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Spettroscopia
La spettroscopia fornisce risposte precise e accurate sulla struttura e la dinamica molecolare studiando l'interazione tra radiazione e materia.
Viene ampiamente impiegata per:
- identificare atomi e molecole,
- studiare le proprietà chimiche e fisiche.
Le leggi di Kirchhoff indicano come i vari stati della materia interagiscono con la radiazione:
- 1° Legge: un solido, un liquido o gas sufficientemente denso emette luce a tutte le λ e produce uno spettro continuo.
- 2° Legge: un gas caldo a bassa densità emette luce il cui spettro consiste di una serie di linee di emissione che sono caratteristiche della composizione chimica del gas.
- 3° Legge: un gas freddo assorbe certe λ da uno spettro continuo, lasciando linee di assorbimento scure sovrapposte allo spettro continuo.
La spettroscopia di risonanza magnetica si basa sull'interazione della componente magnetica delle onde elettromagnetiche con i momenti magnetici nucleari ed elettronici. Tutte le altre spettroscopie si basano sull'interazione con la componente elettrica dell'onda.
L'interazione della materia con la radiazione elettromagnetica dipende dalle proprietà fisiche e chimiche della materia. Il confronto con dati sperimentali noti o con simulazioni teoriche permette di dedurre le proprietà.
Permette, quindi, una stretta correlazione tra spettro e modello quantochimico e stato del sistema.
La radiazione elettromagnetica è costituita da un campo elettrico e uno magnetico perpendicolari tra loro, sinusoidali e in fase che si muovono in una direzione perpendicolare a entrambi.
Ey (campo elett.) = A sin(2πνt − kx)Hz (campo mag.) = Δ sin(2πνt − kx)
Le onde elettromagn. si propagano come fotoni con energia: E = hν
Una minore frequenza indica che l'onda si trova ad alte lung. d'onda.
Quando si ha interazion con la materia:
- La radiazione attiva sulla materia con intensità I e vi interagisce
- Una parte può essere assorbita dal campione ed essere I (Ia ≤ I) e quindi avv. assorbi. e può anche I di I in uscita. (Assorbimento)
- Oppure può essere emessa Ie da lui e è dovuta dalla ν della radiazione incidente (emissione).
- Oppure possiamo ottenere inf. o max sull'orient., occa, o eco.
Tra 2 stati quantici può avvenire assorbimento stimolato, emissione stimolata o emissione spontanea.
Sorg. in IR
FILAMENTO DI NERNST
Frammento di ceramica autorettificato a base di Zr, Y, Re e Ce che viene riscaldato a 1200/2000°C.
GLOBAR
Barretta di SiC riscaldata da una resistenza a circa 1500°C. Ha un’emissione di un corpo nero emettente a circa 3000 cm-1 con λ 3μm.
Sorg. invis.
FILAMENTO DI TUNGSTENO
È un corpo grigio con ε=0,5 e picco di emissione nel visibile. Ha un’apertura curva a 2300K, scalda un rocchetto di tungsteno tra le pareti e il filamento.
Sorg. UV
LAMPADA A SCARICA DI GAS
Sfruttano sull'emissione di radiazioni ultraviolette prodotte in un plasma di gas a 13300K. La reazione del gas è ottenuta per mezzo di una scarica elettrica attraverso il gas stesso.
Un ampolla si trova la vetro di quarzo e contiene il gas e aumenta il elettrodi in cui avviene la scarica. Per l'emissione possono emergere presenti elettrodi supplementari.
L'emissione è monocromatica a bassa P, e continua ad alta P.
L'emissione continua contiene le righe spettrali e lo spettro di un componente generato sia dal plasma che d’un inuzlato esterno che si scalda.
Il gas può anche essere le vaporie di un elemento iodio o sala così la lampada non è subito efficiente poiché è necessario che il materiale evapore i sub l'aria per l’effetto del calore prodotto dalla scarica nel gas acceso.
In UV → lampada a scarica di Deuterio o ad alto di Xe
In FAR-UV → scarica MW in gas nobili o scarica di Lyman
Elemento Disperdente
Elemento ottico che consente di disperdere/suddividere la radiazione nelle diverse componenti alla λ: può essere un prisma, un reticolo od un interferometro. Nel caso della spettroscopia a nhv e nei metri da questo elemento non è necessario perchè le sorgenti sono monocromatiche.
Prismi
Sono ormai praticamente sostituiti dai reticoli di diffrazione e dagli interferometri ma sono ancora usati. Il principio su cui si basano è la variazione dell'indice di rifrazione con la λ, permesso di capire alcuni importanti concetti che riguardano la dispersione e la risoluzione.
Si forma dispersione e risolve la radiazione focalizzando dalla lente L2 su un rivelatore. Se le 2 lunghezze d'onda λ e λ+dλ sono assegnabili separatamente di è la risoluzione che si può ottenere.
I raggi più cromatici sono l'un l'altro e, usando una lente, nel cui fuoco c'è la sorgente, sono focalizzati sul prisma, le 2 componenti hanno 2 indice di rifraz con un'altra lente sono fatte conveire in 2 punti #.
Il potere risolutivo, di λ: R=λ/dλ = l/d
df/se
Per il prisma R=b(dn/dλ) con n=indice di rifrazione.
R è > se dn/dλ è >, ciò avviene quanto più ci avviciniamo alla λ a cui il materiale assorbe.
Vetro: Δλ 340nm → R? nelle regioni blu/violetto
quarzo: Δλ 185nm → R > a 200/300 nm è piccola nel visibile.
Se la distanza tra P e P' e' e.
- dθ/dλ = dispersione lineare
- dc/dλ = dispersione angolare
Per diminuire la presenza di picchi laterali, si usa la funzione triangolo (capodistrak). -> Δ(t)
- anziché uno spettro costituito da una riga, calcoliamo uno spettro avente la forma della funzione sinc².
- I picchi laterali sono diminuiti, la banda è maggiormente dispersa (Kaiser)
β(t)=∫ A(τ)cos(2πδτ)dτdδ = Δsinc²(πδΔ)-∞
Zero Filling
A causa dell'intervallo di campionamento che non può essere infinitesimo, la forma delle righe dopo la trasformata di Fourier appare irregolare.
Zero-filling è il processo di interpolare in seguito all'aggiunta di punti extra in modo che la riga appare smussata e regolare (aggiungendo 3zeri).
- Uso di nodi di punti simili ai nodi anti reali
Vantaggi di Jacquinot -> non servono fasciatori, tutta la radiazione raccolta raggiunge il rivelatore ad ogni istante. l'apertura dello strumento e l'incidenza di pochi mm, possono lavorare.
Vantaggi di Fellepott -> tutte le componenti sono raccolte simultaneamente e le lenti del rivelatore è diffuso su tutto lo spettro, piuttosto che in un solo punto.
- capacità lineare ha meno numero di misura singolarmente
Svantaggi -> carico FT strumento a fascio singolo
relaz fondamentale fra i coefficienti di assorb. ed emmissione (spontanea o indotta)
Quando l'Hamiltoniano dipende esplicitamente dal tempo non si può parlare di stati stazionari e l'energia del sistema non è conservata.
Nella teoria delle perturbazioni nel tempo l'Hamiltoniano è costituito da 2 fattori; H0(r) indipendente da t e H1(r,t) che dipende da t e rappresenta la perurbax.
Se la perurbax fosse assente, le autofunz del problema sarebbero date dall'equax:
H0(r) ψk(r) = Ek ψk(r)
Con:
ψk(r,t) = ψk(r) e-iEkt/ћ
L'equax di stato più generale sarebbe:
ψ(r,t) = Σk Ck(t) ψk(r) e-iEkt/ћ
In presenza di H1(r,t) la solux ψk(r,t) non sarebbe più solux di H( r,t) = dψ(r,t)/dt ma possiamo espandere la ψ(r,t) in funz di Ψk(r) istante per istante.
La i-esima solux si potrà perciò scrivere:
ψi(r,t) = Σk Ck(t) Ψk(r) e-iEkt/ћ
Si tratta ora di determinare i valori dei Ck(t).
Sostituendo nell'equax di Schroedinger di pendente dal tempo i termni:
A0(r) e A1(r,t) + H1(r,t) ⋁ψk(r,t) = Σk Ck(t) ψk(r) e-iEkt/ћ
Si ottiene:
(H0(r) + H1(r,t))⋅[Σk Ck(t) ψk(r) e-iEkt/ћ]