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OUTPUT.
3. processo di trasformazione: si verifica dove il cambiamento diventa più evidente. La
trasformazione avviene secondo due meccanismi, da una parte gli eventi prodotti dal sistema di
interazione retroagiscono sul sistema di interazione e produrranno un altro processo di
retroazione, dall’altra produrranno direttamente un effetto sul contesto originale: AMBIENTE ↔
SIST.D’INTERAZIONE ↔ OUTPUT → AMBIENTE.
Naturalmente quanto questo processo avrà successo dipende da quanto poi forti sono le
resistenze dell’ambiente.
Una distinzione importante vi deve essere tra le differenze e le disuguaglianze: le prime sono il
prodotto della variabilità sociale e possono o meno implicare una disuguaglianza, le seconde
presuppongono necessariamente delle differenze. La variabilità sociale, contrariamente alla
disuguaglianza è una grande ricchezza, anche se difficile da gestire, e permette alle società
umane di reagire meglio alle sfide ambientali e ai problemi che devono affrontare. Un livellamento
di queste differenze produrrebbe una società basata sulla noia. Le disuguaglianze sociali, invece,
conducono al concetto di stratificazione sociale, ossia la trasformazione delle differenze in
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disuguaglianze. Le differenze sono universali, mentre le disuguaglianze no. Le società basate sulla
segmentazione, le società orticole, di caccia e raccolta, pastorali non sono società della
disuguaglianza. La disuguaglianza si crea quando la differenza non diventa più un fatto
interindividuale ma socialmente diffusa, cioè diventa una categoria. Questo avviene solo con le
società agricole e le società industriali nelle quali si creano gli strati disuguali.
Cos’è uno strato sociale?
Marx usa il concetto di classe sociale per definire lo strato sociale e definisce la classe in relazione
ai rapporti di produzione, che sostanzialmente sono i rapporti in relazione al tipo di attività
produttiva. I diversi tipi di rapporti di produzione hanno in comune il fatto che sono dualistici; per
Marx le classi sono definite in base al rapporto tra coloro che hanno i mezzi di produzione ma non
li usano direttamente e coloro che usano questi mezzi ma non li possiedono, la conseguenza è
che i primi decidono e hanno il potere mentre i secondi no.
Weber, invece, afferma che gli strati sociali si definiscono per come i beni si distribuiscono
all’interno dei diversi status sociali. Lui parla di classi, se si riferisce alla ricchezza materiale, di
ceto se si riferisce ai beni immateriali del prestigio sociale e di partiti per quanto riguarda il potere
sociale e materiale. Questa sua definizione, a differenza di quella di Marx, è di tipo
multidimensionale perché prende in considerazione tre elementi diversi, non solo quello
economico. Non è affatto detto che i tre tipi di dimensione coincidano tra loro.
Perché esiste la disuguaglianza?
A riguardo abbiamo diverse teorie:
-la teoria secondo cui la disuguaglianza è socialmente funzionale (Durkeim, Davis, Moore,
Parsons), in quanto serve a far sì che le sue diverse componenti svolgano funzioni diverse.
Tuttavia la disuguaglianza non si distribuisce in base alle reali capacità dell’individuo.
- teorie conflittualiste (Collins, Lenski, Turner), che affermano che la disuguaglianza in qualche
modo è il prodotto dell’ineguale distribuzione dei beni sociali. Secondo questa scuola la
disuguaglianza conduce a qualche conflitto perché la distribuzione diseguale creale premesse
affinché da una parte vi sia colui che è soddisfatto, ma dall’altra colui che non lo è per niente.
- teoria del potere (Dahrendorf), è una specifica teoria conflittualista che afferma che la
disuguaglianza è l’effetto di una diversa distribuzione del potere, che comporta diversa
distribuzione dei beni.
- teoria dell’uguaglianza nelle differenze (Touraine), cioè far sì che sia possibile mantenere le
differenze, in quanto ricchezza, senza far che questo trasformi in disuguaglianza.
L’idea di stato-nazione è però fondata non sulla differenza ma sulla similitudine, cioè l’idea che
dentro i confini di uno stato ci siano individui che condividano la stessa lingua, le stesse culture,
costumi e religioni. La sfida della post modernità è di costruire una società dove si possano far
convivere le differenze. 14
- teoria della capability (Sen), cioè le peculiari capacità potenziali che ciascuno di noi possiede.
In determinate società queste si possono realizzare, in altre società viceversa si mettono in campo
dei fattori disabilitanti che impediscono la loro realizzazione, così si creano le disuguaglianze. Noi
possiamo parlare di meritocrazia solamente qualora tutte le capabilities abbiano la stessa
possibilità di realizzarsi , il problema è che evidentemente qui non è così.
La stratificazione sociale può essere più o meno stabile, ciò dipende dalla mobilità sociale,
ossia la possibilità di transitare da uno strato sociale a un altro. A seconda di come ci muoviamo tra
gli strati possiamo parlare di una mobilità verticale, che si realizza quando si passa ad uno strato
inferiore (mobilità discendente) o ad uno strato superiore (mobilità ascendente) e di mobilità
orizzontale, che avviene quando a cambiare, all’interno di un medesimo strato sociale, è il ruolo.
Questa mobilità è da ritenersi significativa dal punto di vista storico ed economico. Alla luce di
questi concetti noi possiamo fare una distinzione tra le società aperte e le società chiuse: le prime
sono quelle che hanno possibilità di mobilità verticale ed orizzontale, rispetto alle seconde. Per
quanto riguarda invece la nostra, essa è semplicemente una società con mobilità di tipo
orizzontale. 15
Cap 6 [fig. 6.1] Sociologia della salute
Che cos’è la salute per la sociologia?
Tradizionalmente, per salute si intendeva l’assenza di malattia (poiché la malattia si manifesta, la
salute invece no, nel senso che viene data per scontata) ma, a partire dal 1978, L’OMS ha
introdotto una nuova definizione di salute che la vede coincidere con uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale. La salute è divenuta problema sociale quando, essendo
aumentata la speranza di vita, gruppi sempre più numerosi nella popolazione si sono trovati a
convivere con patologie croniche-degenerative e quando L’OMS ha presentato una concezione
normativa di salute, che orienta i servizi sanitari verso la costruzione di un modello atto a
perseguirla. Questo nuovo modello di salute si basa su 3 punti chiave:
1. La salute diviene una condizione ideale verso cui tendere;
2. La salute viene a coincidere con uno stato di completo benessere;
3. Il concetto di salute viene considerato multidimensionale, poiché tiene conto anche del
benessere psichico e sociale.
Possiamo analizzare, da un punto di vista sociologico, la struttura delle relazioni sociali all’origine
del concetto di salute, avvalendoci del modello del “quadrilatero della salute”, proposto da
Ardigò. I 4 vertici del quadrilatero sono costituiti da:
a. Natura esterna: intesa come l’ambiente fisico in genere;
b. Sistema sociale: comprende tutti i sistemi e le istituzioni che influenzano la salute;
c. Io/Me: la persona in quanto “self” in relazione al mondo vitale (il quotidiano); 16
d. Natura interna: intesa come unità tra corpo e mente. E’ connessa tramite un ellissi tratteggiata
al polo c, ma ciò non implica che siano la stessa cosa: la natura interna rappresenta infatti l’unità
fra corpo e mente, l’io, invece, il conscio freudiano che emerge quando ci relazioniamo con gli altri.
In questo modello, l’asse c-b rappresenta il micro-macro; l’asse a-d rappresenta l’ecologico-
biopsichico. Ovviamente, i poli sono fra loro strettamente interconnessi:
- A ↔ D: indica il duplice ruolo svolto natura esterna ha un duplice ruolo: rappresenta una fonte di
malattie, ma allo stesso tempo, anche di risorse per la cura;
- A ↔ B: rappresenta il sistema sanitario che fronteggia le patologie di cui è responsabile la natura
esterna, utilizzando le risorse che la stessa offre;
- B ↔ D: rintraccia nel sistema sociale, specie nel sistema sanitario, la fonte patogene delle
malattie della natura interna del soggetto;
- C ↔ D: esprime il grado di consapevolezza del soggetto nel rapporto con il proprio corpo-
cervello-mente;
- C ↔ B: riguarda il percorso compiuto dal soggetto da quando prende coscienza della patologia
da cui è affetto, fino alla ricerca della soluzione, tramite anche l’ausilio del sistema sanitario;
- C ↔ A: esprime l’impatto simbolico dell’ambiente fisico sulla cultura della persona nell’ambito del
rapporto che la stessa ha con la natura in genere.
Si arriva dunque a parla di sistema di salute, inteso come l’insieme delle relazioni socialmente
significative per l’analisi di salute/malattia. differenza tra il modello di Ardigò e la concezione
dell’OMS sta nel fatto che il primo non considera la salute come uno stato, bensì come un
processo risultante dall’interazione tra i diversi poli del quadrilatero.
Che cos’è il corpo per la sociologia?
Riguardo la definizione di corpo, abbiamo diversi modelli:
- concezione del corpo-macchina: proposto da Cartesio, prevede la distinzione res extensa, res
cogitans
- concezione umorale: lo vede come un sistema in equilibrio
- concezione idraulica: complementare alla precedente, lo vede come un insieme di cavità
- concezione bio-psico-sociale: lo vede come un sistema biochimico integrato.
Per la sociologia, è necessario reincorporare la mente per ritrovare l’unità mente.corpo
nell’esperienza soggettiva. Oggi il corpo è considerato il codice culturale nella comunicazione non
verbale. Non a caso, Turner definisce la nostra società somatica, nel senso che il corpo è
divenuto fondamentale nella creazione e nel mantenimento delle varie strutture sociali. Di rilevante
importanza è oggi la regolamentazione dei corpi effettuata tramite campagne sanitarie relative,
ad esempio, alla contraccezione, al controllo delle nascite, ecc.
Affinchè diventiamo pienamente consapevoli dei fenomeni del corpo e dei significati attribuiti loro
dal soggetto (connessione c-d), è necessario analizzare le diverse rappresentazioni sociali con
le quali tendiamo ad interpretare l’esperienza del corpo. Si tratta di rappresentazioni avulse dal
contesto bio-medico, che creano vere e proprie “culture della salute”: 17
- definizione negativa: salute intesa come vuoto, quindi assenza di mala