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La parola “fantasmagoria” esprime il concetto di saper parlare con i fantasmi

in pubblico, deriva dal greco antico “φάντασμα”, phántasma, e “αγορά”, ossia

agorà, con l’aggiunta del su sso “ἀγορεύω”, l’insieme di queste parole si

phantasmagorie

traduce nel francese, e inglese, e di conseguenza nell’italiano

fantasmagoria.

Questa corrente di intrattenimento fu molto popolare in tutte le fasce d’età, e

rimase dominando l’intrattenimento no al 1830; la fantasmagoria nasce dalle

credenze popolari e dal misticismo per poi evolversi in forma teatrale, con lo

scopo di produrre un e etto magico e di ricreare la presenza di un fantasma.

Per la riuscita di questo e etto ultraterreno si usava una lanterna, in modo da poter proiettare

immagini spaventose grazie al gioco di luci ed ombre, accompagnata da e etti scenici come

fumo e schermi semi-trasparenti. La riproduzione abbastanza realistica di questi spiriti era resa

grazie alla maneggevolezza degli strumenti utilizzati: l’uso della lampada permetteva di ingrandire,

o rimpicciolire a seconda delle intenzioni, i soggetti rappresentati; grazie a questa condizione

potevano veri carsi dei cambi d’immagine molto rapidi, quasi a simulare l’e etto del montaggio.

In molti spettacoli si utilizzavano degli arti ci sensoriali, come completa oscurità o una

presentazione verbale suggestiva, per poter coinvolgere maggiormente il pubblico; alcuni

decisero di introdurre anche sensazioni olfattive e addirittura scariche elettriche. Secondo

Schröpfer - massone indipendente e performer di negromanzie - molto importanti per la riuscita

sono il fattore orario, ovvero realizzare le rappresentazioni a tarda notte, e la presenza di pozioni:

entrambi servivano a convincere gli spettatori che quello che stavano vedendo fosse reale.

Questa tecnica teatrale a onda le sue origini nel XVIII secolo in Francia

e in Germania, per poi espandersi in tutta Europa nei secoli successivi,

raggiunge la massima popolarità durante il XIX secolo in Inghilterra.

Prima del 1750 abbiamo comunque tracce di fantasmagoria: nel 1420

ad esempio Giovanni Fontana - medico e ingegnere veneziano -

disegnò un’uomo che mantenendo una lanterna proiettava un demonio

al femminile ed alato. Oltre 200 anni dopo Kircher - sacerdote erudita -

in un suo testo avvertì i lettori della possibilità di essere ingannati da

una proiezione di fantasmi e demoni, in modo da essere poi obbligati a

compiere azioni perverse. Nello stesso secolo, e più precisamente nel

1659, l’inventore Huygens disegnò diverse fasi della Morte in cui questa si mette e toglie il cranio

dal collo, questo denota anche una funzione goliardica di questo genere.

Alla ne del 1700, nella fase iniziale del Romanticismo, cresce una curiosità per lo “strano” e il

soprannaturale no al punto di diventare una vera e propria ossessione da cui vediamo nascere il

fi fi fi ff ff ff ffi fi fi fl ff

ff ff

romanzo gotico; l’interessamento del pubblico verso questo nuovo genere letterario spiega il

grande successo della fantasmagoria come intrattenimento. I mezzi di cui

si servirono per la rappresentazione erano perfetti per mantenere la

convinzione dell’incorporeità degli spiriti e dei demoni. Edmé-Gilles Guyot

récréations physiques et

racchiuse nel suo testo “Nouvelles

mathématiques” svariate tecniche fantasmagoriche, includendo anche

informazioni su come inserire il fumo durante le proiezioni. In questo

periodo diventano molto popolari anche le ombre cinesi, di cui alcune

tecniche vennero via via introdotte negli spettacoli di fantasmagoria.

Robertson

Inventore e sico belga, è conosciuto per essere stato il pioniere della fantasmagoria, intesa sia

come genere teatrale sia come medium tra il mondo terreno e quello sovrannaturale; gli si

riconosce anche l’invenzione della parola “fantascopio”, ossia la lanterna “magica” che veniva

usata per la proiezione, ma a di erenza di quelle di usesi più avanti questa non era a mano:

perché funzionasse era necessario che qualcuno si fermasse accanto ad essa e la spostasse sul

palco per ottenere l’e etto di movimento. A Robertson piaceva l’e etto dell’oscurità ed era solito

per questo lasciare il pubblico completamente al buio per diversi minuti, chiudeva anche le porte

del teatro in modo che nessuno potesse uscire dopo l’inizio dello spettacolo; inclusi nel suo

programma teatrale erano gli e etti sonori come applausi o campane, avrebbe passato poi le sue

diapositive di vetro attraverso uno strato di fumo mentre erano nel fantascopio, al ne di creare

un'immagine sfocata. Questo inventore si rese conto del

potenziale di questo genere quando conobbe l’ottico Phillord,

che combinando le sue conoscenze a quelle di Robinson creò

un grande progresso tecnologico in questo ambito: la

combinazione di pittura e spettacolarizzazione furono la base

del cinema horror.

Galvanismo, magnetismo e dimostrazioni con l’elettricità

furono parte integrante e non trascurabile di questo periodo

storico: agli e etti visivi vennero aggiunti quelli acustici nei

momenti più intensi dello spettacolo, si imitavano le condizioni

meteo più burrascose per creare l’atmosfera perfetta,

completata in ne dall’incenso. La prima fantasmagoria di Robertson fu rappresentata nel 1797 nel

Pavillon de l’Echiquier di Parigi, dove l’atmosfera macabra si sposò perfettamente con le idee e

creazioni di questo innovatore.

La questione del medium

Questa parola è storicizzata al femminile, la medium era dunque colei capace di mettere in

comunicazione, tramite il suo corpo, il mondo degli spiriti con quelli dei mortali. La correlazione

tra donna e medium è data dal fatto che la donna ha un corpo che si presta già naturalmente ad

ospitare altri copri, o anime, diversi dalla sua, attraverso la gravidanza. Oltre a questo è

importante sottolineare la credenza radicata che le donne avessero una sensibilità maggiore, oltre

che ad un sesto senso, quasi possedessero un terzo occhio. Robertson raggiunta una certa fama

nell’ambito della fantasmagoria venne spesso richiesto dalle persone come medium, nonostante

non fosse una donna, a causa delle doti che mostrava con le manifestazione pubbliche, come se

avesse trasmesso al suo pubblico una certa ducia.

I fantasmi del dottor Pepper

Prende questo nome una tecnica illusoria tipica del genere della

fantasmagoria che, servendosi di una lastra di vetro, altre

pellicole plastiche e una corretta illuminazione, permette di dare

l’illusione che un oggetto stia sparendo, o al contrario

apparendo, o che addirittura si stiano inserendo l’uno dentro

l’altro. Questa illusione ottica fu ripresa da Pepper partendo da

alcuni scritti del XVI secolo del losofo e alchimista italiano Della

Porta, rendendo famosa la sua tecnica.

fi fi ff ff ff fi ff fi ff ff fi

Fantasmagoria e fantasia, due mondi distinti

Nonostante le due parole siano spesso utilizzate come sinonimi data la somiglianza dei temi

trattati, in realtà hanno accezioni distinte: la fantasia è quella cosa che si riferisce ad eventi che

potrebbero essere realizzabili, non sono del tutto fuori dal normale; la fantasmagoria invece si

ottiene quando la fantasia si unisce al delirio. In ambito letterario è più semplice di erenziare i due

termini dove fantasia, fantascienza e fantasmagoria creano generi molto diversi tra loro.

Il rapporto con l’arte

È di cile individuare dunque un periodo netto in relazione alle fantasmagorie che, seppur in

diverse forme, sono presenti da millenni e non ci hanno mai abbandonati del tutto. In pittura ne

delle delizie”

abbiamo varie tracce, la più signi cativa del medioevo (1505-1510) è l’opera “trittico paradiso

del ammingo Bosh: è una narrazione suddivisa in tre pannelli, nella prima vediamo il

terrestre il

- nonostante gli sia stata donata un’aria inquietante -, nella seconda parte, detta

giardino delle delizie, la rappresentazione è molto articolata

ed è composta da forme realistiche e fantasiose, nell’ultima

musicale.

parte vediamo ra gurato invece l’inferno È

proprio nella parte centrale che vediamo un susseguirsi di

fantasmagorie tratte dal folclore, dalla simbologia del

m i s t e ro e d a l l e n a r r a z i o n i s t re g o n e s c h e t r a t t e

dall’interpretazione di testi sacri, l’intenzione del pittore era

q u e l l a d i r a p p re s e n t a re u n i n c u b o ; n e i s e c o l i

immediatamente successivi fu raro ottenere una

rappresentazione immagini ca di questa portata.

In questo olio su legno, uno dei più grandi esponenti del surrealismo, fece un’interpretazione della

fantasmagoria secondo quella che era la sua narrativa pittorica. Salvador Dalì nel 1929 dipinse la

sua prima “fantasmagoria”: come suo solito, vediamo nell’opera la rappresentazione non troppo

astratta di alcuni elementi umani che in alcuni casi sono tramutati in oggetti tecnologici. In primo

piano vediamo una gura molto interessante: un mezzobusto femminile posto di pro lo poggia su

una cassetta di legno, su questa sono ra gurate due chiavi che si

fronteggiano. Dalla bocca sorridente ed inquietante di questo soggetto

fuoriesce un elemento gassoso, che ricorda una gura umana e dal suo

“naso” cola del sangue; questa gura sembrerebbe ricordare l’autore

stesso, quasi avesse compiuto un autoritratto dei suoi sentimenti nel

momento della composizione. Sulla testa della donna, un elemento

ripreso dalla natura assume aspetto quasi robotico, e dal suo becco

sembra spuntare un altro animale dalle strane fattezze. Lo sfondo è

desertico, è presente solo una gura meccanica con anatomia umana,

posta su un piedistallo cilindrico, è isolata e guarda all’orizzonte. La

fantasmagoria è lampante in questo dipinto e la rassomiglianza

dell’“ectoplasma” con l’artista porta ancora di più in una dimensione

surreale e inquieta, a mio parere simboleggia una morte dell’anima e

una confusione generale nella vita dell’autore. È una questione che

ricalca il tema della presenza, in questo caso l’apparire è sì legato

all’immagine, ma non all’essere, bensì all’essenza.

Arrivando alla contemporaneità abbiamo un artista che si è cimentato nella rappresentazione

performatica della fantasmagoria. Nel 2017 Hirst, in una sua mostra più ampia legata comunque

all’idea del meta sico, espone “fantasmagorie delle nzione”, quella più legata alla tradizione

teatrale

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marid5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche della comunicazione e dei nuovi media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Dalmasso Anna Caterina.