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M
la potenza misurata all’ingresso all’inverter e con la potenza disponibile nel punto di
il calcolo dell’efficienza
massima potenza del simulatore fotovoltaico, assume la forma:
∫
∫
Come avviene per il rendimento di conversione dell’inverter, anche questa efficienza deve poter
essere misurata in corrispondenza di differenti valori della potenza e della tensione di ingresso.
È possibile distingue l’efficienza in:
efficienza MPPT statica, che si misura mantenendo invariate le condizioni di ingresso
per tutto il periodo della prova. Ne consegue che l’inverter è tanto più
(statiche)
efficiente, quanto più riesce ad avvicinarsi al punto di massima potenza e quanto meno
ampie sono le variazioni attorno ad esso;
efficienza MPPT dinamica, che si misura variando nel tempo le condizioni di ingresso
l’inverter risulta tanto più efficiente quanto
del simulatore fotovoltaico. In questo caso
più riesce ad adattarsi al cambiamento delle condizioni di ingresso.
di possibile inefficienza consiste nella valutazione dell’inverter in presenza di
Un altro aspetto
più massimi relativi nella curva di potenza. Questo fenomeno si presenta frequentemente
quando uno o più moduli della stringa sono in ombra: in questi moduli la corrente non circola,
ma il passaggio della corrente prodotta dai rimanenti moduli non ombreggiati è garantito dai
diodi di by-pass (paragrafo 2.8.3).
In questo caso l’inverter fa lavorare il generatore fotovoltaico alla tensione di stringa e ad una
corrente minore, oppure ad una tensione minore e con la corrente massima, ottenuta sfruttando
appieno la corrente derivante dai moduli non ombreggiati.
Di solito gli algoritmi di ricerca del punto di massima potenza non riescono a riconoscere il
punto più vantaggioso sulla curva (punto di massimo assoluto) e si limitano e trovare il primo
massimo relativo che incontrano. Algoritmi sofisticati, invece, permettono all’inverter di
periodica
eseguire un’analisi su tutta la curva per cercare il punto di massima potenza più
vantaggioso.
3.5 Scelta dei cavi
I cavi utilizzati in un impianto fotovoltaico devono essere in grado di sopportare e resistere per
l'intero ciclo di vita dell’impianto (da 20 a 25 anni circa) a sfavorevoli condizioni ambientali,
come temperature elevate, precipitazioni atmosferiche e alle radiazioni ultraviolette.
adeguata a quella dell’impianto.
Prima di tutto i cavi devono avere una tensione nominale Sia in
la tensione dell’impianto
condizioni di corrente diretta sia di corrente alternata non deve
superare la tensione nominale dei cavi. 53
3.5.1 Tipi di cavi
Le condutture, cioè l’insieme di cavi e del tubo o canale in cui sono inserite, sul lato corrente
dell’impianto
continua deve avere un doppio isolamento o un isolamento rinforzato (di classe II)
in modo da ridurre il rischio di guasti a terra e corto circuiti (CEI 64-8).
I cavi sul lato corrente continua si distinguono in:
cavi solari (o di stringa) che collegano i moduli tra loro e la stringa al primo quadro
elettrico di sotto-campo o direttamente all'inverter;
cavi non solari, che vengono utilizzati a valle del primo quadro elettrico.
I cavi di collegamento dei moduli sono installati nella parte posteriore dei moduli stessi, dove la
temperatura può raggiungere i 70 - 80 °C. Di conseguenza, questi cavi devono essere in grado di
5)
sopportare temperature elevate e di resistere ai raggi ultravioletti , se installati a vista. Quindi
vengono utilizzati dei particolari tipi di cavi, generalmente cavi unipolari con isolamento e
guaina di gomma, con tensione nominale 0.6 - 1kV, con temperatura massima non inferiore ai
90 °C e con elevata resistenza ai raggi ultravioletti.
I cavi non solari , a valle del primo quadro elettrico, si trovano alla temperatura ambiente che
solitamente non supera i 30 - 40 °C, poiché sono lontani dai moduli. Questi cavi non presentano
resistenza contro i raggi ultravioletti e quindi, se disposti all'esterno, devono essere protetti dalle
radiazioni solari, semplicemente usando dei tubi o canali, comunque un rivestimento per uso
esterno, di solito una guaina. Se invece sono disposti all'interno degli edifici, vengono applicate
solitamente le regole usate per gli impianti elettrici.
alternata a valle dell’inverter
Invece per i cavi in corrente risulta valido quanto detto per i cavi
non solari in corrente continua.
3.5.2 Sezione e portata dei cavi 2
La sezione di un cavo (indicata in mm ) si determina in base a due parametri fondamentali, la
portata e la caduta di tensione. La sezione deve essere tale per cui:
non sia inferiore alla corrente d’impiego
la sua portata ;
la caduta di tensione ai suoi capi sia entro i limiti imposti.
Nella condizioni di normale funzionamento ogni modulo eroga una corrente prossima a quella
, per cui la corrente d’impiego
di corto circuito per il circuito di stringa è assunta pari a
quella di corto circuito in condizioni di prova standard, con una maggiorazione del 25% che
2
tiene conto di valori di irraggiamento superiori a 1 kW/m . In formule risulta:
Quando l’impianto fotovoltaico è di grosse dimensioni e suddiviso in sotto-campi, i cavi che
all’inverter devono condurre una corrente d’impiego
collegano i quadri elettrici di sotto-campo
pari a:
dove y è il numero di stringhe del sotto-campo afferenti allo stesso quadro elettrico.
La portata dei cavi rappresenta il valore massimo di corrente che il cavo può trasportare e
solitamente è indicata dai costruttori dei cavi stessi, per temperatura di 30 °C.
A seconda della posa e della temperature del cavo, il valore di portata deve essere ridotto in base
al coefficiente k =0.52 per cavi solari o k =0.53 per cavi non solari.
1 2
)
5 In presenza di radiazioni ultraviolette è importante usare cavi con guaine che resistano ai danni da radiazione. Il
primo sintomo di un’eccessiva esposizione è la decolorazione, che anticipa la degradazione del materiale plastico
della guaina. Se la guaina non viene sostituita rapidamente, può arrivare a decomporsi, compromettendo le sue
proprietà meccaniche e la resistenza alla tensione. 54 –
3 Metodi di installazione e configurazione
dell’usuale 4%
Negli impianti fotovoltaici la caduta di tensione ammessa è del 1 - 2% (anziché
degli impianti utilizzatori) al fine di limitare il più possibile la perdita di energia prodotta per
effetto Joule sui cavi. all’aumentare
Sul lato corrente continua la caduta di tensione sui cavi è puramente resistiva:
della lunghezza del cavo, si ha un aumento della resistenza e della caduta di tensione. Invece
all’aumentare della sezione del cavo, si ottiene una riduzione della resistenza e quindi anche
della caduta di tensione. 55
56
ELETTRICA E MISURA DELL’ENERGIA
4 COLLEGAMENTO ALLA RETE
Vengono di seguito considerate le modalità di collegamento degli impianti fotovoltaici alla rete
elettrica di distribuzione, in base alla vigente normativa. Si considerano in particolare le
caratteristiche da rispettare per il collegamento degli utenti alla rete, le condizioni da soddisfare
Viene descritto l’impianto per la
e i valori di riferimento per la scelta del tipo di collegamento.
connessione nelle sue parti: l’impianto di rete e l’impianto di utenza. Si articola il metodo per
l’individuazione dell’impianto di rete, considerando gli schemi di inserimento tipici e le
soluzioni tipiche di connessione in funzione della tipologia di utenza e della potenza. Si
valutano inoltre gli schemi di collegamento dell’impianto di rete in funzione del tipo di utenza e
la composizione dell’impianto di utenza. Si forniscono le regole tecniche di connessione per
qualsiasi tipo di utente mediante lo schema di connessione in parallelo alla rete di distribuzione.
Tale schema si avvale dei tre dispositivi atti alla protezione, dei quali si descrive la costituzione
e lo scopo. Si valuta infine uno tipico schema di impianto fotovoltaico connesso alla rete di
bassa tensione in presenza di impianto utilizzatore e le modalità di inserimento dei sistemi di
misura dell’energia fotovoltaica prodotta, consumata dall’utenza e prelevata dalla rete.
4.1 Panorama normativo
Attualmente lo stato normativo sulla connessione degli impianti fotovoltaici alla rete elettrica si
differenzia notevolmente a seconda che la connessione avvenga in bassa tensione a 230/400 V,
in media tensione tipicamente a 15 kV o 20 kV , o in alta tensione, tipicamente a 132 kV.
Le connessioni alle reti di media e alta tensione si basano sulle regole tecniche di connessione
all’interno della delibera ARG/elt 119/08, stabilite allo scopo di uniformare l’accesso
presenti
alla rete per gli utenti attivi (produttori) e per gli Utenti Passivi (normali utilizzatori) in modo
indipendente dal Distributore locale di riferimento. In allegato ad esse di trova anche la norma
seconda edizione “Regola tecnica di riferimento
del Comitato Elettrotecnico Italiano CEI 0-16
per la connessione di Utenti Attivi e Passivi alle reti di alta e media tensione delle imprese
distributrici di energia elettrica”.
La situazione normativa inerente l’allacciamento alla rete di bassa tensione è al momento più
complessa: per molto tempo ci si è riferito alla norma CEI 11-20 (con le varianti V1 e V2)
assieme alle regole tecniche dei gestori di rete. Dal 23 dicembre 2011 , data di sua emissione ed
entrata in vigore, la normativa di connessione è basata sulla norma CEI 0-21. Tale norma ,
elaborata da un gruppo di lavoro specialistico del Comitato Elettrotecnico Italiano assieme
all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), esplica le regole tecniche di connessione
alle reti di distribuzione di energia elettrica in bassa tensione (con tensione nominale, in corrente
alternata, fino a 1 kV) su tutto il territorio nazionale.
4.2 Caratteristiche delle reti di distribuzione in bassa tensione
Le reti elettriche di distribuzione dell’energia in bassa tensione presentano delle precise
caratteristiche, secondo norma CEI 0-21 , da prendere in considerazione per il collegamento
degli utenti alle reti stesse. Devono essere rispettati infatti precisi valori di tensione e frequenza.
Nelle reti di bassa tensione, la tensione nominale vale:
230 V per forniture monofasi;
400 V per forniture trifasi.
Le attuali tensioni unificate (Legge 105/1949) sono invece di 220/380 V, come per le verifiche
di tensione richieste dall’utente, rispettivamente per forniture monofase e trifase.
La frequenza nominale è di 50 Hz.
Stato del neutro e collegamento a terra delle masse dell’impianto utente
4.2.1
Sul lato bassa tensione delle reti d