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INTRODUZIONE

L’Adversaire di Emmanuel Carrère, pubblicato nel 2000, è, se così si può definire, un

romanzo che racconta un episodio di cronaca nera verificatosi all’inizio degli anni ’90, e

che, per efferatezza e orrore ha sconvolto il pubblico francese. L’opera tratta la vicenda

di Jean-Claude Romand, il quale uccide moglie, figli e genitori per evitare che la sua

lunga serie di menzogne su cui egli ha basato gli ultimi venti anni della sua vita esca

allo scoperto. Romand, infatti, sin dall’adolescenza sceglie di fingere: di essersi laureato

in medicina, di essere ricercatore presso l’OMS poi, di avere amicizie importanti, di

aver accumulato un patrimonio importante che giustifichi un certo tenore di vita, infine

di essere un padre e un marito senza macchia. Tutto ciò viene condotto da Romand

quasi senza rendersi conto di star precipitando in una spirale di bugie che lo

condurranno al triste e celebre epilogo. E nonostante l’inumanità di quanto accaduto, la

ricerca e l’interesse di Carrère non puntano verso una morbosa indagine dei fatti, alla

maniera dei telegiornali e della cronaca nera giornalistica, bensì egli vuole ricostruire

l’interiorità di Romand, e il modo in cui le forze malvagie, ‘’l’avversario’’ che dà il

titolo al libro, si sono impossessati di lui al punto che egli si sente costretto a

commettere il tragico gesto. Forze che, afferma Carrère, sono presenti in ognuno di noi,

e pertanto è importante indagarle, ricostruirle, portarle alla luce. Ed è questo punto,

probabilmente, che costituisce il pivot del romanzo di Carrère, e soprattutto il modo in

cui l’autore declina tale indagine in chiave letteraria, andando a costituire un punto di

svolta per la sua intera opera, e anche per il genere letterario della non-fiction.

D’altronde quest’opera è difficilmente classificabile in un solo genere, dal momento che

lo stesso autore, per compiere quest’indagine, prende le distanze da determinati canoni

letterari, e incorpora elementi che si rifanno al racconto, alla biografia, all’inchiesta

giornalistica, all’autobiografia persino, creando quindi un mélange di generi e dunque

un’opera poliedrica. La scelta di allontanarsi dai canoni tradizionali del genere della

non-fiction è per sua stessa ammissione una scelta obbligata: Carrère, che prova a

scrivere tale opera più e più volte seguendo l’esempio di Capote in A sangue freddo

(1966), il quale segue il precetto flaubertiano per cui ‘’L'artista deve essere nella sua

opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque ma

1

non lo si veda mai” , non riuscirà nel suo intento fintantoché non avrà trovato un suo

1 G. Flaubert, 1857 4

personale e originale modo di improntare il testo, dunque non fingendo che la sua

presenza sia impalpabile all’interno della vicenda, ma esponendosi in prima persona,

senza tacere il rapporto epistolare (e emotivo) che stringe con l’assassino, e riportando

egli stesso aneddoti e fatti della sua vita personale. Il riferimento alla prima persona non

è casuale: la novità letteraria assoluta apportata da Carrère, infatti, consiste proprio

nell’uso del ‘’je’’, quindi del pronome alla prima persona. Tant’è che anche nelle sue

successive opere (Carrère E., Le Royaume, 2014, Éditions P.O.L.) l’autore ricorre al

medesimo espediente narrativo per raccontare, mediante il pretesto della sua

conversione al cristianesimo, la storia dello stesso.

L’Adversaire solleva questioni profonde sull'identità e sulla finzione nella narrativa. Il

romanzo esplora come una persona possa costruire un'intera identità basata su una serie

di bugie e come queste finzioni possano influenzare la sua vita e quella delle persone

che lo circondano. Carrère, attraverso la sua scrittura affilata e dettagliata, ci invita a

esaminare le motivazioni e le conseguenze di tale comportamento, spingendoci a

riflettere sul concetto stesso di identità. Egli alterna fatti documentati e immaginazione

letteraria, e questo approccio narrativo sfuma i confini tra realtà e finzione, portando il

lettore a interrogarsi sulla natura stessa della verità e sul modo in cui questa viene

costruita nelle narrazioni. Attraverso quest’opera Carrère esplora anche la psicologia

dell'inganno e l'effetto che può avere sulla vita delle persone coinvolte. Il romanzo ci

spinge a chiederci fino a che punto possiamo fidarci delle apparenze e se sia possibile

davvero conoscere l'essenza di una persona.

In questa analisi si esaminerà come Carrère rappresenta l'identità e la finzione nella

narrazione de "L'Avversario", ma anche l'uso della prospettiva narrativa, la costruzione

dei personaggi e il ruolo delle finzioni nel plasmare la trama e il significato del

romanzo. In particolare nel primo capitolo esaminerò la figura di Carrère e la sua

narrativa, focalizzandomi soprattutto sulla seconda fase della sua opera, in cui egli

abbandona la fiction per dedicarsi invece alla non-fiction, che come si vedrà egli

declinerà in un suo modo peculiare. A ciò riserverò particolare attenzione, operando un

confronto tra Carrère, la cui opera è innovativa rispetto alla tradizione della non-fiction,

e lo scrittore americano Truman Capote e la sua opera In Cold Blood (1966), che pur

appartenendo allo stesso genere e trattando un soggetto affine rispetto all’Adversaire,

adotta degli stilemi narrativi totalmente distanti da quanto fa Carrère, certamente

5

conformi al genere, tanto da costituire un’opera esemplare. Infine mi soffermerò

rapidamente sul genere stesso della non-fiction, e in particolare sul sottogenere

dell’autofiction, in cui si iscrive a pieno titolo l’opera oggetto di questo elaborato.

Nel secondo capitolo, come si evince dal titolo stesso, approfondirò la trasformazione

della cronaca in romanzo. Dopo aver esaminato la persona e la vicenda umana del

protagonista dell’opera, Jean-Claude Romand, indagherò invece il complesso rapporto

che si instaura tra Romand e Carrère, senza perdere d’occhio le riflessioni metaletterarie

che opera l’autore a proposito della stesura del romanzo. Per concludere analizzerò

brevemente le strategie narrative adottate da Carrère per rendere su carta tutta la

complessità che richiede la costruzione di una storia che sfida i confini tra realtà e

finzione, in cui la menzogna fa da padrona.

Il terzo capitolo sarà propriamente dedicato proprio all’analisi del testo e di quelle

strutture narrative menzionate nell’ultima parte del secondo capitolo, grazie all’ausilio

delle teorie narratologiche di Genette e le Figure della narrazione da lui individuate. Il

capitolo sarà oggetto di un’indagine mirata volta a individuare gli stilemi messi in atto,

e a tal scopo, per ogni struttura narrativa esaminata, inserirò delle citazioni tratte

dall’opera che ho ritenuto essere particolarmente esemplificative per l’analisi in corso.

Attraverso la sua prosa, Emmanuel Carrère invita a riflettere sulla complessità

dell'identità e sul potere della finzione nella nostra vita. L’Adversaire spinge a

interrogarsi sulla natura stessa della verità e sulla fragilità delle nostre convinzioni,

aprendo una finestra su un mondo in cui l'identità e la finzione si intrecciano in un

intricato labirinto narrativo. 6

CAPITOLO 1

Carrère e l’autofiction

1.1 Emmanuel Carrère e la sua opera

Lo scrittore francese Emmanuel Carrère è considerato uno degli scrittori più influenti e

innovativi del panorama letterario mondiale, particolarmente noto per la sua scrittura

nella quale si mescolano narrativa, saggistica e reportage.

Carrère è un personaggio controverso e spesso è stato bersaglio di critiche, soprattutto

per aver incluso all’interno delle sue opere di non-fiction riferimenti mirati di persone a

lui vicine. Infatti egli stesso afferma che «la littérature, enfin le genre de littérature que

2

je pratique: c’est le lieu où on ne ment pas» , facendo quindi proprio uno stile in cui la

verità è al centro. Questo approccio non è stato sempre apprezzato dalle persone

coinvolte, come l’ex moglie Hélène Devynck, che in una lettera indirizzata alla stampa

francese intitolata Droit de response lo attacca, affermando che in Yoga (2020):

Emmanuel propose à ses lecteurs un pacte de vérité: «La littérature est

le lieu où on ne ment pas», écrit-il. Il affirme avoir, de son propre

chef, glissé quelques omissions, par égard, pour «préserver» ses

proches. Pour ce qui me concerne, il n’a pas eu d’égards, sauf à

considérer comme des égards les conséquences d’obligations

contractuelles qui n’ont été que partiellement respectées. Pour

ménager ses proches encore, des éléments de fiction auraient été

introduits volontairement ça et là.

[…] Les lecteurs sont libres de croire ou de douter. L’auteur est libre

de raconter sa vie comme il veut, comme il peut. Je voulais, moi, avoir

la liberté de ne pas en être, de ne pas être associée à un spectacle

3

présenté comme sincère où je ne reconnais pas ce que j’ai vécu.

2 Emmanuel Carrère, Yoga, Éditions P.O.L, Paris, 2020, p. 113

3 Hélène Devynck, ‘’Droit de réponse : Hélène Devynck, l'ex-compagne d'Emmanuel Carrère, répond à la

polémique autour de «Yoga»", «Vanity Fair», 2020,

https://www.vanityfair.fr/culture/voir-lire/articles/droit-de-reponse-helene-devynck-l-ex-compagne-dem

manuel-carrere-repond-a-la-polemique-autour-de-yoga/81120. 7

Le critiche dirette dall’ex moglie sono molto dure, ma è anche vero che Carrère afferma

che altri conoscenti da lui inclusi nelle sue opere non hanno nulla in contrario con tale

scelta, e scrive:

Je suis du bâtiment, depuis quinze ans j’écris des livres de non-fiction

qui rendent compte de faits réels et décrivent des personnes réelles,

connues ou inconnues, proches ou éloignées de moi, et j’en ai blessé

4

certaines, oui, mais je soutiens que je n’en ai trompé aucune.

Dettagli
A.A. 2023-2024
51 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carabellesechiara3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Scuro Giulia.