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3. NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME
METABOLICA
All’attività fisica è sempre stato riconosciuto uno spazio importante nella vita del
singolo individuo e della collettività: fin dall’antichità gli uomini hanno dedicato
molto del loro tempo a diversi tipi di forme di attività motorie (gare sportive, giochi,
terme, tornei, danze, palestre, addestramento militare ecc…), nelle quali, se pur
con finalità differenti, il movimento e la forma fisica giocavano un ruolo
fondamentale. Tuttavia, fa parte dell’epoca moderna la consapevolezza scientifica
che una sana attività fisica, se praticata in modo adeguato e regolare, favorisce
non solo una migliore funzionalità degli apparati del corpo, ma incide anche in
modo significativo sulla qualità della vita, sullo stato di salute e sul benessere
generale della persona, anche nella sua condizione psicologica.
Al contrario, la sedentarietà è considerata, sulla base anche di studi e ricerche
scientifiche, un rilevante fattore di rischio per l’insorgenza di patologie di varia
natura, tra cui le patologie metaboliche, e per la conseguente incidenza sui livelli
(10)(20)
di mortalità della popolazione adulta.
3.1 Aspetti generali
fisica,
L’attività dunque, e la conseguente perdita di peso corporeo, svolge un
ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento della sindrome
metabolica. Per questo motivo, acquisisce sempre più importanza la figura del
Laureato in Scienze Motorie, che, con la collaborazione e i riferimenti di Medici
dello sport, Nutrizionisti e Dietisti, potrà stilare in modo accurato un programma
specifico di attività fisica, operando in massima sicurezza e ottenendo il massimo
(10)
dei benefici, limitando al minimo gli eventuali rischi.
Alcuni dei benefici di un’attività fisica regolare applicata alla cura della sindrome
metabolica, sono i seguenti:
Previene le malattie cardiovascolari
Aumenta la sensibilità all’insulina 44
Riduce i livelli di trigliceridi VLDL, precursori del colesterolo LDL
Aumenta il colesterolo “buono” HDL
Abbassa i livelli di colesterolo “cattivo” LDL
Riduce i livelli di pressione arteriosa in modo rilevante nei pazienti con
iperinsulinemia
Favorisce la perdita di peso
Aiuta a prevenire il diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità all’insulina e il
controllo glicemico, grazie a
un aumentato flusso ematico ai tessuti sensibili all’insulina;
una maggiore proporzione di fibre muscolari di tipo I, più sensibili
all’azione dell’insulina rispetto alle fibre di tipo II);
una riduzione del grasso totale ed in particolare di quello
addominale;
un aumento dell’azione post-recettoriale dell’insulina
(aumento della
proteina del glucosio GLUT-4 nel muscolo e della sua traslocazione
dal reticolo endoplasmatico alla superficie cellulare)
Aiuta a ritrovare il peso forma, fattore fondamentale per allontanare il rischio
di sviluppare la sindrome metabolica e tutte le sue spiacevoli
(10)(15)
conseguenze.
Le strategie per la prevenzione e il trattamento della sindrome metabolica variano
in base alle caratteristiche di ciascun individuo, ma quasi tutti gli esperti
molto aumentando l’esercizio fisico e
concordano sul fatto che i sintomi migliorano
riducendo il peso corporeo, anche solo del 10%.
Il movimento è considerato un fattore essenziale perchè il muscolo è il tessuto più
abbondate del corpo umano, infatti costituisce il 30-40% della massa corporea, ed
Con l’attività fisica si produce un
è il luogo di maggior consumo di glucosio.
notevole aumento del flusso sanguigno a livello muscolare, grazie al quale viene
facilitato il trasporto e la successiva utilizzazione del glucosio, ed un aumento della
muscolare totale, con conseguente aumento dell’area di
massa
immagazzinamento del glucosio.
Per ottenere questi benefici è importante svolgere una moderata attività fisica per
almeno 30 minuti al giorno, quasi tutti i giorni. Per essere efficaci, però, queste
45
indicazioni devono diventare parte integrante della vita quotidiana dell’individuo.
Infatti, va detto che i miglioramenti nell’omeostasi del glucosio nel sangue ottenuti
con un regolare esercizio fisico diminuiscono rapidamente una volta che l’attività
termina e vengono completamente annullati nel corso di diverse settimane di
inattività.
Per quanto riguarda il tipo di allenamento da seguire è opinione diffusa che
l’esercizio aerobico è quello che, a livello cardiovascolare e per il dimagrimento,
benefici. Tuttavia, anche l’allenamento con i pesi o contro resistenza
dà maggiori
influenza favorevolmente la sindrome metabolica, in quanto la massa muscolare è
stimolata dall’insulina.
responsabile per il 70-80% della rimozione del glucosio,
Come l’attività aerobica, l’allenamento con i pesi influenza favorevolmente molti
dei fattori di rischio della sindrome metabolica, riducendo il grasso corporeo, la
pressione ematica e favorendo il controllo glicemico.
Bisogna specificare, però, che prima di consigliare un certo tipo di attività fisica ad
un soggetto con sindrome metabolica, è opportuno assicurarsi che tale attività non
gli causi nessun danno.
Alcuni soggetti ad alto rischio devono prima essere sottoposti a controlli e
valutazioni cardiovascolari prima di far loro intraprendere un programma di attività
fisica. Un altro aspetto importante è che alcune attività di routine, come per
esempio il giardinaggio, il camminare e la pulizia della casa, richiedono un
dispendio calorico di non poco conto. Per questo motivo non si deve
necessariamente associare al concetto di attività fisica solo quella riconducibile al
(46)
concetto di esercizio fisico come il nuoto o la corsa.
le Linee Guida Americane per l’attività fisica
Per avere dei primi benefici fisici, nel
2008 raccomandano agli adulti di svolgere almeno 150 minuti settimanali di
attività fisica moderata, oppure 75 minuti di attività fisica intensa e aerobica.
Tuttavia, per dei risultati a lungo termine è necessario un livello di esercizio fisico
minuti o l’equivalente di 2000 Kcal a
più intenso, per esempio 200-300
(47)
settimana. È comunque necessario realizzare questi obiettivi di esercizio fisico
in maniera graduale, partendo magari da delle strategie comportamentali per
(48)
inserire l’attività fisica nella normale routine quotidiana.
46
Strategie preventive associate all’attività motoria
3.2
Uno degli aspetti che caratterizzano e sono alla base della sindrome metabolica è
l’obesità, per questo la riduzione del peso corporeo è l’approccio principale da
utilizzare per contrastare o combattere tale patologia. In generale, le
perdita di peso comprendono una riduzione dell’apporto
raccomandazioni sulla
calorico, un aumento dell’attività fisica e delle modificazioni comportamentali e di
stile di vita. Per diminuire il peso corporeo, infatti, la riduzione delle calorie è il
l’aumento dell’attività fisica è utile per lo più a mettere
fattore più influente, mentre
il soggetto in condizione di non riprendere la massa grassa persa.
Alcuni studi hanno inoltre constatato che la combinazione tra esercizio fisico e
riduzione dell’apporto calorico può favorire maggiormente la perdita di peso dal
deposito viscerale e quindi ridurre la cosiddetta obesità addominale. Tuttavia, la
rapida tendenza a riprendere il peso perduto evidenzia la necessità di adottare dei
(49)
cambiamenti comportamentali che perdurino nel tempo.
I tre elementi essenziali dello stile di vita a cui rivolgere attenzione sono quindi:
le abitudini alimentari
l’attività fisica
il cambiamento dei comportamento
“Dal momento che l’obesità è una patologia legata ad un alterato equilibrio
dell’energia, tutti i pazienti devono imparare come e quando l’energia viene
consumata (dieta), come e quando l’energia viene spesa (attività fisica) e come
inserire queste informazioni nella loro vita quotidiana (la cosiddetta terapia
comportamentale). È stato di mostrato che con la correzione dello stile di vita si
Kg) rispetto all’assenza
riesce ad ottenere una piccola perdita di peso (di solito 3-5
di terapia o alla terapia tradizionale.”
(Sannicandro I., Fitness Metabolico prevenzione della sindrome metabolica
attraverso le attività motorie adattate., p. 44, Edizioni Correre, Milano, Dicembre
2014) 47
3.2.1. Stile di vita attivo e strategie comportamentali
La terapia cognitivo-comportamentale è utilizzata per favorire il cambiamento di
alcuni modi di fare errati e per apprendere e consolidare nuovi comportamenti
all’alimentazione e all’attività fisica,
relativi tesi a migliorare lo stile di vita e la
(49)
condizione psico-fisica dei soggetti.
Questa terapia si avvale di alcune strategie come:
tecniche di automonitoraggio (es. tenere un diario alimentare,
pesarsi, quantificare il cibo e l’esercizio fisico);
controllo dello stress;
controllo degli stimoli (es. usare dei piatti piccoli, non mangiare
davanti alla televisione o in macchina, masticare lentamente);
sostegno familiare;
ristrutturazione cognitiva (per aiutare i soggetti coinvolti nel percorso
di cambiamento di stile di vita a sviluppare pensieri più realistici e
positivi riguardo o a loro stessi).
Per rendere più efficace il cambiamento comportamentale dello stile di vita, è
consigliabile che il soggetto possa identificare anticipatamente quando, dove e
come il cambiamento comportamentale si realizzerà. Per questo è bene prendere
nota dei cambiamenti comportamentali preventivati, così che i progressi ottenuti
possano essere riesaminati e riconsiderati successivamente.
Per abituarsi ad uno stile di vita più attivo, è consigliabile, inizialmente, provare a
su semplici modi per inserire in maniera graduale l’attività fisica
concentrarsi nella
normale routine quotidiana, per esempio preferire la camminata alla macchina,
salire le scale, fare lavori in casa o in giardino, avere degli hobby di tipo attivo e
organizzare uscite nei weekend. Una strategia efficiacie può essere quella di
indossare un contapassi per controllare il numero dei passi fatti nel corso della
giornata, utile anche come incentivo iniziale per incrementare il livello di attività
(49)