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N-acetil-galattosamina lo addiziona tramite un legame alfa 1-3

glicosidico al carbonio in posizione tre del galattosio terminale

della catena H attiva. 9

Il gene B invece codifica per un’ alfa-gaslattosil-transferasi che

presenta una elevata affinità per lo zucchero immuno dominante

D-galattosio il quale viene legato anch’esso tramite legame alfa

1-3 glicosidico al carbonio in posizione tre del galattosio

terminale della catena H attiva.

Sottogruppi di A e B

Vi sono alcuni alleli nel locus AB0 che determinano la sintesi di

diverse transferasi che si differenziano per la capacità e

l’efficacia con cui legano lo zucchero immunodominante alla

sostanza H. I due alleli più comuni per il gene A sono l’ A1 che 10

rappresenta da solo l’80% dei geni A e l’ A2 che costituisce

quasi il 20% dei geni A.

Fra gli alleli A1 e A2 sono state trovate differenze a livello delle

sequenze nucleotidiche. In particolare sono state identificate una

sostituzione ed una delezione di singole basi nella sequenza

codificante dell’ultimo esone dell’allele A2. La delezione della

base è localizzata nella porzione che codifica la parte carbossi-

terminale della transferasi, cioè nella zona dove risiede il sito

attivo della proteina e questa sembra essere la causa della debole

attività e della diversa cinetica di questa transferasi che provoca

una differenza qualitativa e quantitativa nei carboidrati che

costituiscono l’antigene A2. Sierologicamente, la classificazione

A1 o A2 viene definita mediante l’impiego di due anti sieri: il

siero anti-A1 umano ed una lectina estratta dai semi di Dolichos

biflorus; i comuni sieri anti-A non consentono di differenziare i

due sottogruppi in quanto danno una reazione di agglutinazione

sia con gli antigeni A1 che con quelli A2, mentre i sieri anti-A1

danno reazione di agglutinazione solamente con gli antigeni A1 e

non con quelli di tipo A2. Le emazie di circa l’80% dei soggetti

che possiedono l’antigene A vengono agglutinate dai sieri anti-

A1; questi soggetti vengono classificati come A1 o A1B. Il

rimanente 20%, le cui emazie sono agglutinate dai sieri anti-A

ma non da quelli anti A1, sono classificati come A2 o A2B. Oltre

ai sottogruppi sopra descritti, esistono anche alcune varianti più

deboli di A2. Tali sottogruppi sono solitamente caratterizzati da

un basso numero di antigeni A sulla membrana eritrocitaria e dal

corrispettivo aumento di sostanza H. I geni responsabili di tali

sottogruppi costituiscono meno dell’1% del totale dei geni A. La 11

classificazione dei sottogruppi deboli di A si basa generalmente

su cinque caratteristiche:

intensità della reazione di agglutinazione con sieri anti-A e

 anti-A1,

intensità della reazione di agglutinazione con sieri anti A-B;

 normalmente con questo anti siero non si riesce ad agglutinare

gli eritrociti dei più rari sottogruppi di A e B, tuttavia la

variante Ax viene evidenziata tramite questo antisiero

utilizzando una procedura che prevede l’incubazione

dell’antisiero e degli eritrociti per dieci minuti a temperatura

ambiente prima della centrifugazione,

intensità di agglutinazione con sieri anti-H,

 presenza o meno di anticorpi anti-A1 nel siero,

 presenza di sostanza A e H nella saliva dei soggetti secretori.

Il più comune sottogruppo debole dell’antigene A è l’antigene

A3. La caratteristica sierologica di questa variante è che queste

emazie reagiscono con l’antisiero A con una modalità definita ‘a

campi misti’, caratterizzata dalla presenza di piccoli agglutinati

immersi in un campo microscopico di emazie non agglutinate.

Questi eritrociti vengono agglutinati dal siero anti-AB ma non

dalla lectina-anti-A1 né dal siero anti-A1 umano. Con il siero

anti-H le emazie A3 reagiscono più intensamente delle emazie

A1 perché la sostanza H è di gran lunga più espressa rispetto alla

sostanza A. Per quanto riguarda invece i sottogruppi di B,

bisogna dire che sono ancora meno frequenti dei sottogruppi di

A, in quanto tutti questi soggetti possiedono una galattosil-

transferasi con proprietà praticamente uniformi, e che i criteri per

la loro differenziazione sono analoghi a quelli descritti in

precedenza per i sottogruppi di A. 12

Fenotipo “BOMBAY” o Oh

Il fenotipo Oh viene generalmente chiamato “Bombay” in

quanto è stato osservato per la prima volta proprio nella città di

Bombay e sembra essere più frequente in India che altrove.

Questi soggetti sono omozigoti per il raro gene “h” amorfo per

cui gli eritrociti di tali soggetti sono privi dell’antigene H e di

conseguenza degli antigeni A, B, o AB.

Nell’indagine per la determinazione dei gruppi AB0 gli

eritrociti Oh appaiono di gruppo zero in quanto nel test diretto le

emazie non vengono agglutinate dai sieri anti-A e anti-B, mentre

in quello indiretto il siero di questi soggetti agglutina le emazie di

gruppo A e B.

L’agglutinazione delle emazie di tipo A e B è dovuta alla

presenza nel siero dei soggetti “Oh” di anticorpi anti-H la cui

formazione è determinata dall’assenza di sostanza H sugli

eritrociti di gruppo Oh. Il sospetto che il soggetto non appartenga

al gruppo 0 viene dall’osservazione che il siero agglutina anche

le emazie di gruppo 0. Tuttavia, la conferma che il soggetto in 13

esame appartiene al gruppo Oh si ha facendo reagire i suoi

eritrociti con un siero capace di legare specificatamente la

sostanza H, cioè un anti-H. Gli eritrociti in esame, mancando

della sostanza H, non reagiranno con l’anti H, cosa che, invece,

gli eritrociti di tipo 0 faranno. La controprova si può avere se si

dispone di emazie con fenotipo “Bombay” dimostrando che il

siero in esame non agglutina con le emazie campione.

Anticorpi del sistema AB0

Normalmente, ciascun soggetto possiede nel proprio siero

anticorpi capaci di riconoscere gli antigeni del sistema ABH che

non sono presenti sulla superficie delle proprie emazie. In tal

modo:

soggetti di tipo A presentano nel proprio siero anticorpi anti-

 B,

soggetti di tipo B presentano anticorpi anti-A,

 soggetti di tipo 0 presentano anticorpi anti-A, anti-B, e anti

 AB,

soggetti di tipo AB non presentano anticorpi,

 Soggetti con fenotipo Oh (Bombay) presentano anticorpi anti-

 H, anti-A e anti-B.

Questi anticorpi si formano in seguito alla nascita ed aumentano

nei primi 5-6 anni di vita, dopodiché rimangono più o meno

costanti fino all’età avanzata per poi decrescere nei soggetti più

anziani. La loro produzione avviene spontaneamente e non come 14

conseguenza di una stimolazione antigenica. Proprio per questa

caratteristica, vengono definiti anticorpi “naturali”. A questa

classe appartengono anticorpi anti-A e anti-B agglutinanti, per lo

più appartenenti alla classe IgM ed in parte alla classe IgG, in cui

l’optimum termico di reazione è 4°C, ma con notevole escursione

termica fino ai 25-30°C.

Il siero anti-A appartenente ai soggetti di gruppo B o di

gruppo 0 contiene due anticorpi separabili tra loro, l’anti A che

agglutina le emazie di tipo A1 e A2 e l’anti A1 che agglutina

solamente le emazie di tipo 1.

Infatti si è visto che adsorbendo, in un primo momento, il siero di

questi soggetti con emazie A2 il siero adsorbito è ancora in grado

di agglutinare le emazie A1 ma non le A2.

Il siero dei soggetti di gruppo 0, oltre a contenere

l’anticorpo anti-A e anti-B, contiene un anticorpo denominato

anti-AB che ha la proprietà di reagire sia con gli eritrociti di

gruppo A che con gli eritrociti di gruppo B. Le due attività anti-A

e anti-B non possono essere separate tra loro mediante tecniche

di adsorbimento. Questo anticorpo ha la peculiarità di reagire più

intensamente, rispetto agli anticorpi anti-A e anti-B, con le

emazie di tipo A e B. Difatti esso viene utilizzato come controllo

nella determinazione del gruppo AB0 per evitare che vengano

erroneamente classificate di gruppo 0 quelle emazie che

reagiscono debolmente con i sieri anti-A e anti-B. In sintesi,

questo anticorpo viene utilizzato per confermare, prima della

trasfusione, che una unità di sangue sia realmente di gruppo 0.

Per quanto riguarda l’anticorpo anti-H umano, ne esistono

di due tipi. Il primo è una agglutinina fredda che compare nel

siero di soggetti solitamente di gruppo A1 o A1B, sulle cui 15

emazie la sostanza H è presente in scarsa quantità. L’altro è

prodotto dai rari soggetti di fenotipo Oh le cui cellule sono del

tutto prive di sostanza H. Le agglutinine fredde anti-H sono

relativamente rare in quanto tutti i soggetti indipendentemente

dal gruppo di appartenenza posseggono sugli eritrociti quantità

variabili di sostanza H che, presente sulle emazie, varia con il

gruppo ematico, secondo il seguente ordine decrescente:

O>A2>A2B>B>A1>A1B.

Talora in soggetti di gruppo A1, A1B, e meno frequentemente B,

la quantità di sostanza H presente sugli eritrociti è così ridotta

che essi sono in grado di produrre anticorpi anti-H. Questi,

presenti nel siero di tali soggetti, sono talmente deboli da non

raggiungere mai la forza degli anti-H dei soggetti Oh e da non

reagire a 37°C. Nei soggetti Oh, essendo del tutto privi di

sostanza H, gli anti-H sono regolarmente presenti nel siero

assieme ai normali anticorpi anti-A e anti-B. Questi anticorpi

presentano:

un’elevata ampiezza termica (reagiscono da 4 a 37°C),

 la capacità di legare il complemento e di provocare la lisi

 eritrocitaria.

I soggetti Oh devono essere trasfusi esclusivamente da soggetti

Oh in quanto gli anti-H distruggono le emazie di tipo 0 e gli

anticorpi anti-A e anti-B distruggono le cellule A e B.

La stimolazione di un soggetto con antigeni A e B

determina la produzione di anticorpi di specificità uguale a quella

degli anticorpi naturali ma con differente comportamento

biologico. Questi anticorpi vengono definiti “immuni”.

L’immunizzazione può essere determinata da una gravidanza con

feto AB0 incompatibile, da una trasfusione di eritrociti 16

incompatibili o di plasma contenente sostanze gruppo specifiche,

oppure può essere causata dall’ inoculazione di batteri o virus

contenenti sostanze gruppo specifiche. In seguito allo stimolo

immunizzante, gli anti-A e anti-B possono aumentare in titolo o

avidità, sviluppare una efficace attività emolitica, divenire più

difficilmente inibibili con sostanze gruppo ematiche più solubili.

Questi anticor

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
34 pagine
SSD Scienze mediche MED/15 Malattie del sangue

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paul33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ematologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Scienze mediche Prof.