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CAPITOLO SECONDO

Mancata nascita del Kurdistan

2.1 I tentativi di autonomia nel corso della storia

I curdi sono ad oggi la più grande nazione senza stato, se per Stato si intende

una comunità politica formata da una popolazione assoggettata ad un governo.

Qualificandosi come nazione il popolo curdo ha da sempre aspirato alla propria

autodeterminazione e nel corso dei secoli ha più volte tentato di costruire

un’entità statuale che potesse unirlo. Tuttavia l’argomento si presenta

complesso: gli interessi dei curdi sono stati spesso contrastanti tra di loro e le

divisioni originarie, la presenza di molte tribù prima e la spartizione in più stati

dopo, non hanno di certo favorito la maturazione di un progetto autonomistico-

indipendentista pienamente condiviso da tutte la fazioni. Inoltre, è fondamentale

ricordare che non è propriamente corretto parlare di “nazionalismo curdo”,

specialmente prima del XX secolo: Gellner (1983) afferma che il nazionalismo è

“un principio politico in base al quale le unità politiche e nazionali dovrebbero

essere congruenti” ed evidentemente il concetto non può essere applicato alla

39

realtà curda caratterizzata da storiche separazioni. La popolazione curda

abitava regioni di confine e non faceva parte di un’entità statale riconosciuta;

inoltre le varie tribù non avevano molti contatti transfrontalieri e le rivolte non

avvenivano contemporaneamente poiché non vi era un coordinamento

sistematico e funzionale ad un’azione unitaria. Pertanto risulta più opportuno

parlare di etnonazionalismo: le rivendicazioni erano inizialmente di carattere

meramente etnico e la presenza della popolazione in più Stati sfavoriva una

reale condivisione di intenti .

40

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione riguarda il continuo oscillare tra

la necessità di autonomia e le velleità di indipendenza: i vari movimenti

separatisti non sono mai confluiti in una visione unica per il futuro del Kurdistan

e così, mentre alcuni si limitavano a rivendicazioni autonomistiche, altri

combattevano per una vera e propria indipendenza.

2.1.1 Lo scenario pre Prima Guerra mondiale

Il primo riferimento letterario alla realizzazione di un organismo politico che

riunisse gli emiri curdi si trova in Ahmad Khani (1650-1707) , nella prefazione

41

dell’opera epica “Mem e Zin”: si tratta essenzialmente di un richiamo all’unità

dei curdi , alla consapevolezza della propria storia e della propria cultura.

42

E. GELLNER, Nations and Nationalism, Blackwell, Oxford and Cambridge, 1983.

39 A. HASSANPOUR, “The Kurdish Experience”, in Middle East Report, n. 189, vol. 24,

40

1994.

Fu scrittore, poeta, filosofo e astronomo.

41 E fondamentale chiarire che all’epoca di Khani con il termine “curdo” ci si riferiva

42

principalmente alle varie tribù curde e all’elitè aristocratica curda urbana ma non alla

classe contadina non tribale, M. VAN BRUINESSEN, Kurdish society.

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Fu lo sceicco Ubeydullah di Nehri (1830-1883) il primo a tentare di istituire uno

stato libero dal giogo ottomano e persiano. Per le considerazioni fatte poc’anzi,

non è propriamente corretto definirlo come un nazionalista, piuttosto fu pioniere

del separatismo moderno curdo; fu abile nel sfruttare il vacuum politico che era

venuto a crearsi all’indomani della guerra russo-ottomana del 1877-1878 nelle

aree degli ex principati curdi di Botan, Hakkari, Badinan e Ardalan . In una

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lettera al console britannico William Abbot, Ubeydullah scriveva "The Kurdish

nation ... is a people apart. Their religion is different, and their laws and customs

are distinct [ from that of the others ]”. Forte del consenso ottenuto presso i capi

tribù, nel 1880 invase i territori nord-occidentali dell’impero Cagiaro

reclamandone il controllo; l’ambasciatore britannico Ronald Ferguson Thomson

(1830-1888) confermava che il progetto dello sceicco fosse quello di allontanare

la popolazione curda dalla lealtà agli imperi ottomano e persiano al fine di

stabilire un principato autonomo sotto la sua guida . L’insurrezione ebbe vita

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breve: le sue milizie vennero accerchiate dall’esercito persiano, costringendole

ad arretrare in territorio ottomano; Ubeydullah si arrese quindi alle autorità

turche nel 1881 e fu scortato ad Istanbul prima e in seguito condannato

all’esilio, dopo aver tentato la fuga, a Hijaz, nell’attuale Arabia Saudita.

Non si deve però dare per scontato che il progetto dello sceicco avrebbe potuto

effettivamente realizzarsi se le truppe imperiali non lo avessero fermato: era

alquanto improbabile che si formasse uno stato curdo totalmente indipendente,

così come egli lo aveva immaginato, in una regione tanto turbolenta,

considerando l’atavico antagonismo delle numerose tribù; più presumibilmente

sarebbe potuta nascere una provincia autonoma curda ma sempre rimanendo

sotto l’influenza ottomana.

Le rivolte dello sceicco di Nehri aumentarono notevolmente l’interesse delle

cancellerie europee nei confronti del Kurdistan, fondamentalmente perché la

sua nascita avrebbe prodotto nuovi assetti politici e diplomatici nell’area

mediorientale. Anche l’impero zarista si interessò ad intrattenere rapporti con i

curdi, che avrebbero potuto sfruttare in chiave anti-turca; una vera alleanza non

venne però mai materializzata: sostenere l’irredentismo curdo non poteva

rientrare tra i piani di San Pietroburgo poiché il suo vero intento era quello di

ottenere l’Anatolia orientale e, in secondo luogo, perché gli interessi dei curdi,

sunniti, si scontravano con quelli degli armeni, cristiani, e di conseguenza gli zar

avrebbero con ogni probabilità protetto questi ultimi.

Alla vigilia della prima guerra mondiale, i curdi non avevano concretizzato

un’alleanza con una cancelleria che sostenesse effettivamente le loro istanze

autonomistiche e fu così che si ritrovarono a combattere nuovamente nelle fila

dell’impero ottomano, come era già accaduto nel conflitto turco-russo.

2.1.2 Il Trattato di Sèvres e le sue conseguenze

Un momento chiave della storia curda è rintracciabile negli avvenimenti che

portarono alla firma del Trattato di Losanna il 24 luglio 1923 e alla perdita di

O. HAKAN, Kurdish Notables and the Ottoman State: Evolving Identities, Competing

43

Loyalties, and Shifting Boundaries, State University of New York, 2004.

PP, Parliamentary Papers, N. 5, Thomson to Granville, Tehran, 31 ottobre 1880.

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un’opportunità unica che avrebbe potuto vedere la formazione di uno stato

curdo. Nel maggio 1916 Francia e Regno Unito firmarono, segretamente,

l’accordo Sykes-Picot , reso noto dai quotidiani bolschevichi “Pravda” e

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“Izvestia” nel 1917. Come si evince dalla lettura dell’accordo, inizialmente le

cancellerie occidentali non avevano dimostrato un particolare interesse nei

confronti della causa curda; tuttavia Londra si rese conto che la posizione

strategica del Kurdistan all’interno dell’area mesopotamica richiedeva maggior

attenzione, soprattutto perché i curdi rimanevano una minoranza mal integrata

nel grande scacchiere mediorientale e poteva servire in chiave anti-turca . Una

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volta svincolata dagli accordi con l’ex impero zarista e forte di una posizione

diplomatica e militare più influente rispetto ad altre nazioni, la Gran Bretagna

nominò nel ’18 Shaykh Mahmud Barzinji (1978-1956) a capo del “Basso

of

Kurdistan”, il quale avrebbe, dal punto di vista inglese, “adopt a policy

complete friendliness to the British” . Il leader locale si sentì investito di

47

un’autorevolezza che la Corona in realtà non aveva prospettato e, cogliendo le

preoccupazioni dei curdi che temevano che Londra potesse governarli

indirettamente attraverso dignitari arabi di Baghdad , organizzò delle

48

insurrezioni nel 1919 contro l’esercito britannico incitando il popolo curdo a

costituire uno stato indipendente. Sfruttando anche la sua autorità religiosa,

Barzanji fu in grado di attirare il consenso sia delle tribù che della classe

contadina curda; le sue truppe misero in atto delle imboscate contro l’esercito

inglese, ma la disparità delle forze in campo era eclatante e i combattenti del

leader iracheno furono sconfitti nel giugno del’19 vicino a Sulaymaniyah. Shayk

Mahmud fu catturato e condannato all’esilio in India ma la sua breve rivolta

divenne un simbolo del nazionalismo curdo , di cui egli può esserne

49

effettivamente considerato il primo vero fautore: aveva, infatti, prospettato la

nascita di un’entità politica prettamente curda, sebbene sotto il suo controllo, e

le sue sollevazioni avevano avuto luogo in una regione dove la popolazione

aveva espressamente ribadito di non voler sottostare alle autorità arabe .

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Nello scenario post prima guerra mondiale, i curdi avevano finalmente intravisto

una possibilità concreta di indipendenza. Il presidente statunitense Woodrow

L’accordo prende il nome dai diplomatici inglese Mark Sykes e francese François

45

Picot. Prevedeva la spartizione in “zone d’influenza” dell’area mediorientale tra Francia

e Regno Unito che avrebbero esercitato un controllo diretto o indiretto: la costa siriana

e parte dell’attuale Libano sarebbero rientrati nella zone d’influenza francese, mentre

l’area della Mesopotamia, con le provincie di Baghdad e Bassora, e la città di Haifa

sarebbero state assegnate alla Gran Bretagna; le altre zone sarebbero state gestite da

autorità locali ma comunque sotto l’influenza francese o inglese. La Russia avrebbe

ottenuto Istanbul, gli stretti di Dardanelli, del Bosforo e di Chio e l’Anatolia orientale.

M. GOMBACCI, Kurdistan, utopia di un popolo tradito, p.17.

46 E.J.R, “Precis of Affairs in Southern Kurdistan during the Great War”, Baghdad,

47

1919.

“Sheikh Mahmud Barzanj”, in Washington Kurdish Institute, https://dckurd.org/

48

2018/07/25/sheikh-mahmud-barzanji, visitato il 20 ottobre 2020.

D. MCDOWALL, A Modern History of the Kurds, p.158.

49 Ibid.

50 17 di 87

Wilson al dodicesimo punto del suo discorso dei “Quattordici Punti” indicava

51

come “other nationalities which are now under Turkish rule should be assured

an undoubted security of life and an absolutely unmolested opportunity of

autonomous development” . Il Trattato di Sèvres, firmato tra gli alleati e lo

52

sconfitto impero ottomano il 10 agosto 19

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Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

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