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1.2.6 PROBLEMI DERIVATI DA ERRORI DI GESTIONE E FATTORI AMBIENTALI 11
1.3 FARINE DI INSETTO 14
1.3.1 MOSCA SOLDATO 16
1.3.2 TARMA DELLA FARINA 17
1.3.3. BACO DA SETA 18
1.3.4 GRILLI 18
1.3.5 MOSCA COMUNE 19
1.4 CENNI DI FISIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE DELLA TROTA 22
2. MATERIALI E METODI 23
2.1 TIROCINIO PRESSO IL LABORATORIO DI ITTIOPATOLOGIA 23
2.1.1 IDENTIFICAZIONE BATTERICA 27
2.1.2 PREPARAZIONE CAMPIONI PER ESAMI VIROLOGICI 28
2.1.3 DIAGNOSI DI TUBERCOLOSI O MICOBATTERIOSI ITTICA 28
2.1.4 BIOMETRIE SULLE OSTRICHE 29
2.1.5 NECROSCOPIE 29
2.1.6 USCITE PRESSO ALLEVAMENTI 30
2.1.7 RICERCA ANISAKIS 31
2.2 PROVA DI DIGERIBILITÀ 31
2.2.1 SPERIMENTAZIONE 34
2.2.2 ANALISI DI LABORATORIO: DETERMINAZIONE DELLA DIGERIBILITA' 39
3. CONCLUSIONI E RISULTATI 39
3.1 RISULTATI DELLA PROVA DI DIGERIBILITA' 42
3.2 RISULTATI DEL PERIODO SVOLTO PRESSO L'ISTITUTO ZOOPROFILATTICO 43
3.3 CONCLUSIONI 44
4. BIBLIOGRAFIA 1. INTRODUZIONE
1.1 STATO ATTUALE DELL'ACQUACOLTURA
Il termine “acquacoltura” fa riferimento ai vari metodi di allevamento e di produzione di
organismi acquatici quali pesci, crostacei, molluschi ed anche alghe in maniera controllata,
in ambienti creati artificialmente dall'uomo.
L'acquacoltura trova le sue origini in Asia, in Europa centrale e nell'antico Egitto. In Egitto
è stato ritrovato un bassorilievo, risalente al 2500 a.C., raffigurante un uomo intento a
raccogliere delle tilapie da uno stagno. Il primo testo che dimostra l'esistenza
dell'acquacoltura in Cina è stato scritto da Fan Lei intorno al 500 a.C. e tratta
dell'allevamento della carpa comune (Cyprinus originaria della Cina e diffusasi poi
carpio),
in altre aree dell'Asia e successivamente in Europa durante il Medioevo. Anche durante
l'epoca Romana si è sviluppata l'acquacoltura, infatti esistono testimonianze riguardanti
l'allevamento delle anguille. La troticoltura, invece, trova le sue origini in Francia ed ebbe
un maggior sviluppo quando, nel XIV secolo, Don Pinchot ideò la pratica della
riproduzione artificiale. Negli ultimi cinquant'anni la produzione ed il consumo di prodotti
ittici sono cresciuti in maniera costante e considerevole in tutto il mondo, come
dimostrato dalle statistiche della FAO. L'aumento della popolazione mondiale ed una
diffusione del benessere sociale, hanno comportato un aumento del consumo annuale
pro capite dai 9,9 kg degli anni Sessanta ai 19,2 kg del 2012. Il consumo di prodotti ittici
non è omogeneo e le differenze sono dovute alla disponibilità dell'alimento, dal suo costo,
e dal reddito della popolazione. La produzione ittica mondiale è aumentata del 6,2%
all'anno nel periodo 2000-2012, raggiungendo le 158 milioni di tonnellate (FAO, 2014),
quasi 10 milioni di tonnellate in più rispetto al 2010. Nel 2011 la pesca ha raggiunto le 9.7
milioni di tonnellate, il secondo picco più alto dal 1996. 1
Per quel che riguarda l'allevamento, a livello mondiale, il settore ittico marino ha
raggiunto le 22.3 milioni di tonnellate nel 2010 e 24.7 milioni di tonnellate nel 2012,
mentre il settore dulciacquicolo quasi 42 milioni di tonnellate nello stesso anno. Secondo i
censimenti eseguiti dalla FAO, nel 2012 erano allevate ben 354 specie, contro le 310
specie allevate nel 2008. La maggior parte dei prodotti ittici è destinata al consumo
umano diretto ed è aumentata dal 71% degli anni Ottanta ad oltre l'86% del 2012, mentre
il rimanente 14% è destinato ad usi non alimentari, soprattutto alla produzione di farine
ed oli di pesce destinati all'uso zootecnico. Si stima che la percentuale di farina di pesce
utilizzata nei mangimi sia aumentata considerevolmente, dal 10% negli anni Ottanta a
circa il 45% nel 2012 (Barroso et al., 2014). L'Oceano Pacifico è il mare che presenta lo
sfruttamento maggiore per la pesca di pesce azzurro da cui si estrae la farina di pesce,
seguito dall'Oceano Atlantico, mentre il Mediterraneo ha mantenuto un livello
complessivamente stabile negli ultimi anni. La famiglia di pesci più pescata è quella delle
acciughe (Engraulidae), in particolare diffusa nell'Oceano Pacifico e
Engraulis ringens,
sono utilizzate soprattutto per la produzione di farina di pesce.
Nel panorama mondiale delle produzioni ittiche includendo la pesca e l'acquacoltura, i
Paesi in via di sviluppo sono i maggiori produttori. L'Asia domina le produzioni
dell'acquacoltura mondiale (88%), ed in particolare la Cina con un aumento del 5,5% dal
2
2000 al 2012; anche Africa e Sud America hanno aumentato considerevolmente le loro
produzioni. L'acquacoltura in Europa e Nord America è cresciuta prevalentemente tra il
1980-1990, ma attualmente si trova in una situazione stazionaria, dovuta probabilmente
all'elevata importazione di pesce da paesi in cui la produzione presenta costi inferiori.
Le proteine del pesce sono una fonte nutrizionale cruciale, soprattutto per le fasce più
povere della popolazione nei Paesi in via di sviluppo, infatti 150 g di pesce rappresentano
il 50-60% del fabbisogno proteico giornaliero di un uomo adulto e per questo motivo
l'acquacoltura svolge un ruolo fondamentale per le popolazioni che vivono in povertà ed
in aree rurali asiatiche. Il consumo di pesce apporta inoltre nutrienti essenziali per
l'organismo, quali acidi grassi polinsaturi (ω3), vitamine e minerali. 3
1.2 ITTIOPATOLOGIA
Il primo trattato sull'ittiopatologia è stato scritto da Bruno Hofer pubblicato nel 1904 in
Germania. Lo studio e la conoscenza dell'ittiopatologia sono fondamentali per la
risoluzione dei problemi sanitari relativi alle specie ittiche più importanti dal punto di vista
economico: i pesci d'allevamento d'acqua dolce e marina, quelli destinati alla pesca
sportiva e quelli ornamentali. Le patologie possono essere causate da virus, batteri, funghi
e parassiti, ma anche da errori di alimentazione e di gestione.
1.2.1 PATOLOGIE TRASMESSE DA VIRUS
La Setticemia Emorragica Virale (SEV) è trasmessa da virus del genere Novirhabdovirus,
della famiglia dei Rhabdoviridae. Ne esistono quattro genotipi, che colpiscono sia pesci
d'acqua dolce che marina. E' diffusa in Europa, Giappone, Korea e Nord America e le
specie maggiormente a rischio di infezione comprendono membri degli ordini dei
Salmoniformi, Pleuronectiformi e Gadiformi. Alcune specie, in particolare quelle marine,
possono presentare una forma subclinica mentre altre, soprattutto la trota iridea
(Oncorhynchus sono molto suscettibili, con gravi manifestazioni patologiche e
mykiss),
elevata mortalità. Questo virus è molto resistente nell'ambiente e può rimanere per
lunghi periodi negli ambienti contaminati, in particolare nelle vasche vuote e non
opportunamente disinfettate. La temperatura ottimale per lo sviluppo dell'infezione va
dai 9 ai 12°C . I soggetti infetti manifestano anoressia ed un comportamento letargico od
iperattivo, anche il nuoto può essere anormale. Esteriormente il colore risulta più scuro
del normale, con branchie anemiche e petecchie emorragiche (Figura 1).
Per la diagnosi in laboratorio, gli organi target per l'isolamento del virus sono il fegato, la
milza, il rene, il cervello ed il liquido ovarico. Sfortunatamente non esiste in commercio un
vaccino contro questa patologia. 4
Figura 1: Setticemia emorragica virale in
trota iridea (http://library.enaca.org)
La Necrosi Ematopoietica Infettiva (NEI) è un'affezione virale che colpisce i Salmonidi. E'
diffusa da un virus del genere della famiglia dei Rhabdoviridae. Presenta
Novirhabdovirus
tre genotipi (U, L e M) strettamente correlati con le aree geografiche. Il ceppo presente in
Europa appartiene al genotipo M. Questo virus provoca un'elevata mortalità, soprattutto
nei soggetti più giovani, nei primi due mesi di vita. Le specie maggiormente colpite sono la
trota iridea, la trota fario (Salmo ed il salmone atlantico (Salmo I soggetti
trutta) salar).
colpiti manifestano esoftalmo, distensione addominale ed ipermelanosi. Anche l'attività
motoria risulta essere anormale e, ad un esame esterno, sono visibili petecchie
emorragiche a livello, soprattutto, delle pinne pettorali e della bocca. All'esame anatomo-
patologico il fegato, il rene, la milza ed il cuore risultano molto pallidi, con necrosi focale o
diffusa. Gli organi che devono essere prelevati per l'esame virologico sono la milza, il rene
e l'encefalo ed il liquido ovarico.
L'encefalo retinopatia virale è trasmessa da un virus ad RNA del genere Betanodavirus,
famiglia Presenta 5 genotipi tutti presenti nel Mediterraneo. Questo virus è
Nodaviridae.
in grado di infettare un gran numero di specie ittiche, prevalentemente pesci marini ma
anche pesci d'acqua dolce. Le specie marine più colpite sono: branzino (Dicentrarchus
orata (Sparus sogliola (Solea cernia (Epinephelus e tra i
labrax), aurata), solea), quaza)
pesci d'acqua dolce l'anguilla (Anguilla la tilapia (Tilapia sp.) il persico spigola
anguilla),
(Morone sp.) e lo storione (Acipenser All'esame anatomopatologico l'encefalo
sturio).
risulta congesto con vacuolizzazione delle cellule del Sistema Nervoso Centrale e della
retina, nonché timpanismo (presenza costante di gas) della vescica natatoria. E' un virus
molto resistente nell'ambiente e sopravvive bene a temperature che vanno dai 20 ai 30°C.
5
I fattori che predispongono i soggetti alla patologia sono la temperatura e l'eventuale
stress dovuto alle condizioni di allevamento.
1.2.2 PATOLOGIE TRASMESSE DA BATTERI
La Foruncolosi è una patologia portata da un batterio Gram negativo appartenente al
genere Aeromonas, l'A. E' una patologia diffusa praticamente in tutto il
salmonicida.
mondo e le specie più sensibili appartengono all'ordine dei Salmonidi, soprattutto il
salmerino (Salvelinus e la trota fario, ma anche la trota iridea. La
fontinalis)
manifestazione patologica più evidente è la comparsa di tumefazioni globose su tutto il
corpo (Figura 2) che, rompendosi, possono dare origine ad ulcere. La milza risulta gonfia, il
rene gravemente lesionato ed il fegato può essere pallido e presentare petecchie
emorragiche. Figura 2: Trota fario affetta da foruncolosi
(http://www.odec.ca)
La tubercolosi o micobatteriosi è una patologia provocata da una vasta gamma di batteri
del genere Mycobacter, quali ecc. Questi batteri si
Micobacterium abscessus, M. marinum
trovano in acque dolci, salate e salmastre e la patologia si riscontra in allevamento come
nei selvatici. I soggetti colpiti manifestano cachessia, colorazione anomala (più scura),
alterazioni oculari (occhi infossati o protuberanti), anemia, perdita delle squame,
t