MAI
Siate consapevoli che, per natura, tutto questo davvero un giorno finirà. Godetevi gli attimi. Non lasciate mai niente al caso. Giocate a calcio. Giocateci più che potete. Datevi calci, tentate l'impossibile. Il tempo va veloce. Le stagioni anche. Non buttatevi mai a terra. Neanche adesso. Neanche nel periodo più brutto. Non lasciate mai che un pallone si sgonfi...
159 marzo 2020, una data che nessuno di noi dimenticherà mai per tutta la vita e forse neanche le generazioni future visto che questo periodo storico credo che resterà sui libri di storia per sempre. In questa data il governo chiude tutto il paese, tutta l'Italia è in lockdown, l'emergenza da COVID-19 ha impattato enormemente in tutto il mondo dello sport; nel DPCM del 9 marzo, per legge lo 14 Igor Trocchia, CT Nazionale Sordi, 16 marzo 2020 15 Andrea Masciaga, "Ma restiamo con i piedi per terra" 2020 rizzoli editore 18 Tesi di Laurea Triennale in Scienze Motorie
indirizzo Calcio “Gioco o bel Gioco? L'importanza del settore giovanile, linee guida ed analisi tecnica” sport con tutti i suoi campionati, è stato costretto a fermarsi fino a data da definirsi. Questo evento è stato unico nel suo genere, fatta esclusione per i campionati a cavallo del periodo della seconda guerra mondiale, ovvero 1943-44 e 1944-45. Non soltanto in Italia lo sport ha dovuto fermare il proprio cuore ma in tutti gli stati, portando alla sospensione delle competizioni sportive internazionali. L'Italia non si è demoralizzata e la voglia di ripartire ha prevalso sulla paura e lo sconforto, seppur con cautela, e ovviamente mettendo in sicurezza la salute degli atleti. In attesa del via libera delle autorità sanitarie, politiche e sportive, la Federazione Medico Sportiva Italiana (F.M.S.I), come federazione medica del C.O.N.I ed unica società scientifica accreditata al ministero della salute per la medicina e lo sport, ha creato il
4 Aprile leraccomandazioni per la ripresa delle gare ed allenamenti delle società professionistiche. Il protocollo che è stato elaborato contiene tutt’ora una serie di indicazioni per le ammissioni degli atleti professionisti agli allenamenti, con regole specifiche in caso di atleti negativi o asintomatici e nei casi di atleti risultati positivi al virus.
“Se la distanza spesso unisce i ragazzi nel web con i compagni di classe, della squadra di calcio, del gruppo dei coetanei, abitualmente allontana genitori e figli costretti ognuno nelle ormai ordinarie e consolidate attività in assenza di un colloquio, che talvolta mancava già da tempo e che sempre più spesso li distanzia.” 16
Un problema legato alla quarantena è l’isolamento in cui sono sprofondati gli adolescenti, lasciati sempre più di frequente a sé stessi, perché si circondano di dispositivi elettronici che a lungo andare creano una
La dipendenza dopaminergica può portare a una situazione di isolamento sociale e reclusione volontaria, nota come Sindrome di Hikikomori. Questo termine giapponese è stato creato negli anni '90 per descrivere quei soggetti, spesso adolescenti, che abbandonano la scuola, il lavoro e altre attività sociali per lunghi periodi e si chiudono volontariamente dal mondo esterno e da ogni tipo di relazione.
Un altro potenziale rischio riguarda l'aumento dei ragazzi "a rischio", il cui isolamento forzato potrebbe peggiorare alcuni atteggiamenti, sviluppando forme di isolamento e ritiro sociale. Si parla infatti di coloro che hanno una tendenza all'isolamento sociale ma che riescono a mantenere alcuni momenti di socialità rimanendo in contatto con il mondo esterno, come ad esempio attraverso il calcio, che potrebbero però portare a
agonisti dopaminergici sono molecole in grado di mimare l'azione della dopamina, un neurotrasmettitore endogeno, legandosi ai suoi recettori e attivandoli. 19Tesi di Laurea Triennale in Scienze Motorie indirizzo Calcio "Gioco o bel Gioco? L'importanza del settore giovanile, linee guida ed analisi tecnica" conseguenze importanti come la ripresa della vita normale una volta finito il lockdown. Il problema si lega al ruolo della distanza che viene creata tra questi ragazzi con i propri amici, compagni di squadra e la propria routine, ritrovandosi a passare molte ore chiusi nella propria camera con attorno soltanto dispositivi elettronici, aumentando il rischio, oltre di sentirsi isolati, ma anche di far comparire sintomi importanti quali insonnia, disturbi dell'umore e disturbi della concentrazione. Sono nate diverse iniziative e proposte, anche da parte della Federazione, per consentire di giocare in questo periodo difficile. Una soluzione per poter giocare a calcio aiTempi del Covid nasce a Bologna da un professore di scienze motorie, con l'invenzione del "football anti-Covid": il campo di calcio a 7 è diviso in aree dove può muoversi un solo giocatore, ci si può smarcare e passare la palla senza uscire dalle zone assegnate ad ogni ruolo (2 attaccanti, 2 centrocampisti, 2 difensori ed 1 portiere) non ci sono scontri, quindi contatto diretto, di conseguenza niente falli. In questa versione riadattata del calcio contano i passaggi, non si ha fretta di tirare, ovviamente non è il calcio vero ma si corre e soprattutto si riesce a divertirsi, aspetto fondamentale in questo periodo.
"Chi pensa di avere un figlio campione è pregato di portarlo in altre società".
Nel 2020 con i ragazzi costretti a stare chiusi in casa un fattore che viene amplificato è quello del triangolo comunicativo che si viene a creare tra allenatori - famiglia - piccoli calciatori. Spesso, ogni soggetto che,
direttamentee indirettamente, entra a contatto con il giovane calciatore presenta una propria offerta formativa e comunicativa che è indipendente dalle altre. Questo sistema di relazioni è inserito all'interno della "cultura calcistica prevalente", che è l'insieme dei valori che reggono un determinato contesto. La cultura calcistica prevalente, purtroppo al giorno d'oggi, è quella della vittoria ad ogni costo, quella che giustifica il ricorso al doping per ottenere migliori prestazioni, quella che autorizza, non punisce e, anzi, premia i disonesti e i furbi: se si simula el'arbitro fischia il rigore si è unanimemente considerati furbi, esperti, intelligenti calcisticamente, questo anche quando si parla di partite di bambini. Il messaggio che va diffuso e insegnato è che il calcio è degli onesti e non dei furbi. Quasi sempre, i bambini ma soprattutto i loro genitori, le loro famiglie, non vedono nel calcio.Una disciplina sportiva che diverte e fa crescere sia sotto l'aspetto individuale sia sotto quello sociale, ma come un modo per affermarsi, per raggiungere il successo, la fama, il denaro. Per i giovani calciatori che si affacciano nel settore giovanile professionistico e per i loro genitori, indossare la maglia di una squadra prestigiosa significa iniziare un percorso che porterà ad ottenere riconoscimento sociale. Il culto del benessere fisico a tutti i costi, l'ottenimento di tutto e subito senza fatica, sono aspetti tipici della società moderna che rendono difficile il ruolo degli allenatori culturalmente emotivi, che sono chiamati ad educare all'impegno, alla costanza, all'ascolto.
Alla collaborazione ed alla condivisione. Il calcio, come la società odierna, è caratterizzato da ritmi frenetici e sembra essere un contesto in cui non si attribuisce valore all'interiorità e alla lentezza, componente necessaria in ogni processo educativo; la crescita umana e il perseguimento di obiettivi didattici vanno di pari passo perché al giovane calciatore bisogna dare tempo, deve essere un tempo di attesa e non di pretesa. È fondamentale che tutti i tre soggetti che contribuiscono alla formazione del giovane calciatore creino una rete di relazioni al fine di cooperare e stabilire una condotta educativa comune e condivisa che favorisca la creazione di una nuova cultura calcistica prevalente. Il settore giovanile di una società di calcio persegue l'obiettivo di sviluppare un percorso che aiuti a consentire ad ogni ragazzo di esprimere i propri talenti e le proprie qualità, non solo nel gioco, ma anche nella vita di tutti i giorni.
giorni; l'obiettivo non è solo la formazione di un buon calciatore, ma anche di un bravo cittadino. Tra l'allenatore e la famiglia ma anche la scuola si deve instaurare una relazione profonda.24 maggio 2021, altra data importantissima per tutti coloro che durante la quarantena sognavano di poter di nuovo rincorrere un pallone anche soltanto in campo di provincia o insieme ai compagni di squadra della scuola calcio, infatti è di nuovo consentito svolgere attività fisica di squadra non soltanto all'aperto ma anche al chiuso. Nell'anno della pandemia e dell'emergenza covid nel mondo del calcio, anche i più piccoli hanno visto rivoluzionata la loro routine sportiva, sicuramente questo non è stato un momento facile per i bambini che hanno voglia di divertirsi e di sfogarsi il più possibile, purtroppo la situazione della pandemia da Covid è questa e dobbiamo conviverci. I bambini devono sapere però che devono esseremolto contenti già di poter venire al campo qualche ora al giorno, poterli fare divertire come si può magari lavorando più sulla tecnica o sui tiri, deve essere la prerogativa dell'allenamento. Il ruolo anche sociale del calcio è far stare insieme i ragazzi in un periodo in cui è difficile avere svaghi al di là della scuola ed è assolutamente questa in primis la cosa che gli allenatori devono cercare di fare al campo.
Tesi di Laurea Triennale in Scienze Motorie indirizzo Calcio "Gioco o bel Gioco? L'importanza del settore giovanile, linee guida ed analisi tecnica"
2. L'organizzazione del calcio in Italia, Inghilterra e Spagna
2.1 L'organizzazione del calcio in Italia
La Federazione Italiana Gioco Calcio, conosciuta in tutto il mondo con l'acronimo FIGC, gestisce e organizza il gioco del calcio in Italia, dai Club alle nazionali. La sede si trova a Roma e il suo attuale presidente, Gabriele Gravina.
È stato eletto il 22 ottobre.Scarica il documento per vederlo tutto.
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L'apprendimento attraverso il gioco
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Teoria,tecnica e didattica del gioco del calcio
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Psicopatologia del gioco