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SLAVO

Secondo Danilevskij ogni tipo storico-culturale ha dei presupposti religiosi, giuridici, politici, psicologici, economici... che sono validi in sé e non secondo il rapporto che hanno con i principi europei. Secondo questa riflessione non esiste una civiltà prevalente sulle altre e non si può giudicare una civiltà usando i parametri di un'altra civiltà. Proprio per questo motivo, stando alle tesi di Danilevskij, la Russia avrebbe dovuto smettere di imitare l'Europa e cominciare a rafforzare la propria specificità ponendosi come guida dei popoli slavi.

Vissuto tra il 1831 e il 1891, Danilevskij era uno scrittore e pensatore. Lui era ancora più conservatore di Konstantin Leont'ev, Danilevskij, e non è considerabile come panslavista. Nel 1875 pubblica l'opera "Bizantinismo e Mondo Slavo". Qui esaltava il popolo russo per la sua mescolanza con quello tataro, e in particolare per il suo essere geneticamente, culturalmente ed economicamente slavo.

etnicamente misto. Alla teoria di Danilevskij, Leont’ev aggiunge due punti:

  1. recupero dell’elemento tra i 10 tipi storico-culturali di Danilevskij non c’era quello Bizantino:bizantino, che è stato successivamente aggiunto da Leont’ev. Secondo lui, i russi sono culturalmente e politicamente (fede cristiana e autocrazia) eredi di Bisanzio, perciò non era possibile dimenticare il suo lascito.
  2. secondo Leont’ev, le civiltà non solo sono autonome le une dalle altre, ma Elemento naturalistico:ognuna di loro, come gli organismi, conosce un processo naturale trifasico di sviluppo, decadenza e morte. Questa teoria è stata da molti contestata, ma fu ripresa da altri pensatori anche fuori dalla Russia.

Leont’ev si opponeva a tutto ciò che in Europa portava all’uguaglianza e alla parità che lui vedeva come fine della bellezza dell’umanità. Secondo il suo ragionamento, se in Russia si fosse seguita la

stradadell'Europa e si fossero eliminate le storiche classi, come i nobili, i soldati, i sacerdoti, i servi dellagleba… Si sarebbe persa la vastità e la differenza di un’intera civiltà.

Leont’ev è considerabile come un precursore della corrente intellettuale dell’Eurasismo, in nettacontrapposizione con l’occidentalismo. In epoca sovietica le opinioni di Danilevskij e Leont’ev si sonodimenticate, ma soprattutto negli ultimi trent’anni si sono ridiscusse rientrando a far parte dellapolitica della Russia moderna.

Il marxismoIl movimento del ha avuto in Russia un’importanza fondamentale e ha lasciato riflessi sullamarxismostoria del Paese ma anche sulla sua contemporaneità.

Il populismo è stata per molto tempo l’ideologia più diffusa e consistente all’interno dell’intelligencijarussa; oltre alla volontà di eliminare lo zar, il populismo si basava sull’espressione

positiva dellacomune contadina, sulla volontà di giungere a una rivoluzione che avvenisse prima della rivoluzionecapitalistica e sull'accettazione dell'uso della violenza per accelerare i processi desiderati. Il populismoebbe, oltre agli effetti politici, una ricaduta anche in ambito culturale.Tuttavia, la rivoluzione vera e propria fu condotta non dai populisti, ma dai marxisti: si trattava di ungruppo molto meno numeroso di loro. A partire dal manifesto pubblicato da Karl Marx nel 1848 finoal crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, il marxismo fu il principale riferimento ideologico di moltiintellettuali, politici, artisti e Stati: il pensiero marxista ebbe ricadute in tutto il mondo contemporaneo,in quanto ne cambiò i parametri interpretativi di approccio alla realtà.Si tratta di un'interpretazione storico, filosofica ed economica efficace le cui figure principali sono Marxed Hengels. Tramite esso si tentavano di spiegare le dinamiche sociali,

politiche, economiche, individuali e culturali: a differenza di altri movimenti filosofici, il marxismo ebbe delle ricadute anche politiche poiché i suoi sostenitori si muovevano attivamente per cambiare la realtà che li circondava. Anche i populisti erano della stessa idea in questo senso, infatti il marxismo è un diretto discendente del populismo: la maggior parte dei marxisti infatti proveniva da quel movimento.

Il marxismo era infatti più aderente ai processi storico-politici, per questo è stato più efficace e ha dato vita alla rivoluzione. Esso è nato in Inghilterra da due tedeschi: perché si diffondesse in Russia, si dovette aspettare un po' di tempo perché la censura zarista aveva intuito la potenziale pericolosità di questa ideologia e tentò di ritardarne il più possibile l'avvento nel Paese.

Primo promotore del marxismo in Russia e sua voce principale fino ai primi anni del Novecento

fuGeorgij Plechanov, che nel 1884 pubblica l'opera "Le nostre differenze", dove spiega in cosa i marxistisi differenziano dai populisti.

Secondo lui e gli altri marxisti della sua epoca, il principale errore del populismo (che tutti rispettavanoe riconoscevano come dedizione alla causa della rivoluzione) era la base poco scientifica e strutturata, in particolare rispetto al rapporto tra economia e società.

Al contrario, i principali punti del marxismo erano:

  1. ateismo e forte attacco alla storia passata;
  2. Materialismo storico: convinzione che la storia dipenda dall'evoluzione dei rapporti economici.
  3. Determinismo storico: secondo i marxisti è l'economia che determina la realtà politica, sociale e culturale: nella storia ci sono state delle fasi inevitabili perché derivanti dai rapporti economici concreti della società.

Esisteva una precisa linea evolutiva della storia, che vedeva l'Europa all'avanguardia.

Perché fondata su un'economia capitalista e industriale. C'è anche da dire che il marxismo era un'ideologia profondamente perché sottometteva alla ingiusta classe dominante borghese e capitalista le masse popolari. I marxisti volevano la rivoluzione proprio come i populisti, ma la volevano in modo completamente diverso: i secondi la volevano sulla base della comunità contadina, i primi la volevano sulla base della società operaia capitalista. Questo era il motivo per cui Marx non riteneva possibile lo scoppio della rivoluzione in Russia, che era ancora arretrata, ma solo in Europa: la rivoluzione in Russia non era immediato, ma prima si sarebbe dovuto assistere ad uno sviluppo industriale per diventare un Paese capitalisticamente avanzato. Puntare a una rivoluzione immediata in Russia, come facevano i populisti, appariva sbagliato e improduttivo. In più, i marxisti denunciavano anche le tecniche adottate dai populisti per raggiungere

L'obiettivo della rivoluzione, in particolare l'utilizzo della violenza terroristica.

N.B. ESAME: quali sono i punti di convergenza e divergenza tra populismo e marxismo?

  1. Insistevano sull'elemento contadino e sognavano una rivoluzione socialista basata sulla comune agricola: non volevano l'affermazione del capitalismo in Russia perché, insieme all'industrializzazione, è un fenomeno negativo che produce sofferenza umana;

  2. Usavano l'arma terroristica per indurre l'intellighenzia e il popolo a nutrire un entusiasmo rivoluzionario: volevano inoltre che la rivoluzione fosse fatta subito;

  3. Non volevano la rivoluzione subito, ma volevano che la Russia conoscesse prima un processo di forte crescita industriale e che entrasse in una fase di capitalismo matura capace di far nascere, attraverso le sofferenze sociali ed economiche che avrebbe provocato, un proletariato industriale numeroso, arrabbiato e pronto

Con l'inizio del Novecento, le idee del marxismo cominciarono a mutare e la figura di Plechanov cominciò ad essere oscurata da quella di Vladimir Lenin. In giovinezza aderì al marxismo e per molto tempo si riconobbe nel marxismo ortodosso di Plechanov, secondo cui si lavora per la rivoluzione ma bisogna attendere che i tempi siano maturi per la rivoluzione.

Le cose cambiarono però con la fine dell'Ottocento, quando la Russia visse uno straordinario sviluppo in senso capitalistico che portò alla formazione del proletariato industriale così importante per la rivoluzione marxista. Si avvertiva il cambiamento, capace di rendere la rivoluzione sempre più prossima nel tempo ma soprattutto nello spazio: prima i marxisti guardavano all'Europa come scenario per la rivoluzione, ma adesso anche la Russia era diventata uno scenario plausibile.

A determinare la vera e propria svolta dei marxisti furono

alcuni cambiamenti importanti che avvennero nei primi due decenni del XX secolo: 1. In Iran nel 1906: si abbatté il potere assoluto degli Shah e si tentò di creare, sotto modello europeo, una forma di governo basata su una costituzione; 2. Nell'impero ottomano nel 1908: prendono il potere i Giovani Turchi, esponenti di una società che voleva porre fine al predominio del Sultano e che si ispirava a modelli europei; 3. Nell'impero cinese nel 1911, che porta alla creazione della moderna Repubblica Cinese. Queste tre rivoluzioni scoppiate in imperi asiatici diedero ai marxisti l'impressione per la prima volta che se anche l'Asia si stava muovendo lo poteva fare anche la Russia. Il partito social-democratico russo, che poi sarebbe diventato comunista, conosce nel 1903 una scissione tra i menscevichi, la minoranza (guidati da Plechanov), e i bolscevichi, la maggioranza: di questi ultimi illeader era Lenin, che in quegli anni si trovava in esilio in Siberia. Ormai erano loro, con il loro approccio innovativo, a guidare la scena politica russa: secondo loro i principali cambiamenti della società erano lo sviluppo industriale vissuto dalla Russia e il forte effetto creato dalle rivoluzioni asiatiche, che dimostravano come non fosse necessario attendere la scintilla rivoluzionaria dall'Occidente e dall'Europa. Questa svolta ebbe un'influenza importante sulla successiva storia del Paese. Dopo la rivoluzione cinese, nel secondo decennio del Novecento, Lenin e il sempre più conosciuto Iosif Stalin ebbero modo di riconfermare la loro assoluta fedeltà al marxismo e di presentare la loro prospettiva di una rivoluzione nel breve termine, che il marxismo tradizionale e ortodosso di Plechanov e dei menscevichi continuava a rifiutare. All'interno della corrente bolscevica avvenne una svolta importantissima a livello ideologico, che forse non avrebbeavuto una ricaduta pratica e storica nell'immediato se non fosse scoppiata la Prima Guerra nel 1914. Essa vede la
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Publisher
A.A. 2020-2021
17 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gaiacip di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della cultura russa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Ferrari Aldo.