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Sifneos nel 1973, per indicare uno specifico tratto di personalità caratterizzato da

difficoltà nell’identificare, analizzare e verbalizzare i sentimenti, da limitate capacità

immaginative e da una limitata esperienza emotiva (Sifneos 1973, citato in Aleman et al.,

2013). Il tasso di prevalenza dell’alessitimia si aggira intorno al 10% nella popolazione

generale, ed è considerata un fattore di rischio per vari disturbi (come disturbi depressivi,

d’ansia, L’alessitimia

disturbi disturbi alimentari, disturbi da uso di sostanze). è molto più

frequente nelle persone che soffrono di disturbi psicosomatici, dove raggiunge una

percentuale fino al 60%, infatti le persone con alessitimia hanno molta difficoltà nel

distinguere i sentimenti dalle sensazioni corporee legate all’eccitazione fisiologica e, in

questo modo, dimostrano una maggiore vulnerabilità allo sviluppo di disturbi

psicosomatici.

Sulla base di queste evidenze, Bermond (2007) (citato in Arancibia et al., 2017) ha

distinto diversi sottotipi di alessitimia correlati ad una base neurobiologica. Secondo

l’autore, il tipo I è caratterizzato da una diminuzione dell’affettività e da uno scarso

sviluppo cognitivo in relazione alle emozioni. Nel tipo II, le persone con alessitimia

mostrano una dimensione affettiva normale o anche più alta, ma un deficit cognitivo.

l’alessitimia di tipo III si distingue per una corretta prestazione cognitiva ma per

Infine,

un’esperienza affettiva minore.

Attualmente, lo strumento più utilizzato per la rilevazione delle caratteristiche

alessitimiche è la Toronto Alexithymia Scale (TAS-20) (Taylor 1987, citato in Donges e

Suslow, 2017), un questionario di auto-valutazione composto da 20 item e formato da tre

scale che si concentrano su tre caratteristiche principali dell’alessitimia: difficoltà a

identificare e riconoscere le emozioni, difficoltà nel verbalizzarle ed esprimerle agli altri

12

all’esterno

e uno stile di pensiero cognitivo orientato (Taylor e Bagby 2004, citato in

Donges e Suslow, 2017).

dell’alessitimia 2

2.2 Correlati neurali

Le evidenze disponibili riguardo la base neurale e le caratteristiche neurobiologiche

dell’alessitimia sono state sintetizzate da Arancibia et al. (2017), i quali hanno fornito una

revisione integrativa sulla base dei precedenti studi morfologici e funzionali a livello

anatomico e genetico-molecolare. Tali autori hanno individuato varie strutture cerebrali

coinvolte nel deficit di elaborazione delle emozioni che caratterizza l’alessitimia. Queste

strutture cerebrali sono:

1. Emisferi cerebrali:

Grazie agli studi in soggetti con agenesia del corpo calloso è stato dimostrato che

l’alessitimia è legata ad una ridotta connessione interemisferica, che impedisce una

l’elaborazione

corretta integrazione tra emisferica destra (informazione inconscia

affettiva non verbale) e sinistra (pensiero verbale logico-analitico).

Jessimer et al. (1997) (citato in Arancibia et al., 2017) ha inoltre dimostrato che maggiori

livelli di alessitimia sono associati ad una risposta ridotta nell’emisfero destro e ad una

minore capacità nel riconoscimento delle espressioni facciali emotive. Infatti, vari studi

hanno esaminato, attraverso tomografia ad emissione di positroni, pazienti alessitimici

durante l’osservazione di espressioni facciali emotive e hanno dimostrato che nelle

persone con alessitimia c’è un flusso sanguigno inferiore nell’emisfero destro rispetto a

quelli che non presentano questo tratto di personalità.

2. Amigdala:

L’amigdala, come già spiegato in precedenza, è una struttura nota per la sua

all’elaborazione

partecipazione emotiva e risulta in particolare coinvolta nel

riconoscimento delle espressioni facciali (soprattutto di minaccia).

2 Le fonti citate nel paragrafo sono tutte tratte da Arancibia, Behar, Escobar, Meza-

Concha, Salas, Salas e Silva (2017) 13

l’alessitimia un’ipofunzione

Sulla base di questa evidenza, viene spesso collegata ad

dell’amigdala durante l’elaborazione delle espressioni facciali.

3. Insula:

L’insula è divisa in una regione anteriore e una posteriore. La regione anteriore è molto

all’empatia.

importante nei processi di integrazione emotiva e nei fenomeni legati

Di conseguenza, molteplici indagini suggeriscono che un’anomalia dell’insula anteriore

l’alessitimia,

è un substrato per dimostrando una correlazione significativa tra una

diminuzione della sua attività, rilevata attraverso risonanza magnetica funzionale, e alti

punteggi alessitimici in pazienti con disturbo dello spettro autistico.

4. Corteccia cingolata anteriore:

La corteccia cingolata anteriore è la parte della corteccia cerebrale situata al di sopra del

nell’elaborazione

corpo calloso ed è principalmente coinvolta emotiva e nel

comportamento volto ad un obiettivo.

Una serie di studi ha evidenziato una correlazione tra persone con alessitimia e un danno

alla corteccia cingolata anteriore. In particolare, Kano et al. (2003) (citato in Arancibia et

al., 2017) ha dimostrato, usando la tomografia ad emissione di positroni, una minore

attivazione della corteccia cingolata anteriore in un gruppo di individui con alessitimia

durante la visualizzazione di volti con espressione arrabbiata.

5. Corteccia prefrontale:

La corteccia prefrontale è la parte anteriore del lobo frontale del cervello, composta dalla

corteccia laterale, mediale e orbitofrontale ed è particolarmente coinvolta in processi

cognitivi superiori e in alcune funzioni affettive.

Kano et al. (2003) (citato in Arancibia et al., 2017) ha dimostrato che, nella reazione agli

stimoli negativi, si osserva una ridotta attivazione della corteccia orbitofrontale destra, e

l’ipoattività

ha proposto quindi una correlazione tra di questa regione cerebrale ed elevati

punteggi di alessitimia. 14

6. Cervelletto:

Il cervelletto integra una grande varietà di percorsi sensitivi e motori, i quali sono legati

all’elaborazione sia cognitiva sia emotiva.

Sulla base delle evidenze del coinvolgimento del cervelletto nell’elaborazione emotiva,

Laricchiuta et al. (2015) (citato in Arancibia et al., 2017) ha proposto una correlazione

L’importanza

positiva tra il volume di materia grigia cerebellare e il livello di alessitimia.

di questa scoperta è data dal fatto che essa può essere correlata a un processo di corporeità

alterato, con conseguenti emozioni cognitivamente non elaborate, fenomeno strettamente

correlato alla difficoltà di costruire uno stato di coscienza somatosensoriale tipico

dell’alessitimia.

2.3 Elaborazione emotiva specifica per la valenza

nell’elaborazione delle emozioni sono al centro dell’alessitimia, tuttavia

Le difficoltà l’elaborazione

esiste una differenza tra emotiva di stimoli positivi e di stimoli negativi.

La meta-analisi condotta da Aleman et al. (2013) riguardo i correlati neurali

dell’alessitimia l’amigdala l’elaborazione

ha dimostrato che è poco attiva durante emotiva

negativa. Tuttavia, durante l’esecuzione di semplici attività di elaborazione emotiva, tale

deficit potrebbe essere compensato da una maggiore attivazione della corteccia cingolata

anteriore, ma questo meccanismo di compensazione potrebbe fallire quando aumenta la

dell’attività.

difficoltà Questo fenomeno potrebbe quindi essere alla base della

compromessa capacità empatica e della difficoltà nella regolazione delle emozioni

osservate negli individui alessitimici. Inoltre, tali autori hanno identificato anche una

dell’attivazione dell’insula l’elaborazione

diminuzione durante di stimoli positivi,

fenomeno che potrebbe spiegare la ridotta consapevolezza emotiva e il minore impatto

positivo sperimentato da questi individui. 15

Inoltre, per quanto riguarda l’elaborazione emotiva specifica per la valenza, Donges e

Suslow (2017) hanno portato avanti uno studio con lo scopo di indagare le relazioni tra i

l’affettività

tratti di personalità alessitimici e positiva e negativa, studiando anche

l’influenza dell’affettività di stato esplicita (effettiva, attuale ed esplicita) e di quella di

tratto (abituale ed implicita). Tali autori hanno quindi proposto l’idea secondo cui i

componenti dell’alessitimia siano correlati in modo differenziato all’affetto negativo

all’affetto all’affettività

esplicito ma non sono associati positivo esplicito o implicita. 16

CAPITOLO 3: Alessitimia e disturbo dello spettro

autistico

3.1 Definizione di ASD e relazione con alessitimia

Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da

difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale e da modelli di comportamento

limitati e ripetitivi. Inoltre, l’ASD è stato anche associato a difficoltà

o di interessi

nell’elaborazione delle emozioni e nel riconoscimento delle emozioni degli altri, in

particolare per quanto riguarda il riconoscimento facciale, vocale e delle emozioni

notizie sull’elaborazione delle emozioni in soggetti con ASD sono tuttavia

musicali. Le

ambigue, infatti si sostiene che queste difficoltà non rappresentino in realtà una

caratteristica fondamentale di questo disturbo, ma si ritiene piuttosto che derivino dal co-

dell’alessitimia.

verificarsi

Kinnaird et al. (2019) hanno proposto una revisione sistematica e una meta-analitisi

riguardo la relazione tra alessitimia e disturbo dello spettro autistico e hanno dimostrato,

all’utilizzo

grazie del TAS-20, la presenza dell’alessitimia nel 50% delle persone

autistiche, concludendo che la presenza di questo tratto di personalità, sebbene non

universale, sia accentuato in questa popolazione rispetto alla popolazione generale.

3.2 Disfunzione dei neuroni specchio nei soggetti con ASD

I neuroni specchio sono neuroni presenti nella corteccia premotoria ventrale che si

attivano sia mentre una persona esegue azioni dirette verso un obiettivo sia mentre osserva

le stesse azioni eseguite da altri. I neuroni specchio sono stati descritti per la prima volta

nell’area F5 della scimmia e corrispondono nell’uomo a un sistema di attività neurale di

tipo specchio presente in diverse regioni. Questo sistema di corrispondenza osservazione-

esecuzione fornisce dunque un meccanismo di sviluppo attraverso il quale le azioni e le

intenzioni altrui possono essere comprese automaticamente.

Bookheimer et al. (2006) hanno proposto che la disfunzione del sistema dei neuroni

all’inizio

specchio (MNS) dello sviluppo potrebbe dare origine alla casca

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
24 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lucia.9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicobiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Committeri Giorgia.