Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 1 Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attraverso la lente dell’Ipovisione: implicazione teoriche e pratiche a scuola  Pag. 51
1 su 51
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LE METODOLOGIE DIDATTICHE DA UTILIZZARE CON BAMBINI IPOVEDENTI

2.1 La struttura del setting

Un bambino ipovedente può avere difficoltà a vedere chiaramente, anche con l'uso di

occhiali o lenti a contatto, questo può influire sulla sua capacità di apprendere in un

ambiente scolastico tradizionale. Ha soprattutto bisogno di percepire l’ambiente

scolastico adeguato alle sue specifiche esigenze e capace di modificarsi a favore

della sua personale specificità. Il grado di autonomia di un bambino ipovedente a

scuola dipende dalla possibilità di fruire di materiali didattici ingranditi, dalla

postazione del banco adeguata, ma, soprattutto, dalla certezza che è indispensabile

sfruttare al massimo il suo residuo visivo che lo aiuta a riorganizzare e/o a integrare

tra loro le abilità e le percezioni rimaste intatte, senza limitare le sue possibilità

ipotizzando che diventerà un bambino cieco (Caldin, Polato 2023).

Innanzi tutto, l’aula deve esser ben illuminata, gli ipovedenti sono molto spesso più

sensibili alla luce che i normovedenti. È perciò importante che l’ambiente e la luce

siano adeguatamente pianificati ( , 2012); potrebbe essere necessario

Scevola

aggiungere luci supplementari o utilizzare lampade da tavolo per aumentare

l'illuminazione. Inoltre, il bambino dovrebbe essere posizionato in modo da poter

vedere chiaramente la lavagna e l'insegnante; questo potrebbe significare farlo sedere

in prima fila o in un angolo particolare dell'aula. Bisognerebbe anche utilizzare colori

contrastanti per evidenziare le informazioni importanti. Ad esempio, scrivere con un

gesso bianco su una lavagna nera può essere più facile da vedere. Bisogna anche

25

assicurarsi che tutti i materiali didattici siano disponibili in formati accessibili, come

testi in Braille, testi ingranditi, audiobook o versioni digitali che possono essere letti

utilizzando un lettore di schermo o un sintetizzatore vocale. Utilizzare materiali

tattili, come mappe tattili o modelli tridimensionali, per aiutare il bambino a

comprendere concetti spaziali e geografici. Creare percorsi tattili all'interno

dell'edificio scolastico per aiutare nella navigazione. Soprattutto promuovere un

ambiente scolastico inclusivo in cui gli insegnanti e i compagni di classe siano

sensibili alle esigenze del bambino e incentivare la partecipazione sociale. La

disposizione degli arredamenti e degli oggetti presenti nell’aula dovrebbe essere

mantenuta il più possibile stabile, in modo che il bambino non debba continuamente

modificare i riferimenti, talvolta faticosamente conquistati, riorganizzando le

informazioni ottenute e fissate nella propria mappa spaziale (Erickson, 2015).

La strutturazione di un ambiente scolastico per un bambino ipovedente richiede una

pianificazione attenta, la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti e l'adattamento

continuo delle pratiche educative per soddisfare le esigenze individuali del bambino.

L'obiettivo è fornire un ambiente in cui il bambino possa apprendere e svilupparsi al

meglio delle sue capacità.

2.2 Le strategie di intervento

Le strategie didattiche che consentono a un alunno con disabilità visiva di vivere un

percorso di apprendimento accessibile e inclusivo fanno riferimento a una

prospettiva di tipo esperienziale (Erickson, 2015). I bambini non vedenti

costruiscono i loro apprendimenti attraverso la riflessione sulle loro azioni e sulle

26

loro conseguenze. La scelta di un approccio educativo che parta dall'esperienza e da

lì si muova in una diversa direzione di senso non solo rimanda alla modalità di

intervento che meglio risponde alle caratteristiche percettive e cognitive dei

bambini/ragazzi con disabilità visiva, ma anche, più in generale, alla necessità che la

scuola riscopra un contatto diverso e più diretto con le esperienze reali. I bambini

ipovedenti in età prescolare scoprono che gran parte del loro potenziale di

apprendimento viene accettato e valorizzato. Qui i bambini imparano a integrare le

abilità sensoriali, percettive, motorie, linguistiche e cognitivi, e ad accedere e

categorizzare le informazioni attraverso i sensi vicarianti (tatto, udito, gusto e olfatto)

e le sensazioni vicarianti (sensazione termica, sensazione cinestetica…).

Attivando e integrando correttamente i suoi sensi, impara a muoversi in maniera

autonoma in un ambiente conosciuto, a orientarsi e a cercare dei riferimenti per

organizzare i suoi percorsi. La possibilità di agire, spiegare, fare domande e dare

risposte rimane la situazione di apprendimento più favorevole e ricca di ricadute

cognitive ed emotive. Se queste esperienze vengono poi riprese e riverbalizzate, in

un altro momento e in un altro luogo, il bambino potrà organizzare il suo pensiero,

stimolare la memoria, accedere a nuovi e più elaborati mezzi linguistici ed espressivi

e facilitare la costruzione di nuove competenze e abilità. In ambito scolastico gli

alunni ipovedenti hanno bisogno di un supporto per mantenere l’attenzione e che

incoraggi le domande e le opportunità di

apprendimento autoregolato. Un esempio è

il codice Braille (figura 2), il suo

apprendimento necessita dello sviluppo di

schemi motori – immaginativi che si

Figura 2 La tavola di Snellen 27

acquisiscono tramite la percezione tattile e l’uso di immagini tattili. Se il programma

della scuola dell’infanzia risultasse ben articolato e strutturato, questi prerequisiti

dovrebbero entrare a far parte del repertorio espressivo e motorio del bambino che

inizia la scuola primaria. L’insegnante dovrà verificare se i concetti topologici e di

lateralizzazione siano acquisiti poiché collegati alla disposizione dei punti Braille

all’interno del casellino.

Al fine di evitare eccessive differenze tra il bambino con disabilità visiva e i coetanei

per quanto riguarda l’acquisizione delle abilità di lettura e scrittura, sarebbe da

iniziare l’approccio al Braille già nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia,

impegnandosi in attività e approcci pre – grafici al Braille e introducendo la

conoscenza di strumenti e ausili tiflodidattici.

Per soddisfare le esigenze percettive e cognitive della persona ipovedente, è

essenziale esaminare le caratteristiche individuali della funzione visiva. L’alunno

ipovedente, se in possesso di un adeguato residuo visivo e di una buona capacità di

utilizzarlo in maniera funzionale, legge e scrive <<in nero>> con opportuni

accorgimenti e sussidi (Erickson, 2015):

Uso di caratteri ingranditi e con spessore maggiore

- (solitamente in stampatello minuscolo);

Sfondo e testo in contrasto cromatico;

- Quaderni con righe e quadretti evidenziati;

- Scrittura con pennarello a punta media o fine;

- Libri a caratteri ingranditi;

- Sussidi tiflodidattici (videoingranditore, software

- ingrandenti).

28

In generale, le attività più adatte alle caratteristiche dei bambini con disabilità visive

sono attività di gruppo in cui vengono assegnati ruoli chiari, regole condivise,

materiali e un ambiente organizzato per facilitare la comunicazione e la

partecipazione attiva, con consapevolezza di tutte le componenti. Riflettendo su

questo contesto non possiamo non richiamare l’attenzione sulla necessità di aiutare

tutti gli attori a trovare nuove e proattive modalità di interazione. Le strategie di

intervento si concentreranno sull’aiutare le persone a adottare comportamenti

funzionali e a creare un ambiente accogliente e rispettoso per tutti.

L’approccio al bambino ipovedente non si esaurisce nell’intervento riabilitativo in

senso stretto, ma richiede una particolare cura anche degli aspetti educativi e didattici

(Guerreschi, 2009).

2.3 Gli ausili e le tecnologie assistive

Lo standard internazionale ISO 9999 definisce ausilio “Qualsiasi prodotto,

strumento, attrezzatura o sistema tecnologico di produzione specializzata o di

comune commercio, utilizzato da una persona disabile per prevenire, compensare,

alleviare o eliminare una menomazione, disabilità o handicap”. Gli ausili sono

“concepiti per uso individuale nella vita quotidiana non con finalità cliniche” (E.

Medea, 2003). Gli ausili possono essere suddivisi in tre categorie in base alla loro

funzione: ausili per la comunicazione, ausili per l'apprendimento, ausili per il lavoro;

ausili per la vita quotidiana e ausili per la mobilità. Del primo gruppo fanno parte

tutte le apparecchiature che supportano le attività di lettura, scrittura e informatica,

ma anche le apparecchiature per il disegno e la comunicazione interpersonale,

29

telematica e audiovisiva, comprendendo quindi i software di videoscrittura, i leggii,

le lenti ipercorrettive, le tastiere speciali e gli apparecchi acustici. La seconda

categoria riguarda tutti gli strumenti che supportano le attività quotidiane, come la

cura personale, la manipolazione di oggetti e le attività del tempo libero, come

dispositivi facili da impugnare o strumenti musicali adattati. Infine, la terza categoria

riguarda argomenti relativi alla mobilità personale, alla postura e al movimento con

diversi mezzi di trasporto.

Sono molti gli ausili disponibili specificatamente per le persone con disabilità visive,

ma non tutti i potenziali beneficiari e le loro famiglie ne sono a conoscenza, sia

perché sono di nicchia e quindi difficili da reperire, sia perché spesso le persone non

vedenti e ipovedenti vivono in una famiglia di normovedenti, e quindi devono

provvedere a sé stessi (soprattutto con l’avanzare dell’età), questo perché non tutte le

persone con disabilità visive ammettono di esserlo e quindi non sanno che esistono

ausili sul mercato. Questi ausili sono mirati, tecnicamente complessi e costosi;

tuttavia, i cittadini identificati come disabili possono ricevere donazioni dal

Ministero della Salute e dalle autorità sanitarie locali per acquistare ausili con valore

protesico.

Per molte persone con disabilità la tecnologia informatica ha portato benefici, ma per

coloro che non vedono o poco, ha indubbiamente cambiato la loro vita. Oggi ciechi e

ipovedenti sono in grado di fare cose che una generazione fa erano ritenute

impossibili, come ad esempio leggere un quotidiano in maniera autonoma. I vantaggi

che le tecnologie informatiche possono offrire agli studenti con disabilità visiva sono

enormi, tali da cambiare radicalmente il modo di far scuola (Erickson, 2015). Il

vantaggio principale deriva dalla multimodalità, ossia dal fatto che i documenti

30

elettronici possono essere consultati in modi diversi pur mantenendo lo stesso

contenuto. I testi prodotti o utiliz

Dettagli
A.A. 2022-2023
51 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher caterina.strappa98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie e tecnologie per l’educazione e la didattica inclusiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Taddei Arianna.