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NET
p2 b2 1/2
σ = ( + )
NET
formula che può essere scritta anche come:
1/2
σ = [ ( N + N ) ] / ( N - N )
NET p b p b
N N
in cui è il numero totale di conteggi accumulati nella regione selezionata e
p b
il numero dei conteggi attribuibili al background all’interno della stessa regione.
65
2.3.5. Scelta del passo di scansione
Nei diffrattometri in uso attualmente, il braccio del rivelatore e il
campione possono essere mossi in modo continuo oppure per passi successivi.
L’operatore può scegliere sia il tipo di movimento, sia la velocità di scansione per
o l’ampiezza del passo e il tempo di conteggio tra due
una scansione continua,
passi successivi. Per acquisizioni preliminari, volte a valutare la cristallinità del
campione, una scansione continua consente di ottenere dati di qualità
sufficientemente adeguati in un tempo abbastanza breve.
Negli stadi successivi di un’analisi è più opportuna una scansione per
passi successivi. In questo caso, il numero di conteggi selezionato connesso al
tempo impostato è acquisito in specifiche posizioni angolari del goniometro,
dettate dal passo prescelto. Rispetto a quella continua, l’acquisizione per passi
successivi consente prestazioni migliori, soprattutto se si prevede un trattamento
computazionale dei dati raccolti. Il trattamento dei dati prevede infatti lo
del profilo, la sottrazione del fondo, l’eliminazione
smussamento (smoothing)
della riga caratteristica K della sorgente e la localizzazione delle posizioni dei
massimi dei picchi (Figura 2.22).
Registrazione
dei dati 2
Smooting 2
Sotrazione del
fondo 2
–
Figura 2.22 Trattamento dei dati
66
Ogni passaggio deve essere impostato alla luce degli altri. Nella figura 2.23
possiamo vedere un esempio chiarificatore: –
- ai punti 1 e 2, in presenza di picchi stretti, scan steps ampi
seguiti da uno smoothing intenso, provocano diminuzioni di
intensità significative –
- ai punti 3 e 4, con picchi larghi, scan steps brevi seguiti da
smoothing poco accentuato, possono determinare shifts delle
posizioni
–
Figura 2.23 Effetto combinato di ampiezza dello step di scansione ed entità dello smoothing
in ragione della larghezza di banda a metà altezza dei picchi
L’esperienza ha evidenziato che il passo di scansione ideale dovrebbe
–
garantire 10 20 conteggi al di sopra della larghezza di banda a metà altezza
(FWHM): quanto più largo è il picco, tanto maggiore deve essere il passo di
scansione. Per campioni di discreta cristallinità, con FWHM comprese tra 0.1° e
0.3°, passi di 0.02° si rivelano normalmente ottimali.
67
2.3.6. Trattamento dei dati acquisiti
2.3.6.1. Smussamento del profilo
L’acquisizione digitale dei dati consente di smussare il profilo dello
spettro prima di determinare le posizioni dei massimi dei picchi. La procedura
diminuisce artificiosamente le intensità dei picchi, mentre quelli di intensità
modesta rischiano di perdersi nel rumore di fondo poiché, pur migliorando la
qualità grafica dello spettro, lo smussamento del profilo deve essere effettuato con
molta cautela.
2.3.6.2. Sottrazione del background
Qualora il background sia approssimativamente costante lungo tutto lo
spettro, è ragionevole, per ottenere le intensità nette dei picchi, sottrarre a ogni
punto del profilo un valore medio rappresentativo del rumore di fondo.
Un background non lineare è imputabile a:
scattering dell’aria
a) –
b) scattering del porta campione
c) scattering del campione
d) fluorescenza del campione
e) presenza di materiale amorfo nel campione
linearità, l’approccio più diffuso per modellare il background,
In presenza di non
prevede l'interpolazione di un numero sufficiente di punti non appartenenti ai
θ.
picchi, mediante una funzione di variabile Naturalmente, il pattern deve essere
di complessità tale da consentire l’individuazione dei punti per l’interpolazione.
2.3.6.3. Eliminazione della riga Kα della sorgente
La maggior parte delle acquisizioni mediante diffrazione di raggi X da
si avvale del doppietto di righe caratteristiche Kα / Kα
polveri, del rame.
1 2
68
Con tecniche manuali di ricerca dei picchi, si usa, come lunghezza d’onda
sperimentale, la media geometrica pesata delle lunghezze di Kα e Kα (pari a
1 2
1.5418 Å, nelle ipotesi che l’intensità della riga Kα sia doppia rispetto a quella di
1
Kα ), almeno sino a quando la risoluzione non sia tale da consentire un
2
trattamento separato.
I metodi automatizzati sono di norma forniti di routines di eliminazione della
componente Kα da tutto lo spettro.
2.3.6.4. Individuazione dei picchi
Oltre agli errori che insorgono nel momento in cui si conduce una ricerca
manuale dei picchi, sebbene sembri paradossale, si incorre in errori anche quando
la ricerca viene effettuata da un sistema automatizzato: di elevata sensibilità,
quest’ultimo può infatti identificare come picco una variazione statistica del
rumore di fondo o la spalla di un picco. Il numero di picchi individuati, nonché la
loro posizione, sono strettamente legati al metodo applicato nel processo di
ricerca. Esistono quindi più metodi di cui può avvalersi un software di ricerca
automatizzata:
1. individuazione del massimo del picco annullando derivate prima e
seconda,
2. individuazione del punto medio del segmento congiungente i punti
di inflessione del picco,
3. uso di centroidi di profilo.
In presenza di picchi simmetrici, i diversi metodi danno risultati simili. Al
contrario, in presenza di asimmetrie nella forma dei picchi, metodi diversi
restituiscono in genere posizioni non confrontabili. L’approccio più utilizzato,
comunque, si basa sul calcolo delle derivate prima e seconda.
69
CAPITOLO 3
IL CONTESTO ARCHEOLOGICO
70
3.1 LA PENISOLA ANATOLICA
– L’altopiano anatolico (Turchia).
Figura 3.1 l’area
Favorita dalla posizione geografica e da un ambiente molto florido,
– occidentale dell’Anatolia ha costituito,
sud nella sua storia, un punto di
confluenza tra le culture occidentali e orientali, determinando uno straordinario
sviluppo insediativo della zona. Tale sviluppo si rivela dal proliferare in maniera
–
continua di centri urbani di notevole interesse storico monumentale, che dal
romana
Neolitico proseguono per il periodo Hittita, passando per l’età e il periodo
bizantino sino al medioevo, per arrivare infine ai giorni nostri.
In particolare, il sito di Yumuktepe è situato nel golfo di Mersin, sulla
costa meridionale della Turchia, in una zona compresa tra il massiccio del Tauro
centrale, l’isola di Cipro e la Quest’area,
Siria settentrionale (Figura 3.2). posta in
che dalle valli dell’altopiano
una posizione geografica strategicamente importante,
–
anatolico conducono alla costa e alla piana siro mesopotamica, ha da sempre
costituito un punto nodale per i traffici commerciali, come lo è stato, ad esempio,
per il traffico dell’ossidiana, estratto dai giacimenti del complesso vulcanico
dell’Hasan Dağ, in Anatolia centrale, e diffusosi poi nel mediterraneo, ma anche
di altri numerosi materiali, come metalli, legna o vari prodotti ceramici.
71
–
3.2 MERSIN YUMUKTEPE
– –
Figura 3.2 Il sito di Mersin Yumuktepe ’30 e ’40 del
I primi scavi a Yumuktepe sono stati condotti negli anni
secolo scorso da un’equipe di specialisti britannici, come J.Garstang, V.Gordon
Childe, S.Lloyd e T.Gurney, che ci hanno quindi confermato quanto sia stato
importante intraprendere nuovamente lo studio di tale sito, questa volta con scavi
a partire dagli anni ’90 e tutt’ora in corso,
condotti dalla responsabile della
missione archeologica italiana a Mersin, la dott.essa Isabella Caneva
dell’Università del Salento, che ci ha permesso altresì una più attenta
–
ricostruzione storica cronologica della penisola anatolica.
–
Il sito di Mersin Yumuktepe mostra quindi una notevole
stratificazione, costituita da livelli di abitato e di città fortificate già di età
preistorica, a cui si sovrappongono successivamente insediamenti di età hittita e
bizantina. Tale stratigrafia, nel corso di più di 8000 anni di storia, va a creare una
speciale forma insediativa tipica del Vicino Oriente, ovvero un tumulo, una
collina totalmente artificiale (Figura 3.3), che viene chiamata in arabo tell e in
turco tepe. collina di Yumuktepe, alta all’incirca 23 metri, mostra una
La
sovrapposizione di abitati suddivisa grosso modo per fasi relative al periodo
– –
Neolitico (7000 5800 a.C.), fasi del periodo Calcolitico (5800 4500 a.C.), fasi
72
– – V sec. a.C.) e dell’età Bizantina
del Bronzo (2800 1500 a.C.), del Ferro (VIII
fino al XIII sec. –
Figura 3.3 La collina di Yumuktepe
indagata dall’archeologo
Mentre la parte settentrionale della collina fu
inglese J.Garstang nella prima metà del ‘900, gli scavi successivi, invece, si sono
orientati verso la parte meridionale, e questo perché si è cercato di ricostruire,
attraverso uno studio comparato con la documentazione precedente, un quadro di
Yumuktepe che risultasse il più completo possibile.
E’ stata quindi portata alla luce gran parte della storia di questo sito,
grazie soprattutto al ritrovamento di numerosi reperti ceramici, tra cui anche una
–
delle più antiche forme di ceramica dipinta con dei caratteristici motivi a zig zag
(Figura 3.4), ma anche grazie a resti di tipo paleobotanico (cereali, lenticchie,
fichi, olive) e faunistico (capra, bue, maiale, pecora), che ci hanno documentato, a
partire già dalla fase finale del Neolitico, una precoce domesticazione animale
associata ad una agricoltura ben sviluppata.
73
–
Figura 3.4 Ceramica dipinta del Neolitico finale (5800 a.C.)
3.2.1 FASE DEL TARDO BRONZO
– –
Alla fase proto ittita (1600 1500 a.C.) è stata attribuita una
fortificazione posta sul lato meridionale della collina, costituita da un muro con
paramenti in pietra ed anima in mattoni crudi; addossata al muro esterno di
fortificazione, una serie di piccoli ambienti sono stati interpretati come casematte,
ovvero alloggi per sentinelle (Figura 3.5).
Di tutti questi ambienti, che hanno restituito grosse quantità di
frammenti ceramici quasi tutti ri