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PAROLE CHIAVE:
- PICC;
- Cateteri venosi centrali;
- Complicanze;
- Impianto;
- Gestione.
Key words:
- PICC;
- Central venous catheters;
- Complications;
- Placement;
- Care.
STRINGHE DI RICERCA:
- Picc placament;
- Central venous catheters care;
- Picc complications. 5
RISULTATI OTTENUTI:
Tabella dei risultati: Tabella 2
BANCA DATI PAROLE CHIAVE E ARTICOLI ARTICOLI
LIMITI TROVATI SELEZIONATI
TEMPORALI
Pubmed PICC placement; 93 4
Consultato luglio Limite temporale: dal
2015 2010 ad oggi
Pubmed Central venous 1788 5
catheters
complications;
Consultato luglio Limite temporale: dal
2015 2010 ad oggi
Pubmed PICC complications; 154 3
Consultato luglio Limite temporale: dal
2015 2010 ad oggi
Cochrane Library Central venous 468 1
catheters care
Consultato agosto
2015 6
Linee guida consultate e selezionate:
1) O'Grady NP, Alexander M, Burns LA, et al. Guidelines for the prevention of
intravascular catheter-related infections. 2011
2) H.P. Lovedaya, J.A. Wilsona, R.J. Pratta, M.Golsorkhia, A. Tinglea, A. Baka, J.
Brownea, J. Prietob, M. Wilcoxc. Epic3: National Evidence-Based Guidelines for
Preventing Healthcare-Associated Infections in NHS Hospitals in England.
Aggiornamento 2014
3) Jonas Marschall, Leonard A. Mermel, Mohamad Fakih, Lynn Hadaway,
Alexander Kallen, Naomi P. O’Grady, Ann Marie Pettis, Mark E. Rupp, Thomas
Sandora, Lisa L. Maragakis, Deborah S. Yokoe. S H E A / I D S A P R A C T I C E
RECOMMENDATION Strategie per Prevenire le Infezioni Ematiche Associate alle
Linee Centrali negli Ospedali per Pazienti Acuti: Aggiornamento 2014. 7
CAPITOLO 1: L’IMPIANTO
DALLA TECNICA “BLIND” ALLA TECNICA “SELDINGER
1.1. MODIFICATA”
Dall’articolo proposto da Giancarlo Scoppettuolo, Antonio Lagrega e Mauro Pittiruti si
pratica clinica negli anni ’40, con
evince che i PICC furono introdotti per la prima volta nella
lo scopo quasi unico di effettuare rilevazioni emodinamiche. Negli anni successivi, in
particolare all’inizio degli anni ’70 essi furono più largamente impiegati, in particolare come
accessi venosi per la nutrizione parenterale, ma la scarsa qualità dei materiali di cui erano
all’epoca costituiti (politilene o poliuretani di prima generazione) manifestò un eccesso di
complicanze soprattutto di tipo trombotico. Ulteriore aspetto negativo, fu la rapida
affermazione degli accessi venosi tunnellizzati, la quale determinò una progressiva
dismissione dei PICC.
All’inizio degli anni ’90, la scoperta di nuovi materiali sostitutivi (silicone) o il miglioramento
di materiali preesistenti (poliuretani) determinò una forte evoluzione degli accessi venosi
centrali ad inserzione periferica.
In quegli anni i PICC vennero esclusivamente posizionati con la cosiddetta tecnica “blind”,
cioè mediante venipuntura diretta delle vene della zona cubitale del braccio, limitando
l’inserzione a quei pazienti che avessero vene visibili o palpabili in quella sede.
A partire dal 2000, l’ ultimo passaggio verso la consacrazione definitiva dei PICC come uno
degli accessi venosi più diffusi al mondo fu il passaggio ad una tecnica di impianto che
l’impiego della guida ultrasonografica nonchè l’utilizzo di un microinduttore, così
prevedesse
da permettere una tecnica di Seldinger modificata. L’associazione tra tecnica ecoguidata e
tecnica del microinduttore permise di utilizzare come sede di impianto non più la zona ante
cubitale bensì il terzo medio del braccio. Fu inoltre possibile, estendere il posizionamento del
PICC a tutti i pazienti, compresi coloro i quali fossero senza vene palpabili o visibili,
superando un problema che fino a qualche tempo prima costituiva un limite invalicabile.
Negli ultimi anni, i PICC ebbero una larga diffusione dapprima nei Paesi Anglosassoni, in
particolare nel Nord America, e recentemente anche nell’Europa continentale e soprattutto in
Italia.
Il GAVeCeLT (Gli Accessi Venosi Centrali a Lungo Termine), gruppo di studio aperto tra il
2005 e il 2009 per la diffusione dei PICC in Italia, ebbe dei risultati assolutamente
sorprendenti ed innescò un processo culturale innovativo e di trasformazione nel campo degli
8
accessi vascolari. La partecipazione di membri GAVeCeLT ad eventi culturali di varia natura,
consentì che migliaia di operatori sanitari già attivi e con esperienza consolidata nel campo
degli accessi vascolari ricevessero un messaggio corretto sui PICC, in termini di indicazioni,
possibilità di utilizzo, vantaggi e corretta tecnica di impianto, capace di innescare un interesse
concreto a livello locale, tanto che numerose aziende ospedaliere italiane decisero di
importare nella loro pratica l’impiego di tali dispositivi. Tale interesse, in crescendo a livello
nazionale, trova riscontro all’appuntamento scientifico annuale “PICC Day”, un convegno
esclusivamente dedicato alla cultura dei PICC, organizzato dal GAVeCeLT con la
1
partecipazione e l’ausilio di esperti nazionali e internazionali.
1.2. LA PROCEDURA SECONDO LA S.C. ONCOLOGIA
DELL’AZIENDA OSPEDALIERA NAZIONALE “SS. ANTONIO E
BIAGIO E CESARE ARRIGO” ALESSANDRIA
L’istruzione operativa della S.C. Oncologia dell’Azienda ospedaliera nazionale “SS. Antonio
di Alessandria, segue la tecnica di Seldinger modificata con guida
e Biagio e Cesare Arrigo”
ecografica e microintroduttore.
Si propone di seguito la procedura aziendale completa di preparazione, esecuzione e controllo
post-impianto del catetere venoso centrale a inserzione periferica.
Preparazione all’impianto:
L’infermiere:
- Informa il paziente e i famigliari sulla necessità di impiantare un CVC PICC;
- Controlla che nella cartella clinica del paziente vi siano tutti gli esami ematochimici
necessari al posizionamento (emocromo e coagulazione) e il consenso informato;
Informa il medico sulla necessità di compilare la richiesta informatica per l’RX di
- controllo post impianto;
1 Scoppettuolo G, La Grega A, Pittiruti M. Evoluzione e diffusione della cultura dei PICC in Italia; Available at:
www.gavecelt.org 9
- Prende accordi con la radiologia per la disponibilità del tecnico TSRM;
- Sistema il paziente in decubito supino o in posizione semi seduta a seconda di come
meglio tollerato;
Posiziona l’arto prescelto per la venipuntura, esteso ed extra ruotato.
-
Descrizione della procedura:
AZIONE RAZIONALE
Infermiere esecutore e collaboratore:
- Eseguono il lavaggio sociale delle mani - Eliminare la flora transitoria dalla cute
- Indossano copricapo e mascherina - Protegge gli operatori da possibili
chirurgica contaminazioni con materiale organico
del pz;
- Protegge il pz da possibili
contaminazioni microbiche
- Posizionare il laccio emostatico a livello - Aumentare la pressione venosa a valle
ascellare alla radice dell’arto superiore e con conseguente aumento del turgore del
lasciarlo in tale sede fino all’inserimento sistema venoso
del PICC
Infermiere esecutore:
Localizza con l’ecografo
- il sito di - Evidenziare il sito di inserzione del
venipuntura e lo evidenzia con penna PICC
dermografica
- Definisce la misurazione della lunghezza - Calcolare la giusta lunghezza del PICC
del PICC, attraverso il metodo a 2 per raggiungere la giunzione atrio cavale
reperi:
1. Misurazione della distanza dal sito di
–
puntura metà clavicola;
2. Misurazione da metà clavicola al 3°
spazio intercostale sulla para-sternale
dx
3. Somma delle 2 misure 10
- Esegue lavaggio chirurgico delle mani, - Proteggere il pz e prevenire la
indossa camice e guanti sterili con contaminazione del materiale che verrà
l’aiuto dell’infermiere collaboratore utilizzato per la procedura
Infermiere collaboratore:
- Apre le confezioni sterili e porge il - Garantire la sterilità nel rispetto della
contenuto all’infermiere esecutore tecnica asettica
- Regola la tensione del laccio emostatico - Aumentare la pressione venosa a valle
(non sterile) con conseguente aumento del turgore del
sistema venoso
Infermiere esecutore:
- Prepara il tavolo servitore con il - Proteggere il pz, migliorare
l’organizzazione del lavoro e prevenire
materiale occorrente la contaminazione del materiale che
verrà utilizzato per la procedura
- Sistema la protezione sterile sulla sonda - Proteggere il pz, migliorare
ecografica vascolare con l’aiuto l’organizzazione del lavoro e prevenire
dell’infermiere collaboratore la contaminazione del materiale che
verrà utilizzato per l’inserimento
Esegue l’antisepsi della cute con garze
- - Ridurre la carica microbica cutanea nella
sterili e clorexidina 2% o Povidone Iodio sede di inserzione
con movimenti centrifughi;
- Ripete la procedura altre 2 volte
sostituendo le garze ad ogni passaggio
- Esegue la venipuntura con ago dedicato
sotto guida ecografica
- Quando la vena è stata incannulata, se
l’aspirazione è a pieno canale, allontana
la sonda ecografica e introduce il filo
guida
Infermiere collaboratore:
- Indossa i guanti monouso non sterili - Prevenire contaminazioni da materiale
organico del pz
- Allenta la tensione del laccio emostatico - Regolare la pressione venosa a valle con
conseguente aumento del turgore del
11
sistema venoso
Infermiere esecutore:
Rimuove l’ago lasciando in sede solo il
- filo guida L’incisione viene fatta per favorire
- Esegue infiltrazione con lidocaina 2% - l’ingresso del microintroduttore
nel punto di inserzione e pratica
un’incisione a piatto di circa 2 mm
- Inserisce su guida metallica il
microintroduttore con movimenti
rotatori
Infermiere collaboratore:
- Rimuove il laccio emostatico - Permettere successivamente
l’avanzamento del PICC
Infermiere esecutore:
- Se il PICC è a punta aperta: taglia il
PICC secondo la misura prestabilita
dalla parte della punta
- Rimuove il dilatatore e il filo guida,
lasciando in sede solo il microinduttore
- Inserisce il PICC nel microintroduttore e
lo fa avanzare fino alla misura
prestabilita
Infermiere collaboratore: L’assunzione di questa posizione rende
- Invita il pz a ruotare e flettere il capo in - più acuto l’angolo giugulo-succlavio
direzione omolaterale del braccio e
incannulato riduce la probabilità che il catetere
imbocchi contro flusso la giugulare
interna omolaterale (mal posizionamento
primario)
- Esegue controllo ecografico a livello - Per escludere la risalita del catetere
giugulare interno
Infermiere esecu