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STRATEGIE OBIETTIVI
AUMENTARE I GRADI DI MOVIMENTO
- Ridurre la rigidità proteggendo la riparazione
- Arto Superiore:
- Table slides
- Progressioni con la Physioball
- Arto Inferiore:
- Rotatori dell'anca
- Estensori dell'anca
- Flessori dell'anca
- Altre manovre se necessarie
STABILIRE FORZA E LA STABILITÀ DEL CORE
- Rinforzare l'arto inferiore concentrandosi su scapolare soddisfacente
- Raccomandati:
- Step laterali
- Piegamento arto in monopodalica
- Progressione con l'affondo
Fase di recupero
La fase di recupero è caratterizzata dal ripristino del completo range di movimento, dalla capacità di resistenza della cuffia dei rotatori, e dall'integrazione di questa con la capacità funzionale della catena cinetica. Il range di movimento può superare i 90°, e può essere introdotto l'utilizzo di...
Una mobilizzazione attiva assistita. Gli esercizi di integrazione del controllo scapolare e rinforzo della cuffia ristabiliscono una base scapolare stabile per l'attivazione massima della cuffia dei rotatori. La facilitazione propriocettiva neuromuscolare e gli esercizi a catena cinetica chiusa sono efficaci fin dalle prime fasi della riabilitazione, ma con l'aumento della forza possono essere inseriti anche esercizi a catena cinetica aperta.
STRATEGIE OBIETTIVI
- L'arto inferiore guida il movimento dell'arto superiore
- FACILITARE I LINK CRITICI DELLA CATENA CINETICA superiore
- Facilitare la retrazione scapolare con il braccio vicino al corpo
- 78- Lawnmower- Range di movimento totale e attivo
- Robbery
UTILIZZARE ESERCIZI A CATENA CINETICA CHIUSA E APERTA
Adeguato controllo scapolare per progredire con Catena Chiusa:
- Esercizi a leva più lunga
- Table slides (per movimento integrato)
- Low row
- Glide inferiore
Catena Aperta:
- Low row con passo indietro
- Lawnmower con passo indietro
- Robbery
cicatrizzazione o a ritardo di consolidazione. L'ingresso "posticipato" non espone la ferita e tutela i tempi di guarigione biologica dei tessuti: le percentuali di rigidità articolare post-chirurgica, però, possono aumentare. Le due filosofie di pensiero manifestano aspetti positivi e negativi che possono avvalorare o sconsigliare le differenti tempistiche. Per scegliere i giusti tempi d'ingresso in acqua si consiglia di ricorrere alla logica. Teoricamente, tutti i pazienti potrebbero iniziare l'idrokinesiterapia a partire dal 20° giorno post-chirurgico, perché dopo 15 giorni vengono rimossi i punti di sutura e nei successivi 5 giorni la ferita è completamente chiusa. Vi sono, però, delle indicazioni riferite alla patologia del paziente. Negli interventi chirurgici che prevedono la cicatrizzazione dei tessuti suturati, è corretto "attendere", per evitare spiacevoli inconvenienti. Rientrano nell'ultima
categoria i pazienti operati di protesi su frattura (le tuberosità cicatrizzano intorno al 45° giorno; il loro riassorbimento è un rischio troppo grave), quelli operati di sutura della cuffia dei rotatori o di trasposizione tendinea, di sutura del cercine glenoideo e del compartocapsulo-legamentoso, le fratture di clavicola, anche se stabilizzate, ecc. Possono, e devono iniziare al più presto, i pazienti interessati da capsulite adesiva o da rigidità secondarie, le protesi di spalla ad esclusione di quelle su frattura o che associano trasposizioni muscolari e tutti i pazienti che non devono attendere la cicatrizzazione di strutture nobili. Per iniziare l'esercizio in acqua in tempi precoci, anche per le tipologie di pazienti sopra citati, è indispensabile attenersi a specifici accorgimenti. Inizialmente, la seduta in acqua deve avere una durata limitata, intorno ai 10-20 minuti; contemporaneamente i movimenti devono essere passivi, eseguitidall'operatore o dal braccio controlaterale del paziente. Durata della seduta Il tempo minimo della seduta per i pazienti che entrano in acqua il 2°-3° giorno post-chirurgico è di 10-20 minuti. Nelle restanti situazioni la durata della seduta varia da 45 ai 60 minuti. All'inizio, il paziente deve prendere confidenza con "l'ambiente acqua", che provoca sensazioni diverse rispetto a quelle percepite a "secco"; non vi sarà, inoltre, una immediata padronanza rispetto al compito motorio assegnato: per questo motivo saranno maggiori i tempi di recupero tra una serie di movimenti e l'altra. Le prime sedute possono così risultare più lunghe a parità di esercizi assegnati. Numero di sedute settimanali Di solito si consigliano tre sedute settimanali, intervallate da un giorno di pausa. La frequenza è giustificata, nelle prime fasi successive all'intervento, perché in questi pazienti unafrequenzaquotidiana può scatenare accentuazioni del dolore, specie se gli esercizi richiesti sono attivi. Neipazienti sportivi, in quelli ricoverati nelle strutture riabilitative (ospedali o cliniche con piscina) e inaltre particolari occasioni, la frequenza può subire le modifiche necessarie. Lo sportivo è abituato amaggiori carichi di lavoro, rispetto al non professionista o al sedentario e necessita di un "recuperoaccelerato" per rispondere alle richieste del campionato. Il soggetto ricoverato nella stessa strutturao proveniente da un'altra città deve sfruttare al massimo il tempo a disposizione, prima di terminarei giorni di ricovero o del rientro a casa. Un programma rieducativo flessibile è un presuppostofondamentale, non solo per gli aspetti relativi al numero di sedute, ma anche per ciò che riguarda ladurata, l'intensità, il numero e il tipo di esercizi. Il paziente, all'inizio di ogni singola seduta,
In relazione alle attività della vita quotidiana e ad altri fattori concomitanti, può presentarsi a volte con maggior dolore, altre più o meno motivato o entusiasta dell'andamento clinico, rispetto alla precedente seduta. È compito del rieducatore percepire le "differenze", per effettuare, quando sia necessario, le opportune modifiche.
Progressione degli esercizi in acqua:
- Ambientamento: inizialmente il paziente deve prendere confidenza con l'acqua e con le caratteristiche della struttura nella quale si trova. La fase di "presa di contatto" varia da persona a persona (in alcuni c'è la paura dell'immersione in acqua) e può essere condizionata dalle capacità motorie individuali e da una realtà diversa rispetto a quella quotidiana. Ancor prima che il paziente entri in piscina, il rieducatore illustra le caratteristiche della vasca: il percorso per l'ingresso e il corretto modo d'accedere.
riferimento per il controlaterale. La durata