vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TECNICO)
Il Polittico di Valle Romita, datato tra il 1410 e il
1412, è un'opera realizzata in tempera su tavola,
attualmente conservata nella Pinacoteca di Brera a
Milano. Il soggetto principale dell'opera è
l’Incoronazione della Vergine, che avviene nel
pannello centrale, circondato da altre scene
rappresentanti santi, disposte in un polittico con un totale
di 9 scene: 4 sulla parte destra, 4 sulla parte sinistra e la
scena centrale che raffigura l'incoronazione.
Il fondo oro, tipico della tradizione medievale,
conferisce un senso di spiritualità e trascendenza,
facendo sembrare i soggetti fluttuanti nell’aria, separati
dal mondo terreno. Tuttavia, nella parte inferiore dei
pannelli laterali, le figure dei santi sono collocate su un
prato con fiori, che crea una connessione visiva con il
mondo naturale e una sensazione di realtà.
Descrizione delle Scene Laterali
La lettura del polittico avviene da sinistra verso
destra, con una disposizione che segue un ordine logico
di figure e significato.
A sinistra: S. Girolamo, che tiene in mano un
modellino della chiesa, simbolo del suo ruolo di
riformatore e sacerdote; S. Francesco,
rappresentato con la sua tipica veste scalza,
simbolo di povertà e umiltà; S. Domenico,
riconoscibile dai suoi attributi iconografici; e Maria
Maddalena, che in molte rappresentazioni
medievali simboleggia la penitenza e il
rinnovamento spirituale.
A destra: La parte superiore è decorata con
immagini simboliche di grande potenza visiva: S.
Giovanni Battista che prega nel deserto (in alto a
sinistra), simbolo di rinuncia al mondo per il regno
di Dio, e Il martirio di Pietro da Verona,
raffigurato mentre viene pugnalato, un chiaro
riferimento al suo sacrificio per la fede (in alto a
destra). In basso a destra, sono rappresentati San
Francesco e San Antonio, con caratteristiche
tradizionali che rimandano alla loro vita di povertà
e dedizione religiosa.
Caratteristiche Formali e Stile dell'Opera
Un elemento distintivo dell'opera è la morbidezza
delle linee nelle vesti e nelle posizioni delle figure. Le
vesti dei santi sono caratterizzate da linee sinuose, che
donano movimento e fluidità, enfatizzando il morbido
atteggiamento del corpo. Questa qualità, che si traduce in
un’armonia tra figura e spazio, risponde all'intento
dell'artista di conferire un'aura di serenità e spiritualità
all’opera.
Un altro aspetto importante dell'opera è la
attenzione ai dettagli naturali: il prato con i fiori, che
appare nella parte inferiore, è una rappresentazione della
bellezza naturale, ma anche un modo per avvicinare il
sacro al quotidiano, sottolineando l'umanità dei santi. La
mancanza di profondità spaziale nella scena
dell'incoronazione, accentuata dal fondo oro, rende
l'opera più simbolica che realistica, ma non priva di una
connessione visiva con il mondo naturale e tangibile.
In sintesi, il Polittico di Valle Romita è un
esempio emblematico della pittura gotica internazionale,
che unisce elementi di spiritualità e realismo, creando un
equilibrio tra il sacro e il naturale, e tra la bellezza ideale
e la raffigurazione della vita quotidiana.
4o mini
– Adorazione dei Magi
(commissionato da Palla Strozzi) 1423, Museo degli Uffizi, Firenze è una
pala d altare ( complesso artistico).
Questo non è un polittico, poiché la scena è unica, anche se le cuspidi
in alto sembra separi le scene. la scena rappresenta appunto l
adorazione dei magi a gesu
Nella scena i magi sono un’occasione per mostrare i decori, vesti
riccamente decorati etc. inoltre sono le figure centrali, non c’è fondo
oro, né un punto di fuga unico, ma ha una prospettiva empirica, ovvero
ciò che sta più lontano risulta visivamente più piccolo. (per non dare
una prospettiva piatta).
Le figure nel tardo gotico sono leggere, poco connotate, i volti femminili
per esempio suggeriscono un’idea, non sono riconoscibili.
C’è un personaggio con una fisionomia netta, “precisa”, ovvero il
committente, che è e Pala Strozzi(posizione centrale) e si fece ritrarre
diventando quindi una sorta di testimone che doveva essere
riconosciuto da chiunque lo guardasse.
C’è anche la rappresentazione della fauna e animali.
Ci sono più punti di fuga, quella struttura architettonica non ha un vero
e proprio riferimento, ci sono anche animali esotici.
La parte in basso si chiama “predella” ed è una sorta di narrazione
“aggiuntiva”, racconta ciò che avviene o prima o dopo la scena
principale. Ha un ruolo importante poiché l’artista in quelle scene
poteva fare un po' di testa sua diversamente da ciò che veniva richiesto
dal committente( perche essendo una piccola porzione dell'opera non
dava fastidio al committente quindi era un luogo di sperimentazione
per l artista che poteva allontanarsi dallo stile ).
1° scena predella; la nascita della natività (dove nasce Gesù)
(precedente all adorazione dei magi)
2° scena predella; “fuga in Egitto” c’è grande equilibrio, rappresentata
la Madonna con bambino sull’asinello con S. Giuseppe. 2 donne a caso
stanno li a riempire il vuoto.
3° scena predella; la presentazione al Tempio,
molto precisa e urbanistica. Figure sproporzionali
rispetto all’architettura (umani piu grandi degli
edifici).
Stimmate(buchi nelle mani)di San Francesco 1420, Tempere e oro su
tavola
Rappresentazione arcaica di San Francesco, senso mistico e poco reale
per i raggi fisici come frecce che colpiscono il Santo e che gli provocano
le ferite, dal punto di vista proporzionale il rapporto tra figura e chiesa
risulta sballato
Annunciazione (1425) Tempere e oro su tavola (Pinacoteca Vaticana)
Si riferisce al periodo fiorentino dell’artista, cioè si trova a Firenze e
realizza ciò.
Abbiamo elementi gotici come le bifore, trifore, la decorazione del
tappeto. Si attira l’attenzione sul dettaglio piuttosto che al contesto.
La prospettiva è falsata, il libro viene lasciato cadere dalla Madonna
sulla panca all’arrivo dell’angelo, c’è un fascio di luce che annuncia
l’evento divino della nascita di Gesù, dalla camera da letto sul retro,
sembra risultare il letto ribaltato come ad evidenziarlo, insieme al libro.
Pisanello Antonio Puccio Pisano (Pisa 1395-1455)
Nato probabilmente a Pisa, fu il grande protagonista del Gotico
Internazionale in Italia, ancora più di Gentile da Fabriano. Fu ospite
delle maggiori corti del momento, incarnando a pieno il modello del
‘’PITTORE CORTESE’’.
A partire dal 1422, inizia a lavorare presso diverse corti dell’Italia
internazionale.
Nel 1426, Papa Eugenio 4° gli conferisce l’incarico di terminare gli
affreschi di S.