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LA MALATTIA DI ALZHEIMER
Introduzione
1.
13
La malattia di Alzheimer rappresenta la più comune causa di demenza senile
nell’anziano (Qian et al. 2018). È una patologia neurodegenerativa caratterizzata
dalla graduale perdita delle funzioni cerebrali in seguito alla morte dei neuroni
della corteccia, per formazione di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari
(Principi di Patologia e Fisiopatologia-Robbins). Si presenta all’inizio con una
lieve alterazione della funzione intellettiva o con disturbi dell’umore e del
comportamento. In seguito, il disorientamento progressivo, la perdita di memoria
e l’afasia indicano una più grave disfunzione corticale che successivamente,
nell’arco di 5-10 anni, porta ad una profonda demenza. L’incidenza della malattia
aumenta superati i 50 anni, mentre raramente si ha sviluppo di Alzheimer al di
sotto di tale soglia d’età. I tassi di incidenza sono del 3% dai 65 ai 74 anni, del
19% da 75 a 84 anni e del 47% oltre gli 85; solo il 5-10% dei casi sono familiari.
(Malattie del Sistema Nervoso- Giorgio Macchi)
Morfologia
2.
L’esame microscopico dell’encefalo evidenzia una chiara atrofia corticale con un
pronunciato ampliamento dei solchi cerebrali a livello dei lobi frontali, temporali
e parietali. La perdita di parenchima è compensata dall’ingrandimento dei
ventricoli. Le principali alterazioni microscopiche della malattia di Alzheimer
sono gli ammassi neurofibrillari, le placche neuritiche e l’angiopatia amiloide (Le
basi patologiche delle malattie-Robbins). Tutti questi aspetti possono riscontrarsi
anche nei cervelli di persone anziane non affette da demenza, per cui la diagnosi
di Alzheimer si basa su una correlazione tra caratteri clinici e patologici (Le basi
patologiche delle malattie-Robbins).
Gli ammassi neurofibrillari (ANF)sono fasci di filamenti presenti nel citoplasma
dei neuroni che dislocano o avvolgono il nucleo. Spesso presentano una forma “a
fiamma” o assumono un contorno rotondeggiante (ammassi globosi). Essi sono
visibili come strutture fibrillari basofile con l’ematossilina-eosina, ma si colorano
fortemente con i metodi all’argento. Sono formati da filamenti elicoidali appaiati
(FEA) insieme con alcuni filamenti lineari di composizione simile. Sono situati di
norma nei neuroni corticali, specialmente nella corteccia entorinale e in altre sedi
come l’amigdala, le cellule piramidali dell’ippocampo, la parte basale
dell’encefalo anteriore e i nuclei del rafe (Le basi patologiche delle malattie-
14
Robbins). Gli ANF sono insolubili e difficili da proteolizzare in vivo, rimanendo
visibili come ammassi “fantasma” o a “pietra tombale” a lungo dopo la morte del
neurone d’origine. Una componente di base dei FEA è data da forme anomale
iperfosforilate della proteina tau, una proteina assonica associata ai microtubuli
che fungono da binario per il trasporto di vescicole, proteine e organelli lungo gli
assoni. La forma iperfosforilata di tau non può legarsi alla microtubulina, per cui i
microtubuli perdono la loro funzione di binario e tau tende a formare aggregati
(Fondamenti di patologia e fisiopatologia-Robbins).
Le placche neuritiche sono ammassi focali e tondeggianti di processi neuritici
ingrossati, tortuosi, argentofili che circondano un nucleo centrale di amiloide,
spesso con un alone chiaro che separa i componenti. Esse variano da 20 a 200 µm
di diametro. Alla periferia possono osservarsi cellule microgliali e astrociti
reattivi. Le placche si trovano nell’ippocampo, nell’amigdala e nell’intera
corteccia cerebrale, sebbene siano risparmiate le aree motorie e sensitive primarie.
Il nucleo amiloide, che si colora con il rosso Congo e l’impregnazione argentica di
Bielschowsky, contiene una certa varietà di proteine anormali. Il componente
principale del nucleo della placca è l’Aβ, un peptide di circa 40-43 amminoacidi,
derivato da una molecola di dimensioni maggiori, la proteina precursore
dell’amiloide(APP) Le basi patologiche delle malattie-Robbins). Sono presenti in
(
minor quantità altre proteine tra cui componenti della cascata del complemento,
l’α1-antichimotripsina, le apolipoproteine e una proteina denominata componente
non amiloideo delle placche(CNAP). Metodiche di immunocolorazione per l’Aβ
hanno permesso l’evidenziazione, in alcuni pazienti, di deposizioni del peptide
amiloideo che mancano della regione neuritica circostante. Tali alterazioni, dette
placche diffuse, si trovano sulle porzioni superficiali della corteccia cerebrale, nei
gangli basali e nella corteccia cerebellare (Le basi patologiche delle malattie-
Robbins). Quando sono localizzate sulla corteccia cerebrale, esse appaiono
comunemente centrate sui piccoli vasi o su aggregati di neuroni. Queste lesioni
potrebbero rappresentare uno stadio precoce dello sviluppo delle placche
neuritiche. L’angiopatia amiloide accompagna sempre l’Alzheimer e deriva dagli
stessi precursori dei nuclei amiloidei delle placche (Le basi patologiche delle
malattie-Robbins).
La degenerazione granulovacuolare consiste nella formazione di vacuoli chiari
citoplasmatici neuronali ognuno dei quali contiene un granulo argirofilo.
15
Nonostante sia un processo legato all’invecchiamento esso è più comune
nell’ippocampo e nei bulbi olfattori della malattia di Alzheimer Le basi
(
patologiche delle malattie-Robbins). I corpi di Hirano che si osservano
particolarmente nella malattia sono formazioni corpuscolari allungate, di aspetto
vitreo, eosinofile, che consistono in disposizioni paracristalline di filamenti
granulosi, costituiti in prevalenza da actina (Le basi patologiche delle malattie-
Robbins).
Patogenesi e genetica molecolare
3. Il ruolo dell’amiloide
3.1
L’amiloide deriva dall’aggregazione di fibrille del diametro di 6-10 nm di una
sostanza proteica, la Beta-amiloide, che deriva dalla proteolisi del precursore APP
“Amyloid Precursor Protein”, espresso sulla superficie cellulare. Normalmente
l’APP subisce due tagli per essere convertita in amiloide: il primo è effettuato
dall’α-secretasi nella regione extracellulare, il secondo dalla γ-secretasi a livello
della porzione intramembranaria (Principi di Patologia e Fisiopatologia-
Robbins . Si ottengono tre peptidi solubili: sAPP, P3 e AICD. Nella malattia di
)
Alzheimer il primo taglio è effettuato dalla β-secretasi su un sito diverso rispetto a
quello sul quale avrebbe agito l’α-secretasi. Di conseguenza anche la β-secretasi
agirà ad un livello inconsueto, formando un peptide insolubile Aβ-amiloide; le
forme peptidiche più abbondanti sono Aβ40 e Aβ42 Principi di Patologia e
(
Fisiopatologia- Robbins . I peptidi Aβ si aggregano e danno origine all’amiloide
)
che si riscontra nel parenchima encefalico e intorno ai vasi. Studi in vitro
suggeriscono che l’Aβ e i suoi aggregati siano neurotossici, contribuendo così alla
patogenesi della demenza. I rari casi di Alzheimer familiari sono correlati a
mutazioni del gene che codifica per la APP, localizzato sul cromosoma 21(Le basi
patologiche delle malattie-Robbins). Le mutazioni sono localizzate nelle
immediate vicinanze della regione Aβ della molecola di APP e portano ad un
aumento di queste regioni. La patologia si riscontra spesso nei soggetti affetti da
trisomia del cromosoma 21 che sopravvivono oltre i 45 anni ed è correlata ad un
effetto di dosaggio genico con aumento della produzione di APP e, di
conseguenza, di Aβ Le basi patologiche delle malattie-Robbins). Un’altra
(
mutazione puntiforme di questo gene, scoperta in numerose linee familiari
16
olandesi, provoca l’accelerata deposizione dell’amiloide nei vasi cerebrali con un
aumentato rischio di sanguinamento e di demenza, malattia conosciuta come
“Emorragia cerebrale ereditaria con amiloidosi” (ECECA-olandese) Le basi
(
patologiche delle malattie-Robbins).
Il ruolo delle Preseniline
3.2
Sono stati identificati altri due loci genetici localizzati sul cromosoma 14 e 1
correlati all’insorgenza di Alzheimer familiare. I geni su questi due cromosomi
codificano per due proteine intracellulari strettamente correlate, la presenilina-1 e
la presenilina-2 Le basi patologiche delle malattie-Robbins). Sono stati proposti
(
due meccanismi per spiegare il coinvolgimento delle preseniline nella patogenesi
della malattia Le basi patologiche delle malattie-Robbins).
(
La loro mutazione aumenta la produzione di Aβ42, favorendo la
deposizione di amiloide;
Le preseniline sono coinvolte nella morte neuronale essendo bersaglio del
clivaggio da parte delle caspasi che vengono attivate durante l’apoptosi.
Il ruolo dell’Apolipoproteina E
3.3
L’Apolipoproteina E(ApoE) è una lipoproteina di membrana prodotta da un gene
localizzato sul cromosoma 19, della quale esistono tre genotipi: ε2, ε3 e ε4.
Sembra che la presenza del genotipo ε4 aumenti di tre volte il rischio di contrarre
Alzheimer e ne abbassi l’età di insorgenza, mentre il genotipo ε2 sembra ridurre il
rischio di malattia e aumentare l’età in cui essa esordisce (Malattie del Sistema
Nervoso- Giorgio Macchi).
Caratteri clinici
4.
La malattia di Alzheimer è caratterizzata da una patogenesi subdola ed insidiosa,
con disturbi della memoria episodica dovuti all’iniziale localizzazione delle
lesioni a livello della corteccia entorinale dell’ippocampo Le basi patologiche
(
delle malattie-Robbins). Il paziente tende a dimenticare azioni svolte nel passato
recente o azioni che dovrebbe svolgere. Col progredire della malattia il paziente
17
dimentica i nomi di persone o oggetti di uso comune a causa del coinvolgimento
della memoria semantica; non riesce ad affrontare le situazioni più complesse e
mostra variazioni della personalità, con disturbi psichiatrici di tipo depressivo,
ansioso o delirante. Inizialmente il soggetto è consapevole dei cambiamenti che la
sua mente sta subendo ma, a mano a mano, perde questa capacità introspettiva e i
cambiamenti sono percepiti soprattutto dai familiari. La sintomatologia iniziale
evolve con velocità diversa da soggetto a soggetto. In alcuni casi essa rimane
abbastanza stabile per mesi o pochi anni, mentre in altri casi evolve rapidamente,
coinvolgendo, nel giro di pochi mesi, oltre alla memoria, il linguaggio, la capacità
di compiere le azioni più semplici e privando il soggetto dell’autonomia nella vita
quotidiana. Si viene a creare un contrasto tra la conservazione della struttura
formale e una massiccia perdita di contenuto informativo