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Sistemi Informativi Direzionali
L'azienda viene suddivisa in due sistemi a seconda delle esigenze formative:
- Sistema direzionale: si occupa della definizione degli obiettivi delle attività produttive, analisi dei risultati ottenuti e definizione di azioni correttive al fine di ottimizzare l'efficienza.
- Sistema operativo: sistema che si occupa delle attività esecutive (produzione).
I due sistemi in cui l'azienda è suddivisa, costituiscono un sistema retro - azionato: infatti, il sistema direzionale definisce gli obiettivi di produzione, attuati in seguito dal sistema operativo. Il sistema direzionale, in seguito, procede all'analisi dei risultati ottenuti dall'attività produttiva, definendo nuove strategie per garantire una maggior efficienza del sistema, che verranno poi attuate dal sistema operativo.
Come prende le decisioni il sistema direzionale? Attraverso il Data Driven Decision Making: la decisione viene condivisa da tutte
le parti in cui il sistema è suddiviso.PROPRIETÀ DELL'INFORMAZIONE DIREZIONALE
Il sistema direzionale, secondo il modello di Anthony, è suddiviso in modo gerarchico in 3 livelli decisionali:
-
Pianificazione strategica:
In questa fase vengono definiti e verificati gli obiettivi globali dell'azienda. A questo livello le informazioni sono poco strutturate e la componente umana (intelligence) è fondamentale.
-
Controllo direzionale:
Questo livello si occupa della definizione e del controllo degli obiettivi economici, a partire dall'analisi dei dati elaborati dal livello di controllo operativo. Si confrontano periodicamente gli obiettivi prefissati e i risultati raggiunti.
-
Controllo operativo:
Questo livello verifica che i piani definiti e gli obiettivi esecutivi (controllo della produzione) vengano rispettati.
LA TEORIA DI SIMON
L'azienda è vista come un sistema decisionale articolato su:
-
Processi fisici, produttivi e distributivi
-
Decisioni operative
Queste decisioni controllano le
Operazioni relative ai processi fisici
3. Decisioni che valutano il risultato delle decisioni operative
Sara Nava Scienze Statistiche ed Economiche A.A. 2022-2023
GRIGLIA DI SCOTT – MORTON
Prende spunto dalla suddivisione delle decisioni introdotta da Simon, semplificando le tipologie decisionali in 3 classi, le quali vengono incrociate con i tre livelli della piramide di Anthony:
- Decisioni strutturate: sono note le variabili, le alternative di scelta e i criteri di decisione (esiste un algoritmo in grado di automatizzare il processo). Le soluzioni informatiche si inseriscono a livello del controllo operativo. [esempio: riapprovvigionamento scorte]
- Decisioni semi – strutturate: sono note le variabili e i procedimenti di elaborazione. Tuttavia, le alternative di scelta non sono note e le soluzioni informatiche prevedono la presenza di un Decision Support System (DSS). [esempio: azioni]
- Decisioni non strutturate: non sono note né le variabili né i criteri di decisione,
DECISION SUPPORT SYSTEM
Sistema computerizzato interattivo (o applicazioni software) in grado di supportare il decision maker nel processo decisionale, grazie all'uso di diverse tecnologie.
Aspetti positivi di un DSS:
- Facilitazione: facilita il processo di decisione, supportando il decision maker
- Reperibilità: il decision process può essere iterato più volte
- Efficacia: migliora l'efficacia del processo decisionale in termini di accuratezza, tempestività e qualità globale.
TIPOLOGIE DI DSS
Communication-driven DSS: Utilizza la rete e i sistemi di comunicazione per favorire la comunicazione e la collaborazione per il raggiungimento dell'obiettivo finale: permette infatti che più persone lavorino contemporaneamente sul medesimo task. Permette quindi la condivisione di documenti e l'interazione tra i soggetti (di tipo non strutturato),
tramite chat, mail, messaggi, audio e video. Un esempio è Google docs.Document-driven DSS. Individua e analizza documenti, e li rende fruibili gestendoli, organizzandoli, manipolandoli e indicizzandoli, anche in formati diversi. Il motore di ricerca è un elemento chiave di questo DSS: l'utente può inserire la chiave di ricerca e commentare il contenuto del documento. Esempio: Wikipedia.
Data-driven DSS. Si concentra sull'accesso e la manipolazione dei dati interni di un'organizzazione. Consente un accesso facile e veloce ad una grande mole di dati, spesso multidimensionali. I data warehouse sono spesso utilizzati per la creazione di data-driven DSS. I dati vengono resi utili all'analisi dei fenomeni, costruendo un data warehouse, in cui i dati sono integrati, di qualità e fruibili all'analisi. Le tecnologie OLAP (Online Analytical Processing) vengono poi utilizzate per
Un'analisi interattiva e rapida di grandi moli di dati, come nel caso di DataWareHouse].
Model-driven DSS. Si occupa della creazione e manipolazione di modelli statistici, finanziari, matematici o basati su simulazione attraverso l'uso di un modello. Utilizza dati e parametri forniti dall'utente per supportare i decision maker nell'analisi di situazioni. Questi modelli sono in grado di rappresentare in modo sintetico la realtà e osservare come risponde a livello previsionale, considerando anche tutti i punti di vista possibili dei decision maker e trovare il fattore comune, che conduce alla scelta finale. Un esempio è il Multi Criteria Decision Making.
Il Knowledge-driven DSS. Sfrutta la conoscenza acquisita memorizzata in termini di fatti, regole e procedure, per raggiungere il fine decisionale o per incrementare la conoscenza del fenomeno d'interesse. È la forma più evoluta di DSS ma anche la più complessa da realizzare.
[Questaconoscenza acquisita può essere memorizzata e può essere poi elaborata per supportareemprovement della conoscenza di un fenomeno ma essendo info molto spesso non strutturata habisogno di essere portata nelle condizioni di essere analizza].
ANALISI DEI REQUISITI INFORMATIVI DIREZIONALI
L'obiettivo è costruire degli indicatori a supporto decisionale. Sono stati individuati alcuni di essi:
- Management Accounting (MA) e ABC (Activity Based Costing) riguardano gli aspetti legati al controllo direzionale e monitorano l'attività finanziaria;
- i KPI (Key Perfromance Indicators) misurano le performance, in particolare gli aspetti fisici, cioè prestazioni di processo;
- i CSF (Critical Success Factors) e BSC (Balanced Score Card) monitorano indicatori di natura finanziaria e fisica (costi e ricavi e andamento dei flussi di cassa), unendo indicatori fisici e indicatori finanziari.
Vediamone alcuni nel dettaglio.
CSF (CRITICAL SUCCESS FACTORS)
Insieme di
- Identificazione. Individuare le aree di eccellenza delle aziende del settore, la competitività aziendale (come viene misurato il posizionamento competitivo aziendale), quali fattori esterni possono condizionarne il successo, tra cui anche quelli temporali.
- Intervista. Valida i CSF preliminari e se ne ottengono nuovi dai manager. Si ottengono, inoltre, anche metriche e metodi di valutazione dei CSF individuati.
- Verifica della robustezza. Fattore che indica la
fattibilità del reperimento e del calcolo di unCSF. Essa viene valutata con una scala di valori da 1 a 5, risultante dai voti assegnati alleseguenti voci: facilità di comprensione, costo (di produzione dell’indicatore), significatività,frequenza (cadenza con cui viene calcolato), strutturazione (tipologia di informazioni allabase del calcolo).
4. Rifinitura dei requisiti. Produce output conclusivi, quindi gli obiettivi generali del sistema,la lista di fattori di successo selezionati, descrizione delle proprietà degli indicatori e dellesorgenti dati, e i metodi di calcolo degli indicatori.
KPI (KEY PERFORMANCE INDICATORS)
Sono indicatori di performance, legati normalmente ai processi, e misurano le prestazioni diefficienza, il livello di servizio e la qualità dei processi aziendali. L'obiettivo è quello di misurare ilvalore del processo per gli stakeholder, dove ciascuno di essi tende a massimizzare il proprioritorno:- Cliente: tendono
a minimizzare il valore dell'output del processo
Manager: tende a massimizzare il profitto derivante dal processo
Operatori: tendono a massimizzare il valore del loro lavoro
Ci sono quindi indicatori generali e indicatori specializzati per settore di attività.
Gli indicatori generali possono riguardare:
- Richieste cliente in input
- Gli output del processo che rispondo alle richieste del cliente
- Misure di attività correlate all'input o l'output del processo
- Le risorse utilizzate per produrre l'output
Gli indicatori per il Manager:
- Indicatori di efficienza: costo unitario di evadere un servizio (costo medio per volume), la produttività (volumi di produzione rispetto alle risorse utilizzate), la saturazione (rapporto tra risorse utilizzate e quelle disponibili).
- Indicatori di qualità: la conformità (numero di elementi non conformi rispetto a quelli totali), l'affidabilità (capacità di mantenere costanti le
prestazioni nel tempo), livello disoddisfazione del cliente.
Indicatori di servizio: il tempo di risposta (quanto tempo per evadere le richieste), la puntualità (quanto sono mantenuti i tempi di servizio promessi), gli ordini perfetti (numero di ordini completamente evasi in tempo rispetto ai totali), la flessibilità (elasticità verso il cliente).
Gli indicatori per il cliente:
Indicatori di efficienza: il costo (convenzione di acquistare un prodotto o un servizio), il costo di acquisizione (costo di vendita del prodotto e quello necessario nell'accedere ed usare un servizio), il costo di utilizzo (quanto costa utilizzare un bene).
Indicatori di qualità: la conformità (rispondenza alle richieste del cliente), l'affidabilità (capacità del servizio/prodotto di mantenere nel tempo le prestazioni).
Indicatori di servizio: coincidono con quelli visti per i manager.
Gli ind