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CAPITOLO 3. TRATTAMENTI E IL RECUPEREO DELLA BALBUZIE

3.1 L’importanza di interventi tempestivi

La valutazione e la gestione dei disturbi del linguaggio richiedono un approccio

multidisciplinare che coinvolge professionisti come logopedisti, neuropsicologi, pediatri e

terapisti occupazionali. La valutazione iniziale di un individuo con sospetta disfunzione del

linguaggio può includere interviste con i genitori, osservazioni del comportamento

linguistico, test standardizzati e valutazioni neurologiche.

Una volta diagnosticato il disturbo del linguaggio, ci si concentra sulla fornitura d’interventi

mirati per migliorare le abilità linguistiche dell'individuo. Questi interventi possono

includere terapia del linguaggio, interventi educativi specializzati, supporto familiare e, in

alcuni casi, l'uso di dispositivi di comunicazione assistita.

Sovente, con una diagnosi precoce, un intervento terapeutico tempestivo e un sostegno

adeguato, molte persone con disturbi del linguaggio possono fare progressi significativi nel

migliorare le proprie abilità linguistiche e comunicative e nel raggiungere il loro pieno

potenziale.

La balbuzie evolutiva è un disturbo della produzione dell’eloquio che presenta sintomi in

superficie come disfluenze, movimenti articolari ripetuti, posture articolatorie fisse tensione

muscolare, smorfie facciali, ammiccamento o perdita di contatto visivo. La balbuzie è un

disturbo multifattoriale per cui, oltre a questi elementi che costituiscono il nucleo centrale

del disturbo, vi sono anche aspetti non direttamente osservabili che esistono al di sotto della

superficie (per esempio, legati al vissuto esperienziale della persona che balbetta.

Le persone con balbuzie tendono ad adottare strategie volte ad evitare parole problematiche

e conversazioni stressanti, ma nel tempo esse sfociano sia in svantaggi educativi e

occupazionali sia in sensazione di perdita di controllo, riduzione del tono dell’umore ed

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incremento dell’ansia In relazione all’ansia, i soggetti affetti possono sviluppare tratti di

fobia sociale, caratterizzata da una debilitante paura dell’umiliazione, imbarazzo e

valutazione negativa da parte degli altri.

Tale disturbo può essere molto invalidante per il fanciullo che si sta incominciando a

relazionarsi alla società causando problemi nelle relazioni con i propri coetanei, infatti

possiamo vedere che i soggetti effetti da questi disturbi si tendono a isolare e interloquire il

meno possibile con altre persone. L’aiuto di un esperto in ambito di logopedia e psicologico

in questo periodo di passaggio del fanciullo può essere molto importante per far sì che

subisca il minor trauma aiutandolo a superare questa fase della sua vita. Inoltre durante la

permanenza a scuola la bravura dell’insegnate sta nel far sentire il meno possibile il ragazzo

in imbarazzo attuando metodi o alternative per evitare che il disturbo si verifichi in classe ad

esempio facendo interrogazioni scritte in modo tale da consentire al ragazzo di esprimersi al

meglio o evitare l’appello al mattino.

3.2 Trattamenti basilari

I numeri di incidenza della balbuzie mostrano come il disturbo affligga approssimativamente

il 5% della popolazione durante la prima infanzia, per poi ridursi all’1% della popolazione

adulta. I dati indicano che, per la maggior parte dei bambini (circa l’80%), la balbuzie si

riduce spontaneamente e, seppur non vi siano indicatori certi per la remissione spontanea,

sembra vi sia un recupero maggiore a favore delle femmine e per soggetti con una storia

famigliare di recuperi spontanei dalle disfluenze.

Sono i logopedisti ad identificazione e trattare i disturbi della comunicazione, tra cui la

balbuzie. L’assestment per la balbuzie include normalmente un’intervista ai soggetti, volta a

valutare il livello di difficoltà dell’eloquio e a raccogliere informazioni circa il rapporto che

il soggetto intrattiene con il disturbo stesso. Successivamente il logopedista somministra una

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serie di test formali e informali per determinare la severità del disturbo: il trattamento inizia

identificando le opzioni che si adattano in modo specifico al soggetto, stipulando un lavoro

collaborativo per individuare il miglior programma di trattamento. Nonostante non vi sia un

totale accordo circa il trattamento delle persone con balbuzie, la maggior parte degli approcci

può essere categorizzata in due gruppi: il primo denominato “gestione della balbuzie”,

focalizzato principalmente sulla gestione dei problemi cognitivi/d’ansia, e il secondo

nominato “ristrutturazione dell’eloquio”, volto ad incrementare la fluenza del parlato.

Sebbene non esista una cura specifica per la balbuzie, la logopedia può essere

particolarmente efficace nell'aiutare le persone a ottenere il controllo sul proprio linguaggio,

così come la terapia cognitivo comportamentale può aiutare con alcuni aspetti della balbuzie.

La logoterapia può essere utile per ridurre al minimo la balbuzie sia nei bambini che negli

adulti. Difatti, con la logoterapia è possibile apprendere tecniche utili per ridurre i balbettii

mentre si parla, imparando a parlare più lentamente, imparando a controllare

la respirazione e a renderla armonica, in modo da evitare di alterare il ritmo della parola o

blocchi nell'emissione dei suoni, imparando a lavorare sulle proprie risposte, passando da

parole con una sola sillaba, a parole con più sillabe o frasi più complesse. Il logopedista può

altresì consigliare esercizi verbali da svolgere a casa, dove, naturalmente i bambini dovranno

essere supportati dai genitori.

3.3 Approcci integrati

Se per molti decenni gli approcci di gestione della balbuzie e di ristrutturazione dell’eloquio

sono stati contrapposti, recentemente si è tentato di integrarli. Un approccio integrato del

trattamento della balbuzie è focalizzato sia su elementi di superficie del disturbo (disfluenze)

sia su aspetti più profondi della balbuzie (come ansia, paura, problemi di approccio ed

evitamento, credenze negative sul sé. Questo approccio multidimensionale segue il modello

16

della World Health Organization, che promuove un paradigma multidimensionale della

condizione di salute umana: in quest’ottica, i trattamenti della balbuzie dovrebbero essere

considerati efficaci se riducono sia la frequenza della balbuzie sia se inducono cambiamenti

nelle limitazioni delle attività di chi ne è affetto. Tali trattamenti dovrebbero essere condotti

in modo intensivo, con programmi che durino da 2 a 4 settimane, tra le 30 e 100 ore di

intervento.

L’Università dello Utah - Intensive Stuttering Clinic (UUISC) è un esempio di approccio

integrato per trattare la balbuzie: esso si basa sulle tecniche di ristrutturazione dell’eloquio

così come sulla gestione della balbuzie e sulla sua desensibilizzazione attraverso l’approccio

cognitivo-comportamentale. L’UUISC si basa sull’assunto che la balbuzie richieda un

approccio multidimensionale: la balbuzie è un disturbo del controllo motorio dell’eloquio

ma, tuttavia, implica anche ansia e comportamenti di evitamento. Di conseguenza, gli

obiettivi del trattamento sono mirati ad entrambi gli aspetti.

Per quanto riguarda le strategie di ristrutturazione dell’eloquio le tre tecniche principali sono

l’allungamento di sillabe, l’attacco fonatorio morbido e la ridotta pressione articolatoria.

L’allungamento di sillabe permette ai soggetti di notare e/o modificare la produzione di suoni

del parlato, proprio perché il discorso è più lento e le pause sono più lunghe rispetto a quelle

di un discorso “normofluente”: questa tecnica porta a una riduzione della forza e della

repentinità dei movimenti articolatori. Nel UUISC ogni sillaba è prolungata per 2 secondi e,

solo successivamente, la durata è diminuita a 1 secondo, 0.5 secondi ed infine ad un ritmo

normale di controllo. La tecnica di attacco morbido permette di avviare la vibrazione delle

corde vocali in modo controllato, preciso e rilassato, solitamente usata per parole che

iniziano con vocali o con consonanti sonore. Le persone con balbuzie tendono ad iniziare la

vocalizzazione con troppa forza e rigidità muscolare e questa tensione incrementa le

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disfluenze. La terza tecnica, focalizzata su lingua e labbra, è la riduzione della pressione

articolatoria che permette una dolce transizione da un suono al successivo.

Per quanto riguarda invece le tecniche di gestione dei momenti di disfluenza, utili per

diminuire la probabilità e la severità di occorrenza degli episodi di balbuzie, possiamo

riportare l’esistenza di tecniche “proattive” e tecniche “reattive”. Tra le proattive, che

minimizzano l’impatto della balbuzie già nella conversazione, vi sono il mantenimento del

contatto visivo, l’autorivelazione e la pseudo-balbuzie. Dall’altra parte, tecniche reattive

utilizzate per reagire ad un momento di balbuzie (dopo che questo è già iniziato) sono:

terminare volontariamente un momento di balbuzie, “cancellando” una parola pronunciata

balbettando e ripetendola in modo fluente. Il mantenimento del contatto visivo informa

l’ascoltatore che l’oratore ha il controllo del discorso, che non è imbarazzato e che apprezza

la conversazione. L’autorivelazione è essenziale poiché persone con balbuzie nascondono

il disturbo per imbarazzo, paura di stigma sociale, poca accettazione e/o per abitudine.

L’autorivelazione si può svolgere attraverso un percorso diretto, in cui una persona afferma

semplicemente che balbetta, l’uso di umorismo o l’uso di pseudo-balbuzie (in questo caso è

necessario che la balbuzie sia prodotta in modo controllato, lento e deliberato, favorendo la

desensibilizzazione.

Questi approcci non sono efficaci per tutte le persone con balbuzie, che spesso risultano in

alti tassi di ricaduta dopo la fine dei trattamenti principali. In più, nella realtà dei fatti la

maggior parte delle terapie è condotta in modo non intensivo per costi relativi al trattamento,

agli spostamenti e/o alle possibilità di “tempo libero” da parte dei partecipanti. Di

conseguenza, la ricerca si sta specializzando nello studio di approcci maggiormente efficaci

per la balbuzie, come approcci farmacologici e utilizzo di stimolazione cerebrale non-

invasiva. 18

Al momento non esiste un trattamento farmacologico per la balbuzie approvato dalla Food

and Drug Administration. Ad ogni modo, i farmaci che “bloccano” l’attività della dopamina

sembrano essere i più efficaci, nonostante debbano essere limitati nell’utilizzo a causa dei

loro effetti collaterali. Anche altri farmaci, come gli inibitori

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
26 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rafce1501 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof Gamboz Nadia.