assoluta

− Povertà relativa intesa come Privazione Relativa

Se parliamo di povertà assoluta, si definisce povero l’individuo che non

dispone delle risorse economiche necessarie per il soddisfacimento dei suoi

bisogni primari

Se parliamo di povertà relativa si definisce povero l’individuo che non riesce

a raggiungere il tenore di vita prevalente della società cui appartiene

Per un’analisi statistica della povertà è inoltre opportuno stabilire se:

− utilizzare un unico indicatore (parliamo di analisi unidimensionale)

− utilizzare un insieme di indicatori (parliamo di analisi multidimensionale).

In ogni caso occorre prima identificare i poveri e poi aggregare i dati che si

hanno a disposizione, per ottenere un indice sintetico della povertà. In sintesi

dobbiamo:

− fissare una soglia di povertà per una famiglia tipo al fine di suddividere

la popolazione in due sottopopolazioni: poveri e non poveri (cioè i due

opposti)

− stimare una scala di equivalenza che tenga conto della diversa

composizione delle famiglie

− calcolare degli indici sintetici attraverso un’aggregazione dei dati

statistici disponibili

La soglia di povertà si può definire attraversi vari criteri:

Secondo il criterio assoluto di povertà, si considera povera

una famiglia che non dispone di risorse economiche

Criteri Assoluti: sufficienti ad assicurare la disponibilità di un dato paniere di

beni e servizi, ritenuto necessario per la sussistenza

I criteri quasi assoluti considerano un paniere di beni limitato

Criteri Quasi ai beni di prima necessità (in genere beni alimentari e servizi

Assoluti: per l'abitazione, basic needs) e quindi si ottiene la linea di

povertà

I criteri quasi relativi fissano a linea di povertà dal confronto

con il tenore di vita medio del Paese. L’International Standard

Criteri Quasi of Poverty Line definisce povera una famiglia di due

Relativi componenti che ha un reddito familiare inferiore, o al più

uguale, al reddito medio pro-capite.

Secondo i criteri puramente relativi si assumono come soglia

di povertà un dato quantile della distribuzione dei redditi

Criteri Puramente (solitamente si adotta il secondo decile). È evidente che in

Relativi: questo modo risulterà povera sempre la stessa percentuale di

famiglie (il 20%).

B. Analisi statistica della distribuzione della ricchezza

L’analisi della distribuzione quantitativa dei redditi è di fondamentale

importanza, da diversi punti di vista:

− Dal punto di vista economico, perché non si può trascurare il legame

che esiste tra reddito, produzione, il consumo e il risparmio…

− Dal punto di vista sociale perché valutiamo il tenore di vita delle

famiglie e stimiamo la diffusione della povertà

Dal punto di vista fiscale per non trascurare il carico fiscale e gli effetti

redistributivi o distorsivi delle imposte. Per quanto riguarda gli effetti distorsivi

non possiamo trascurare il fatto che le imposte riducono il reddito e provocano

nel consumatore un “effetto di sostituzione” perché i consumatori preferiscono

beni non tassati rispetto a quelli tassati e quindi aumenta la domanda dei beni

non tassati. Gli effetti redistributivi, invece, si riferiscono alla politica attuata

dallo stato per sostenere le categorie più svantaggiate

Per una corretta impostazione dell'analisi statistica della distribuzione della

ricchezza, dobbiamo chiarire alcune definizioni:

− Cosa si intende per ricchezza

− A quale soggetto far corrispondere l'unità economico-statistica di

riferimento

Inoltre, caratteri che vengono solitamente impiegati per misurare la

condizione economica di un soggetto sono:

Il reddito (dato di flusso)

Il patrimonio (dato di stock)

Le unità economico-statistiche a cui generalmente ci si riferisce sono:

L’individuo e la famiglia

− Il reddito rappresenta un'entrata che viene ripartita tra consumi e

risparmi; i risparmi arricchiscono il patrimonio.

Secondo J. Hicks (premio Nobel per l'economia -1972) il reddito di una persona

o di una famiglia, in un dato intervallo di tempo, corrisponde al valore di quello

che la persona (o la famiglia) può consumare, rimanendo al termine

dell'intervallo tanto ricca quanto lo era all'inizio.

Facciamo la distinzione fra: Reddito individuale e reddito familiare

Il reddito individuale rappresenta la misura dei guadagni che il singolo

individuo riesce a conseguire attraverso la propria attività economica.

Attraverso i redditi individuali è possibile analizzare la distribuzione dei

rendimenti dell'attività produttiva dei singoli e metterla in relazione con altri

caratteri individuali quali età, sesso, grado di istruzione, condizione

professionale, etc.

Il reddito familiare rappresenta il volume di mezzi di cui l'unità economica

"famiglia" dispone per il soddisfacimento dei bisogni di tutti i suoi componenti.

Il livello e la distribuzione del reddito familiare consente di evidenziare le

condizioni economico-sociali di una popolazione, il livello del tenore di vita e la

diffusione del benessere nei vari gruppi sociali.

− Il patrimonio corrisponde allo stock delle attività finanziarie posseduto

in un dato istante temporale, al netto delle passività (a breve e lungo

termine).

Le attività finanziarie possono essere: depositi, titoli, crediti; le attività reali

sono beni immobili e mobili. Le passività lungo termine sono ad es. i mutui, a

breve termine sono ad es. i debiti per acquisti di beni di consumo.

I dati sulla distribuzione dei redditi delle famiglie sono forniti dall’ISTAT. L’ISTAT

dal 2004 conduce anche l’indagine su “Reddito e condizioni di vita” sulla base

del regolamento dell’UE. La Banca d’Italia pubblica anche la distribuzione tra

singoli individui.

I dati dell’ISTAT vengono pubblicati secondo:

− la condizione professionale ed il sesso del capofamiglia

− l'ampiezza del nucleo familiare

− la ripartizione geografica e la regione di residenza

− il tipo di comune

− il grado di istruzione del capofamiglia

− il n° di occupati ed il n° di percettori di reddito per famiglia

− il mezzo prevalente di sostentamento

− il titolo di godimento dell'abitazione

Lo studio statistico dei redditi familiari e personali si rappresenta con tabelle e

grafici delle distribuzioni delle unità statistiche per classi di ammontare del

reddito, cioè attraverso lo schema di frequenza.

Questo può essere trasformato in altri schemi:

− Schema di ripartizione (crescente o decrescente)

− Schema di concentrazione (o di Lorenz)

Lo schema di frequenza è utile per studiare la forma della distribuzione e per

ricavare indicazioni sulla eventuale scelta di una funzione che la descriva e la

spieghi. Solitamente l'andamento della distribuzione di frequenza è unimodale

e asimmetrico a sinistra.

Lo schema di ripartizione è utile soprattutto nei casi in cui interessa

conoscere il numero di famiglie (o di persone) con reddito inferiore (o

superiore) ad un dato livello di reddito. La sua rappresentazione tabellare si

ottiene ordinando le unità statistiche per valori crescenti dei redditi e, in

termini grafici, riportando in ascissa i valori di reddito e in ordinata le frequenze

cumulate dei percettori.

Lo schema di concentrazione consente di rappresentare graficamente la

quota di reddito totale percepita da una porzione (frazione cumulata) di

popolazione (redditieri) ordinata per livelli non decrescenti di reddito. La curva

di Lorenz è la relazione che lega ciascuna quota cumulata dei redditieri con la

corrispondente quota del reddito totale posseduta dai redditieri (vedi corso di

statistica). Solitamente viene calcolato anche l’indice di Gini.

Un altro

Dettagli
A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/03 Statistica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessiaditurillo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Statistica economica 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Cuffaro Miranda.