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SCOLASTICA”.
Concretamente la FIGC ha adottato dei provvedimenti, non privi di critiche da
153
parte degli operatori , che possono essere degli input per spingere le Società a
curare il settore giovanile, infatti è previsto che nelle prossime liste di 25
calciatori delle rose di serie A saranno necessari dei requisiti particolari. Quattro
calciatori dovranno vantare almeno un triennio nelle giovanili della Società in
questione tra i 16 e i 21 anni, mentre ad altri quattro viene richiesta una militanza
triennale in una qualsiasi Società italiana entro i 21 anni. Dopo qualche concetto
nozionistico sarà interessate analizzare esempi concreti di gestione.
Nel calcio ormai si sta facendo sempre più necessario, il dover agire avendo dei
chiari indirizzi programmatici sui quali costruire le Società di settore giovanile.
Non si può proseguire, senza obiettivi e dei mezzi idonei per realizzarlo.
Programmare vuol dire progettare una strada da percorrere: le tappe intermedie, i
152 FIGC, sez.SGS “chi siamo” figc.it
153 Marotta: "Club impreparati, Juve penalizzata" intervista Gazzetta dello Sport, 31/05/2016,
intervistatore Carlo Laudisa 114
mezzi da utilizzare, gli strumenti per verificare la qualità e la quantità del percorso
effettuato. Pertanto il settore giovanile deve muoversi sulle orme di un percorso
già designato da professionisti del settore. Ovviamente gli obiettivi prefissati
devono essere idonei ed appropriati ai mezzi a disposizione e al contesto in cui si
cala. Tra l’altro è importante che il settore giovanile sia autonomo (tecnicamente
ed economicamente) ma che non sia avulso dal contesto della squadra maggiore.
Un settore giovanile correttamente gestito passa per tre fasi:
- Pianificazione delle risorse strutturali da organizzare in virtù degli iscritti
- Programmazione, che consiste in una riunione tecnica degli “insegnanti”
nel mese di settembre che dovranno produrre un documento in cui siano
indicate in linea di massima per ogni squadra dello specifico indirizzo:
a. Le scelte educative-formative, gli obiettivi generali e specifici.
b. La suddivisione del programma in moduli con l'indicazione dei
contenuti e la suddivisione in unità didattiche.
- Definizione obiettivi, tra i più importanti abbiamo:
- favorire lo sviluppo del calcio giovanile al suo interno;
- stabilire la metodologia per la formazione degli allenatori;
- favorire lo scambio di esperienze e di conoscenze tra gli allenatori;
- stabilire una didattica e una metodologia di lavoro, che accomuni tutto il
154
settore giovanile.
154 Un modello di settore giovanile, prof. E.Toti e il suo staff(a cura di), calciatori.com 115
Sebbene la FIGC si sia resa conto dell’importanza del settore giovanile, molte
Società sono ancora in fase di adeguamento, escluse alcune eccezioni (che fanno
un lavoro valido di programmazione, ottenendo degli ottimi risultati) : la
situazione media è quasi raccapricciante, addirittura un top club come il Napoli ha
una struttura scadente dotata di un solo campo, per tutte le squadre giovanili.
Non ci sono segreti particolari per gestire un settore giovanile ad alto livello, il
miglior esempio ci giunge dall’Anderlecht, non a caso tra i migliori al mondo, che
destina ogni anno 8-10% del fatturato al suo settore giovanile, con la conseguenza
155
che ogni anno può vantare giovani talenti contesi tra i più grandi club d’Europa .
Come indicato nelle righe precedenti anche in Italia esistono esempi da seguire, su
156
tutti indubbiamente il modello ATALANTA. La Società bergamasca per circa
venticinque anni si è affidata alle sapienti mani di Mino Favini, considerato tra i
migliori scouting al mondo e profondo conoscitore di calcio giovanile. Anche in
questo caso c’è da evidenziare un dato, l’Atalanta nonostante un fatturato
modesto, destina stabilmente circa il 4 milioni da investire nel settore giovanile.
Probabilmente in questo contesto i numeri permettono di cogliere delle
informazioni che semplici parole non riuscirebbero a dare.
La Società bergamasca ha raccolto plusvalenze per circa 70 milioni di euro in 6
155 “
Bianchin-Calabresi-D'Angelo Settori giovanili, in Italia strutture da incubo: a Napoli 7 squadre su
un campo” 3 marzo 2016, Gazzetta dello Sport
156 “Atalanta, fabbrica di talenti: è il miglior settore giovanile d’Italia, 24 gennaio 2014,
www.calcionews24.com 116
anni, con la cessione dei talenti prodotti dal suo settore giovanili, ma soffermarsi
sugli ultimi sei anni sarebbe riduttivo per l’eccezionale lavoro che l’Atalanta
svolge da oltre vent’anni. Da decenni infatti, la nazionale italiana è a tinte
bergamasche.
Nel settore giovanile atalantino quindi non viene forgiato solo il talento (che è una
dote innata) ma si innesca lo spirito del sacrificio e del lavoro nei ragazzi che alla
lunga pagherà sempre, come si evince dalle parole di Mino Favini “Il talento è
frutto di madre natura e di combinazioni genetiche particolari, tutto il resto è
invece frutto del lavoro. Non si gioca solamente coi talenti puri, il giocatore
medio serve sempre, e proprio sul giocatore medio si può incidere moltissimo col
157
lavoro.”
Ormai è evidente però che nonostante la maggior parte delle Società siano ancora
restie ad investire tempo e denaro sul settore giovanile, sempre più operatori
158
iniziano ad interessarsi al mondo giovanile.
In conclusione, quindi, in Italia c’è ancora molto da lavorare per lo sviluppo del
giovane calciatore (o del giovane atleta in generale), ma gli elementi ci sono.
157 M.Favini intervistato da P.G. Franzino, Un viaggio nel settore giovanile dell’Atalanta: i talenti
nerazzurri, 12 gennaio 2017, www.foxsports.it
158 In questo senso un progetto che merita attenzione è la “Giovane Italia”, una “squadra” di scout e
giornalisti sportivi, capitanati da Paolo Ghisoni che hanno pensato di raccogliere, in un libro, le schede
tecniche dei calciatori under 19 ritenuti più talentuosi. L’opera è frutto di un lavoro impegnativo in cui gli
autori “viaggiano” tra i settori giovanili italiani. Questo libro, ha ricevuto numerose critiche positive,
rappresenta uno strumento importante per tanti addetti ai lavori, ma anche un opera appassionante per tutti gli
appassionati di sport giovanili. 117
In Italia esiste la cultura dello sport e come si può evincere dalle pagine precedenti
gli amministratori delle Società, hanno esempi e input interessanti da poter seguire
affinché possano istituire dei settori giovanili d’avanguardia. La FIGC ha di
recente, con il Presidente Carlo Tavecchio fortemente voluto ed incentivato la
politica di ricerca e di formazione dei giovani tesserati che, unitamente ad
allenatori e preparatori sempre più qualificati, possano concorrere alla crescita del
calcio italiano come meglio si vedrà nel paragrafo successivo.
3.4.3 Uno strumento di gestione etica: il settore scouting
L’ osservatore calcistico è nato pressoché parallelamente alla nascita del calcio:
soltanto nell’ultimo decennio tale figura sta acquisendo il rilievo che merita (in
Italia che cede sempre il passo ai paesi del nord in quanto ad organizzazione).
Numerose organizzazioni private organizzano mini-corsi e giornate itineranti per
formare nuovi osservatori. La FIGC ha di recente , con la guida del Presidente
Tavecchio , ha affermato l’importanza di detto maggiore impegno, tanto da aver
istituito un corso federale ufficiale.
Anche in quest’ambito ci sono alcune attività c.d. speculatorie da parte di soggetti
non autorizzati e non idonei al raggiungimento reale di detta pratica. Infatti alcune
organizzazioni di recente diffusione propongono workshop, che troppo spesso
118
hanno come unico scopo quello di portare introiti agli organizzatori, se si
considera che non sono in grado di fornire competenze adeguate per svolgere la
professione di osservatore né tantomeno sono in grado di offrire opportunità
lavorative.
Appare palese che dove vi possono essere interessi economici pur di perseguirli
non si bada ad etica e morale. 159
Innanzitutto un osservatore di calcio può essere di due tipi : talent scout (che
scopre i nuovi talenti) e il match analyst (osservatore di tattiche ), la differenza,
sebbene potrebbe non sembrare così, è molto marcata, cambia infatti il punto
prospettico con cui si osserva una partita.
Un talent scout osserva il calciatore, cercando di delinearne pregi e difetti, mentre
un match analyst cerca di mettere “ a nudo” la tattica di una determinata squadra,
cercando di evidenziarne i segreti. Per quanto descritto, cambiano anche i soggetti
con cui si va ad interloquire. Un talent scout potrà collaborare con un agente dei
calciatori (procuratore sportivo) o per un settore scouting di un club, un match
analyst collaborerà a stretto contatto con l’allenatore e i suoi collaboratori.
In questa sede ci soffermeremo soltanto sul talent scout che collabora con una
Società sportiva, ma la premessa era doverosa per capire cosa si intende per
osservatore di calcio.
Lo sviluppo e la capillarità di una rete scouting, dipende dalla Società, ma sta
159Avv. Ag. J.C. Cataliotti, intervista, 17 gennaio 2014, calciomercato.com 119
diventando ormai un elemento imprescindibile delle squadre vincenti.
Notare, infatti, un calciatore quando ormai è adulto e mostra tutte le sue capacità è
facile, ma anche costoso, il ruolo di un talent scout è proprio quello di individuare
i migliori talenti prima che il loro costo “lieviti”.
Un buon settore scouting quindi è uno strumento in grado di allestire squadre
vincenti a costi più bassi. Infatti la remunerazione di un talent scout è
infinitamente più bassa rispetto alle riduzioni di costo che portano Società per
allestire una rosa competitiva.
Tanto è più grande il club, tanto più è estesa la rete, le Società delle serie maggiori
infatti sono in grado di raggiungere quasi tutte le parti del mondo. Ovviamente il
ruolo dello scout internazionale è molto complesso, bisogna essere profondi
conoscitori di calcio, ma avere anche conoscenze anatomiche, studiare il contesto
che si andrà ad osservare e soprattutto conoscere le normative in tema di
funzionamento e trasferimento dei campionati stranieri e non ultimo conoscere
lingue straniere per approcciarsi ai dirigenti e alle famiglie.
Ancora una volta si vuole prendere in esame il miglior esempio che c’è in Italia:
L’UDINESE, che ha un settore scouting tra i più invidiati d’Europa. Secon