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Estratto del documento

FIGURA CALA

Ripreso da: Geriatric depression scale (GDS): Recent evidence and development of a shorter version, in Clinical Gerontology: A Guide to Assessment and Intervention, edited by TL Brink. Binghamton, NY, Haworth Press, 1986, pp. 165-173.

1.8.2 MMSE

La scala MMSE ovvero Mini-Mental state examination, è la tipologia di scala più utilizzata grazie alla sua breve durata (circa 10 minuti) e la sua buona riproducibilità. Essa presenta 11 item suddivisi in 5 sezioni dove il punteggio finale varia da 0 a 30. La soglia viene rappresentata da un punteggio di 24, è importante sottolineare che il limite varia in base alla scolarità ed età del soggetto.

Ripreso da: Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (2014).

1.8.3 CDR

Per poter completare questa scala è necessario che un familiare o un operatore che conosca l'individuo partecipi al completamento di tale scala. Ogni ambito di questa scala deve

essere valutato in modo indipendente rispetto agli altri. La categoria primaria di questa scala è la memoria, tutte le altre categorie vengono considerate secondarie. Se 3 categorie secondarie hanno un punteggio > o < della memoria, il punteggio della CDR corrisponderà a quello ottenuto nella maggior parte delle categorie secondarie, viceversa se le 3 categorie secondarie hanno lo stesso punteggio della memoria, il CDR sarà uguale al punteggio ottenuto in quest'ultima categoria. Nel caso in cui due categorie secondarie siano > 2 < alla memoria, il valore della scala corrisponderà a quello della memoria (Morris, J. 1993).

La scala ha subito un ampliamento, sono stati inseriti gli item di:

  1. A) Comportamento e personalità & Linguaggio all'item dei pz con demenza frontotemporale
  2. B) Stadi più avanzati della demenza (Hayman et al, 1987)
  3. C) Stadio 4 e Stadio 5 22F 7: S CDRIGURA CALA

Ripreso da: Morris, J.C. The Clinical Dementia Rating (CDR)

current version and scoring rules. Neurology.1993; 43:2412–4

231.8.4 QUALID

La scala QUALID, ovvero Quality of Life in Dementia Scale è una scala formata da 11 item, dove ogni item ha una risposta che va da 1 a 5 punti. Il punteggio finale va da 11 a 55, dove i punteggi più bassi di 11 indicano un livello di qualità di vita ottimale. (Resnick B, Galik E., et al. 2018)

24F 8: S QUALIDIGURA CALA

Ripreso da: Journal of the American Medical Directors Association 1(3):114-6, November (1999).

1.9 Trattamento farmacologico

Come riportato in precedenza, non vi è alcuna cura per alcun tipo di demenza, vi sono però diverse cure farmacologiche per gestire temporaneamente i sintomi, l'azione di questi farmaci è correlata alla presenza di acetilcolina nel cervello. L'acetilcolina è un neurotrasmettitore necessario per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose ed il cervello. Nelle demenze si va ad avere un impoverimento di

Questo neurotrasmettitore, ad esempio: i deficit cognitivi e mnemonici che si osservano nella malattia di Alzheimer sono risultati associati alla perdita di neuroni colinergici nella corteccia; circostanza associata a una attività ACh subnormale che ha suggerito di minimizzare la degradazione dell'acetilcolina (ACh) dovuta al suo enzima acetilcolinesterasi (AChE). Per questa ragione le demenze sono spesso trattate con la famiglia dei farmaci inibitori dell'acetil-colinesterasi come: rivastigmina, galantamina e donepezil, i quali vengono utilizzati nei pazienti con stadio di demenza lieve-moderato. Altrimenti si utilizza la memantina, la quale agisce sull'attività del glutammato, un messaggero chimico che è coinvolto nelle funzioni di apprendimento e memoria. Questo farmaco necessità di monitorizzazione per verificare la sua risposta clinica:

  1. Si verifica a distanza di 1 mese per la valutazione degli effetti collaterali ed aggiustamento del piano terapeutico.
dopo 3 mesi per valutare la tollerabilità e la risposta dell'individuo, dove il paziente verrà nuovamente valutato con la scala MMSE. 3. Successivamente si continuerà a valutare ogni 25Come tutti i farmaci, essi comportano degli effetti collaterali, gli inibitori delle acetilcolinesterasi riportano casi di nausea e diarrea. Per il trattamento dei sintomi di decadimento cognitivo in Italia vengono utilizzati anche i farmaci antipsicotici, di questa famiglia quelli maggiormente indicati per il trattamento della demenza sono: l'aloperidolo, zuclopentixolo e la clozapina. Viene raccomandata la prescrizione di farmaci antipsicotici ai pazienti affetti da demenza solo se: sono a rischio di danneggiare sé stessi o gli altri, oppure nei casi in cui sperimentino agitazione, allucinazioni o deliri. Diversi recenti studi hanno osservato che: - è utile l'utilizzo di donepezil o rivastigmina nei pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy di gravità dalieve a grave.
  • Considerare la galantamina solo per i pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy di gravità da lieve a moderata se il donepezil e la rivastigmina non sono tollerati.
  • Considerare la memantina per i pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy se gli inibitori della colinesterasi non sono tollerati o sono controindicati.
  • Considerare gli inibitori della colinesterasi o la memantina per i pazienti affetti da demenza vascolare solo se si sospetta una comorbidità con malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson o demenza a corpi di Lewy.
  • Non è raccomandata la somministrazione degli inibitori della colinesterasi o della memantina ai pazienti affetti da demenza frontotemporale.
  • Non utilizzare il valproato per trattare l'agitazione o l'aggressività nei pazienti affetti da demenza, tranne quando il farmaco è indicato per un'altra condizione (Vanacore, N. 2011).
Capitolo secondo: il trattamento non

farmacologico2.1 Caratteri generali

Come citato precedentemente, le terapie farmacologiche come ad esempio le terapie con farmaci antipsicotropi hanno una efficacia modesta per trattare le BPSD, tanto è che ormai le maggiori associazioni come l'american geriatric society considerano gli interventi non farmacologici come interventi di prima scelta, si escludono solo i casi in cui i pazienti abbiano comportamenti violenti o dannosi verso se stessi od altri. Si stima che uno o più sintomi di BPSD interessino fino al 90% dei pazienti con demenza, tale sindrome include un ampio spettro di comportamenti come una vocalizzazione distruttiva, irrequietezza, apatia e domande ripetitive (Radanovic et al. 2015). Essendo la demenza stessa una malattia progressiva, anche i sintomi del BPSD peggiorano nel tempo richiedendo così un maggiore costo nelle cure e nel supporto dell'individuo. Diversi studi hanno dimostrato che i trattamenti non farmacologici presentano un numero di

effetti collaterali assai inferiori, rendendoli così dei trattamenti sicuri oltre al fatto che, negli ultimi anni, in opposizione alla visione biomedica dominante che tende a trascurare l'esistenza del mondo interiore nella persona con demenza, i contributi che sottolineano le differenze individuali, le esperienze di vita che influenzano la reazione alla malattia e il suo decorso e la centralità dell'individuo come soggetto incarnato stanno crescendo (Pezzati et al., 2014). Inoltre, le terapie complementari contribuiscono a implementare e valorizzare l'assistenza infermieristica, ragione per la quale esse sono state praticate dagli infermieri. I pazienti si aspettano dai professionisti della salute di essere a conoscenza di tali terapie e più in particolare, gli infermieri necessitano di tali conoscenze per: valutare l'appropriatezza e la sicurezza delle terapie utilizzate, rispondere alle domande basilari riguardo all'uso di tecniche complementari.fareriferimento ai pazienti a fonti affidabili di informazioni, suggerire terapie che hanno27delle evidenze di benefici per determinate condizioni, fornire ai pazienti linee guidaper identificare i terapeuti competenti.(Rankin-Box, D. 2002), Tra i trattamenti non farmacologici che verranno trattati in questo elaborato troviamo: musico terapia, doll therapy, reminiscence therapy, aroma terapia ed animal assisted therapy.

2.1 Reminiscence therapy

La reminiscence therapy o terapia della reminescenza è una tipologia di terapia non farmacologica che viene effettuata generalmente in sessioni di gruppo una volta a settimana focalizzandosi sul libero richiamo di ricordi oppure sulla focalizzazione nel richiamare un particolare ricordo vissuto in passato tramite l'utilizzo di diversi strumenti, come: musica, film, fotografie od oggetti di famiglia. Questa metodologia sfrutta la naturale propensione dell'anziano ad evocare il proprio passato, nonostante il richiamo ai ricordi recenti possa

comunque rimanere difficile per gli individui affetti da demenza, i ricordi lontani di esperienze personali significative rimangono accessibili, incoraggiando i pazienti a parlare delle proprie esperienze passate facendosi che si riduca lo sforzo sulle abilità cognitive deteriorate ed incoraggiando le capacità conservate (Berg-Weger, M. 2017). La terapia dei ricordi ha grande efficacia soprattutto nel miglioramento dell'umore della persona perché riduce gli stati depressivi, nonostante ciò, l'efficacia sul miglioramento cognitivo rimane ancora dibattuta. Gli anziani con AD hanno spesso sintomi depressivi e l'incidenza complessiva di sintomi comportamentali e psicologici è compresa tra il 70% e il 90% in stadi specifici di AD. Pertanto, questo intervento ha un effetto positivo non solo sulla funzione cognitiva, ma anche sulle funzioni emotive per gli anziani con demenza. Inoltre, rispetto al trattamento farmacologico convenzionale, il trattamento con

Questa terapia non ha effetti collaterali gravi. I risultati suggeriscono che l'uso regolare di questa terapia dovrebbe essere considerato per l'inclusione come cura di routine (Hui-Chan et al. 2015). Altro aspetto importante di questa terapia è l'impatto che ha sulle capacità linguistiche dei pazienti affetti da decadimento cognitivo, dato che la terapia di reminiscenza utilizza un approccio verbale. Si è osservato che svolgendo la terapia in un breve periodo di tempo in gruppi chiusi essa si è dimostrata più efficace delle conversazioni quotidiane nel trattamento degli anziani con demenza (Yamagami T. et al 2007). La letteratura infermieristica afferma che la reminiscenza è un intervento indipendente dall'ambito infermieristico perché finora gli infermieri non hanno costruito una solida base di conoscenze su questa terapia (Side, B.I. 2009).

2.2 Doll therapy

L'uso della terapia della bambola per le

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
49 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nenenori di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica chirurgica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Floriani Elena.