Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 46
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 1 Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Cultura e politica nella Venezia del Quattrocento. Marcantonio Coccio Sabellico e la figura del segretario Pag. 46
1 su 46
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IGURA ARCANTONIO OCCIO ABELLICO IN UNA MINIATURA DEL SECOLO

46 Ritratto di Marcantonio Sabellico da "Elogia virorum literis illustrium" di Paolo Giovio, Basilea

1577.

https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/

22

2.1 Marcantonio Coccio Sabellico

Marcantonio Coccio Sabellico nacque a Vicovaro, a est di Roma, nel 1436. Il padre

esercitò prestigiosi incarichi presso i vassalli degli Orsini di Tagliacozzo e la famiglia

sperava che anche il figlio intraprendesse la medesima carriera. Il Coccio iniziò gli

studi di grammatica presso il monastero di San Cosimato sotto la guida dell’abate

47

Nicola Carsio ; superata la fase adolescenziale mostrò un notevole interesse per le

lettere e la cultura umanistica e nonostante avesse ricevuto diverse proposte da parte

del principe Giovanni Antonio Orsini, rifiutò ogni incarico. Ancora ragazzino, scrisse

brevi testi in latino e molti assistevano alle sue declamazioni. Un giorno, accusato di

sarcasmo durante la lettura dei suoi versi da uno dei vassalli, fu cacciato dal castello e

per il giovane iniziò un periodo di peregrinazioni che lo portarono prima nella vicina

48

Tivoli e successivamente a Roma . Qui fondamentale fu l’incontro con l’umanista

49 50

Domizio Calderini e colpito dalle lezioni di Pomponio Leto , divenne uno degli

allievi più importanti dell’umanista. In accademia prevalevano i dogmi umanistici con

una maggiore attenzione alle tesi di Biondo, dal quale Sabellico ne rimase

estremamente colpito.

In quegli anni da statuto era prescritto che gli studenti dalle accademie ne uscissero

laureati e di conseguenza dovevano recarsi in Campidoglio per imporsi un nuovo

nome scelto dalla mitologia classica o lo stesso nome della città natia. Anche Coccio

seguì tale percorso e terminati gli anni di formazione, si recò in Campidoglio

imponendosi il nome di Sabellico, con chiaro riferimento alla cittadina di Vicovaro

sita tra i monti Sabini, la quale gli aveva dato i natali.

47 https://venipedia.it/it/enciclopedia/sabellico-marco-antonio.

48 S. Miceli, La Croce Rossa italiana giovanile di Vicovaro, Tivoli, tip. Sabatucci, 1926, pp. 4-5; vd. S.

Miceli, Lo storiografo Marcantonio Sabellico in «Il giornale d’Italia» 30 settembre 1936.

49 G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VI, 2, Modena 1776, pp. 346-348.

https://www.treccani.it/enciclopedia/domizio-calderini_%28Dizionario-Biografico%29/.

50 G. Pedullà, op. cit., p.374. 23

51

Molto apprezzato da Pio II Piccolomini ricevette notevoli riconoscimenti letterari

52

presso la corte pontificia; suo successore Paolo II invece, minacciò gravemente lo

scrittore di propaganda pagana presso la corte. Fuggito da Roma, verso il 1475 giunse

a Udine dove ricevette la proposta di insegnare materie umanistiche quali: dialettica,

matematica e le lingue classiche quali greco e latino.

La sua notorietà divenne tale quando iniziò la composizione della storia di Udine e

53

successivamente di Aquileia, dalla fondazione fino al XIV secolo . Uno dei fatti

storici che colpirono lo storiografo in modo molto diretto fu la guerra di Venezia

54

contro i Turchi , i quali devastarono l’intera provincia.

Le pubblicazioni e gli studi accrebbero la sua fama e importanti furono gli scambi

55

epistolari con lo storico e filologo umanista Giorgio Merula , il quale si congratulò

col Sabellico sia per le ricerche ma anche per aver incarnato l’ingegnosità umanistica

del “fare” storia.

Nel corso della sua carriera importante fu l’attività svolta a Venezia, dove ricevette

innumerevoli riconoscimenti dal patriziato locale. Nel 1484 si trasferì a Verona a

causa della peste e qui ebbe la possibilità di stare col figlio Mario, ospitato presso la

dimora del capitano e successivamente rettore: Benedetto Trivigliano.

51 Vedi alla voce Pio II di M. Pellegrini in Enciclopedia dei papi, II, Roma 2000, pp. 663-685.

https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-pio-ii_%28Dizionario-Biografico%29/

52 Per approfondire vedi: P. Prodi, Il sovrano pontefice, Bologna 1982, pp. 151, 177, 222.

53 G. Rita, Da Vicovaro a Venezia. Introduzione a Marcantonio Sabellico, Tivoli, Tipografia Mattei,

2004. https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/

54 Nel 1470 i Turchi conquistarono l’isola di Negroponte, causando una grave perdita alla repubblica

veneziana. Nel 1479 la Serenissima prese atto della sconfitta e avviò le trattative con i turchi che si

conclusero con la rivalutazione del principio di equilibrio dove tutto rimase invariato tranne la cessione

del Polesine a Venezia.

A. Torresani, I nodi della storia, vol. 1, Milano, Società editrice Dante Alighieri, 1991, pp. 542- 545.

55 F. Gabotto - A. Badini Confalonieri, Vita di G. Merula, Alessandria 1893; vd. M.L. King, Umanesimo

e patriziato a Venezia nel Quattrocento, II, Roma, Il Veltro editrice,1989, pp. 587-590.

24

Durante il soggiorno veronese iniziò la composizione del primo dei trentadue libri

della storia di Venezia, con esplicita dedica al doge e al senato veneziano. In segno di

riconoscimento e di apprezzamento il senato gli concesse un assegno di duecento

56

ducati annui . Ricoprì inoltre, incarichi pubblici quali: responsabile bibliotecario della

57 58

Biblioteca marciana a partire dal 1486, ambasciatore della repubblica veneta, e dal

1485 insieme a Benedetto Brognoli e Giorgio Valla insegnò nella scuola di S. Marco.

Gli incarichi politico-amministrativi furono mantenuti fino al 1505, quando colpito

dalla malattia fu costretto a ritirarsi a vita privata.

Scrisse diverse opere storiografiche sui territori della Serenissima, si citano: il De

origine Hunnium e il De vetustate Aquileiensis patriae che narravano la storia del

Friuli dalle origini al XV secolo e i volumi dedicati all’invasione turca quali: il De

munitione Sontiaca, il De caede Sontiaca e il De incendio Carnico.

Scrisse inoltre, un ciclo di opere dedicate alla Repubblica quali: le Rapsodiae

Historiarum Enneadum, una storia universale che va da Adamo al 1503; delle deche

quali: De Venetae urbis situ e il De Venetis magistratibus del 1488, il De officio

scribae e infine la sua opera più celebre in decade il Rerum venetarum ab urbe

condita libri, continuata successivamente da Pietro Bembo dietro commissione di

59

Andrea Navigero .

Commentò poi diversi classici latini e scrisse opuscoli filosofici e morali. Elaborò

infine dei trattati filologici-linguistici, come il De latinae linguae reparatione, opera

dove furono messe in evidenza le sue precarie qualità di filologo.

Nel 1502 subì attacchi da parte del giovane filologo umanista Giovanni Battista

Egnazio, il quale si schierò contro le tesi dello storiografo in quanto ritenute prive di

60

scientificità .

Sabellico condusse una vita abbastanza peregrinata e si dice che a Udine una donna,

56 M. L. King, op cit. vol. II, p. 629.

57 M. Zorzi, Biblioteca Marciana Venezia, Firenze, Nardini Editore, 1988, p. 256.

58 S. Miceli, op. cit., pp. 4-6.

59 Vd. Erasmo da Rotterdam, Opus epistolarum, a cura di P.S. Allen, VI, Oxford 1926, p. 474.

https://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-navagero_(Dizionario-Biografico)/

60 R. Chavasse, The studia humanitatis and the making of a humanist career: Marcantonio Sabellico’s

exploitation of humanist literary genres, «Renaissance Studies», 17 2003, 27-38; vd. Anche

https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/

25

rimasta sconosciuta alle fonti, abbia dato alla luce un figlio di nome Mario, col quale

61

intrecciò un rapporto abbastanza solido e pare sia morto pochi anni prima del padre .

Sabellico si spense a Venezia il 20 maggio del 1506 e le sue spoglie riposano nella

chiesa di S. Maria delle Grazie.

2.2 De Officio Scribae

Il De officio scribae è un’opera scritta, secondo delle ricostruzioni filologiche, intorno

al 1490. Gli studiosi hanno condotto una serie di studi prima di fissare l’effettiva data

di composizione e hanno tenuto conto principalmente delle opere di Jacopo Filippo

62

Foresti e Giovan Battista Cantalici del 1493, in quanto riportano degli elementi

contenutistici dell’opera sabellicana.

Il De Officio Scribae venne pubblicato insieme ad altri scritti quali le Orationes, solo

nel 1502. Già dopo il concepimento pare che l’autore non abbia dato una notevole

importanza e venne depositato fra gli altri scritti. La straordinarietà dell’opera sta nel

fatto che è l’unica in prosa, cosa alquanto rara viste le edizioni del De officio scribae

61 Ivi, pp. 37-38.

62 Cfr. L. Mondin, Il dialogo De officio scribae di Marcantonio Sabellico, Incontri di Filologia classica,

Edizioni Università di Trieste, XV, 2017, p.211. 26

di Filippo Beroaldo il Vecchio e il Quid Reipublicae scribam quidve eius amanuenses

63

deceat di Niccolò Dati .

Tornando al problema della datazione, l’unico evento certo è fornito dall’esposizione

del planisfero di Leonardi in Palazzo Ducale datato 1476. Questo avvenimento

coincide con la permanenza di Calfurnio a Venezia e dimostra orientativamente l’arco

cronologico rappresentato dall’autore. Dell’opera sabellicana, infine, non si hanno

64

manoscritti ma solamente tre edizioni a stampa di cui solamente una curata

dall’autore dei primi del Cinquecento.

L’opera si apre con la figura dello scrittore in procinto di raggiungere Venezia per

incontrare il maestro Pomponio Leto in ritorno dalla Sarmazia. Incontro che, come si

vedrà, non avverrà mai. Proprio in questo contesto l’autore si imbatte in un dialogo

65

con l’umanista Giovanni Calfurnio , il quale lo invita ad ammirare presso Palazzo

Ducale il planisfero dipinto da Pietro Leonardi. 66

L’evento eccezionale è presentato dall’incontro con Marco Aurelio , nella veste di

segretario della Serenissima, il quale comincia un monologo che si protrae fino alla

fine dello stesso volume. L’opera si chiude in modo abbastanza brusco, esattamente

nel momento in cui l’oratore vede l’avvicinamento delle gondole e conclude

67

rapidamente licenziando i suoi ascoltatori .

La lezione tenuta da Marco Aurelio si può articolare in due distinte fasi: il De officii

partitione dove tratta delle tipologie di scriba, degli elementi comuni del mestiere e

dei ruoli ricoperti e del De veteri scribarum officio circa sacra, dove espone le

dinamiche legate all’attività segretariale con particolare attenzione alla scrittura-

religione, dagli Egizi ai Greci e dagli autori del Nuovo Testamento fino alla creazione

della segreteria papale.

Le disposizioni dello scriba trattate all’interno dell’opera si articolano in quattro

sezioni:

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ignazio1607 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Scalisi Lina.