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determinare broncocostrizione. I recettori (in posizione juxta capillare) sono termi-
nazioni sensitive delle pareti alveolari. Vengono attivati caso di congestione o edema
polmonare e sembrano essere i responsabili della dispnea. La ventilazione può essere
condizionata dallo stato emozionale, tramite il sistema limbico, e dalla temperatura,
tramite l’ipotalamo (fig:2.12). I farmaci possono influenzare notevolmente il controllo
della respirazione.
Gli oppioidi e i farmaci anestetici tendono a deprimere la ventilazione, soprattutto
per quanto riguarda la risposta all’anidride carbonica. Gli stimolanti, come le anfeta-
mine possono causare iperventilazione. La gravidanza tende ad aumentare la ventila-
zione (abbassando la pressione parziale dell’anidride carbonica nel plasma al di sotto
26
CAPITOLO 2. APNEA 2.5. TECNICHE DI RILASSAMENTO
dei valori normali). La ventilazione è temporaneamente modificata da atti volontari
e riflessi complessi come lo starnuto, l’eruttazione, la tosse e il vomito.
2.5 Tecniche di rilassamento
Verranno di seguito descritte alcune tecniche di rilassamento utilizzate durante i
corsi e gli stage di Apnea. Inoltre verranno descritti risultati ottenuti in base alle os-
servazioni riportate nelle varie discipline e campi applicativi nell’ambito dell’Apnea
subacquea.
Le tecniche riportate sono state utilizzate nella preparazione all’apnea nei vari li-
velli.
Questa tecnica prevede il monitoraggio delle varie aree del corpo mediante lo spo-
stamento dell’attenzione, favorendo la permanenza della concentrazione nei vari di-
stretti corporei da rilassare. A partire dalla punta delle dita dei piedi l’attenzione si
sposta progressivamente verso l’alto andando a coinvolgere tutte le aree corporee:
piedi, caviglie, polpacci, ginocchia, cosce, addome, torace, schiena, spalle, braccia,
mani, collo, e viso. Durante questa sorta di screening delle varie parti ci si sofferma
particolarmente su quelle maggiormente tese lasciando che si distendano e che la
sensazione di distensione diminuisca. L’intera pratica può durare in genere dai 5 ai
15 minuti o anche di più a seconda delle esigenze e obiettivi. Questa tecnica induce
ad un progressivo aumento dell’introspezione, alterando la qualità della percezione
corporea e del grado di controllo sulla tensione distensione delle varie parti. Inoltre, è
risultata un ottimo metodo per iniziare ad applicare il controllo dell’attenzione man-
tenendo la mente occupata e addestrandola a non disperdesi in pensieri disfunzionali
o altre dinamiche mentali che possono ridurre la concentrazione e la performance ol-
tre che ad essere pericolose a certi livelli. In particolare nella disciplina dell’apnea
è importante avere un costante consapevolezza delle varie parti del corpo sul loro
grado di tensione e distensione sapendo distendere le varie parti anche durante la
prestazione. Si è osservato un progressivo incremento dell’autoconsapevolezza delle
tensioni corporee e una maggior capacità di rilassamento delle aree. Questa tecnica
si può applicare in varie discipline, in particolare nelle specialità dell’apnea statica,
dinamica e nelle discese in assetto costante, ed è comunque applicabile anche nelle
altre specialità. 27
2.5. TECNICHE DI RILASSAMENTO CAPITOLO 2. APNEA
Questa tecnica si basa sull’alternanza contrazione/rilascio di alcuni gruppi mu-
scolari (fig:2.13). Anche in questo caso l’attenzione viene portata progressivamente in
tutto il corpo fermandosi nelle varie parti per contrarre volontariamente ed in seguito
distendere l’area interessata provocandone un estremo rilassamento. Per raggiunge-
re buoni risultati in termini di rilassamento è consigliabile esercitarsi con regolarità,
evitando di lasciar trascorrere più di 4 giorni tra un allenamento e l’altro. La dura-
ta dell’esercizio varia tra i 30 e i 45 minuti, durante i quali è importante non essere
disturbati ed è fondamentale vestire in modo comodo. Questa tecnica induce ad un
progressivo aumento dell’introspezione, alterando la qualità della percezione corpo-
rea e del grado di controllo sulla tensione distensione delle varie parti. Particolarmen-
te adatta per i soggetti particolarmente tesi, si dimostra una tecnica sempre efficace e,
veloce e facile da interiorizzare. Inoltre, come la tecnica sopracitata, è un ottimo me-
todo per iniziare ad allenare la mente a posizionarsi volontariamente su un oggetto
evitando il divagare in pensieri o dinamiche mentali che possono rivelarsi negative e
pregiudicare il risultato della prestazione. Questa tecnica trova maggiore applicazio-
ne in fase di preparazione, mentre è difficilmente impiegabile durante la prestazione,
in ogni caso consente comunque di ottenere una maggior consapevolezza e gestione
delle tensioni/distensioni muscolari nella varie fasi attive e passive della pinneggiata.
Particolarmente indicata nei corsi base, nei soggetti particolarmente tesi o con poca
confidenza con queste tecniche e con il loro corpo. Inoltre è risultata particolarmente
efficace con i bambini e ragazzi. Spesso poco abituati al rilassamento, trovano in que-
sta tecnica una incisiva dimostrazione dell’azione mentale sul corpo, apprendendone
il significato applicativo.
Intese come processo mediante il quale la nostra mente produce volontariamen-
te e consapevolmente delle immagini, una sorta di “sogno” creato e guidato dalla
mente stessa nello stato di veglia. La visualizzazione induce oltre che a vedere delle
immagini anche il vivere delle sensazioni legate a quelle immagini andando quindi a
renderla quasi reale. Per l’atleta l’ esercizio di visualizzazione è finalizzato all’incre-
mento delle prestazioni sportive, e la visualizzazione applicata viene scelta in base al
tipo di disciplina e in questo caso alla specialità prescelta. Queste tecniche sono effi-
caci durante le fasi di preparazione, in termini di rilassamento, attraverso immagini
che evocano uno stato di pace e di quiete mentale, indispensabile per calmare la men-
te e ridurre l’ansia e lo stress durante la fase precedente alla gara. Visualizzazione di
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CAPITOLO 2. APNEA 2.5. TECNICHE DI RILASSAMENTO
www.valesana.it
Figura 2.13: Rilassamento progressivo di Jacobson. Tratto da:
particolari immagini o colori, se esercitate, possono indurre facilmente l’atleta nella
dimensione mentale scelta, in modo veloce ed efficace nei momenti di necessità. Inol-
tre, in alcune specialità dell’apnea ed in particolar modo nella apnea statica questa
tecnica è di fondamentale importanza. Utile anche l’applicazione di alcune immagi-
ni mentali durante lo svolgimento di esercizi atti a sviluppare un determinato gesto
atletico. Secondo il principio della teoria psico-neuro-muscolare, determinate imma-
gini vanno a stimolare specifici atteggiamenti, provocando l’interiorizzazione di un
particolare movimento. Un esempio utilizzato può essere l’immagine del nuoto del
delfino per stimolare il gesto atletico necessario per un efficace utilizzo del monopin-
na o della capovolta, l’immagine di un apneista con un’ottima tecnica di pinneggiata
che di riflesso stimola una successiva attenzione alla posizione delle gambe durante
questa fase. Viene utilizzata questa tecnica per ripassare mentalmente le procedure
da eseguire durante le discese profonde o l’apnea dinamica, prima di eseguire la pre-
stazione. Gesti che diverranno in seguito automatici o semplicemente richiederanno
energie mentali
meno dispendio di che spesso provocano aspettativa e quindi tensione,
permettendo di conseguenza di potersi concentrare sulle sensazioni corporee durante
queste fasi delicate in cui è richiesta una massima concentrazione.
29
2.6. MEDITAZIONE APPLICATA ALL’APNEA CAPITOLO 2. APNEA
2.6 Meditazione applicata all’apnea
Le tecniche di Meditazione applicate all’Apnea consistono nell’apprendere un nuo-
vo modo di interagire con se stessi.
In particolare attraverso le pratiche meditative si familiarizza con una dimensione
mentale di pura osservazione non giudicante. La consapevolezza si apre gradual-
mente a tutte le componenti del nostro campo esperienziale, attraverso i sensi con cui
percepiamo la realtà. Applicando la pura presenza al corpo, alle sensazioni, emozioni,
pensieri e mente, sperimentiamo ciò che viene definito il legame mente-corpo.
Si impara ad osservare ciò che accade nel corpo, nel campo sensoriale, e nella men-
te, senza esserne coinvolti, semplicemente come testimoni. Questo stato offre la pos-
sibilità di accrescere il grado di autocontrollo e di gestione delle proprie dinamiche
interiori, potendo valutare con mente lucida come procedere senza ad esempio “an-
dare in panico”. Le tecniche di meditazione consentono quindi di familiarizzare con
uno stato di lucidità e calma presente all’esperienza momento per momento, gesten-
do le varie situazioni nel modo più efficace. La funzione primaria delle tecniche di
meditazione è quella di riportare la mente ad uno stato di quiete naturale. Questo lo
si raggiunge in genere applicando l’attenzione su un oggetto per un tempo prolun-
gato, come ad esempio il respiro, oppure un’ immagine, un suono o una determinata
sensazione corporea. In seguito, a seconda delle tecniche si passa ad esplorare sta-
ti più profondi della mente. Queste tecniche in genere sono state poco utilizzate, se
non per gli atleti di alto livello con un interesse personale nel campo introspettivo.
E’ stata comunque utilizzata per portare la mente ad uno stato di quiete in partico-
lare prima di prove impegnative e soprattutto competizioni dove si dimostra molto
efficace per calmare la mente, concentrarla e gestire situazioni di stress ed ansia. Tra
gli effetti notati mediante le tecniche meditative osserviamo: maggiore calma menta-
le, rilassamento generale del corpo, maggiore lucidità e concentrazione, rilassamento
muscolare, abbassamento del battito cardiaco (fig:2.14). Necessita di allenamento re-
golare e costante, è infatti une delle tecniche meno immediate ed i risultati in genere
sono più lenti ad arrivare, ma nel lungo periodo porta ad una capacità di gestione di
sé superiore a tutte le altre tecniche descritte. In genere si dice che la meditazione è un
atteggiamento alla vita e non una semplice tecnica. Questa infatti modifica il proprio
modo di approcciarsi alla vita non solo in acqua ma anche fuori.
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CAPITOLO 2. APNEA 2.6. MEDITAZIONE APPLICATA ALL’APNEA
Figura 2.14: Modificazioni fisiologiche durante la meditazione. Tratto da:
www.greatergoodbarkeley.edu 31
Mental training
Capitolo 3 |
Secondo l’approccio standard (che verrà seguito per l’esposizione di questa pr