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REGNI ROMANO BARBARICI IN OCCIDENTE

Visigoti Ostrogoti in Italia Burgundi Vandali Franchi

Alarico I 395-410 Teoderico 476-526 Gundicaro 413-436 Gunderico 406-428

Meroveo 450-456 Ataulfo 410-415 Atalarico 526-534 Gunderico 435-459 Genserico 428-477 Childerico 457-481

Vallia 415-419 Teodato 534-536 Gundioco 436-473 Unerico 477-484

Clodoveo 481-511 Teoderico 419-451 Vitige 536-540 Chilperico I 443-459 Guntemondo 484-496

Torrismondo 451-453 Ildibado 540-541 Gundobado 473-516 Trasamondo 496-523

Teodorico II 453-466 Erarico 541 Gundemaro II 473-476 Ilderico 523-530

Eurico 466-484 Totila 541-552 Chilperico II 473-476 Gelimero 530-534

Alarico II 484-507 Teia 552-553 Godigiselo 473-500

Amalarico 507-531 Sigismondo 513-523 Teudi 531-548 Gondomaro 523-534

Conquista romana dell'Italia (secoli IV - I a.C)

La conquista romana dell'Italia fu un grande processo politico, che produsse l'assorbimento delle numerose popolazioni italiche nel corpus civico della città egemone, Roma. Questa

dinamica che fece degli abitanti dell'Italia anticagiuridicamente romani, non può essere separata dal contemporaneo processoche gli studiosi del XX secolo hanno definito 'romanizzazione'. Questo processo di 'romanizzazione' dell'Italia antica, che divenne l'Italia romana, è un fenomeno di grande portata culturale. Esso portò all'acquisizione da parte dei popoli italici dell'uso della lingua Latina (con una progressiva scomparsa delle differenti lingue italiche), del diritto romano, di istituzioni politiche di tipo romano e infine dello stile di vita dei romani (forme di acquisizione e di esibizione della ricchezza, organizzazione degli spazi privati e pubblici, ritmi festivi, gusti ludici, letterari e artistici nonché pratiche religiose). Mentre l'Italia si romanizzava soprattutto tra i secoli II e I a.C, Roma stessa fu attraversata da un potente fenomeno di 'ellenizzazione', cioè di

Inserimento della cultura prodotta a Roma nel più vasto circuito mediterraneo della cultura 'ellenistica'.

ROMA E GLI ALTRI: Nella metà del IV secolo, Roma ripresasi dal trauma dell'incendio gallico (396-386 a.C) e ricomposto positivamente il conflitto tra patrizi e plebei (L'ammissione dei plebei al consolato grazie alle leggi Licinie-Sestie del 367 a.C), iniziò una politica egemonica verso le comunità e le popolazioni vicine. La città possedeva un territorio di estensione pari a 2500 km quadrati, ripartito in 23 tribù, con un potenziale arruolamento di 150.000 cittadini. L'Italia era l'unica zona del Mediterraneo che presentava in uno spazio così ridotto una concentrazione tanto elevata di gruppi umani parlanti lingue diverse, con origini diverse e religioni variegate. Il dato di partenza dunque è la 'diversità', componente fondamentale dell'Italia antica.

MITOLOGICAMENTE

NEMICI: Sul piano culturale è il mito a conservare le tracce della diversità di Roma rispetto alle comunità vicine. È probabile che i romani maturassero definitivamente l'idea della loro origine troiana nel corso della prima metà del IV. La discendenza di Romolo, il fondatore, da Enea offriva i vantaggi di una genealogia ancorata alla cronologia già valida della guerra di Troia. Quel mito isolava i romani da qualunque parentela attuale con città e popoli antichi del Mediterraneo dell'Italia. Negli anni 390-348 a.C, mentre i Celti si scatenavano nell'Italia centrale e attaccavano Roma, e i tiranni greci aggredivano nel Tirreno, l'Italia, appariva a Roma specialmente popolata di greci a sud e di galli (celti) al nord, sentiti come nemici. È l'epoca, tra il 358-351 a.C, in cui anche l'Etruria (regione dell'Italia centrale) combatteva contro Roma. Un nobile etrusco fece dipingere nel suo sepolcro il

di alcuni prigionieri troiani accanto a di vittoria di etruschi su romani. Nei romani-troiani sconfitti da etruschi-greci si coglie il radicamento del mito, quello delle origini eneadiche di Roma, che separava i romani dagli altri popoli italici. Parallelamente a Lavinio il santuario, con il sepolcro considerato la 'tomba di Enea', fu monumentalizzato dai romani nella seconda metà del IV secolo a.C, per celebrare il culto di Enea. Questa realtà offrirà a Roma un'identità politica e culturale unica rispetto alle altre popolazioni italiche. Nel 348 a.C, nel secondo trattato tra Roma e Cartagine, stipulato dopo l'annessione da parte di Roma della città marittima etrusca di Caere, Roma appare egemone nel Lazio, dove guida la Lega Latina (alleanza delle città latine). Tuttavia nel 340 a.C le città della Lega attaccarono Roma che riuscì a vincere nel 338 a.C. L'aristocrazia romana sciolse la Lega e

Inglobò alcune città Latine, i cui cittadini divennero romani, inoltre impose ad altre città latine rapporti diplomatici solo con Roma, vietando quelli tra le singole comunità alleate (queste città si autogovernavano, erano indipendenti ma avevano obblighi militari a favore di Roma). Le città di Capua, Cuma, Acerra, Calatia, Fondi, Formia ebbero una cittadinanza romana senza suffragio, dunque senza diritti politici e vennero chiamate municipi (= sottoposti a obblighi). Con questa soluzione Roma controllava e assorbiva comunità italiche prima indipendenti e ora trasformate in municipi, dotati di autogoverno e attratti verso il diritto e la lingua dei romani. Queste comunità erano diverse da quelle latine alleate e da quelle straniere alleate che mantenevano istituzioni politiche e lingue proprie ma vincolate da trattati con Roma. Roma stava facendo dell'integrazione controllata il segreto del suo successo.

LE COLONIE:

L'aristocrazia romana inventò nuove forme di insediamento cittadino: le colonie. I romani avevano già fondato delle colonie come: Cora, Anzio, Ardea, Norba, Ostia, Velletri, nel Lazio intorno al V secolo. Esse erano delle vere e proprie porzioni di Roma collocate all'esterno dell'Urbe. Intorno al 330 a.C, a ridosso del territorio della Lega Sannitica, i romani fondarono le colonie di Cales e Fregelle. Si trattava di nuove colonie più grandi e popolose. Tra la fine della guerra latina intorno al 338 a.C e la discesa di Annibale nel 218 a.C, i romani attrassero l'intera Italia peninsulare nella loro egemonia, sotto le forme dell'annessione diretta, del municipio, della colonizzazione e dell'alleanza.

LE ALLEANZE: Il conflitto con la Lega sannitica (distinto in 3 fasi: 343-340, 327-304, 298-290) portò Roma a creare un sistema di alleanze finalizzate ad accerchiare il massiccio appenninico sannita. Furono fondate le

colonie di Terracina, Lucera, Ponza, mentre le popolazioni dell'attuale Abruzzo furono vincolate da trattati di alleanza. Sorsero le colonie di Sora e di Carsoli. Nel 290 a.C, i sanniti persi vari territori, divennero alleati dei romani e fu fondata la civitas sinegrande colonia latina di Venusia. Gli Umbri ottennero in parte la suffragio, in parte l'alleanza. Le città etrusche ottennero paci separate. In quel frangente con una mossa abile spregiudicata furono sottomessi sabini e petruzi. La crescita del territorio romano raggiunge i 14.000 km quadrati, diviso in 33 tribù, distribuite dal tirreno all'adriatico, mentre il potenziale civico arruolabile arrivò a circa 250.000 unità.

CONFLITTO CON LE CITTA' DELLA MAGNA GRECIA: Nel 306 a.C Cartagine stipulò un terzo trattato di alleanza con Roma, in esso la città appariva sovrana sull'intera penisola. Alla fine del secolo maturava già un'idea politica di

Italia raccolta intorno a Roma, mentre si percepisce il ripiegamento della grecità davanti all'incalzare di una civiltà che appare sempre meno greca e più romana.
Nel 303 a.C, la grande città greca di Taranto stipulò un trattato con l'emergente potenza romana per dividere le due aree di influenza. Nel 282 a.C l'instabile equilibrio tra le due potenze si ruppe e Taranto fece appello a Pirro, re dell'Epiro (regione greca). La guerra tarantina saggiò la compattezza del sistema romano di alleanze di fronte al temibile esercito del re ellenistico, dopo la vittoria romana Pirro abbandonò l'Italia, Taranto si arrese nel 272 a.C, mentre tutte le città della Magna Grecia divennero alleate di Roma, furono fondate le colonie di Paestum e di Poseidonia.
LE GUERRE CONTRO LE POPOLAZIONI CELTICHE: Verso nord Roma passò a tamponare il pericolo celtico. Nel 284 a.C occupò il territorio dei galli senoni, questi

Celti furono duramente sconfitti, in parte furono sterminati in parte ricacciati sugli Appennini marchigiani, nel loro territorio furono fondate le colonie romane di Sena Gallica e quella di Rimini, le città picene di Ascoli e Ancona divennero alleate intorno al 265 a.C. in area etrusca, dove la condotta delle diverse città nella guerra italica e nella discesa celtica era stata ambigua, nel 273 a.C vi furono delle confische territoriali. In Umbria la tenuta delle alleanze consentì di fondare la colonia latina di Spoleto nel 241 a.C.

LE GUERRE PUNICHE: Continuava la pratica dello sterminio e dello sradicamento dei Galli Senoni sempre nel 284 a.C. L'egemonia romana sull'Italia peninsulare, fruttò a Roma e ai suoi alleati l'affermazione nella prima guerra punica contro la potenza cartaginese (incentrata in Spagna e in parte dell'Africa settentrionale), e la conquista della ricca Sicilia nel 264 a.C, la Sardegna e la Corsica furono occupate nel 238 a.C.

La guerra molto dispendiosa, mostrò il potenziale economico e umano che l'Italia poteva fornire a Roma. L'ager romanus aveva raggiunto i 26.000 km quadrati quello dei suoi alleati toccava i 90.000 km quadrati. A mutare il volto etnico e linguistico dell'Italia nel III secolo a.C si affiancò lo spostamento sempre più consistente di schiavi e prigionieri di guerra (sanniti, punici, celti). Alla fine delle guerre celtiche nel 222 a.C, i settori pianeggianti della Cisalpina (regione settentrionale dell'Italia) furono sottoposti ad assegnazioni a cittadini romani, destinati a formare la grande riserva militare di Roma. In Cisalpina furono fondate le due grandi colonie latine di Cremona e Piacenza. DEFINITIVA EGEMONIA ROMANA IN ITALIA: tanto le colonie quanto i municipi già dal IV secolo contribuivano a insediare in Italia isole di romanità. Queste isole assunsero sempre di più un assetto istituzionale e un aspetto urbanistico.eorganizzativo simile a quello dell
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Publisher
A.A. 2020-2021
21 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gianmarco1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Porena Pierfrancesco.