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DISCORSI D’ODIO

3.1 I mutamenti del mercato delle informazioni con

Internet

L’ecosistema dell’informazione ha subito importanti cambiamenti dal

dopoguerra in avanti. È possibile suddividere la sua evoluzione attraverso

l’individuazione di quattro grandi fasi.

Come punto di partenza fu definito l’ambito della tutela offerta dall’art. 21 Cost.

Nella seconda fase si manifestò l’apporto determinante delle fonti informative al

fine di garantire il principio del pluralismo, utile al mantenimento della

democrazia. Il terzo periodo è caratterizzato dall’influenza del diritto comunitario

sul sistema dell’informazione. Negli ultimi tempi, invece, è incominciata l’era di

Internet, in cui si è palesata l’inadeguatezza degli strumenti normativi classici

rispetto alla nuova dimensione: in conseguenza di ciò, i legislatori europei e la

giurisprudenza hanno avviato una stagione riformista.

La “digital transformation” ha provocato due mutamenti cruciali.

La prima trasformazione ha realizzato “una disintermediazione rispetto agli

operatori dell’informazione che, in precedenza, potevano vantare una sorta di

oligopolio nella creazione e diffusione di notizie”. I nuovi strumenti multimediali

ampliano a dismisura la cerchia dei soggetti che possono manifestare liberamente

il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione,

marginalizzando il ruolo degli operatori professionali dell’informazione.

Ciascun utente, un tempo consumatore, può diventare oggi un “produttore di

informazione” grazie alla relativa facilità e economicità con la quale si può attivare

un sito Internet, beneficiando della infinita portata della piattaforma, senza

peraltro possedere quel bagaglio di competenza e di esperienza che dovrebbe

essere proprio di un giornalista professionista.

Nella nuova era dell’informazione il singolo utente riveste un ruolo attivo,

inimmaginabile nel ventesimo secolo: basta un device elettronico e una

connessione ad internet per divenire produttori di informazioni. 119

Questo nuovo flusso dell’informazione è stato definito da Yochai Benkler come la

1

“network information economy” .

I tratti caratteristici sono tre:

 “La produzione dell’informazione è radicalmente decentrata, per cui ogni

utente della rete diventa un potenziale produttore di informazioni;

 Il prezzo estremamente basso pagato per usare un device elettronico,

accedere alla rete e comunicare, pone i mezzi materiali di informazione e

di produzione culturale nelle mani di una parte significativa della

popolazione mondiale, dell’ordine di circa due miliardi di persone;

 2

I flussi di comunicazione hanno carattere aperto e globale” .

Un’altra delle caratteristiche da non sottovalutare è che, attribuendo a ciascuno

la capacità di controllare le informazioni, l’operato dei governi è sempre sotto

osservazione da una moltitudine di osservatori indipendenti. “I watchdogs si sono

moltiplicati ed è per questo che i detentori del potere, specie (ma non solo) nei

3

sistemi illiberali, temono Internet” .

La seconda trasformazione è strettamente collegata alla prima. A causa

dell’aumento spropositato di produttori dell’informazione diventa imprescindibile

il ruolo dei soggetti incaricati di mettere ordine e di facilitare il collegamento tra

chi la produce e chi vuole riceverla. Quest’ultimi possono essere chiamati i

“gatekeepers dell’informazione” poiché, grazie ad alcuni algoritmi, collegano

produttori e fruitori, stabilendo un preciso ordine nel cyberspazio.

Nonostante siano chiare le nuove dinamiche dell’informazione è estremamente

difficile istituire una disciplina sovranazionale adeguata, anche a causa del

grandissimo numero di contenuti presenti sulla piattaforma web che rendono

difficile l’individuazione dei soggetti responsabili degli illeciti commessi in questo

4

“infinito non luogo” .

Peraltro, l’opera di regolamentazione giuridica è assolutamente necessaria a causa

della natura del web. Difatti quest’ultimo agisce come cassa di risonanza degli

illeciti, propagandone gli effetti ad un numero indeterminato di utenti. Uno degli

illeciti che ha trovato in Internet il luogo ideale per la sua proliferazione è il

discorso d’odio: negli ultimi anni il crescente utilizzo dei social media ha dato via

libera alla diffusione di messaggi razzisti e xenofobi inneggianti all’odio. Nulla

1 Y. Benkler, The wealth of networks. How social production tranforms markets and freedom, Yale,

2006.

2 G. Pitruzzella, O. Pollicino, S. Quintarelli, Parole e potere. Libertà d’espressione, hate speech e fake

news, Egea, Milano, 2017, pag. 58.

3 Ibidem.

4 W. Gibson, Neuromancer, New York, 1984.

120 togliendo all’apporto fondamentale di Internet, il quale sta contribuendo alla

5

realizzazione di una nuova forma di democrazia (la democrazia emancipante ),

bisogna comunque porre molta cautela verso questi fenomeni poiché la capacità

diffusiva del web è in grado di plagiare coscienze così da aumentare

conseguentemente la discriminazione e soprattutto l’incitamento all’odio etnico-

razziale.

A sostegno di questi timori, l’AGCOM ha sottolineato come questi nuovi spazi

hanno contribuito allo sviluppo di un clima culturale e sociale non rispettoso della

dignità umana e del principio di non discriminazione, mettendo a rischio le

categorie deboli, tra le quali i minori. L’Autorità ha sottolineato come tra i vari

sentimenti di odio e di discriminazione presenti in rete il cyberbullismo sia in

costante aumento; questo dato è strettamente correlato alla disinformazione e

agli scarsi livelli di istruzione.

L’evoluzione tecnologica ha dunque apportato cambiamenti significativi, alcuni

positivi, altri negativi: connessioni, informazioni, comunicazione. Ma anche

minacce, insulti, discriminazioni, riaccendendo lo storico dibattito circa i confini

della libertà di manifestazione del pensiero. “La rete, insomma, è sempre più una

trappola per il dialogo, invece che esserne esclusivamente il crocevia, aprendo a

interrogativi profondi sulla capacità di plagiare gruppi di persone attraverso la

6

diffusione di idee e materiali illeciti” . Sotta la lente d’ingrandimento sono finiti

infatti i gruppi inneggianti all’odio su blog o social network, i quali utilizzano i

benefici apportati dal web per diffondere e istigare all’odio.

Detto ciò, i miglioramenti all’informazione introdotti dalla rete non vanno

eliminati a causa degli illeciti presenti, ma vanno preservati. Ma è altrettanto ovvio

che è inammissibile che taluni messaggi lesivi della dignità umana rimangano

impuniti. Vi è la necessità pertanto di riformare alcuni punti fermi e consolidati per

reagire allo sviluppo e alla diffusione sul web di un fenomeno profondamente

diverso da quelli finora conosciuti.

5 A. Di Giovine, M. Dogliani, Dalla democrazia emancipante alla democrazia senza qualità?, in

Quest. Giust., 1993, pag. 321.

6 L. Scaffardi, Oltre i confini della libertà d’espressione. L’istigazione all’odio razziale, CEDAM,

Padova, 2009, pag. 273. 121

3.1.1 Il principio della “net neutrality”

Un altro dei problemi principali inerenti al mondo dei “bit” è quello relativo alla

garanzia del pluralismo. Il principio del pluralismo informativo “consiste

nell’efficace circolazione delle diverse idee ed opinioni che è, strategicamente,

una delle condizioni essenziali per il funzionamento dello stato democratico nella

sua attuale evoluzione, in quanto consente ai cittadini di esercitare la sovranità

in modo informato e consapevole, rendendo effettiva l’eguaglianza nell’esercizio

del voto.

L’efficace attuazione di tale fondamentale principio richiede che vi sia il più ampio

numero possibile di voci presenti nell’area pubblica di discussione e dibattito

(pluralismo esterno) e che vi sia il rispetto da parte di tutte tali voci, pubbliche o

private, sia pure con diversa intensità, di regole di indipendenza, obiettività e

completezza nell’attività comunicativa, al fine di garantire il diritto ad essere

7

informati dei cittadini (pluralismo interno o dei contenuti)” .

Per garantire ciò possono essere intraprese due azioni:

 In prima battuta è necessario garantire l’accesso alla rete a tutti i possibili

fruitori, dal momento che Internet costituisce uno strumento consolidato

ed essenziale per l’esercizio di un gran numero di diritti fondamentali, oltre

a favorire lo sviluppo sociale contrastando le varie diseguaglianze. In linea

con questo obiettivo è da elogiare il recente piano di cablaggio in banda

larga ad opera della società “Open Fiber”, la quale mira a connettere anche

le zone “bianche” dell’Italia;

 Garantito l’accesso al maggior numero di cittadini è però “indispensabile

evitare un utilizzo distorto della rete, limitando ai casi strettamente

necessari il ricorso a pratiche di controllo, filtraggio e blocco dei dati che

8

possono limitare la libera diffusione delle informazioni” . Questa scelta

serve principalmente a preservare il carattere aperto e neutrale della rete,

il quale costituisce un elemento fondamentale utile alla promozione della

libertà di comunicazione e alla garanzia del pluralismo delle informazioni.

Il principio di net neutrality è stato recepito in Europa con il regolamento

2015/2120. Il principio, nonostante sia di origine statunitense, è stato

9

recentemente rimesso in discussione proprio da una decisione della FCC

(Commissione Federale delle Comunicazione), la quale ha sostanzialmente

7 R. Borrello, Alcune riflessioni preliminari (e provvisorie) sui rapporti tra i motori di ricerca ed il

pluralismo informativo, in Medialaws n° 1 del 2017, pag. 70.

8 F. Donati, L’art. 21 della Costituzione settanta anni dopo, in Medialaws n° 1 del 2018, pag. 9.

9 Per approfondimento v. www.fcc.gov/restoring-interne-freedom.

122 rimosso regole che garantivano una rete Internet libera e aperta, attirando verso

di sé le critiche da parte delle istituzioni e dei “colossi” del web. Questa scelta è

destinata ad avere un grandissimo impatto circa l’utilizzo di Internet sul suolo

americano e ha alimentato nuovamente un dibattito che sembrava avere ormai

trovato una soluzione largamente condivisa.

3.1.2 L’indagine AGCOM sul mercato delle informazioni

La maggior parte della popolaz

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A.A. 2017-2018
179 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fpigna94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto dell'informazione e della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Vigevani Giulio Enea.