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KANT AGGIUNGE AL METODO SINTETICO E ANALITICO IL METODO TRASCENDENTALE (cfr. Faggiotto)
È il caso dei (1746) così come degli Pensieri sulla verità delle forze vive Allgemei-(1755) dove il giovane Kant vuole superare il vuoto newtoniano, ne Naturgeschichtedi per sé capace di conciliare discontinuità della materia e la continuità dello spazio, attraverso la teoria del cartesiano-leibniziano, mai abbandonata del tutto, plenumsoprattutto se si considerano i passi della prima Critica sulle anticipazioni dellapercezione. Un’altra incongruenza dell’opera del 1755 riguarda l’assimilazione deiconcetti di attrazione e repulsione le quali, al contrario del sistema newtoniano, sonoposte all’interno della materia.
Nel giovane Kant tornano in auge gli insegnamenti di Wolff e Leibniz in operecome il e nella In quest’ultima la teoria dell’impe-De igne Monadologia physica.netrabilità e dello spazio vanno in tutt’altra
direzione rispetto a Newton: la pri-ma risulta essere una proprietà "esterna" di sostanze pure, dotate di una forzaattrattivo-repulsiva; ed è in virtù di tali forze, costitutive di tutte le monadi, che si17 Ivi, p. 386.18 "Come in matematica, così nella filosofia naturale lo studio delle cose difficili, mediante ilmetodo analitico, dovrebbe sempre precedere il metodo sintetico. Questa analisi consiste nel fareesperimenti e osservazioni e trarre da questi, mediante l'induzione, conclusioni generali, non am-mettendo contro di esse obiezioni, salvo che siano derivate da esperimenti o da altre verità certe.Perché nella filosofia sperimentale non bisogna tener conto delle ipotesi. [...] Mediante questometodo analitico possiamo procedere dalle cose composte alle cose semplici, dai movimenti alleforze che li producono e in generale dagli effetti alle loro cause, e dalle cause particolari a quellepiù generali, fino agiungere alle cause generalissime. Questo è il metodo analitico; quello sintetico consiste nell'assumere come principi le cause scoperte e provate e, mediante queste, spiegare i fenomeni che ne derivano e provare tali spiegazioni." (Optiks, Query 31, pp. 603-604). 302. Lo spazio e il tempo oltre Newton 2.2. La fisica degli scritti giovanili costituisce lo spazio nell'accezione di materia estesa e coestensiva alle monadi stesse. Nelle lezioni del 1758, Kant arriva ad assimilare il terzo principio newtoniano della dinamica (azione-reazione) alla legge di attrazione e repulsione, ridimensionando il principio di inerzia a supposizione utile per dedurre le leggi del moto, senza per altro tenere conto del di Newton sul moto rettilineo uniforme Gedankenexperiment di un proiettile attorno al centro della terra, che da solo basterebbe a confutare l'assimilazione errata. La rivoluzione del modo di pensare che inizia con Copernico e passa per Kepler e Newton, sideclinare nella filosofia trascendentale di Kant come un modo per trovare certezza e oggettività non solo come teoria della conoscenza, ma anche come scienza della natura. Resta emblematico il fatto che Kant spinga il metodo newtoniano ben oltre i propri limiti strutturali, non accettando mai la provvisorietà delle leggi e delle prove insite, ritenendole inammissibili per chi volesse avvalersi di una geometria e una matematica pura. Il giovane Kant cerca di conciliare senza successo il newtonianesimo con il cartesianesimo di matrice wolffiana: il tentativo di utilizzare la metafisica come strumento di completamento per leggi imperfette, non solo era contro lo spirito newtoniano, ma rischiava di ricadere nelle ormai consunte filosofie accademiche. Soltanto con lo scorrere degli anni, l'interesse kantiano sul lavoro scientifico dell'epoca trova il suo non più sulla risoluzione di problemi della filosofia della natura attraverso la metafisica, ma tende ad.Apportare in filosofia la stessa carica rivoluzionaria insita nell'avanguardia scientifica a lui coeva. Il progressivo interesse per i risultati universali e necessari che stava producendo la legge di gravitazione universale lo condussero ad avvicinarsi più propriamente al metodo newtoniano. Ad ostacolare il suo percorso rimanevano i concetti di spazio assoluto e tempo assoluto.
Capitolo 3
Fisica e gnoseologia nella Kritik der Reinen Vernunft
3.1 Verso le forme pure di spazio e tempo
L'evoluzione di pensiero dei concetti di spazio e tempo passa, per quanto finora scritto, per due principali modelli di metafisica della natura, rispettivamente prodotti dalle filosofie di Leibniz e Newton. Se negli scritti giovanili gli studi wolffiani risultano essere preponderanti, nel corso degli anni questa tendenza primaria andrà ad innestarsi con la filosofia sperimentale, senza tuttavia concludersi in una vera e propria sintesi tra i due principali filoni. Con l'argomento
degli opposti incongruenti — ripreso nel §13 dei Prolegomeni— la riflessione kantiana raggiunge il punto d’incontro più vicino al newtonianesimo.
Nello scritto (1768) KantDel fondamento della distinzione delle regioni dello spaziospiega come le differenze tra due oggetti non riguardano le relazioni spaziali tra leloro parti, ma la relazione con lo spazio stesso: la coppia di una “mano destra” edi una “mano sinistra” geometricamente costruita per simmetria speculare, sebbeneconservi il medesimo rapporto spaziale interno, non permette la sovrapposizionesenza una modifica nell’orientamento. Ne segue che la teoria leibniziana dei rapportispaziali non è capace di distinguere due oggetti simmetrici e diversamente orientati,per cui sembra necessario adottare uno spazio assoluto, indipendente dall’esistenzadella materia e separato dalla temporalità.323. Fisica e gnoseologia nella KdRV 3.1. Verso le forme pure di S
e TTuttavia, l'argomento dello scritto del 1768 non fa di Kant un newtoniano: né la teoria di Newton, né quella di Leibniz, in quanto appartenenti ad una metafisica dogmatica, potranno da sole spiegare i risultati delle ricerche kantiane. In particolare, l'argomento degli opposti incongruenti riguarda soltanto lo spazio per come lo si intende nell'esperienza quotidiana, senza dire nulla sulle modalità di connessione tra lo spazio e il tempo - argomento sul quale sono fondate le teorie di Leibniz e Newton. In aggiunta, Kant pensa ad uno spazio esterno ancora legato ad una realtà oggettiva, misura degli oggetti in esso contenuti, ricadendo da un lato nella metafisica della sostanzializzazione di stampo cartesiano-leibniziano, dall'altro attuando una marcata separazione in ambito conoscitivo nei ruoli dello spazio e del tempo. Com'è noto, Newton non solo riconosce la differenza tra assoluto e relativo, ma istituisce unacome una misura relativa rispetto alla superficie terrestre o al cielo stellato.III. Il tempo e lo spazio sono entrambi grandezze fisiche, misurabili e quantificabili,che possono essere oggetto di studio e analisi scientifica. La loro comprensione einterpretazione richiede l'utilizzo di strumenti matematici e concetti fisici.IV. La teoria della relatività di Einstein ha rivoluzionato la nostra comprensione dellospazio e del tempo, dimostrando che sono strettamente legati e influenzati dalla presenzadi materia ed energia. Secondo questa teoria, lo spazio e il tempo non sono entitàassolute e immutabili, ma sono soggetti a deformazioni e variazioni in presenza di campigravitazionali intensi o di velocità prossime a quella della luce.V. La nostra percezione dello spazio e del tempo è limitata dalle nostre capacitàsensoriali e cognitive. La fisica moderna ci ha mostrato che ci sono dimensioni efenomeni al di là della nostra comprensione immediata, come ad esempio la teoria dellestringhe e la meccanica quantistica.VI. Nonostante le sfide concettuali e teoriche, lo studio dello spazio e del tempocontinua ad affascinare e stimolare la curiosità umana. La loro comprensione è fondamentaleper la nostra comprensione del mondo che ci circonda e per lo sviluppo della scienzae della tecnologia.dalla sua posizione rispetto alla Terra. Lo spazio assoluto e lo spazio relativo sono identici per grandezza e specie, ma non sempre perman-gono identici quanto al numero. (Principia, I, def VIII, Scolio) La caratteristica della teoria di Newton non è quella di eliminare dalle forme di conoscenza possibile la relatività dello spazio e del tempo, bensì di istituire un primato dell'assoluto sul relativo e al contempo di mettere a punto una teoria dello spazio-tempo in linea con le evidenze sperimentali. Essa può definirsi tale poiché lo spazio è collegato al tempo soltanto in funzione di una determinazione univoca degli eventi. Fisica e gnoseologia nella KdRV 3.1. Verso le forme pure di S e T stati di moto. Newton, infatti, intendeva impostare una teoria "strutturale" dello spazio-tempo più che un'ontologia fisica, come invece presupponeva la monadologia leibniziana. Viceversa, il primo interesse di Kant non era quello diprendere parte nella di-sputa tra assoluto e relazionale, né — dopo gli insuccessi giovanili e la stima noncorrisposta di Eulero — quello di fornire nuove teorie fisiche, né tantomeno di pren-dere parte della correttezza formale dei calcoli e delle dimostrazioni di competenzadei fisici e dei matematici. L’intenzione di Kant era strettamente legata alle moda-lità di fondazione di una metafisica oggettiva, senza che questa potesse dover esseresoggetta a controversie e opinioni. Il passo avanti compiuto nella delDissertazione1770 consiste nell’iscrivere due mondi, il sensibile e l’intelligibile, all’interno del sog-getto conoscente. A partire da quest’opera lo spazio e il tempo avranno più unostatuto di una realtà in sé, né di alcuna forma reale bensì saranno designate comeforme o intuizioni pure.Il radicale ripensamento operato nella suddetta opera, ampiamente ripreso
nell'Estetica della prima critica, sarà il preludio della cosiddetta rivoluzione copernicana. Quivi, la soluzione tra l'assoluto e il relativo consiste nella distinzione tra un mondo rispettivamente intelligibile per l'assoluto e sensibile per il relativo, dove lo spazio e il tempo sono principi universali che si estendono entro i limiti del soggetto conoscente. Non si tratta di un dualismo epistemologico perché il rapporto di demarcazione tra il sensibile-relativo è definito soltanto in senso negativo. A quest'altezza Kant prova a definire i limiti della ragione e della sensibilità senza poter ancora rispondere alla domanda sul come sia possibile una conoscenza oggettiva. Il soggetto conoscente non si trova ancora espresso nella forma di soggetto trascendentale, ma soltanto di soggetto conoscente operativo, definito in termini di "actio mentis". Per superare l'uso comune del concetto di spazio e tempo in ambitoIl termine "gnoseologico" deriva dal greco "gnosis" che significa conoscenza e "logos" che significa studio o discorso. Pertanto, il termine "gnoseologico" si riferisce allo studio o all'indagine sulla conoscenza.
Le domande che possono essere poste in ambito gnoseologico riguardano la natura della conoscenza, i suoi limiti, le sue fonti e i suoi criteri di validità. Ad esempio:
- Come possiamo conoscere il mondo esterno?
- Quali sono i limiti della nostra conoscenza?
- Come possiamo distinguere tra conoscenza vera e falsa?
- Come possiamo giustificare le nostre credenze?
- Come influiscono le nostre esperienze e le nostre percezioni sulla nostra conoscenza?
Queste sono solo alcune delle domande che possono essere affrontate in ambito gnoseologico. Lo studio della conoscenza è un campo complesso e affascinante che coinvolge diverse discipline come la filosofia, la psicologia e la scienza.