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MOUSE.

3.1 Potenzialità educativo-psicoterapeutiche delle favole.

3.2 Lettura educativa dell'opera.

3.2.1 L'allontanamento e le paure.

3.2.2 L'integrazione e la diversità.

3.3 Proposta di lettura e visione della favola presso la scuola dell'infanzia.

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

APPENDICE ICONOGRAFICA

SCHEDA DEL FILM 2

INTRODUZIONE

Dalla letteratura per l'infanzia al cinema d'animazione affronta una piccola

immersione nella storia della letteratura per bambini e del cinema d'animazione,

considerando, attraverso l'esplorazione teorica dell'adattamento, come la letteratura

possa essere adattata nella trasposizione audiovisiva. In particolare ho scelto di

analizzare la favola The Tale of Johnny Town-Mouse ed il suo adattamento

cinematografico in quanto nutro, fin dai tempi dell'infanzia, grande considerazione e

ammirazione verso le opere di Beatrix Potter e nei confronti della stessa scrittrice

che, con la semplicità delle sue rappresentazioni grafiche e l'eleganza che anima i

protagonisti, regala a piccoli e adulti 'piaceri semplici e onesti'.

Il primo capitolo racchiude, nel primo paragrafo, la storia della letteratura per

l'infanzia, dalla sua nascita, nel 1697 con Charles Perrault, alle sue evoluzioni e

suddivisione negli specifici filoni della letteratura per l'infanzia, fino ad arrivare al

Fantasy e alla letteratura di consumo. Il paragrafo seguente tratta la nascita del

cinema d'animazione: dalla lanterna magica di Kircher, ai suoi perfezionamenti grazie

a Pieter van Musschenbroek ed ai successivi studiosi innovatori, che hanno condotto

fino alla creazione di Rayanoud, capace di rappresentare complete storie animate a

colori, inaugurando, il 28 Ottobre 1892, l'avvio di una serie di film disegnati. L'ultimo

paragrafo del primo capitolo, considera letteratura e cinema alla luce

dell'adattamento, quale operazione di mediazione tra la forma letteraria e quella

cinematografica. Questo illustra come l'adattamento debba essere pensato come

un nuovo testo, non per forza fedele all'opera letteraria, ma reinventato e, attraverso

il confronto delle due opere, può essere effettuata una rilettura su livelli del

racconto, diegetici, narrativi e discorsivi.

Il secondo capitolo comprende, nel primo paragrafo, un piccolo omaggio alla

scrittrice Beatrix Potter, nata il 20 luglio 1866 a Londra, amante della vita in

campagna, della natura, della pittura e della scrittura. Una scrittrice dunque, ma

anche una scienziata e pittrice. Una donna che, nonostante l'emancipazione 3

femminile dell'epoca, è, tuttavia, riuscita a creare, con la sua passione e

determinazione, una carriera di successo e stima fino ad oggi. Il paragrafo successivo

analizza concretamente l'analisi comparativa del testo letterario e audiovisivo The

Tale of Johnny Town-Mouse, sulla base delle operazioni di adattamento.

Il terzo capitolo si concentra sugli aspetti educativi dell'opera e sulla proposta di

lettura e visione della stessa. In particolare considera, nel primo paragrafo, le

potenzialità educative e terapeutiche delle favole sulla base degli studi psicoanalitici

di Bruno Bettheleim, illustra le funzioni delle fiabe e delle favole che, oltre ad essere

d'intrattenimento, agiscono verso bisogni di crescita, particolarmente l'affermazione

di sé e l'indipendenza psicologica. Si tratta di viaggi metaforici che, con la loro

potenzialità simbolica, l'identificazione, la trasgressione e la funzione del lieto fine,

proiettano elementi e archetipi collettivi inconsci che, al posto di distruggerla,

liberano la mente dalle angosce e la riportano ad una vita autentica.

Il paragrafo successivo affronta una duplice visione educativa dell'opera: considera,

da un lato, l'allontanamento dal proprio nucleo famigliare verso una realtà extra-

quotidiana, che conduce inevitabilmente a vivere esperienze autentiche, ma anche

sottese di paure, dall'altro una visione interculturale del film e della favola. Il

paragrafo che tratta il tema dell'allontanamento, prende in considerazione lo

sviluppo emotivo del bambino e affronta, più dettagliatamente, le diverse paure che

quest'ultimo incontra durante la crescita e il distacco dal nucleo famigliare. Il

successivo affronta invece un confronto tra culture diverse, che trova il suo sviluppo

verso un sostegno reciproco e l'integrazione culturale.

La tesi si conclude con un report di sperimentazione della stessa: una proposta di

lettura e visione dell'opera e lo svolgimento di un'attività didattico-educativa sulla

favola ascoltata e visionata. Il progetto è stato svolto da me stessa, in veste di

supplente, presso la scuola per l'infanzia di Gravellona Toce “Monumento ai Caduti”. 4

CAPITOLO 1

DALLA LETTERATURA PER L'INFANZIA AL CINEMA D'ANIMAZIONE.

[...]Lei conosce sicuramente la storia delle due capre che stanno mangiando le bobine di

un film tratto da un best-seller e una capra dice all’altra:

personalmente preferisco il libro1 .

Recentemente il cinema ha prodotto adattamenti molto ammiccanti, condizionando

moltissimo il rapporto tra letteratura e cinema. Se il cinema è stato considerato per

anni subordinato alla letteratura, con l'uscita di trasposizioni originali e modificandone

spesso le storie dei testi adattati, ha ottenuto una grande rivincita “influenzando le

2

tecniche narrative” . La domanda che è facile porsi di fronte ad un adattamento

riguarda se sia meglio il film o il libro, a questo Hitchcock risponderebbe con la celebre

frase delle 'capre che mangiano le bobine di un film e preferiscono il libro', ma questo

interrogativo assumerebbe una dimensione illogica perché letteratura e cinema sono

due realtà con linguaggi espressivi diversi e confrontarli nell'ottica di quale sia il

migliore non avrebbe alcun senso. Risulta invece più sensato domandarsi come poter

"rendere al cinema un monologo interiore, come cambi la dilatazione del tempo dalla

3

pagina allo schermo, se esista il montaggio anche nella scrittura" cioè ricercare gli

aspetti formali e strutturali di queste due arti con la consapevolezza che appartengono

1 Truffaut F., Il cinema secondo Hitchcock, 1967, Est, Milano, p. 105

2 http://www.conaltrimezzi.com/2011/letteratura/cronaca-letteraria/cinema-e-letteratura-una-storia-possibile/

3 Ibidem 5

4

a “due arti, nella consapevolezza della diversità” .

1.1 Cenni storici della letteratura per l'infanzia.

La letteratura per l'infanzia non è specificatamente un genere letterario, bensì,

includendo molteplici discipline, può essere considerato un settore dell'ambito

letterario che racchiude la produzione narrativa e divulgativa per un pubblico dagli

5

zero ai diciotto anni .

La nascita della letteratura per l'infanzia risale al 1697, quando il precursore

Charles Perrault pubblica Contes de ma mère l'Oyè (Racconti di mamma Oca), una

raccolta di fiabe che l'autore scrive insieme al figlio, riunendo i racconti della

tradizione popolare fiabesca. È dunque alla fine del Seicento che le fiabe subiscono il

passaggio da tradizione orale a forma scritta, concretizzandosi in una vera e propria

produzione narrativa per l'infanzia, caratterizzata non solo da fiabe ma anche dal

6

racconto di formazione , genere letterario incentrato sulla crescita e sull'integrazione

7

sociale del protagonista fino al raggiungimento della matura età .

Il Settecento è caratterizzato, in particolar modo, dalla diffusione del racconto morale.

Quest'ultimo nasce nel Seicento, quale forma affine al racconto di formazione e trova

un posto rilevante nella cultura educativa della seconda metà del secolo seguente. La

letteratura del Settecento si distingue, in Italia, per le ferree regole cattoliche e la

conseguente impossibilità di interpretare o mettere in discussione i testi sacri. La

lettura dei testi, religiosi e non, è, nel Settecento, naturalmente rivolta ad un pubblico

di origine aristocratico che si appropria della tradizione popolare e la tramuta in

8

letteratura, inizialmente, per gli adulti e, successivamente, per l'infanzia.

L'Ottocento si contraddistingue dai secoli precedenti per il diffondersi in crescendo

dell'alfabetizzazione e dall'aumento di produzione editoriale, che rilancia il racconto di

4 Ibidem

5 http://officinadellefavole.blogspot.it/p/letteratura-per-linfanzia.html

6 Bacchetti F., Cambi F., Nobile A. La letteratura per l'infanzia oggi, 2009, Clueb, Bologna, p. 13-14

7 http://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_di_formazione

8 Bacchetti F., Cambi F., Nobile A. La letteratura per l'infanzia oggi, cit. p. 13-14 6

formazione, morale, d'avventura e fantascientifico ed inaugura la comparsa di nuovi

generi letterari, tra i quali la fiaba d'autore e la poesia per l'infanzia. La letteratura per

l'infanzia riscontra in tal modo uno sviluppo ed una crescita economico-culturale di

massimo splendore, espandendo la fiaba a livello europeo e promuovendo, inoltre, la

stampa periodica per l'infanzia. L'evoluzione che caratterizza la letteratura per

l'infanzia dell'Ottocento concede al secolo seguente un'eredità accurata e significante

che pone le basi per comprendere in modo scientifico la struttura della fiaba stessa.

9

Quest'ultima è illustrata in modo specifico nell'opera di Vladimir Propp La morfologia

della fiaba (1966), che descrive una struttura comune a tutte le fiabe, connotata da

diversi momenti (al massimo 32) denominati “funzioni”, in particolare quello iniziale,

“l'allontanamento” del protagonista e quello finale, “il lieto fine”. È infatti l'eroe, con

l'atto di allontanarsi, ad inaugurare l'inizio della narrazione, che si conclude

10

obbligatoriamente con un “lieto fine” . Il lieto fine nelle favole ha una notevole

11

importanza psicologica per il bambino ed è Bruno Bettelheim , psicoanalista

austriaco, a dare un grande contributo nella comprensione di tale rilevanza. Egli

illustra quanto la fiaba possa proporre situazioni che consentono al bambino,

mettendosi nei panni del protagonista, la rielaborazione di paure e difficoltà che i più

piccoli incontrano nella loro quotidianità e che altrimenti rimarrebbero senza

12

spiegazioni razionali o non espresse . Tra la fine dell'Ottocento e i primi del

Novecento si riscontrano tre principali filoni in Italia: 'deamicisiano', 'collodiano' e

'salgariano'. ,13

Edmondo De Amicis , con Cuore, influenza fortemente la letteratura del primo

Novecento, configurandosi come un nuovo modello morale e pedagogico.

14

Carlo Collodi , con L

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara12390 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinema e arti visive e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Castiglione Ornella.
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