Anteprima
Vedrai una selezione di 9 pagine su 39
Il linguaggio della metafora Pag. 1 Il linguaggio della metafora Pag. 2
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 6
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 11
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 16
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 21
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 26
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 31
Anteprima di 9 pagg. su 39.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Il linguaggio della metafora Pag. 36
1 su 39
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La teoria di Sperber e Wilson

Noi esseri umani acquisiamo costantemente nuove conoscenze e nuovi saperi, conoscenze utili anche per le nostre comunicazioni e conversazioni. Queste conoscenze nascono da stimoli quotidiani, e pertanto vengono catturate dalla nostra attenzione. Tutti questi processi conoscitivi sono in collegamento con gli stimoli che riceviamo e sono inseriti in un contesto preciso. Esistono sicuramente stimoli più importanti rispetto ad altri. Secondo Sperber e Wilson questi stimoli sono determinati dall'effetto cognitivo. L'effetto cognitivo è composto dallo stimolo e dallo sforzo richiesto, entrambi sono utili per determinare l'effetto cognitivo che ha su di noi un determinato stimolo, che a sua volta sarà immagazzinato dal nostro cervello per poter determinare quale stimolo possa essere più utile e pertinente rispetto all'enunciato preso in considerazione. Pertanto più è maggiore lo stimolo e più

determina l'importanza dello stimolo; più è minore lo sforzo e maggiore sarà la sua importanza. Indubbiamente sono sempre collegati al contesto, prendiamo in esame l'esempio di Sperber e Wilson: "Un cuoco deve preparare un pranzo per dieci persone". Per il cuoco l'informazione che tre di loro sono vegetariani sarà più importante del fatto che tre di loro sono buddisti; anche se le persone buddiste sono generalmente vegetariane, in questo caso potrebbero anche non esserlo, anche se in questa situazione la parte più rilevante per il cuoco rimarrà il fatto che tre persone siano vegetariane. Le persone quando sentono l'esigenza di comunicare si trovano coinvolte in un'esperienza di condivisione dei propri effetti cognitivi con il loro comunicante. Secondo il pensiero di Sperber e Wilson gli enunciati presi in analisi necessitano di processi inferenziali a priori,

senza potersi valere di un'interpretazione letterale. Come abbiamo già detto in precedenza il contesto costituisce una parte importante dell'atto comunicativo, proprio per questo viene considerato dagli autori come una sorta di informazione primaria per la decodifica dell'atto comunicativo. In alcuni casi può succedere che grazie al contesto, non sia necessario codificare parte del contenuto verbale espresso. Ora cerchiamo di analizzare la teoria di Sperber e Wilson, secondo la quale gli uomini, come abbiamo detto in precedenza, riescono a metabolizzare tutte le conoscenze a loro più importanti e necessarie. Sarà necessario applicare una sorta di filtro, che Sperber e Wilson chiamano principio cognitivo della rilevanza: la mente umana è capace di massimizzare ciò che ritiene più rilevante. Questo principio avviene in modo automatico sempre secondo il loro pensiero e gli uomini non possono sottrarsi ad esso. Partendo da questoassioma possiamo arrivare al principio successivo: principio comunicativo della rilevanza. Secondo questo principio dobbiamo cercare di immagazzinare ciò che pensiamo sia più utile a noi, attraverso una rilevanza della pertinenza, e "dimenticare" ciò che invece riteniamo essere meno utile, con la possibilità di recuperare in un secondo momento le informazioni scartate. La teoria della pertinenza ha alla base due principi: cognitivo e comunicativo. Proviamo ad vedere come nella teoria della pertinenza viene analizzato un atto comunicativo che fa uso di una frase metaforica. Esempio: "Francesco: siamo sicuri che Pietro si comporterà come gli abbiamo detto e farà valere gli interessi del Dipartimento di Filosofia nel prossimo Consiglio di Dipartimento? Mario: Pietro è un soldato!" [30 Marco Mazzone, La metafora: fra teoria della pertinenza e teoria concettuale] All'affermazione di Mario, nella mente di Francesco al termine.

“soldato” sisaranno manifestati una serie di ragionamenti e di collegamenti inferenzialicome “coraggioso”, “patriottico”, “forte”, “disciplina”, “resistente”, attivatidall’impiego della parola utilizzata da Mario, ed è solo grazie al loro contestoche Francesco saprà qual è l’inferenza adatta. Sicuramente alcuneimplicature sono più facili ed accessibili di altre, alcune richiedono unragionamento più complesso: se il rapporto tra il termine, lo sforzo, larilevanza e la pertinenza è ottimo, la ricerca dell’inferenza corretta puòconcludersi e va a buon fine.

Se invece consideriamo lo stesso termine “soldato” in un altro esempio,dove facciamo valere il suo significato letterale, vediamo cosa succede:

Esempio:“Francesco: Come si guadagna da vivere Pietro?Mario: Pietro è un soldato!”

Anche in questa situazione si attivano una

posso fare? b)Devo essere ad Atlanta entro le 5 del pomeriggio, Ce la faccio? Nel primo caso, l'implicatura forte o inferenza è che il passeggero è preoccupato e chiede all'impiegato se riuscirà ad arrivare in tempo ad Atlanta entro le 5 del pomeriggio. Nel secondo caso, l'implicatura debole è che il passeggero è fiducioso e chiede all'impiegato se sarà in grado di arrivare ad Atlanta entro le 5 del pomeriggio. La teoria della pertinenza sostiene che il significato del parlante viene colto attraverso l'interpretazione del contesto e delle implicature. In questo caso, il significato delle frasi dipende dalle aspettative del passeggero e dalla sua percezione della situazione. La teoria della pertinenza mette in discussione il primato del significato letterale e sottolinea l'importanza delle implicature nel processo di comprensione del linguaggio.faccio? L'impiegato risponde o con b) o con c):
b) Il suo aereo avrà almeno un ritardo di venti minuti.
c) Il suo aereo avrà almeno un ritardo di due ore.
Rispettivamente b) e c) implicheranno:
Ha almeno 20 minuti per fare quello che vuole prima della partenza
Ha almeno due ore per fare quello che vuole prima della partenza
che a loro volta creano un implicatura debole:
Ha il tempo di bersi un caffè prima della partenza
Ha il tempo di fare un pasto prima della partenza
Ma rispettivamente b) e c) portano alla stessa implicatura debole:
Arriverà ad Atlanta dopo le cinque.
Se invece prendiamo per esempio una metafora poetica, vediamo cosa succede:
"Su un ramo spoglio
Un corvo che si posa.
Serata d'autunno."

Gli effetti poetici sono da intendersi come implicature deboli, in quanto partendo da una descrizione letterale arriviamo attraverso una debole implicatura a ragionare e pensare al paesaggio, all'atmosfera, al momento della giornata ecosì via. Ma tale atto cambia da lettore a lettore, quindi dalle implicature deboli si possono trarre contenuti che cambiano, o possono cambiare, da persona a persona. Mentre nel caso di un'implicatura forte, abbiamo un contenuto esplicito che è facile da poter comprendere. Esempio: "La nebbia viene con piccoli piedi di gatto. Si siede, sogguardando il porto e la città. Sui fianchi silenziosi. Poi prosegue." Partendo dai primi due versi, Sperber e Wilson ci dicono che parte del contenuto esplicito dell'enunciato è il fatto che la nebbia arrivi con piccoli piedi di gatto, quindi troviamo una inferenza in questo caso che dà origine a una serie di implicature deboli, che permetteranno il combinarsi di idee, di atmosfera, sentimenti, e così via. La teoria della pertinenza si pone come la miglior ipotesi per poter riuscire a spiegare il funzionamento degli atti comunicativi, riuscendo ad abbandonare per sempre il modello del codice, chenemmeno Grice era riuscito a eliminare.

3.3 ROBYN CARSTON: UN DUPLICE APPROCCIO ALLA METAFORA

Robyn Anne Carston è una linguista contemporanea e accademica specializzata in pragmatica, semantica e filosofia del linguaggio. Carston rimase profondamente influenzata dalla Teoria della Pertinenza di Sperber e Wilson. Secondo il suo pensiero, la metafora può essere compresa a partire dal significato letterale e a sua volta il significato può dare origine a delle immagini dei termini "ad hoc".

Le immagini sono attivate o evocate quando il contenuto dell'enunciato metaforico è tradotto, pertanto esse possono essere ulteriormente sviluppate dall'immaginazione, focalizzando l'attenzione su un dettaglio a partire dal significato letterale. Secondo Carston esistono due componenti interpretative della metafora: una componente concettuale e una componente immaginativa.

Partirà per poter spiegare il suo sistema dalla teoria della Pertinenza andandola

ad integrare. Proviamo ad analizzare degli esempi, analizzati sia da Carston, sia da Sperbere Wilson:

  1. Il mio avvocato è uno squalo;
  2. Il fiume trasuda olio e catrame;
  3. L'amore è il faro e i superstiti sono marinai (traduzione di 'Hana' di Oskar Davico);
  4. E quando ti troverai sulla cima della montagna, non temere di buttarti: o volerai o Egli ti prenderà nelle Sue braccia (predicatore cristiano);
  5. I boccioli della speranza e dell'amore spuntati dopo uno o due giorni di sole si sono ghiacciati di nuovo finché l'albero è morto (traduzione di Harriet Beecher Stowe, The True Story of Lady Byron's Life);
  6. Mi sono trovato a pensare perché non sei andato in quello scompartimento del tuo cervello in cui si suppone si trovino le idee e hai bussato alla porta; avresti potuto scoprire che non era completamente chiusa (commento giornalistico su un regista);
  7. La nebbia viene con piccoli piedi di gatto. Si siede, sogguardando il porto.
e la città, sui fianchi silenziosi. Poi prosegue. 8) Se esse [le anime] sono due, lo sono come le due inflessibili parti di un compasso, la tua anima, il piede fisso, non dà segno di muoversi, ma lo fa, se l'altro piede si muove. E sebbene esso sia posato nel centro, eppure quando l'altro gira lontano, si china prontamente verso di lui, e si erge, quando l'altro torna a casa. Così tu sarai per me, io che devo correre obliquamente, come l'altro piede; la tua fermezza traccerà il mio cerchio perfetto, e mi farà terminare là dove ho cominciato (Traduzione di "Un commiato" di John Donne) Analizzando questi otto esempi possiamo identificare subito come alcune metafore siano più semplici, più familiari rispetto ad altre. Negli
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
39 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MargheDimino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Meini Cristina.