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IGURA ARCANTONIO OCCIO ABELLICO IN UNA MINIATURA DEL SECOLO
46 Ritratto di Marcantonio Sabellico da "Elogia virorum literis illustrium" di Paolo Giovio, Basilea
1577.
https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/
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2.1 Marcantonio Coccio Sabellico
Marcantonio Coccio Sabellico nacque a Vicovaro, a est di Roma, nel 1436. Il padre
esercitò prestigiosi incarichi presso i vassalli degli Orsini di Tagliacozzo e la famiglia
sperava che anche il figlio intraprendesse la medesima carriera. Il Coccio iniziò gli
studi di grammatica presso il monastero di San Cosimato sotto la guida dell’abate
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Nicola Carsio ; superata la fase adolescenziale mostrò un notevole interesse per le
lettere e la cultura umanistica e nonostante avesse ricevuto diverse proposte da parte
del principe Giovanni Antonio Orsini, rifiutò ogni incarico. Ancora ragazzino, scrisse
brevi testi in latino e molti assistevano alle sue declamazioni. Un giorno, accusato di
sarcasmo durante la lettura dei suoi versi da uno dei vassalli, fu cacciato dal castello e
per il giovane iniziò un periodo di peregrinazioni che lo portarono prima nella vicina
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Tivoli e successivamente a Roma . Qui fondamentale fu l’incontro con l’umanista
49 50
Domizio Calderini e colpito dalle lezioni di Pomponio Leto , divenne uno degli
allievi più importanti dell’umanista. In accademia prevalevano i dogmi umanistici con
una maggiore attenzione alle tesi di Biondo, dal quale Sabellico ne rimase
estremamente colpito.
In quegli anni da statuto era prescritto che gli studenti dalle accademie ne uscissero
laureati e di conseguenza dovevano recarsi in Campidoglio per imporsi un nuovo
nome scelto dalla mitologia classica o lo stesso nome della città natia. Anche Coccio
seguì tale percorso e terminati gli anni di formazione, si recò in Campidoglio
imponendosi il nome di Sabellico, con chiaro riferimento alla cittadina di Vicovaro
sita tra i monti Sabini, la quale gli aveva dato i natali.
47 https://venipedia.it/it/enciclopedia/sabellico-marco-antonio.
48 S. Miceli, La Croce Rossa italiana giovanile di Vicovaro, Tivoli, tip. Sabatucci, 1926, pp. 4-5; vd. S.
Miceli, Lo storiografo Marcantonio Sabellico in «Il giornale d’Italia» 30 settembre 1936.
49 G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VI, 2, Modena 1776, pp. 346-348.
https://www.treccani.it/enciclopedia/domizio-calderini_%28Dizionario-Biografico%29/.
50 G. Pedullà, op. cit., p.374. 23
51
Molto apprezzato da Pio II Piccolomini ricevette notevoli riconoscimenti letterari
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presso la corte pontificia; suo successore Paolo II invece, minacciò gravemente lo
scrittore di propaganda pagana presso la corte. Fuggito da Roma, verso il 1475 giunse
a Udine dove ricevette la proposta di insegnare materie umanistiche quali: dialettica,
matematica e le lingue classiche quali greco e latino.
La sua notorietà divenne tale quando iniziò la composizione della storia di Udine e
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successivamente di Aquileia, dalla fondazione fino al XIV secolo . Uno dei fatti
storici che colpirono lo storiografo in modo molto diretto fu la guerra di Venezia
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contro i Turchi , i quali devastarono l’intera provincia.
Le pubblicazioni e gli studi accrebbero la sua fama e importanti furono gli scambi
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epistolari con lo storico e filologo umanista Giorgio Merula , il quale si congratulò
col Sabellico sia per le ricerche ma anche per aver incarnato l’ingegnosità umanistica
del “fare” storia.
Nel corso della sua carriera importante fu l’attività svolta a Venezia, dove ricevette
innumerevoli riconoscimenti dal patriziato locale. Nel 1484 si trasferì a Verona a
causa della peste e qui ebbe la possibilità di stare col figlio Mario, ospitato presso la
dimora del capitano e successivamente rettore: Benedetto Trivigliano.
51 Vedi alla voce Pio II di M. Pellegrini in Enciclopedia dei papi, II, Roma 2000, pp. 663-685.
https://www.treccani.it/enciclopedia/papa-pio-ii_%28Dizionario-Biografico%29/
52 Per approfondire vedi: P. Prodi, Il sovrano pontefice, Bologna 1982, pp. 151, 177, 222.
53 G. Rita, Da Vicovaro a Venezia. Introduzione a Marcantonio Sabellico, Tivoli, Tipografia Mattei,
2004. https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/
54 Nel 1470 i Turchi conquistarono l’isola di Negroponte, causando una grave perdita alla repubblica
veneziana. Nel 1479 la Serenissima prese atto della sconfitta e avviò le trattative con i turchi che si
conclusero con la rivalutazione del principio di equilibrio dove tutto rimase invariato tranne la cessione
del Polesine a Venezia.
A. Torresani, I nodi della storia, vol. 1, Milano, Società editrice Dante Alighieri, 1991, pp. 542- 545.
55 F. Gabotto - A. Badini Confalonieri, Vita di G. Merula, Alessandria 1893; vd. M.L. King, Umanesimo
e patriziato a Venezia nel Quattrocento, II, Roma, Il Veltro editrice,1989, pp. 587-590.
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Durante il soggiorno veronese iniziò la composizione del primo dei trentadue libri
della storia di Venezia, con esplicita dedica al doge e al senato veneziano. In segno di
riconoscimento e di apprezzamento il senato gli concesse un assegno di duecento
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ducati annui . Ricoprì inoltre, incarichi pubblici quali: responsabile bibliotecario della
57 58
Biblioteca marciana a partire dal 1486, ambasciatore della repubblica veneta, e dal
1485 insieme a Benedetto Brognoli e Giorgio Valla insegnò nella scuola di S. Marco.
Gli incarichi politico-amministrativi furono mantenuti fino al 1505, quando colpito
dalla malattia fu costretto a ritirarsi a vita privata.
Scrisse diverse opere storiografiche sui territori della Serenissima, si citano: il De
origine Hunnium e il De vetustate Aquileiensis patriae che narravano la storia del
Friuli dalle origini al XV secolo e i volumi dedicati all’invasione turca quali: il De
munitione Sontiaca, il De caede Sontiaca e il De incendio Carnico.
Scrisse inoltre, un ciclo di opere dedicate alla Repubblica quali: le Rapsodiae
Historiarum Enneadum, una storia universale che va da Adamo al 1503; delle deche
quali: De Venetae urbis situ e il De Venetis magistratibus del 1488, il De officio
scribae e infine la sua opera più celebre in decade il Rerum venetarum ab urbe
condita libri, continuata successivamente da Pietro Bembo dietro commissione di
59
Andrea Navigero .
Commentò poi diversi classici latini e scrisse opuscoli filosofici e morali. Elaborò
infine dei trattati filologici-linguistici, come il De latinae linguae reparatione, opera
dove furono messe in evidenza le sue precarie qualità di filologo.
Nel 1502 subì attacchi da parte del giovane filologo umanista Giovanni Battista
Egnazio, il quale si schierò contro le tesi dello storiografo in quanto ritenute prive di
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scientificità .
Sabellico condusse una vita abbastanza peregrinata e si dice che a Udine una donna,
56 M. L. King, op cit. vol. II, p. 629.
57 M. Zorzi, Biblioteca Marciana Venezia, Firenze, Nardini Editore, 1988, p. 256.
58 S. Miceli, op. cit., pp. 4-6.
59 Vd. Erasmo da Rotterdam, Opus epistolarum, a cura di P.S. Allen, VI, Oxford 1926, p. 474.
https://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-navagero_(Dizionario-Biografico)/
60 R. Chavasse, The studia humanitatis and the making of a humanist career: Marcantonio Sabellico’s
exploitation of humanist literary genres, «Renaissance Studies», 17 2003, 27-38; vd. Anche
https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/sabellico-coccia-coccio-marcantonio/
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rimasta sconosciuta alle fonti, abbia dato alla luce un figlio di nome Mario, col quale
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intrecciò un rapporto abbastanza solido e pare sia morto pochi anni prima del padre .
Sabellico si spense a Venezia il 20 maggio del 1506 e le sue spoglie riposano nella
chiesa di S. Maria delle Grazie.
2.2 De Officio Scribae
Il De officio scribae è un’opera scritta, secondo delle ricostruzioni filologiche, intorno
al 1490. Gli studiosi hanno condotto una serie di studi prima di fissare l’effettiva data
di composizione e hanno tenuto conto principalmente delle opere di Jacopo Filippo
62
Foresti e Giovan Battista Cantalici del 1493, in quanto riportano degli elementi
contenutistici dell’opera sabellicana.
Il De Officio Scribae venne pubblicato insieme ad altri scritti quali le Orationes, solo
nel 1502. Già dopo il concepimento pare che l’autore non abbia dato una notevole
importanza e venne depositato fra gli altri scritti. La straordinarietà dell’opera sta nel
fatto che è l’unica in prosa, cosa alquanto rara viste le edizioni del De officio scribae
61 Ivi, pp. 37-38.
62 Cfr. L. Mondin, Il dialogo De officio scribae di Marcantonio Sabellico, Incontri di Filologia classica,
Edizioni Università di Trieste, XV, 2017, p.211. 26
di Filippo Beroaldo il Vecchio e il Quid Reipublicae scribam quidve eius amanuenses
63
deceat di Niccolò Dati .
Tornando al problema della datazione, l’unico evento certo è fornito dall’esposizione
del planisfero di Leonardi in Palazzo Ducale datato 1476. Questo avvenimento
coincide con la permanenza di Calfurnio a Venezia e dimostra orientativamente l’arco
cronologico rappresentato dall’autore. Dell’opera sabellicana, infine, non si hanno
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manoscritti ma solamente tre edizioni a stampa di cui solamente una curata
dall’autore dei primi del Cinquecento.
L’opera si apre con la figura dello scrittore in procinto di raggiungere Venezia per
incontrare il maestro Pomponio Leto in ritorno dalla Sarmazia. Incontro che, come si
vedrà, non avverrà mai. Proprio in questo contesto l’autore si imbatte in un dialogo
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con l’umanista Giovanni Calfurnio , il quale lo invita ad ammirare presso Palazzo
Ducale il planisfero dipinto da Pietro Leonardi. 66
L’evento eccezionale è presentato dall’incontro con Marco Aurelio , nella veste di
segretario della Serenissima, il quale comincia un monologo che si protrae fino alla
fine dello stesso volume. L’opera si chiude in modo abbastanza brusco, esattamente
nel momento in cui l’oratore vede l’avvicinamento delle gondole e conclude
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rapidamente licenziando i suoi ascoltatori .
La lezione tenuta da Marco Aurelio si può articolare in due distinte fasi: il De officii
partitione dove tratta delle tipologie di scriba, degli elementi comuni del mestiere e
dei ruoli ricoperti e del De veteri scribarum officio circa sacra, dove espone le
dinamiche legate all’attività segretariale con particolare attenzione alla scrittura-
religione, dagli Egizi ai Greci e dagli autori del Nuovo Testamento fino alla creazione
della segreteria papale.
Le disposizioni dello scriba trattate all’interno dell’opera si articolano in quattro
sezioni: