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LOCALIZZAZIONE DEI PEPTIDI NEL TERMINALE ED ESOCITOSI
I neurotrasmettitori classici, come acetilcolina e noradrenalina, non peptidici, sono contenuti nel
terminale
sinaptico in vescicole di piccole dimensioni, rispetto a delle vescicole più grosse che invece
sono state
identificate e caratterizzate per il fatto che contengono i peptidi.
Le vescicole sinaptiche sono di forma arrotondata o ovoidale. Quelle più piccole quindi
contengono
molecole di neurotrasmettitore, il cui numero può variare da alcune dozzine ad alcune centinaia
e
vescicole più grandi, a nucleo denso, contengono molecole di neuropeptidi.
Le large (750-1000 A) dense core vesicles sono “long acting neurotransmitters” in paragone ai
“fast
acting neurotransmitters” e sono quindi presenti nella parte più distale dalla zona attiva.
In seguito alla depolarizzazione del terminale ci sono vescicole più prossime alla zona attiva del
terminale
e, allontanandosi via via dalla zona attiva, troviamo prima pool di vescicole aggregate insieme
da reti di
actina e più internamente vescicole più grandi, che sono le large dense core vesicles e che
sono in grado di
esocitare il peptide in una zona che non è la zona attiva del terminale, ma in zone più interne
del terminale
nervoso. Il calcio anche in questo caso svolge un ruolo importante dal punto di vista
dell’esocitosi. Mentre
nel caso dei neurotrasmettitori contenuti nelle vescicole di piccole dimensioni il calcio entrava
attraverso i
canali voltaggio dipendenti N, in questo caso entrano in gioco anche canali L (long-lasting), che
hanno
bisogno di maggiore depolarizzazione per attivarsi e porta all’aumento di calcio che porta alla
fosforilazione di proteine intracellulari, come la la fodrina.
Altre proteine come la scinderina, la gelsolina e il fattore che depolimerizza l’actina entrano in
gioco nel
processo di esocitosi e rendono conto di una liberazione più lenta degli ormoni e dei
neuropeptidi: la
cinetica è più lenta, proprio perché i canali L entrano in gioco in seguito a una depolarizzazione
maggiore.
Oltre al coinvolgimento dei canali L, occorre che anche i canali N del calcio siano aperti per più
tempo, per
permettere al calcio di entrare e di raggiungere quelle zone più interne del terminale utili a
permettere
questo processo di esocitosi, secondariamente a fenomeni fosforilativi che sono calcio-
dipendenti.
Queste vescicole quindi liberano il trasmettitore nelle zone più interne e perciò hanno bisogno di
una
maggiore depolarizzazione (-10mV contro i -20 mV dei canali N) per permettere l’apertura dei
canali L (o
P per gli aa eccitatori) e/o affinché ci sia un’apertura più prolungata dei canali N del calcio in
modo da
ottenre una concentrazione di calcio sufficiente per l’attivazione di proteine, come la scinderina,
che hanno
il ruolo di promuovere la disgregazione dell’actina che circonda le vescicole e affinché queste
raggiungano
la zona del terminale dove avviene l’esocitosi. Queste condizioni sono sperimentalmente
raggiunte in
seguito a stimolazione a più alta frequenza o quando i neuroni “in vivo” scaricano di più.
EFFETTI DELLA NICOTINA NEL FUMO
Sebbene la tossicità del tabacco dipenda da componenti diversi dalla nicotina (il processo di