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12. LE STRUTTURE DI LEWIS
Disegnare le strutture di Lewis:
A) Determinare la disposizione degli atomi (meno elettronegativo è centrale, H sempre terminale).
B) Determinare il numero di elettroni di valenza.
C) Ipotizzare la struttura (un legame = 2 elettroni).
D) Scrivere le coppie solitarie (elettroni rimasti) attorno agli atomi escluso H oppure creare legami multipli.
Nel caso di ioni poliatomici, per i cationi sottrarre un numero di elettroni pari alla carica positiva, per gli anioni
aggiungere un numero di elettroni pari alla carica negativa.
- - -
E) Calcolare la carica formale di ogni atomo → e di valenza dell’ atomo neutro - e in doppietti liberi - (e in
doppietti di legame)/2. La carica totale deve essere quella dello ione.
Specie chimiche che presentano lo stesso numero di atomi e lo stesso numero totale di elettroni di valenza hanno la
stessa struttura di Lewis e sono quindi chiamate specie isoelettroniche.
Risonanza = Diverse strutture equivalenti della specie in esame che presentano gli atomi nella stessa posizione ma
in cui cambia la disposizione dei doppietti elettronici sono considerate per descrivere accuratamente i legami presenti
in quella molecola e sono dette ibridi di risonanza. In ognuno di essi è presente almeno un legame multiplo.
13. LE FORMULE CHIMICHE
I simboli e le formule chimiche identificano il tipo di elemento presente (informazione qualitativa) e il numero di
atomi con cui esso è presente (informazione quantitativa).
Formula minima → Definisce il numero relativo di atomi di ogni tipo presenti nella sostanza. Si determina dalla
percentuale in peso degli elementi presenti.
Formula molecolare → Definisce il numero reale di atomi di ogni tipo presenti nella sostanza. Si determina dalla
formula minima e dalla massa molecolare.
Formula di struttura → Definisce come gli atomi sono legati tra loro e come sono situati nello spazio.
Determinare la formula minima di un composto avendo la composizione percentuale in peso:
A) Calcolare la massa molare degli elementi
B) Calcolare il numero di moli di ogni elemento per 100g di composto (quindi pari alla % in g)
C) Considerare il numero più piccolo di ioni trovato per calcolare gli atomi di ogni elemento
14. LA FORMA DELLE MOLECOLE
Modello VSEPR (Valence Shell Electron Pair Repulsion) → I doppiette elettronici di legame o solitari presenti nel
guscio di valenza di un atomo si respingono e si dispongono nello spazio in modo da stare alla massima distanza
possibile.
Se la molecola non ha coppie solitarie, la geometria molecolare è uguale alla geometria elettronica. Se invece la
molecola presenta coppia solitaria di elettroni, la geometria molecolare cambia in quanto le coppie solitarie
necessitano di maggiore spazio rispetto alle coppie di legame.
Per 4 coppie elettroniche:
● 3 di legame, 1 solitaria → Trigonale planare con α=107,5°C (es. NH )
3
● 2 di legame, 1 solitaria → Piegata o angolare con α=104,5°C (es. H O)
2
Per 5 coppie elettroniche:
● 4 di legame, 1 solitaria → Altalena (es. SF )
4
● 3 di legame, 2 solitarie → A T (es. ClF )
3
● 2 di legame, 3 solitarie → Lineare (es. XeF )
2
Per 6 coppie elettroniche:
● 5 di legame, 1 solitaria → Piramidale a base quadrata (es. BrF )
5
● 4 di legame, 2 solitarie → Quadrato-planare (es. XeF )
4
Ai fini della geometria molecolare, le coppie elettroniche coinvolte in legami multipli occupano la stessa regione di
spazio.
Dipolo elettrico = sistema costituito da due cariche elettriche e puntiformi e di segno opposto poste a piccola
+ -
distanza tra loro. I simboli δ e δ indicano l’esistenza di addensamenti di carica negativa in una zona della molecola
e il conseguente insorgere di carica positiva in un’altra.
Momento dipolare = somma vettoriale di tutti i momenti di legame presenti. Vale μ=q•r e si rappresenta con un
+ -
vettore +—> che va da δ a δ ed è parallelo all’asse di legame.
Una molecola del tipo AX non presenta polarità se tutti gli X sono identici è disposti in modo simmetrico rispetto ad A.
n
15. LE FORZE INTERMOLECOLARI
Oltre ai legami chimici, esistono anche interazioni che contribuiscono alla stabilità della molecola e possono
spezzarsi e formarsi facilmente. Esistono diversi tipi di interazioni caratterizzate da diversa stabilità: interazioni
intermolecolari (legami deboli, giustificano gli stati di aggregazione) e interazioni intramolecolari (legami forti,
giustificano le proprietà chimico-fisiche delle sostanze). Tutte le interazioni sono di natura elettrostatica.
Legame idrogeno → Si stabilisce tra un atomo di H legato ad un atomo molto elettronegativo e un elemento molto
elettronegativo di un’altra molecola. È un legame intermolecolare che si forma tra H e X di due molecole diverse. Un
esempio è la struttura del ghiaccio (reticolo cristallino con legami O—H). Il legame idrogeno influenza il punto di
ebollizione, particolarmente alto in H O, HF e NH .
2 3
Interazioni dipolari di Van der Waals → Si stabilisce tra molecole che contengono legami covalenti polari e che
+ -
quindi hanno dipoli permanenti. Il lato δ di una molecola è attratto dal lato δ di un’altra molecola. Le interazioni
di Van der Waals influenzano l’evaporazione di un liquido o la condensazione di un gas. Nelle forze ione-dipolo il lato
+ / - +
δ /δ di un solvente polare viene attratto dal lato δ /δ di uno ione creando una sfera di solvatazione. Le forze di
attrazione tra ioni e dipoli spiegano la solubilità delle sostanze saline in acqua e nei solventi polari (similia similibus
solvuntur).
Forze di dispersione di London → Debolissime, sono le uniche che si instaurano tra molecole non polari. In due
molecole apolari vicine, le temporanee attrazioni e repulsioni tra nuclei ed elettroni producono dipoli indotti. La
correlazione tra i moti degli elettroni dei due atomi (ora polari) porta ad un’energia minore e stabilizzare il sistema. Il
dipolo indotto può essere generato anche da una molecola polare: si parla di interazioni tra un dipolo e un dipolo
indotto.
In ordine crescente di forza: dispersione, dipolo-dipolo, legame idrogeno, ione-dipolo.
16. LA TEORIA DEL LEGAME DI VALENZA
Due teorie, entrambe valide, usate con scopi differenti e in situazioni diverse.
1. Teoria del legame di valenza (VB) di Pauling, utile per una descrizione qualitativa del legame e per una
visualizzazione grafica immediata delle molecole allo stato fondamentale: i doppietti elettronici di legame
sono formati dall’interazione di elettroni spaiati e sono condivise tra gli atomi, mentre i doppietti solitari sono
localizzati su un particolare atomo.
2. Teoria degli orbitali molecolari (MO) di Mulliken, utile per una descrizione quantitativa del legame delle
molecole negli stati eccitati: gli orbitali atomici si combinano per formare orbitali molecolari diffusi o
delocalizzati sull’intera molecola.
Teoria VB
Molecole biatomiche → Sovrapposizione degli orbitali. Gli orbitali σ hanno massima densità elettronica lungo l’asse
che unisce i due nuclei. Gli orbitali π hanno densità elettronica nulla lungo l’asse che unisce i due nuclei. Il legame σ,
ad esempio, si può formare tra due per sovrapposizione degli orbitali 1s, tra un H e un F per sovrapposizione degli
orbitali 1s di H e 2p di F, tra due F per sovrapposizione degli orbitali 2p di F.
Molecole poliatomiche → Teoria dell’ibridazione degli orbitali, cioè un mescolamento tra orbitali atomici di tipo
diverso in modo da ottenere nuovi orbitali atomici ibridi identici fra loro. Numero di orbitali ibridi uguale al numero di
orbitali atomici che sono combinati, orbitali ibridi accolgono elettroni delle coppie di legame e delle coppie solitarie
presenti sull’atomo centrale, e sono diretti dall’atomo centrale verso quelli periferici per una migliore sovrapposizione
(legami più forti). Gli orbitali ibridi sono combinazioni lineari di funzioni d’onda che descrivono i diversi stati
elettronici possibili.
3 2
Ibridazione sp : 1 orbitale s (ns) + 3 orbitali p (np , np , np ) 4 sp (es. CH , H O, NH g.e. tetraedrica)
⇒
x y z 4 2 3
2 2
Ibridazione sp : 1 orbitale s (ns) + 3 orbitali p (np , np , np ) 3 sp + np (es. BF g.e. planare)
⇒
x y z z 3
Ibridazione sp: 1 orbitale s (ns) + 3 orbitali p (np , np , np ) 2 sp + np , np (es. BeCl g.e. lineare)
⇒
x y z y z 2
3
Ibridazione sp d: 1 orbitale s (ns) + 3 orbitali p (np , np , np ) + 1 orbitale d g.e. triangolare bipiramidale
⇒
x y z
3 2
Ibridazione sp d : 1 orbitale s (ns) + 3 orbitali p (np , np , np ) + 2 orbitali d g.e. ottaedrica
⇒
x y z 2
Legami multipli → Nella molecola di etilene C H si formano legami σ C—H e C—C tra gli orbitali ibridi sp in seguito
2 4
alla sovrapposizione di orbitali atomici orientati lungo l’asse di legame, e un legame π in seguito alla sovrapposizione
laterale di due orbitali p (solo sì si trovano su atomi adiacenti e sono paralleli tra loro e perpendicolari al piano
molecolare). Nella molecola di acetilene C H si hanno due orbitali ibridi sp per ogni atomo di C usati per formare
2 2
legami σ C—H e C—C e due orbitali p per ogni C usati per formare due legami π C—C.
Teoria MO
Concepisce la molecola come un insieme di nuclei circondati da elettroni in orbitali coinvolgenti più atomi. Un orbitale
molecolare è considerato come una combinazione lineare di orbitali atomici (LCAO).
1° principio → Il numero totale degli orbitali molecolari è sempre uguale al numero degli orbitali atomici. I MO sono
determinati dall’interferenza costruttiva o distruttiva delle funzioni d’onda atomiche: quando si combinano gli
orbitali 1s di due H per formare l’H si formano un orbitale molecolare legante (somma dei due 1s) e un orbitale
2
molecolare antilegante (sottrazione dei due 1s). Il riempimento degli MO avviene secondo le regole di Aufbau.
2° principio → L’orbitale molecolare legante ha un’energia minore rispetto agli orbitali atomici da cui deriva, mentre
quello antilegante ha un’energia maggiore.
3° principio → Gli elettroni della molecola occupano gli orbitali di energia via via crescente. È in accordo con il
principio di esclusione di Pauli e con la regola di Hund.
Nelle molecole biatomiche omonucleari con elementi del blocco p, l’orbitale p di un atomo può interagire
“frontalmente” o “lateralmente” per formare rispettivamente una coppia di MO σ oppure di MO π.
17. NOMENCLATURA DEI COMPOSTI INORGANICI
Nomenclatura tradizionale → Uso di prefissi e suffissi in base al numero di ossidazione degli elementi.
Nomenclatura IUPAC (International Union of Pure an