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Fase di RETRAZIONE : circa il 70% della lunghezza dell’epiblasto, viene seguita
Questa fase di massima estensione della stria primitiva,
che è del tutto analoga a quella fase in cui il blastoporo dell’anfibio
da una fase di retrazione della stria primitiva,
le cellule entrano all’interno e le cellule endodermiche e mesodermiche in
si restringe e a mano a mano che
superfice diminuiscono, il blastoporo diventa sempre più piccolo. Anche in questo caso si raggiunge un momento
in cui non ci sono più cellule endodermiche e mesodermiche che vanno incontro a cambiamento di forma e poi a
transizione epitelio mesenchimatica. Quindi in quel punto la stria primitiva sparisce e di fatto i movimenti di
gastrulazione si completano con una
direzione antero-posteriore. La stria
primitiva comincia a regredire spostando il
nodo di Hensen da una posizione centrale
dell’area pellucida ad una posizione più
caudale e lasciando sulla sua scia l'asse
dorsale dell’embrione, notocorda compresa.
Quando il nodo di Hensen si è già retratto allora vuol dire che tutte le cellule mesodermiche ed endodermiche
sono dentro e in superfice ci sono solo le ectodermiche. Dove esiste ancora la stria primitiva ci sono ancora
cellule mesodermiche ed endodermiche che stanno migrando all’interno. Dopo circa 2-2,5 giorni di sviluppo la
stria primitiva scompare, questo segna la fine della gastrulazione.
Questa fase di retrazione è anche molto importante per la formazione della notocorda, la quale è una struttura
assiale che si estende dalla regione anteriore dell’embrione (non proprio dall’estremo anteriore) fino all’estremità
caudale. Quindi se il nodo di Hensen rimanesse sempre nella stessa posizione, si formerebbe solo la porzione
dietro di sé la notocorda, all’interno
iniziale della notocorda. Mentre a mano a mano che si contrare, lascia della
cavità. Più la stria si accorcia più la notocorda si allunga in direzione posteriore.
Il nodo di Hensen è l’ultima parte a sparire, arriverà un momento in cui c’è una stria piccolissima in cui il nodo è
ancora presente e poi rapidamente quest’ultimo Inoltre, a differenza dell’anfibio in cui la
pezzettino sparirà.
chiusura del blastoporo segnava la fine della gastrulazione ed in simultanea tutta quanta la piastra neurale si
sollevava e si formava il tubo neurale (gastrulazione e neurulazione due eventi separati), in questo caso quando la
stria primitiva comincia a regredire nelle regioni anteriori dove la gastrulazione si è già conclusa, inizia la
ha
formazione delle pliche neurali. Quindi abbiamo degli stati intermedi in cui una parte anteriore dell’embrione
già completato la gastrulazione e sta formando le pliche neurali e il tubo neurale, ma la parte posteriore è ancora
→
impegnata nella fase di gastrulazione gradiente spazio temportale di organogensi, in cui la parte anteriore
dell’embrione sta sempre avanti, come tempistica dei movimenti, rispetto alla regione posteriore.
Si vede anche qui: (A) uno stadio di massima estensione della stria primitiva quindi il nodo circa al 70% della
lunghezza dell’epiblasto, in B la stria primitiva si è già accorciata e piano piano stanno cominciando il movimento
di neurulazione della regione anteriore. In C è ancora più evidente, la stria primitiva è meno della metà della
lunghezza originaria. Mentre nella parte anteriore le due pieghe che si vedono sono i due lembi della piastra
neurale che stanno venendo a contatto per formare il primo pezzo del tubo neurale. È possibile studiare nello
stesso embrione fasi diverse dello sviluppo.
Il nodo si trova nella parte più anteriore, ma la
stria primitiva con questa sua forma a solco con
cellule che migrano all’interno esiste solo finché
ci sono cellule endodermiche e mesodermiche che
vanno incontro a questi cambiamenti. Una volta
che l’ultima cellula mesodermica o endodermica è
entrata all’interno e rimangono in superfice solo
cellule ectodermiche, queste ultime non subiranno
nessun tipo di questi cambiamenti. Quindi la stria
in questo livello sparisce gradualmente, rimane un
foglietto planare di ectoderma senza un solco al
c’è un’asincronia
centro. Gradualmente perché
nei movimenti di internalizzazione.
6. NEURULAZIONE
Nell’anfibio, prima si richiudeva il blastoporo e finiva la
gastrulazione e solo a quel punto, in simultanea, tutta la piastra
neurale si sollevava e si formava il tubo neurale. Gastrulazione e
neurulazione, quindi, erano due eventi temporalmente
abbastanza separati. Nel caso del pollo, invece, quando la stria
primitiva inizia a regredire, nelle regioni anteriori dove già la
gastrulazione si è conclusa inizia la formazione delle pliche
la parte anteriore dell’epiblasto inizia questi
neurali. Quindi
movimenti, mentre la parte posteriore ancora presenta le cellule
che stanno migrando attraverso l’ultima parte della
endo-mesodermiche stria primitiva. Quindi se andassi a
sezionare trasversalmente a diversi livelli antero-posteriori:
• A un livello molto anteriore vedo già il tubo neurale perfettamente formato e la notocorda al di sotto
• A un livello Intermedio: dato che l’organogenesi ha questa simmetria temporale, la stria primitiva è già
chiusa ma non si è ancora formato il tubo neurale perché questi movimenti di neurulazione sono cominciati
dopo; quindi, troverò la piastra neurale ancora aperta e la notocorda abbastanza distinguibile al di sotto
• Ma se tagliassi ancora più indietro rispetto a quanto rappresentato nella slide, allora troverei una situazione
(stria primitiva e cellule meso. ed endo. che stanno migrando all’interno)
caratteristica della gastrulazione
di pollo sezionato a un certo livello dell’asse antero
Foto di embrione
posteriore, analizzata con SEM. Tipica struttura del vertebrato: tubo
neurale, sotto notocorda e sotto foglietto endodermico. Però in questi
organismi con segmentazione meroblastica (embrione si sviluppa al di
sopra del tuorlo) non c’è subito la formazione dell’archenteron (durante
gastrulazione) proprio perché mancano i movimenti di invaginazione
(caratteristici dei embrioni a segmentazione oloblastica).
Anche in questo caso l’ectoderma è inizialmente un foglietto appiattito al di sopra del tuorlo e la formazione
dell’archenteron è un fenomeno successivo, orientato in modo inverso rispetto alla neurulazione, in cui i due lati
del foglietto endodermico, convergono verso la linea mediale e l’endoderma si ripiega a formare una struttura
tubulare. Si passa da un embrione ancora appiattito sul tuorlo, anche se sta già cominciando a formare il tubo
neurale non ha ancora un archenteron, a un embrione che invece si solleva al di sopra del tuorlo (ultime tre
immagini) e si richiude per formare la regione del canale digestivo.
Questo movimento avviene secondo processi mostrati in questi schemi:
sx sezioni longitudinali (piani paralleli all’asse
antero-posteriore) a dx sezioni trasversali
tagliate secondo i piani indicati dalle lettere:
vediamo il movimento di sollevamento
dell’embrione al di sopra del tuorlo che porta
l’endoderma a ripiegarsi, in modo da andare a
racchiudere una cavità che sarà proprio quella
del tubo digerente. Questi livelli (visibili in G)
nei quali si creano pieghe che si
approfondiscono sempre più. Questa zona è
proprio il confine tra la zona embrionale e il
territorio extra-embrionale ai lati. Sono zone
che hanno un destino completamente diverso,
la zona centrale è quella che formerà
l’embrione. Tutto quello che sta all’esterno
saranno invece gli annessi embrionali. Quando si forma
l’archenteron c’è una fase transitoria in cui l’embrione
rimarrà collegato con la regione extra-embrionale
sottostante e questo canale di collegamento viene
chiamato peduncolo vitellino. Ovviamente prima della
nascita l’archenteron deve chiudersi completamente.
Quindi questo peduncolo scompare e l’embrione diventa
completamente isolato dalla porzione extraembrionale.
Filmato (al minuto 1:18) che mostra i movimenti: al
centro regione embrionale (tubo neurale, notocorda e in
giallo endoderma, dove non esiste ancora l’archenteron e
in periferia regione extra-embrionale). Si vede come in
corrispondenza del confine tra la regione embrionale ed
extra, la parte embrionale si comincia a ripiegare verso la
regione mediana e alla fine i due lati dx e sx si incontrano
e l’embrione si è richiuso ventralmente permettendo la
comparsa del canale digestivo.
7. ANNESSI EMBRIONALI
Sono strutture che hanno permesso lo sviluppo della vita dei vertebrati in ambiente terrestre, proteggendo
l’embrione ed evitandone la disidratazione.
• che produce un liquido che mantiene l’embrione idratato,
AMNIOS: involucro è più interno
direttamente sopra dell’embrione (liquido amniotico)
• perché l’embrione produce scorie del metabolismo che sono
ALLANTOIDE: deposito di scorie,
tossiche per le cellule embrionali che si stanno sviluppando. Per questo si forma l’involucro di accumulo
da non rilasciarle all’esterno
così
• SACCO VITELLINO: Visto che la segmentazione è meroblastica e il tuorlo non viene incorporato
direttamente all’interno delle cellule embrionali, ci deve essere un modo per trasportare i nutrienti dal
tuorlo all’embrione. Avviene attraverso un involucro, sacco del tuorlo, molto vascolarizzato che
permette di estrarre i nutrienti dal tuorlo e trasportarli attraverso i vasi sanguigni all’embrione
• Involucro che racchiude l’embrione e gli altri 3 involucri. Molto importante
CORION: perché permette
con l’ambiente esterno. importante anche per l’assorbimento di Ca 2+
di effettuare scambi gassosi dal
guscio usato per la formazione dello scheletro. l’embrione, infatti, abbiamo detto che si
Questi annessi si formano a livello della regione extraembrionale:
ripiega su sé stesso e si richiude per formare la regione ventrale. Ciò che è intorno, invece, inizia a formare le
strutture extraembrionali, e questi territori sono in continuità gli uni con gli altri ed hanno popolazioni cellulari
Il giallo è l’endoderma extraembrionale dell’ipoblasto, che era
simili: nelle immagini che seguono vediamo:
stato spinto nella porzione periferica; il rosso è il mesoderma extraembrionale, quindi quel mesoderma che è
entrato anch’esso all’interno attraverso la stria primitiva ma si è andato a collocare i