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HUILLIER
5 Si tratta di una tavola di bronzo rinvenuta in due frammenti, nel 1528, a Lione dove si conserva nel locale museo
,
gallo-romano fatta incidere dallo stesso imperatore affinché fosse considerata come una sorta di Editto.
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3. I Tusci: un popolo calunniato
dei due mari, il superiore e l’inferiore, che circondano l’Italia come un’isola,
«Il nome stesso chiamano l’uno mare Tusco, l’altro
provano la grandezza della potenza degli Etruschi: gli Italici (“etrusco” in
mare Adriatico, dal nome di Adria, colonia etrusca. I Greci li chiamano mar Tirreno
lingua greca) e mare Adriatico».
Tito Livio
Per comprendere in modo appropriato un popolo e la sua storia è necessario avere un’effettiva
conoscenza della regione geografica in cui è nato e si è sviluppato, le interferenze delle componenti
naturali nonché un’idea chiara del panorama culturale al momento della sua espansione iniziale
(Cimino 2000). per introdurre la vastità geografica di un territorio, l’Etruria,
Tito Livio ci è servito, in questo caso,
al cui interno possiamo trovare tante città diverse, unite solo dalla lingua e dalla conoscenza di
un’origine comune, secondo il modello greco. Ogni polis, infatti, conduce una propria politica e
conosce un proprio sviluppo specifico. Risulta chiaro come i Tusci (nome attribuito agli Etruschi
dai Greci) abbiamo legato il loro nome alla regione Toscana, i cui confini però non collimano
perfettamente con quelli dell’antica Etruria; la regione, infatti, era molto più vasta e comprendeva
chiamata “Ripa etrusca”) e dell’Umbria.
parti del Lazio (a Roma la sponda destra del Tevere era
L’Etruria tirrenica era, a sua volta, solo una porzione del territorio su cui si estendeva la civiltà
etrusca, che a nord, passando per Bologna, si spingeva oltre il Po e a sud si addentrava in Campania.
di vista geologico, l’Etruria meridionale è caratterizzata da terreni vulcanici, con
Dal punto
altopiani tufacei, veri e propri promontori su cui sorgono grandi città come Veio, Cere e Tarquinia.
Nell’Etruria interna una località degna di nota è Volsinii, la metropoli religiosa. Nell’Etruria
settentrionale, invece, le città sorgono di preferenza su un agglomerato di collinette separate da
depressioni: è il caso di Perugia, che si estende su una trentina di ettari ai confini dell’Umbria,
lungo la Valtiberina. In questa zona il ruolo dei fiumi è determinante: le sole pianure degne di
questo nome si trovano lungo il corso del Tevere e della Chiana e la loro fertilità incoraggia la
nascita di insediamenti agricoli e perfino la fondazione di centri minori. Le zone montagnose sono
scarse e si limitano ai contrafforti appenninici e all’Amiata, come scarse sono anche le grandi
pianure; in compenso numerosissimi sono i laghi, non a caso le metropoli come Cortona, Chiusi e
Perugia, Volsinii e Vulci gravitano intorno ai laghi. Uno dei pochi fiumi tramite il quale si può
accedere all’Etruria interna è Ombrone; altri fiumi costieri, come Albegna e Fiora favoriscono il
popolamento di queste zone, ma la costa di per sé è piuttosto inospitale. L’unica città etrusca che
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Populonia, fondata per la sua vicinanza rispetto all’Elba,
sorge sul mare è la quale è ricca di miniere
di ferro.
La ricerca archeologica ci mostra come nel IX secolo a.C. alcune popolazioni convergono nelle
Nella storia d’Italia quest’epoca è
località sulle quali sorgeranno le città della dodecapoli etrusca.
detta “villanoviana”; così fu chiamata nel secolo scorso, quando i caratteri fondamentali della
cultura che si sviluppò in quel periodo furono individuati nel sito di Villanova, presso Bologna. Da
quindi dedurre che le metropoli etrusche sono il risultato della “coagulazione”,
questa fonte si può 6
dell’unificazione di diversi villaggi di epoca villanoviana . Non a caso i loro rappresentanti si
riunivano tutti gli anni in un santuario federale, il Fanum Voltumnae, situato nel territorio di
Volsinii. Voltumna era il dio nazionale degli Etruschi e il suo santuario era adattissimo per queste
riunioni che si svolgevano in primavera, accompagnate da festività religiosi e civili che facevano
7
accorrere gente da tutte le parti dell’Etruria .
Abbiamo già accennato che i popoli della confederazione erano in numero di dodici, e pare che
questa cifra sia rimasta immutabile fino all’epoca del basso impero romano. Tra essi figuravano
Tarquinia, Cere, Veio, Volsinii, Vulci, Vetulonia, Roselle, Arezzo, Chiusi e Volterra (le altre due
città ci rimangono sconosciute). «Originariamente tali città erano rette a forma monarchica e pare
che il re venisse scelto tra i primogeniti delle famiglie nobili, o lucumoni, nome etrusco equivalente
a quello di principe. Egli riuniva in sé il potere militare, civile, religioso e giudiziario, divenendo
così sovrano assoluto, testimonianza fornita anche dalla pompa di cui si circondava. Tale pompa
monarchica durò per tutta quanta la storia etrusca, e sopravvisse dunque alla monarchia che
8
scomparve in Etruria, come a Roma e in Grecia, alla fine del VI secolo ». Il potere assoluto venne
allora sostituito da un regime repubblicano aristocratico che aveva come principio fondamentale la
divisione dei poteri entro un gran numero di magistrati. Dal punto di vista della struttura sociale, in
ciascuna città c’era, infatti, un numero ristretto d’influenti famiglie che detenevano la ricchezza e il
potere. Per famiglia bisogna intendere un complesso molto importante di persone, unite tra loro dai
vincoli d’una comune discendenza di un nobile antenato. Ogni patrizio esercitava perciò la sua
protezione su un numero di plebei che variava in proporzione alla sua ricchezza, avendone in
cambio i loro servizi ed il loro lavoro. «Al pari di qualsiasi società antica, anche quella etrusca si
basava sulla schiavitù, alimentata soprattutto dai prigionieri di guerra e dai discendenti dei popoli
vinti. Che questi lavorassero la terra o fossero semplici domestici, cuochi, danzatori, suonatori di
flauto o istrioni, sappiamo da Diodoro che gli Etruschi li volevano di bell’aspetto e li vestivano in
6 –
Cfr. T J. P., Gli Etruschi: il mistero svelato, Electa Gallimard, Parigi, 1993
HUILLIER
7 Cfr. . Gli Etruschi popolo segreto, Roma, Edizioni Paoline, 1959.
HUS A
8 . Gli Etruschi popolo segreto, Roma, Edizioni Paoline, 1959, p.177-179
HUS A 7 – –
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9 In tal caso, l’arte etrusca viene in nostro aiuto per confermare quanto appena
modo principesco» .
affermato: le pitture tombali di Tarquinia e di Orvieto ne sono una testimonianza evidente.
Per quanto concerne l’economia, l’agricoltura era fonte di prosperità favolosa, non a caso l’olio e il
vino toscani erano e sono molto rinomati. Tuttavia, il fiore all’occhiello in ambito economico è
rappresentato dal commercio, che spinge gli Etruschi ad una vera e propria politica di conquiste. Gli
antichi abitanti della Toscana presentavano talmente tante qualità, che ci sembra doveroso citarne
eccellevano nell’idraulica,
alcune. Più che pensatori, gli Etruschi sono stati tecnici abilissimi:
nell’architettura ed erano persino considerati maestri nell’arte delle fortificazioni. Ma soprattutto nel
campo medico, la scienza etrusca raggiunse una grande fama: per esempio erano abilissimi
nell’utilizzare le virtù terapeutiche delle acque termali, ma ancora più competenti nella chirurgia e
nell’arte dentaria (gli scheletri ritrovati nelle tombe risalenti al VII secolo a.C. portano nelle
mascelle ponti e denti d’oro, tecnica rubata poi dai Romani). In quanto alla cultura letteraria, si può
dire che gli Etruschi quasi non ne ebbero; sappiamo, però, che l’Etruria possedeva un suo teatro:
10
giunsero nel latino solo attraverso l’etrusco
parole come scaena, persona, histrio . «Le
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religioso o popolare d’infimo livello
rappresentazioni però non ebbero altro che un carattere ».
“divertimento
Infine, il favorito” dagli Etruschi era il banchetto. Ed è proprio a questo proposito che
vennero formulate delle accuse malevole. Secondo i Greci e i Romani, i banchetti dovevano essere
riservati solo agli uomini, i quali bevevano copiosamente ed avevano anche la compagnia di
cortigiane e di danzatori. Al contrario, le donne etrusche si sarebbero concesse le più ampie libertà:
sarebbero state accanite bevitrici, avrebbero praticato la ginnastica assieme agli uomini, e si
sarebbero abbandonate alla prostituzione senza ritegno. Le calunnie da parte dei contemporanei
relative a queste pratiche si facevano sempre più fitte e frequenti, al punto che venivano scritte nei
testi di autori come Aristotele, Timeo, Erodoto. Plauto, per esempio, fa dire ad uno dei suoi
personaggi che si rivolge alla figlia: «Tuo padre ti darà la dote, e tu non sarai costretta, come in
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Etruria, a procurartela da te facendo commercio del tuo corpo» .
c’è un fondo di verità, per piccolo che sia, ma le accuse si fanno
È vero che sotto ogni calunnia
sempre più gravi soprattutto nel periodo romano.
A tal proposito non ci resta che interrogare le opere d’arte etrusche, nelle quali i Toscani ci hanno
lasciato l’immagine di se stessi e della loro vita. Non a caso, «fin dal VI secolo, in pieno periodo
d’espansione, le pitture delle tombe ci rivelano un popolo festoso, amante dei piaceri e della buona
cucina, che banchetta volentieri al lusso più evidente e a graziose ancelle. Questi banchetti, però,
9 . Gli Etruschi popolo segreto, Roma, Edizioni Paoline, 1959, p.180
HUS A
10 Cfr. ibidem
11 Ibidem, p. 186
12 Cfr. ibidem
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sono spesso feste familiari e l’onestà delle intenzioni ci è dimostrata dalla presenza dei bambini.
Una serie di vasi ritrovati a Vulci e Cere ci presenta scene di brio, d’ironia, in cui si avverte l’amore
per la vita facile e gaia, non disgiunta dai piaceri dello spirito. Tutto è diverso, invece, nel III e nel
II secolo a.C.: si trovano ancora scene di banchetti, ma non c’è più il clima fam