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FFEZIONE
S :
Uccelli liberi e piante spontanee
IMPATIA
I
: la maggior parte delle specie animali e vegetali
NDIFFERENZA
P : possono arrecare delle problematiche direttamente all’uomo.
ERICOLOSITÀ
D : interferiscono con l’attività dell’uomo andando a ridurre la
ANNOSITÀ
disponibilità di alcuni beni ’ ( )
- ORGANISMI CHE DISTURBANO L UOMO ENTOMOFOBIA
’ ( )
- ORGANISMI CHE INCIDONO SULLA QUALITA DEI PRODOTTI DANNI ESTETICI
I nostri studi si focalizzano sullo studio degli artropodi in particolar modo agli insetti,
che ricoprono una fetta molto grande della diversità animale, e in maniera minore agli
acari. Gli artropodi costituiscono oltre i ¾ delle specie animali note, hanno diversificati
regimi alimentari e peculiari comportamenti biologici, che li rendono componenti
essenziali delle catene trofiche degli ecosistemi.
Tra gli insetti (o entomi), in base alle nostre attività, distinguiamo:
I
NSETTI UTILI
Pronubi
Produttori di materie prime (baco da seta)
Entomofagi
I ( )
NSETTI DANNOSI PARASSITI
Alle colture e ai prodotti (circa il 5% di tutte le specie- 500.000 specie
fitofaghe)
All’uomo e agli animali
“parassiti”
Il termine è stato coniato dagli antichi greci per indicare animali (uomo
(para) (sitos)
compreso) che sostavano nei pressi del cibo degli altri comportandosi da
scrocconi.
Il termine “Pest” deriva dal latino pestis per indicare qualsiasi causa di danno.
Gli insetti essendo così numerosi ed essendo così competitivi dal punto di vista
biologico hanno comportamenti variegati dal punto di vista dell’alimentazione,
possiamo avere insetti:
C
ARNIVORI
Predatori
Parassitoidi
Parassiti
F
ITOFAGI
Fitofagi (solido)
Glicifagi e pollinivori
Fitomizi (liquido)
Vi sono anche insetti che si trovano a metà strada tra i carnivori e i fitofagi, svolgono
azioni che possono essere importanti per l’uomo come i che vanno a
DETRITIVORI
degradare la sostanza organica, oppure insetti a regime misto, ma vi sono
ONNIVORI
anche insetti ematofagi come le zanzare o come gli adulti dei
GLICIFAGI ESEMPLARI
lepidotteri.
L’azione dell’uomo è quella che mira a ridurre gli attacchi da parte degli insetti perché
nel mondo si stima che la perdita di prodotto dovuto agli attacchi degli insetti si aggira
intorno al 13-16% in campo prima della raccolta; 18-26% sono le perdite di
produzione/anno nel mondo (>479 miliardi di dollari), più elevati nei paesi in via di
sviluppo.
La necessità di difendere le colture dagli attacchi degli insetti risale a molto tempo fa,
ovviamente i mezzi poco scientifici ma tuttavia erano presenti delle tecniche
agronomiche e tecniche di lotta biologica che ultimamente sono tornate ad essere
utilizzate.
Agli inizi del ‘900 si utilizzavano ancora delle tecniche varie tra cui i mezzi fisici e
agronomici, ad esempio viti resistenti alla fillossera o uso di formiche carnivore, ma a
partire dal secondo dopoguerra ci fu l’esplosione dei prodotti chimici; i primi prodotti di
sintesi nacquero perché in quel periodo l’industria chimica ha avuto un vero e proprio
ruolo importante nella guerra e tutti gli scarti venivano utilizzati in natura con degli
effetti quasi imminenti sulle popolazioni di insetti dannosi. I trattamenti che venivano
fatti erano definiti “a calendario” ovvero si guardava solo alla scadenza temporale del
prodotto.
Anche i più grandi giornali del tempo (anche dei giorni nostri) promuovevano i benefici
di quel tempo del DDT, purtroppo sappiamo bene come finì, a lungo andare causò una
tossicità cronica. A partire dagli anni ’70 si è iniziata a fare una lotta guidata entrando
nel periodo della riflessione; questo è accaduto dopo la pubblicazione di un libro
(Primavera Sileziosa, di Rachel Carsonn) al cui interno si parlava di importanti
cambiamenti devastanti in zone lacustri della terra causate dall’utilizzo del DDT e dei
suoi derivati.
Evoluzione dei mezzi chimici
Prima generazione (fino alla II guerra mondiale)
I
NORGANICI
derivati dello zolfo – polisolfuri
composti dell’arsenico- arseniti, arseniati
composti del fluoro – floruri
composti dello zinco - fosfuro di zinco
calce, boro, polveri minerali
O
RGANICI
Di origine vegetale –> piretrine, nicotinici, rotenoidi
Di origine minerale –> oli minerali – derivati nitrici- dinitroortocresoli
Seconda generazione (dal 1940 in poi) neurotossici
Cloroderivati - composti organici del cloro
Fosforganici - composti organici del fosforo
Carbammati - derivati acido carbammico
Piretroidi - piretrine sintetiche
Terza generazione
Quarta generazione
Effetti secondari dei prodotti fitosanitari
Contaminazione degli ambienti: bioaccumulo ed effetti negativi sulla fauna
selvatica
Tossicità dei residui: rischi di tossicità acuta e cronica e rischi di fitotossicità
Azione negativa sulle biocenosi: pressione selettiva e resistenza, insorgenza
fitofagi secondari, risposta ormetica, effetti sugli ausiliari e impollinatori
Aspetti economico-sociali
EVOLUZIONE DEI METODI DI PROTEZIONE DELLE COLTURE
Lotta chimica cieca (fase statica)
Prevede l’uso di pesticidi secondo schemi fissi
Lotta chimica consigliata (fase statica migliorata)
Impiego ragionato di pesticidi
Lotta guidata (fase transitoria)
È una fase di controllo delle infestazioni ragionato, si utilizzano ancora solamente i
mezzi chimici andando ad applicare quello che è il concetto della soglia economica,
inoltre questa tipologia di lotta prevede il monitoraggio e l’attenzione di utilizzare
pesticidi a basso impatto ambientale
Lotta integrata (fase dinamica)
È una strategia di controllo che si occupa della gestione delle colture e delle
infestazioni utilizzando tutte le tecniche a disposizione, valutando prima se vale la
pena o meno intervenire e ponendo il mezzo chimico in coda all’elenco delle possibilità
dei mezzi di controllo a disposizione.
Controllo integrato- Integrated Pest Management (IPM)
Il controllo integrato può avvalersi del controllo biologico naturale, nonché del
controllo biologico derivante da agenti biotici manipolati o indotti.
L’andamento della produzione annuale di lavori scientifici che parlava di controllo
integrato era bassissimo intorno agli anni ’90 però già a partire dal 2010 si è avuta
un’esplosione delle pubblicazioni.
(…) istituisce un quadro per realizzare un uso sostenibile dei pesticidi riducendone i
rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente e promuovendo l’uso della difesa
integrata e di approcci o tecniche alternativi, quali le alternative non chimiche ai
pesticidi. (…)
IPM- Definizioni
• Uso di tutti i mezzi economicamente, ecologicamente e tossicologicamente
giustificabili per mantenere i parassiti sotto la soglia economica, con enfasi sull’uso di
forma di controllo biologico naturale e misure preventive.
• Consiste in una strategia di controllo dei fitofagi mediante l’integrazione di tutte le
possibili tecniche, nel rispetto dei principi ecologici, tossicologici ed economici
(Tremblay, 1982).
• Elemento della produzione integrata
• Focus la gestione di fitofagi, patogeni e malerbe. L’obiettivo dell’IPM è la
salvaguardia della qualità e della quantità della produzione, minimizzando l’impatto
dell’impiego di pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente.
Letteratura
Mentre fino agli anni 90, la produzione letteraria era molto risicata, c’è stata
un’esplosione dagli anni 2000 in poi.
Normativa
Direttive e regolamenti che hanno regolamentato la protezione delle colture. Non c’è
una sola Direttiva 128/2009 sull’uso sostenibile dei pesticidi, ma a questa si associano
nuove regole.