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Nel terzo ed ultimo capitolo si affronta il secondo concetto strettamente
legato al prodotto locale agroalimentare, ovvero i servizi di ristorazione
collettiva e di come in essi si ricorra all’impiego dei prodotti locali
attraverso la filiera corta: questi servizi rappresentano un valido
strumento da prendere in considerazione per poter valorizzare tale
categoria di prodotti.
Nelle conclusioni si deduce il crescente impiego di prodotti locali nei
tempi recenti come conseguenza di un aumentato interesse e attenzione
verso l’alimentazione e il cibo e in generale si cerca di raggiungere
obiettivi a carattere non semplicemente economico, ma anche sul piano
sociale e ambientale. Vengono poi illustrate alcune possibili soluzioni
per promuovere con maggiore efficacia l’impiego dei prodotti locali
agroalimentari. 6
Cap.1 -
Il prodotto locale agroalimentare
Cos’è il prodotto locale
1.1
Ciò che si potrebbe dire sul prodotto locale agroalimentare è che esso
sia prodotto in un determinato luogo o territorio geografico, però non
vi è una definizione chiara di quello che sia il prodotto locale: infatti
nei diversi Paesi dell’Unione Europea non esiste una definizione
univoca di “zona locale”, non essendoci un consenso unanime sulla
distanza dal punto di ristorazione, che varia da 20 a 100 km; nella
pratica è il consumatore a decidere se un prodotto provenga o meno da
1
tale area .
Molti sono i termini impiegati come “prodotto di qualità”,
”tradizionale”, ecc. e per evitare di creare confusione tra i consumatori
sono stati istituiti dei regimi di qualità, descritti nel paragrafo
successivo.
1.2 I sistemi di qualità
Per poter dire che un determinato prodotto è di qualità, sono stati
progettati dei sistemi per valutarne le sue caratteristiche intrinseche, i
valori e il contesto territoriale specifico. I sistemi di qualità sono
dunque realizzati per analizzare i vari tipi di prodotti locali
agroalimentari, e alcuni sono riferiti ad un prodotto specifico, come ad
esempio le diciture DOC e DOCG, rispettivamente “Denominazione di
origine controllata” e “Denominazione di origine controllata e
garantita” , in cui vengono classificati i vini. Qui di seguito sono
illustrati alcuni dei sistemi di qualità, che si possono riferire alle
caratteristiche intrinseche del prodotto e al suo rapporto con il territorio
1 Tutela dei prodotti locali agroalimentari. Fonte:
http://www.camera.it/leg17/465?tema=competitivit_del_sistema_agroalimentare 7
geografico oppure ad un particolare metodo di produzione. I seguenti 4
sono i marchi di qualità europei.
DOP(Denominazione di Origine Protetta)
I prodotti a denominazione di origine protetta (DOP) sono quelli per i
quali sia la materia prima, sia la trasformazione, elaborazione e
stagionatura si riferiscono a uno specifico territorio, che conferisce
caratteristiche particolari ed inimitabili ad una specialità alimentare.
Le caratteristiche dei prodotti DOP dipendono quindi, in parte o
totalmente, dal territorio di produzione, inteso come ambiente
climatico, pedologico, con i suoi fattori storico-economici, sociologici
e culturali.
Vi è uno stretto legame tra prodotto e territorio che fa sì che il prodotto
agroalimentare di una certa categoria merceologica ottenuto in un
ambiente geografico ben preciso, ha caratteristiche completamente
differenti da un prodotto della stessa categoria merceologica ottenuto in
2
un altro ambiente geografico .
IGP(Indicazione Geografica Protetta)
I prodotti a indicazione geografica protetta (IGP) sono quelli per i quali
la materia prima e/o la trasformazione e/o elaborazione e/o la
stagionatura si riferiscono a un territorio specifico che conferisce
caratteristiche particolari. Il collegamento fra prodotto e area
geografica può consistere in questo caso anche semplicemente nella
reputazione di cui questo gode e, ad esempio, la materia prima può
anche essere acquisita fuori dall'area delimitata. Le caratteristiche dei
prodotti DOP e IGP dipendono quindi, in parte o totalmente, dal
territorio di produzione, inteso come ambiente climatico, pedologico,
con i suoi fattori sociologici, culturali e storico-economici. Lo stretto
legame tra prodotto e territorio fa sì che il prodotto agroalimentare di
una certa categoria di merci ottenuto in un ambiente geografico ben
preciso, ha caratteristiche completamente differenti da un prodotto
della stessa categoria merceologica ottenuto invece in un altro
3
ambiente geografico .
2 Fonte: http://www.piemonteagri.it/qualita/it/sistemi-di-qualita/dop
3 Fonte: http://www.piemonteagri.it/qualita/it/sistemi-di-qualita/igp 8
STG(Specialità Tradizionale Garantita)
E’ un marchio di origine finalizzato alla tutela delle produzioni
caratterizzate da composizioni o metodi di produzione tradizionali.
Questa certificazione, disciplinata dal regolamento CE 2082/92,
diversamente da altri marchi, quali DOP e IGP, si rivolge a prodotti
abbiano una “specificità” relative
agricoli e alimentari che al metodo di
produzione o alla composizione legata alla tradizione di una zona, ma
che non vengano prodotti necessariamente solo in tale zona.
Il marchio STG, quindi, si riferisce non tanto a un luogo preciso di
produzione, ma più che altro a un prodotto ottenuto mediante le
materie prime tradizionali di un territorio, ovvero con l’utilizzo di
tecniche di produzione e trasformazione tradizionali, legate a usi o
4
costumi particolari .
METODO BIO(Biologico)
L'agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che ha come scopo
il rispetto degli equilibri naturali, dell'ambiente, della salute
dell'operatore e del consumatore. Nell'agricoltura biologica infatti non
si utilizzano, se non in casi rari, né antiparassitari né concimi di sintesi
chimica e l'azienda agricola viene vista come un agroecosistema, in
cui l'attività agricola svolta dall'uomo si inserisce in un contesto
ambientale naturale, cercando di conservarne il più possibile le
caratteristiche. La tecnica di agricoltura biologica in genere prevede:
- Limiti molto ristretti nell'impiego di fertilizzanti sintetici e pesticidi,
antibiotici nell'allevamento degli animali, additivi negli alimenti e altri
fattori produttivi;
- La rotazione delle colture per utilizzare in modo più efficiente le
risorse del terreno;
- L'utilizzo di pratiche di allevamento appropriate per le varie specie di
bestiame;
- L'uso efficace delle risorse del luogo(ad esempio la coltivazione dei
foraggi per il bestiame all'interno dell'azienda agricola o l'uso del
letame per fertilizzare la terra);
4 Fonte: http://www.formaggio.it/dop-igp-stg/ 9
- Il divieto dell'impiego dei cosiddetti OGM, gli organismi
geneticamente modificati;
- L'allevamento degli animali liberi, all'aperto e nutrendoli con foraggio
biologico;
- La scelta di piante ed animali che siano più resistenti alle malattie e si
adattino alle condizioni del luogo.
L'utilizzo nell'agricoltura biologica di pratiche agronomiche quali la
coltivazione di diverse specie su una stessa area di suolo, la rotazione
delle colture e l'interramento di apposite colture allo scopo di
mantenere o aumentare la fertilità del terreno favorisce inoltre anche la
biodiversità e permette al terreno, con l'aggiunta di sostanze organiche,
di arricchirsi a sua volta di microrganismi e forme viventi di diverso
5
tipo .
A livello italiano invece sono stati elaborati altri marchi: PAT(Prodotto
Tradizionale Agroalimentare), DOC(Denominazione di Origine
Controllata), DOCG(Denominazione di Origine Controllata e
Garantita), IGT(Indicazione Geografica Tipica).
PAT(Prodotti Tradizionali Agroalimentari)
I "prodotti tradizionali" sono quelli i cui metodi di lavorazione,
conservazione e stagionatura risultano consolidati nel tempo e sono
praticati sul proprio territorio in maniera omogenea e secondo regole
tradizionali per un periodo non inferiore ai venticinque anni.
Questi prodotti, che possono essere oggetto di valorizzazione e di
deroghe riguardanti l'igiene degli alimenti consentite dalla
regolamentazione comunitaria, vengono individuati dalle Regioni e
dalle Province autonome di Trento e Bolzano che ne accertano i
requisiti e comunicano ogni anno al Ministero per le politiche agricole
il proprio elenco dei prodotti agroalimentari definiti come
"tradizionali", per poter essere pubblicati nell'elenco nazionale.
L'inserimento di un prodotto in tale elenco nazionale non crea dei diritti
conseguenti alla pubblicazione e l'eventuale riferimento al nome
geografico non costituisce riconoscimento di origine o provenienza del
6
prodotto dal territorio .
5 Fonte: http://www.piemonteagri.it/qualita/it/sistemi-di-qualita/bio
6 Fonte: http://www.piemonteagri.it/qualita/it/sistemi-di-qualita/pat 10
1.3 LFS e SFSC
Strettamente legato al concetto di prodotto locale vi sono quelli di
Local Food Systems(i “sistemi del cibo locale”) e di Short Food Supply
Chains(le filiere corte).
Local Food Systems(LFS):
7 è un “sistema di organizzazione del cibo locale” per
Un LFS mezzo
del quale i cibi sono prodotti, inseriti nella filiera produttiva, di
distribuzione e distribuiti all’interno di una determinata area
geografica; come esempi di local food systems possiamo citare i
farmers markets, i farm-gate sales, i vegetable box delivery schemes, le
community supported agriculture and public procurement schemes.
Si parla di cibi legati ad uno specifico territorio, con qualità e
caratteristiche specifiche, e si tratta spesso di cibi non lavorati o
leggermente lavorati. Elemento molto importante è la mancanza ad
di “cibo locale”, e anche a
oggi di una definizione ufficiale, condivisa
quale livello di scala geografica ci riferiamo col termine “locale”. Il
locale è stato inteso sempre in relazione a scale geografiche più ampie
passando a quella regionale, nazionale, globale. Ma il problema è di
8
definire i confini dell’area locale , stabilendo dove essa finisce e dove
un’altra inizia: questo è inteso in modo soggettivo a seconda del
contesto. Ad esempio i supermercati operanti su scala nazionale e
internazionale spesso indicano come risorsa “locale” un’intera regione
o Stato.
Il vero problema è dunque definire cosa si intende per cibo locale; in
caso di prodotti lavorati composti da una certa varietà di ingredienti, la
situazione è ancora più complessa: la fase di produzione(coltivazione,
allevamento) potrebbe